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"Adachi to Shimamura" è tratto dalla mia light novel preferita scritta da Hitoma Iruma, ero quindi abbastanza scettico, visto anche che la light è molto introspettiva, ma devo dire che l’adattamento animato di Tezuka Productions mi ha colpito più di quanto mi aspettassi. La storia ruota attorno a due ragazze, Sakura Adachi e Hougetsu Shimamura, che si conoscono per caso in palestra, durante un’ora di lezione “saltata”. Da lì nasce qualcosa che inizialmente sembra solo amicizia, ma che piano piano si trasforma in qualcosa di molto più profondo. L'anime riesce a ricreare quella chimica magica che c'è tra le due protagoniste e catapultarti in qualche modo nel loro mondo interiore. Sono personaggi pieni di sfumature, e il loro percorso emotivo riesce davvero a coinvolgere.
Adachi è una ragazza chiusa, introversa, con un muro attorno a sé che sembra impossibile da scalfire – nemmeno la madre riesce a entrare nel suo mondo. Quando conosce Shimamura, però, qualcosa inizia a cambiare. All’inizio quasi non se ne accorge, ma col tempo la sua presenza diventa fondamentale.
Shimamura, invece, è più difficile da leggere. All’apparenza sembra più disinvolta, più socievole, ma in realtà anche lei porta una certa distanza emotiva verso il mondo. Non si lascia coinvolgere facilmente, quasi come se volesse proteggersi da qualcosa. Eppure, l'incontro con Adachi la scuote. Non in modo eclatante, ma con piccoli gesti, piccole crepe che piano piano si aprono. C’è una frase che mi è rimasta in mente: quando Shimamura si accorge che sta iniziando a “pensare a qualcuno prima di pensare a sé stessa”. Forse è proprio quello il momento in cui qualcosa cambia davvero. Yashiro è forse il personaggio più riuscito, e l’anime sa catturare perfettamente il suo lato surreale ed eccentrico.

Dal punto di vista tecnico, l’animazione è splendida: colori pastello, ambientazioni dettagliate, volti espressivi… tutto contribuisce a creare un’atmosfera intima e delicata. L’unico vero limite è forse la durata: 12 episodi sono pochi per rendere giustizia alla profondità della light novel. L’anime fa un buon lavoro, ma inevitabilmente sacrifica l’introspezione. Rispetto alla versione manga, però, lo trovo decisamente più riuscito.
A volte però l’anime esagera un po’ con le minigonne corte e le inquadrature audaci, cosa che nella novel non c’era. Personalmente, avrei preferito mantenere un approccio più sobrio e più in linea con la novel.
In ogni caso, Adachi to Shimamura resta – almeno per me – uno dei migliori anime yuri sentimentali mai prodotti. Ma se volete davvero immergervi nella profondità di questa storia, vi consiglio di recuperare la light novel: è lì che, secondo me, l’amore tra le due protagoniste esplode con tutta la sua forza.