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La storia è divertente, carina, simpatica, commovente e interessante. All’inizio l’ho trovata un po’ pesante e non mi aveva invogliato a proseguire, anche perché è un’opera che alterna momenti molto riusciti ad altri meno brillanti. Fortunatamente ho deciso di darle fiducia e continuare la lettura, e oggi sono davvero felice di quella scelta.

L’opera è composta da un numero davvero elevato di capitoli, e ognuno di essi — chi più, chi meno — contribuisce all’avanzamento della trama. Purtroppo non mancano capitoli un po’ noiosi o pesanti, non tanto per il contenuto in sé, quanto per il modo in cui sono scritti e raccontati, con eccessivo testo che in questi casi non aiuta. Anche se in generale, è un’opera in cui si legge molto. Per fortuna però, la maggior parte dei capitoli risulta interessante e divertente, e alcuni li ho trovati davvero stupendi.

La storia è suddivisa nei tre anni delle scuole superiori, e ogni cambio di classe comporta un drastico cambio del cast, con l’arrivo di moltissimi nuovi personaggi secondari… senza però dimenticare quelli già introdotti. Tra le tre classi, quella che ho apprezzato di meno è stata la composizione del primo anno — soprattutto a causa della presenza di Ren Yamai — mentre quella che ho preferito in assoluto è stata la classe del secondo anno, grazie a personaggi più interessanti e profondi e a uno sviluppo narrativo più coinvolgente, essendo il vero cuore della storia e il periodo in cui vediamo Komi maturare maggiormente.

Il cast dei personaggi è praticamente incalcolabile, cosa del tutto comprensibile considerato l'obiettivo su cui si basa la storia. Tra tutti, i più insopportabili — come già si è intuito — sono quelli del primo anno, che ospita alcuni tra i personaggi più fastidiosi di tutta l’opera. Tutti gli altri che incontriamo lungo la narrazione, chi più chi meno, mi sono invece piaciuti. Ci sono ovviamente alcune eccezioni particolarmente riuscite, come la protagonista Komi, adorabile e buffa, capace di passare da una bellezza glaciale a una gattina chibi; Tadano, che nella sua normalità risulta un personaggio incredibilmente ben scritto; e Rumiko, tra le mie preferite in assoluto, solare e divertente come poche.

Oltre allo sviluppo della trama, una delle cose più belle è stata l’evoluzione dei rapporti tra i vari personaggi. Alcune relazioni vengono costruite con facilità, mentre altre richiedono più tempo e risultano un po’ più tediose. Ma, grazie al ritmo pacato dell’opera — che si prende decisamente il suo tempo — si creano legami davvero splendidi tra alcuni dei personaggi principali. Anche quelli più superficiali, tra personaggi secondari o perfino terziari, non vengono mai abbandonati: l’opera è infatti ricchissima di side story che arricchiscono ulteriormente il mondo narrativo.

Nel corso della storia assistiamo alla maturazione di molti personaggi e, naturalmente, Komi è quella su cui vediamo l’evoluzione più evidente ed esponenziale. Il finale l’ho trovato semplice e coerente, senza forzature: conclude il percorso di crescita di Komi e offre anche un bel parallelismo con il personaggio di Komorebi.

Una cosa incredibile è la cura con cui ogni singolo personaggio è caratterizzato: ognuno ha una personalità unica, spesso legata al suo stesso nome attraverso giochi di parole che ne rispecchiano il carattere. Nessuno assomiglia a un altro, e grazie a questa enorme varietà nascono una quantità di scenette divertenti, la cui colonna portante è quasi sempre Najimi — spalla comica indiscussa dell’opera — che rende la lettura ancora più piacevole.

Ho apprezzato molto anche lo stile di disegno. Di base è semplice, ma non rinuncia ai dettagli; e in alcune pagine, soprattutto nelle scene più importanti o nei primi piani, raggiunge un livello incredibile, capace di trasmettere perfettamente emozioni, sentimenti e atmosfere.

L’opera è piuttosto lunga e sicuramente qualche parte qua e là avrebbe potuto essere snellita, così da ottenere meno volumi e un ritmo meno “brodoso”. È infatti una lettura che può facilmente annoiare o spaventare, soprattutto per la grande quantità di testo. Eppure, nonostante qualche momento pesante, questo lungo viaggio — a tratti impegnativo, a tratti incredibilmente rilassante — sono davvero contento di averlo vissuto.