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"He went to sea for the day.
He wanted to know what to say.
When he's asked, what he'd done,
in the past to someone
that he loves endlessly.
Now she's gone, so is he."

Il filo che lega queste parole al film "La canzone del mare" è sottile, ma, con calma, vi accompagno. A cantarle è Lisa Hanningan, una ninfa del folk irlandese che al mare ha dedicato gran parte del suo repertorio. Esordisce con questo singolo, una canzone dall'andamento quasi allegro, che però parla di malinconia e perdita.
Sì, perché la pellicola in questione inizia proprio così, con una perdita, che sarà una nuvola grigia che permeerà costantemente il film. Un film animato che è parecchio lontano da quelli che possono essere i tratti dettagliati dell'animazione nipponica, o dall'animazione 3D tanto gettonata nel resto del mondo. Qui i disegni sembrano quasi un collage, come se fossero ricamati assieme. Le forme variano per ogni soggetto, e il risultato è una narrazione molto visiva ma anche poco incline a dettagli verosimili. Niente che non sia in qualche modo troppo astratto o di difficile comprensione, solo un po' fuori dal comune.
Una festival di forme, sagome e linee che tratteggiano continuamente la storia che il film racconta, come in un flusso di coscienza, o in un sogno. La storia, appunto, è un mix nemmeno troppo scontato di classici per bambini e leggende sul mare del folklore nordico, che vengono volentieri più volte citate. La nostalgia e il mare quindi, un binomio che, come spesso succede, anche in questo film va a braccetto.

Ma il titolo suggerisce un'altra parola. Quella del mare è una canzone, una musica, particolare che non viene mai lasciato da parte nel film. Anzi, tanto importante da essere proprio una canzone, una delle cose più importanti a livello narrativo. Ed è qui che ritorno a chiamare in causa Lisa Hanningan, siccome pare quasi una coincidenza (o una scontata conseguenza) che anni dopo sia proprio lei la voce de "La canzone del mare".

Nonostante queste mie premesse che potrebbero sembrare entusiastiche, il film non brilla sempre, anzi, certe volte procede lento come un mare calmo, e non sempre la sua componente visiva colma una narrazione forse troppo a scomparti e non sempre accattivante. Essendo un film per bambini e ragazzi, non è sempre facile o scontato entrare nella sfera emotiva che richiede.
Non è proprio il tipo di film che incolla allo schermo, ma forse proprio questo può essere il suo punto di forza. Non cercare di stupire con arzigogoli di qualche specie, ma raccontando una storia tenera e contrastante in modo sincero e onesto. Che è come sono le canzoni folk, il mare e la tradizione irlandese.

Certo, poi c'era anche un altro che, invece, del mare diceva che è profondo e che non lo puoi bloccare... ma questa è tutta un'altra storia.