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8.0/10
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"Vinland Saga", anime rilasciato nel 2019 e tratto dal pluripremiato manga di Makoto Yukimura, famoso anche per la miniserie "Planetes", è un viaggio meraviglioso e, oserei dire, mistico in un periodo storico lontanissimo da noi dal punto di vista temporale, ma più vicino di quanto sembri per le tematiche e le idee che vengono affrontate nella storia; è una storia intrisa di sangue e violenza ma anche di speranza, riscatto e amicizia; è, prima di una semplice rappresentazione di fatti storici, un dramma umano. Mi spiegherò meglio nei prossimi paragrafi.

XI Secolo. Islanda. Thorfinn è un bambino come tanti che cresce insieme alla sua famiglia e al suo amorevole padre, Thors, che, dopo un lungo periodo in cui è stato protagonista di battaglie violentissime, ha deciso di ritirarsi per dedicarsi interamente alla moglie e ai figli. Tuttavia, su questo meraviglioso quadretto familiare, incombe improvvisamente lo spettro della guerra: il destino bussa alla porta della loro casa e padre e figlio, loro malgrado, vengono trasportati in una realtà dove ci si uccide a vicenda e vige solamente una regola: "I deboli muoiono per primi, i forti sopravvivono". Thorfinn stesso, che fino a quel momento era rimasto estraneo a tutto, si troverà costretto a perdere la propria innocenza per divenire una bestia assetata di sangue.

La storia di per sé non presenta chissà quali grandi colpi di scena: ha semplicemente come scopo quello di presentare i fatti storici che hanno coinvolto l'Europa in quel periodo. Tuttavia, la particolarità di quest'opera, che per chi scrive ne rappresenta il vero punto di forza, riguarda il delineamento della psicologia dei personaggi. Ognuno di loro inscena un atteggiamento in particolare nei confronti della vita, e il modo in cui si confrontano e si scontrano tra loro descrive al meglio vizi e virtù dell'essere umano che, pur essendo cambiati i tempi, è rimasto sempre identico a sé stesso. Il messaggio di "Vinland Saga", sotto sotto, è proprio questo: ci si vanta tanto di esserci "evoluti" e "civilizzati", eppure, a quasi un millennio di distanza dagli avvenimenti accaduti in questo anime, sembra che tutto sia rimasto immutato. Ancora continuiamo a farci la guerra e a trovare un pretesto per odiarci l'uno con l'altro. Perché è più facile odiare che amare? Perché non può esistere la pace?

Parlando delle caratteristiche tecniche dell'anime, sinceramente, mi sono trovato molto spaesato nel leggere che molte persone, tra la prima parte della storia e la seconda, abbiano trovato un calo qualitativo dal punto di vista grafico. Io, ad essere sincero, ho provato a concentrarmi sui dettagli e, sinceramente, al di là dei volti in lontananza, rappresentati in modo abbastanza sempliciotto (come effettivamente dovrebbe essere), non ho riscontrato niente di così anormale. Anzi, se proprio devo dirla tutta, nella seconda parte della storia, i dettagli certe volte erano veramente pazzeschi, a tratti anche meglio dei primissimi episodi. Per me lo studio Wit ha fatto un lavoro a dir poco magistrale. Le atmosfere ricreate sono perfette, sembra proprio di trovarsi in prima persona tra i ghiacci e le tormente di neve. Ho trovato un vero calo, invece, nelle opening e nelle ending, ma questo è più un gusto strettamente personale che una critica. Per quanto "Dark Crow" sia interessante, quasi celtica, "Mukanjyo", la prima opening, resta, almeno per me, il perfetto biglietto da visita dell'intera storia, perché rappresenta completamente lo spirito e l'atteggiamento di Thorfinn durante l'arco dell'intera opera.

Dopo questa trafila di elogi, è giusto anche che evidenzi qualche aspetto negativo di questa serie, in modo da poter giustificare il mio 8. Il motivo di questo voto è estremamente semplice: la lentezza della storia. So che è una cosa voluta, però ho provato spesso un'enorme fatica nel cercare di seguire il corso degli eventi. Spesso, infatti, in ogni episodio succedeva al massimo una sola cosa che non sempre era importante ai fini della trama. Spesso si trattava di chiacchiere o di pensieri dei personaggi che allungavano solamente il minutaggio e rendevano il tutto ancora più noioso. Tuttavia, devo ammettere che, piano piano, ho imparato ad affrontare e ad accettare questa impostazione, quindi alla fine sono riuscito ad immergermi completamente e a capire che l'andazzo sarebbe stato quello fino alla fine, volente o nolente. A conti fatti, tuttavia, mi sono chiesto: "Avrei comunque preferito un anime di sedici o diciotto episodi invece che di ventiquattro?" Probabilmente, la mia risposta sarebbe stata: "Sì".

Tuttavia, arrivato alla fine della visione a una settimana dal suo inizio, non posso non esimermi dal consigliarvi la visione di questo spettacolare anime che, a mio avviso, è unico assolutamente nel suo genere. A tratti farete fatica a seguirlo, è vero, ma ne vale davvero la pena. Buttatevi a capofitto nell'avventura e accompagnate Askerladd, Thors e Thorfinn in questo lungo viaggio alla conquista del mondo. Ci si rivede su Vinland.