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Normalmente trovo impensabile recensire un prodotto non ancora terminato. Ho avuto solo un altro precedente di questo genere, con "Berserk", ma la singolarità di quel manga lo rende difficile da accomunare ad altri sotto tanti aspetti tra cui questo. "Komi-san" sfugge a questa mia generica regola e mi impone una riflessione al netto dei 170 capitoli che ho affrontato, una riflessione tutt'altro che lusinghiera e che appunto mi porta a trasmettere questo disagio.

"Komi-san" si regge su fondamenta deboli e precarie, e costituisce con il passare del tempo un edificio sempre più instabile. Il piacere emotivo che può regalare la timidezza della protagonista, qualche suo comportamento delicato, qualche sua espressione amabile e la sua indole che spingono il lettore medio a proteggerla, nulla di tutto questo riesce a garantire una generale qualità elevata ad un manga piatto, senza emozioni significative, senza una struttura solida, volto al presente narrativo, senza un passato e con un futuro vacillante.
I personaggi non hanno spessore: salvo la protagonista, che comunque con la sua persistente menomazione limita di molto il suo sviluppo caratteriale, il resto della combriccola riceve un trattamento da comparsa, risultando sterile, senza ambizioni, sogni, storia, caratteristiche socio-comportamentali, affinità. Personaggi quindi qualitativamente vicini a mere marionette che si ritagliano invece ruoli di spessore, palesando però una pochezza cosmica, cosa ovvia quando permetti a esseri vuoti di avere spazio per mostrare la propria vacuità.
Discorso analogo per quanto riguarda le vicende: quadro d'insieme inesistente, archi narrativi sterili ammucchiati l'uno sull'altro per fare volume, accumulare vendite ed aspettare l'ovvia ispirazione finale per chiudere i battenti in modo canonico e telefonato. Vicende come dicevo volte solo al presente narrativo, senza un passato a sorreggere e dare contesto e spessore ai personaggi e con un futuro, se esistente, ovvio e scontato.
Tematiche sollevate zero virgola, se non la peculiarità della protagonista, trattata anch'essa come già visto in altri prodotti (uno su tutti, ReLife). Un manga quindi che intrattiene, racconta, ma trasmette pressoché nulla: un grosso punto in negativo rispetto a tante altre commedie scolastico-sentimentali che invece riescono a toccare situazioni di rilievo senza però magari diventare pesanti ed inaffrontabili. Confrontando "Komi-san" con altri simili manga si noterà ciò di cui parlo: una mancanza di organizzazione e strutturazione che rende tutto quanto al di fuori della protagonista un gigante dai piedi d'argilla, una sparata scenografica povera di qualità e spessore che abbindola i più faciloni ma che sostanzialmente non possiede nulla per essere ricordato in futuro.

In definitiva, uno spreco di tempo da parte mia e da parte dell'autore, interessato più al facile guadagno di contanti e di fama attraverso un personaggio puccioso ed una storia tanto banale quanto di resa che non invece a trasmettere qualcosa di serio, riflessivo, condivisibile, di qualità.
Un bel calcio nei denti, non c'è che dire.