Recensione
Film che aveva il compito di rilanciare la saga di Godzilla iniziando un nuovo ciclo (che sarà poi chiamato Heisei) e ponendo fine ad una assenza dalle sale nipponiche di almeno 10 anni, un’assenza dovuta al fatto che il ciclo precedente, detto Showa, aveva visto un calo sempre più costante e vistoso della qualità e degli incassi. Proprio per tale motivo il nuovo film opera un taglio netto col passato e si ricollega direttamente al primo capitolo del 1954, di cui vuole riprendere le atmosfere drammatiche ricordando che Godzilla è un mostro feroce e portatore di distruzione, di fronte al quale gli uomini possono solo scappare o cercare di combatterlo. Sempre per tale motivo anche il look del mostro viene rifatto in modo che appaia più feroce.
Purtroppo il film soffre di due difetti abbastanza vistosi: il primo è quello di una regia che non va oltre il semplice mestiere, mentre l’altro difetto, nella seconda parte della pellicola, riguarda il rapporto tra le apparizioni del mostro e il tempo che gli viene concesso.
Il problema della regia si avverte molto nel primo tempo: dopo un discreto prologo dal sapore horror, abbiamo una larga fetta di film dove tutto è incentrato sui preparativi per affrontare il ritorno di Godzilla, già qui appare uno dei veicoli più caratteristici del ciclo Heisei (ossia l'areo speciale chiamato Super X) e per arricchire il cocktail si inseriscono anche riferimenti alla guerra fredda dell'epoca (un certo rilievo nella storia è dato alle azioni dell'URSS) mentre su tutto aleggia la minaccia incombente del mostro, che in questo segmento di film appare poco. Il guaio però è che la regia non riesce a dare il giusto rilievo a tutto questo, gli eventi si succedono senza creare una particolare tensione o un grande coinvolgimento emotivo. Allo stesso modo la storia non è in grado di rendere molto interessanti i personaggi umani (interpretati in maniera ordinaria). Insomma, il primo tempo del film non è proprio noioso ma non si può neppure definire molto esaltante.
Quando poi nella seconda parte arriva il momento della battaglia, la regia svolge un lavoro tutto sommato onesto mostrando l’intera casistica del genere (scontri con le forze armate, esplosioni, palazzi che crollano con gente bloccata dentro oppure che scappa) ma qui si incappa nel secondo problema: se in precedenza Godzilla si era visto poco, in questo segmento di film (di almeno 45 minuti) il mostro appare sempre, eppure le sue azioni non riescono a riempire tutto il tempo di cui dispone, col risultato quindi di ritrovarci con lungaggini e momenti di vuoto.
Anche il contenuto umanistico, ossia le azioni del mostro che sono una denuncia degli atteggiamenti umani, è ridotto a qualche frase di circostanza.
Riguardo gli effetti speciali, sono quegli tipici del genere e sono fatti bene, da notare giusto che in questo film per la prima volta viene usato un animatronic per i primi piani della testa del mostro e si tratta di un effetto speciale che per i gusti attuali può risultare avere troppi movimenti a scatti.
Per concludere, Godzilla 1984 non è il peggior film della saga ma non è nemmeno un prodotto molto entusiasmante e lo si può ricordare giusto per aver riportato in scena il Re dei mostri.
Purtroppo il film soffre di due difetti abbastanza vistosi: il primo è quello di una regia che non va oltre il semplice mestiere, mentre l’altro difetto, nella seconda parte della pellicola, riguarda il rapporto tra le apparizioni del mostro e il tempo che gli viene concesso.
Il problema della regia si avverte molto nel primo tempo: dopo un discreto prologo dal sapore horror, abbiamo una larga fetta di film dove tutto è incentrato sui preparativi per affrontare il ritorno di Godzilla, già qui appare uno dei veicoli più caratteristici del ciclo Heisei (ossia l'areo speciale chiamato Super X) e per arricchire il cocktail si inseriscono anche riferimenti alla guerra fredda dell'epoca (un certo rilievo nella storia è dato alle azioni dell'URSS) mentre su tutto aleggia la minaccia incombente del mostro, che in questo segmento di film appare poco. Il guaio però è che la regia non riesce a dare il giusto rilievo a tutto questo, gli eventi si succedono senza creare una particolare tensione o un grande coinvolgimento emotivo. Allo stesso modo la storia non è in grado di rendere molto interessanti i personaggi umani (interpretati in maniera ordinaria). Insomma, il primo tempo del film non è proprio noioso ma non si può neppure definire molto esaltante.
Quando poi nella seconda parte arriva il momento della battaglia, la regia svolge un lavoro tutto sommato onesto mostrando l’intera casistica del genere (scontri con le forze armate, esplosioni, palazzi che crollano con gente bloccata dentro oppure che scappa) ma qui si incappa nel secondo problema: se in precedenza Godzilla si era visto poco, in questo segmento di film (di almeno 45 minuti) il mostro appare sempre, eppure le sue azioni non riescono a riempire tutto il tempo di cui dispone, col risultato quindi di ritrovarci con lungaggini e momenti di vuoto.
Anche il contenuto umanistico, ossia le azioni del mostro che sono una denuncia degli atteggiamenti umani, è ridotto a qualche frase di circostanza.
Riguardo gli effetti speciali, sono quegli tipici del genere e sono fatti bene, da notare giusto che in questo film per la prima volta viene usato un animatronic per i primi piani della testa del mostro e si tratta di un effetto speciale che per i gusti attuali può risultare avere troppi movimenti a scatti.
Per concludere, Godzilla 1984 non è il peggior film della saga ma non è nemmeno un prodotto molto entusiasmante e lo si può ricordare giusto per aver riportato in scena il Re dei mostri.
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