logo AnimeClick.it

-

Ormai sto sviluppando una sorta di allergia verso gli anime fantasy, specie gli isekai, perché pur avendo dei soggetti intriganti troppo spesso si riducono alla 'solita solfa' raccontata a volte abbastanza bene, altre volte proprio no. In questa occasione, visto il soggetto un po’ particolare, ho dato una chance e sono rimasto mediamente soddisfatto. Il papà reincarnato è una serie di quelle leggere, dove la presenza del dramma è piuttosto lieve (e poi, almeno in questa prima parte, tale presenza è più suggerita che mostrata) perché è l'umorismo a farla da padrone e lungo la storia tale umorismo si dimostra altalenante: da un lato diverte davvero vedere tutti questi personaggi che stravedono per Grace con dentro la mente di un impiegato molto più grande di loro, ma dall'altro lato la serie rimane molto spesso prigioniera di questa buona idea iniziale. Quindi diverse volte la trama pare girare su stessa con tanti, forse troppi, siparietti dello stesso tenore (Grace/Kenzaburo compie una splendida azione e tutti vanno in adorazione) che alla lunga possono stancare. Se non ci sono episodi davvero noiosi è solo perché il ritmo generale è piuttosto buono e nello schema sopracitato si inseriscono ogni tanto delle variazioni: sequenze che senza pesantezza ci fanno conoscere questo mondo fantasy unite ad alcune sfide in fondo leggere ma che grazie alla saggezza 'paterna' di Grace e all'impegno di Anna riescono a coinvolgere abbastanza lo spettatore. Inoltre, sono presenti anche delle citazioni anime e alcune frecciatine sugli stereotipi dell'isekai, pure simpatiche ma fini a se stesse (del resto un titolo del genere non è il più indicato per una autoriflessione) e dei cenni sul mistero dietro l'arrivo di Kenzaburo in quel mondo. Ma è tutto rinviato ad un possibile seguito.
Riguardo i personaggi non c'è molto da dire, anche se in questo caso il loro carattere monodimensionale non è un problema perché voluto (essendo dei tipi da videogioco di ruolo) e sono tutto sommato divertenti, il/la protagonista non ha tormenti interiori e i suoi modi paterni suscitano vera simpatia. Uno o due gradevoli momenti di introspezione giusto per Anna, che matura come persona proprio grazie alla sua relazione con Grace.
Sul piano delle animazioni si è fatto un lavoro in generale buono, così come il character design è gradevole al pari delle due sigle.
Abbiamo quindi di fronte una gradevole opera scacciapensieri (pur non mancando i difetti) adatta per chi cerca qualcosa di disimpegnato.