logo AnimeClick.it

-

Premesso che, da molti anni, l’animazione non orientale viene da me fruita in modo molto, ma molto sporadico, sono rimasta favorevolmente colpita dal titolo in questione, anche se non entusiasta.

Stiamo parlando di una coproduzione europea del 2014, quindi ancora abbastanza recente.

Si tratta di un titolo che, all’apparenza, parrebbe destinato a un pubblico molto giovane: i disegni, le situazioni drammatiche abilmente diffuse, i personaggi “cattivi” sconfitti facilmente, la relativa stessa linearità del racconto, tutto sembrerebbe indicare un target di fruitori che ancora non va alle medie.

Ma... c’è un ma. Anche agli occhi della sottoscritta, così pigra e ben poco disposta ad approfondire i numerosi richiami alle mitologie nordiche, appare ben presto evidente la presenza, a malapena velata, di un sottotesto complesso che, probabilmente, sarebbe molto più immediato per uno spettatore di Paesi più nordici, come possono essere gli Irlandesi.

Sarei rimasta completamente spiazzata se non avessi avuto almeno una vaga idea, pescata da chissà dove, chi si ricorda più ormai, di cosa sia una selkie: una donna che, per mezzo di un mantello di pelliccia di foca, può trasformarsi in questo animale, dalle caratteristiche magiche. Nella fattispecie, il canto della selkie sarebbe addirittura in grado di salvare le creature fantastiche, braccate e cacciate dai gufi della strega Macha. Di solito davanti alla parola ‘strega’ si usa mettere ‘perfida’: non in questo caso, perché in realtà la strega non è poi così cattiva...

Ma procediamo con ordine. In un faro su un’isola vive una famigliola non proprio felice: ci sono il padre, il figlio Ben, la figlia minore Saorsie e il cane Cu. Saorsie a cinque anni ancora non parla, Ben non sa nuotare ed è terrorizzato dall’acqua, dove ritiene sia scomparsa la madre il giorno in cui nacque la sorella, verso cui ha un visibile astio. C’è poi una nonna che si intromette per portare via i bambini da una situazione che ritiene pericolosa, e li porta in città. Nel frattempo, il padre ha pensato bene di gettare in fondo al mare il mantello di Saorsie, per impedire che potesse sparire anche lei come la madre. Ma Saorsie ne ha bisogno per non morire, e c’è bisogno della sua canzone per salvare il mondo magico, quindi i due ragazzini fuggono e iniziano un viaggio di ricerca che sarà anche di maturazione, specialmente per Ben.

La visione è accompagnata da una colonna sonora molto gradevole e suggestiva, che ben sa sottolineare le immagini che scorrono sullo schermo. E che immagini! Semplici, sì, ma solo apparentemente. In realtà sono curatissime e ben si attagliano al racconto fantastico di una fiaba. I fondali sono veramente magici e i personaggi non faticano a farci comprendere le loro emozioni. Quanto è tenera Saorsie in veste di foca!

Se un appunto si può fare, è che la prima metà dell’opera è piuttosto lenta. Dirò sinceramente che a tratti mi sono annoiata un pochino, ma la perseveranza mi ha fatto superare questo piccolo scoglio e sono stata ripagata dalla seconda metà del film, molto più movimentata e godibile. D’altronde, i disegni così diversi dal solito hanno contribuito a dare una sensazione di piacevole novità.

In definitiva, un titolo pulito e gentile, una fiaba per adulti e piccini e che, per questo, mi sento di consigliare a chiunque. Ottima, ora che viene l’inverno, per il pomeriggio di una domenica uggiosa: la visione, con tutta la famiglia riunita sul divano davanti allo schermo, magari con una cioccolata calda e una coperta sulle ginocchia, saprà soddisfare tutti.