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7.0/10
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"Megalo Box" è una serie nata per festeggiare il cinquantenario di "Rocky Joe". Vi sono inserite molte citazioni, a partire dall'allenatore per arrivare al nome d'arte che ad un certo punto il nostro pugile Junk Dog cambierà in Gearless Joe.

Tuttavia, "Megalo Box" ha una storia tutta sua, infatti non è solo un anime di box, ma è anche un cyberpunk! Nell'ambientazione della nostra storia, come spesso succede nei cyberpunk, viene mostrato un divario socio-economico enorme fra i più ricchi e i più poveri, disparità accentuata dal fatto che nella box del futuro si usano dei gear per aumentare le prestazioni degli atleti, portando anche all'interno del ring il divario salariale. Il cammino di riscatto del nostro pugile si fa quindi molto più duro e sproporzionato rispetto alla sua controparte del '68, e in definitiva ben raccontato.
Se personaggi come il pugile e il suo secondo sono caratterizzati e narrati molto bene, non lo sono purtroppo molti degli avversari e le loro relative sotto-trame. Alcuni pugili come l'americano e il messicano sono raccontati velocemente attraverso stereotipi, ma il peggio accade con il personaggio del moccioso e il suo ridicolo background, e con la ditta Shirato, costruttrice dei migliori gear in commercio: nonostante il corposo screentime dedicato al campione Yuri, alla presidentessa e al fratello di lei, le sotto-trame che girano attorno alla Shirato sono estremamente deboli e finiscono per sporcare anche la figura di Yuri, pugile rivale del nostro Junk Dog.

Registicamente molti episodi sono validi, una spanna sopra a tutti i due episodi legati al pugile Aragaki. Molto pasticciato invece il tentativo di dare alla serie un finale alla "Ping Pong The Animation": se nell'opera di Yuasa più si procedeva con la trama e più il ping-pong diventava secondario rispetto alla crescita dei personaggi, qui il match finale, pur essendo anche esso solo il veicolo del riscatto di Junk Dog, è centrale per il pugile, per l'antagonista, per gran parte dei personaggi e per il racconto stesso. Il finale scelto dal regista diventa quindi molto poco incisivo e finisce per smorzare pesantemente l'impatto dell'opera.