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<b>Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler</b>

Dopo l’uscita di "Ni no Kuni" su Netflix, sembra si sia deciso di dare lo stesso destino al celebre gioco “Dragon Quest”, trasformandolo in un film-tributo in CG, presente in versione doppiata sulla stessa piattaforma.
Parlando da persona che non ha mai giocato nessuno dei giochi, devo ammettere che il film in sé è abbastanza altalenante in qualità. Andiamo con ordine.

La trama ha per protagonista Luca, figlio di Russel e Mada, la cui felicità viene messa a dura prova da Shriterioska, un demone intenzionato a rapire Mada perché sembrerebbe essere l’unica in grado di aprire i cancelli di Nadiria e permettere al mostruoso Nimzo di distruggere il genere umano. Mada verrà quindi tenuta prigioniera per anni e anni, rifiutando di pronunciare l’incantesimo richiesto, mentre Luca crescerà da solo col padre - alla ricerca dell’eroe leggendario in grado di aiutarli - finché anche questi cade vittima dello stesso demone e Luca crescerà come schiavo per dieci anni. Quando, finalmente, troverà il modo di scappare, si renderà conto di essere solo in un mondo a lui quasi del tutto sconosciuto e terrificante…

Ho parlato di un film con qualità altalenante, perché sinceramente tutta la prima ora - per me che ero digiuna delle ore di gioco - è sembrata parecchio confusionaria. Capisco sempre la difficoltà di comprimere in un’ora e mezza di film decine di ore di gioco, tuttavia ho avuto più volte la sensazione che la pellicola indugiasse inutilmente in dettagli di scarsa importanza, a sfavore di altri più necessari. Tutto il triangolo amoroso e la scelta della sposa sono stati simpatici, ma li avrei più visti più come intervalli, considerata l’importanza che si dà al prosieguo della trama avventurosa di Luca e della sua famiglia.
Leggendo qualche informazione in giro, e basandomi purtroppo solo su quelle, ho capito che il film risulta piuttosto fedele alla trama del quinto gioco, fallendo tuttavia nel riuscire davvero a coinvolgere emotivamente lo spettatore come faceva il gioco stesso. A causa di tagli ingiustificabili alla storia e a miseri flashback di pochi minuti che dovrebbero spiegare intere vite, si ottiene un film che pecca molto nella caratterizzazione dei personaggi comprimari e dell’antagonista principale (al contrario di Luca che, invece, è ben curato).
Un punto a favore, almeno a livello personale, è dato invece dal plot-twist finale che, come ho notato, ha diviso molto gli spettatori tra chi l’ha trovata una scelta originale per dare pepe alla vicenda e chi invece ha parlato di mancato senso logico. Personalmente, non aspettandomi altro che il classico happy ending finale, l’ho trovata un’idea carina ed originale, che mi ha permesso di godermi quantomeno l’ultima parte.
Tecnicamente parlando, invece, nulla da dire… Il film è totalmente in CG, ben curata, ha delle OST particolarmente piacevoli e un doppiaggio italiano perfettamente riuscito.