Recensione
Recensione di annadaifan
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Il giocattolo dei bambini (Kodomo no Omocha) è un manga realizzato da Miho Obana dal 1994 al 1998. In Italia ha riscosso un enorme successo soprattutto grazie al traino dell’anime che fu trasmesso più volte a partire dagli anni 2000 su Italia 1 con il titolo “Rossana”.
L’edizione che mi appresto a recensire è quella pubblicata dalla Dynit in 7 volumi di grandi dimensioni. Il prezzo di 12,90 a volume è un po' altino ma, almeno in questo caso, sono presenti in ogni volume numerose pagine a colori ad inizio e fino volume, si tratta di una gallery delle immagini realizzate dall’autrice nel corso degli anni.
La storia sarà nota a tanti, quindi, farò un breve riassunto: la protagonista è Sana Kurata, un'attrice bambina che sta attraversando molti problemi a scuola con la sua classe in quanto non si riesce a fare lezione per i dispetti continui di un gruppetto di maschietti capeggiati da Akito Hayama.
Sana ha una personalità estroversa e amichevole che cerca di risolvere i problemi che la circondano. Nel tentativo di migliorare la situazione della classe, finirà per avvicinarsi sempre di più ad Akito e scoprirà da dove derivano tutti i suoi atteggiamenti scontrosi e respingenti verso il prossimo.
Ci troviamo di fronte a una storia che parte come una commedia leggera, a tratti romantica, per poi affrontare dei temi molto seri come le famiglie disfunzionali, il bullismo, il suicidio, la violenza, ecc..
Uno degli aspetti positivi che salta all'occhio di chi ha visto prima l'anime è il fatto che la narrazione principale non si perde in troppe storie secondarie che non contribuiscono allo svolgimento della storia.
Degna di nota è la caratterizzazione dei suoi personaggi, nonostante si tratti di ragazzini la mangaka riesce a narrarci la loro visione del mondo e della società, le battaglie interiori che affrontano per scoprire chi sono veramente, e anche il modo in cui affrontano le difficoltà che emergono durante la crescita.
Alcuni troveranno che la storia del manga sia molto più drammatica rispetto a quella dell’anime perché in quest’ultimo sono stati aggiunti diversi personaggi sopra le righe per rendere il tutto molto più comico.
Personalmente ho apprezzato più il manga perché c’è una continuità con lo sviluppo dei personaggi ed è poi quello che l’autrice voleva raccontare.
L’unica pecca è che gli eventi drammatici negli ultimi capitoli si susseguono troppo velocemente, perciò l’angoscia verso il destino dei nostri protagonisti aumenterà a dismisura.
Oltre a Sana e Akito con le loro continue frecciatine, ci sono tanti personaggi che mi resteranno nel cuore come la mamma di Sana, una donna forte e un po' folle.
Il tratto della Obana è pulito e ricercato, soprattutto nell’espressività dei volti con quegli occhioni che raccontano più di mille parole.
Considerando i temi trattati è un’opera che potrà essere apprezzata decisamente da un pubblico adulto e, probabilmente rispetto a quella di un ragazzino, la lettura sarà anche più appagante.
L’edizione che mi appresto a recensire è quella pubblicata dalla Dynit in 7 volumi di grandi dimensioni. Il prezzo di 12,90 a volume è un po' altino ma, almeno in questo caso, sono presenti in ogni volume numerose pagine a colori ad inizio e fino volume, si tratta di una gallery delle immagini realizzate dall’autrice nel corso degli anni.
La storia sarà nota a tanti, quindi, farò un breve riassunto: la protagonista è Sana Kurata, un'attrice bambina che sta attraversando molti problemi a scuola con la sua classe in quanto non si riesce a fare lezione per i dispetti continui di un gruppetto di maschietti capeggiati da Akito Hayama.
Sana ha una personalità estroversa e amichevole che cerca di risolvere i problemi che la circondano. Nel tentativo di migliorare la situazione della classe, finirà per avvicinarsi sempre di più ad Akito e scoprirà da dove derivano tutti i suoi atteggiamenti scontrosi e respingenti verso il prossimo.
Ci troviamo di fronte a una storia che parte come una commedia leggera, a tratti romantica, per poi affrontare dei temi molto seri come le famiglie disfunzionali, il bullismo, il suicidio, la violenza, ecc..
Uno degli aspetti positivi che salta all'occhio di chi ha visto prima l'anime è il fatto che la narrazione principale non si perde in troppe storie secondarie che non contribuiscono allo svolgimento della storia.
Degna di nota è la caratterizzazione dei suoi personaggi, nonostante si tratti di ragazzini la mangaka riesce a narrarci la loro visione del mondo e della società, le battaglie interiori che affrontano per scoprire chi sono veramente, e anche il modo in cui affrontano le difficoltà che emergono durante la crescita.
Alcuni troveranno che la storia del manga sia molto più drammatica rispetto a quella dell’anime perché in quest’ultimo sono stati aggiunti diversi personaggi sopra le righe per rendere il tutto molto più comico.
Personalmente ho apprezzato più il manga perché c’è una continuità con lo sviluppo dei personaggi ed è poi quello che l’autrice voleva raccontare.
L’unica pecca è che gli eventi drammatici negli ultimi capitoli si susseguono troppo velocemente, perciò l’angoscia verso il destino dei nostri protagonisti aumenterà a dismisura.
Oltre a Sana e Akito con le loro continue frecciatine, ci sono tanti personaggi che mi resteranno nel cuore come la mamma di Sana, una donna forte e un po' folle.
Il tratto della Obana è pulito e ricercato, soprattutto nell’espressività dei volti con quegli occhioni che raccontano più di mille parole.
Considerando i temi trattati è un’opera che potrà essere apprezzata decisamente da un pubblico adulto e, probabilmente rispetto a quella di un ragazzino, la lettura sarà anche più appagante.
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