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Fabbrizio_on_the_Road

Episodi visti: 32/32 --- Voto 7
Un paio di mesi fa decisi che avrei finalmente dovuto recuperare per intero la saga videoludica di “Castlevania”, che da sempre mi incuriosiva, ma che negli anni precedenti non avevo approfondito abbastanza. Un compito arduo, considerando la mole impressionante di capitoli sfornati da Konami dal 1986 in poi. Ma fin dal primo capitolo venni travolto da un’esperienza entusiasmante e non sarebbe stata di certo l’ultima. La crescente passione verso la saga videoludica mi ha quindi inevitabilmente portato a visionare la serie animata di Netflix, quando la quarta e ultima stagione era alle porte.

Non avevo delle aspettative allucinanti, visto che i primi capitoli del franchise che avevo giocato fino a quel momento, per quanto mi fossero piaciuti, non brillavano per la componente narrativa che anzi era molto semplice e figlia di un’epoca in cui a titoli come questi bastava un breve incipit per invogliare il giocatore ad avviare la partita. Considerazione questa che in breve tempo si è avvalorata del fatto che la trama della serie riprende le vicende del terzo capitolo per NES “Castlevania III: Dracula’s Curse”, che essendo uno dei più vecchi presenta poco più di un testo iniziale sul quale basarsi e poco altro. Insomma, era chiaro che gli sceneggiatori avrebbero dovuto inventarsi pressoché tutta la storia.

Tuttavia, credo che in definitiva questo sia stato un vantaggio, visto che la trama della serie è piuttosto interessante e perfettamente comprensibile anche agli occhi di chi non abbia mai giocato a un solo capitolo della serie videoludica. Un altro pregio della serie sono i personaggi. Anche qui, non c’erano delle peculiarità caratteriali a cui fare riferimento, solo qualche nome e qualche idea di base su quale fosse lo stile di combattimento nel gioco.
A tal proposito, credo che la componente d’azione della serie sia quella riuscita meglio. Le battaglie sono estremamente coinvolgenti e spettacolari, soprattutto quelle alla fine di ogni stagione. Purtroppo, però, su questo fronte c’è un pesante rovescio della medaglia, che insieme ad altri difetti hanno reso questa serie, almeno per me, una visione discreta, ma nulla di più.

In primo luogo, se è vero che le battaglie sono state realizzate a dovere e sono un piacere da guardare, è anche vero che non sono poi così tante considerando il numero di episodi e più in generale il lato “action” della serie mi è sembrato un po’ troppo sacrificato, in favore di fasi più statiche e ricche di dialoghi. Questo si è rivelato un problema in alcuni momenti (penso a buona parte della seconda stagione), perché non sempre si è riusciti a gestire una storia con queste prerogative solo attraverso i dialoghi.
Questi ultimi oltretutto sono stati spesso scritti male e infarciti di una volgarità gratuita che proprio non ho digerito. Sembra quasi che a volte si volesse semplicemente ricorrere ad un linguaggio scurrile solo per ricordare agli spettatori che stavano guardando una serie per adulti. Una mossa abbastanza stupida.

Un altro problema rilevante per me è stato il ritmo. Per quanto la serie possa essere interessante, la narrazione è andata avanti con il freno a mano tirato per la maggior parte del tempo. Alcuni episodi sembrano veramente un annacquamento delle vicende per rimandare il più possibile gli eventi decisivi.
Infine, tra le note dolenti devo citare il comparto musicale. Su questo punto era ovvio aspettarsi un richiamo maggiore ai videogiochi, da sempre contraddistinti da OST paurose. Invece le musiche della serie non stupiscono quasi mai, e quelle che rimandano alla saga videoludica sono abbastanza rare.

Concludendo, credo che questa serie animata di "Castlevania" si sia rivelata un prodotto discreto, ma non particolarmente brillante o avvincente, se non per brevi sprazzi. Rimane però da parte mia la curiosità di scoprire cosa si potrà fare eventualmente con alcuni capitoli successivi della saga come “Rondo of Blood” e soprattutto “Symphony of the Night” i quali possiedono una base narrativa decisamente più consistente.


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Pan1

Episodi visti: 16/32 --- Voto 4
L'apprezzamento generale e la curiosità da fan dei videogames mi hanno avvicinato a questa serie animata, nonostante sia un "prodotto Netflix".
E' un tipico prodotto made in USA per ragazzini in stile "Masters of the Universe". Le premesse non sono delle migliori, la trama da cui è tratto era solo un pretesto per il gameplay raffinato.

I disegni sono buoni, ma le animazioni legnose, i fondali statici, l'uso indiscriminato della CG fanno capire lo scopo commerciale della serie animata.
Si notano degli sforzi, ma la trama non emoziona mai. Mi sono forzato nel proseguire la visione già dopo il secondo episodio, ma a metà della terza stagione ho capito che non sarebbe migliorato.
I combattimenti sono inutilmente ed esageratamente spettacolari, a tal punto da risultare ridicoli.
I personaggi sono piatti, ancorati nei loro stereotipi.

Per esser un prodotto USA è realizzato tutto sommato bene, solo che è troppo occidentale per i miei gusti.

Se non conoscete l'universo di Akuma jō Dracula e siete cresciuti guardando i prodotti animati americani, sicuramente vi piacerà.


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Akudora

Episodi visti: 22/32 --- Voto 9,5
Stanno scorrendo i titoli di coda della quarta, ultima stagione, e sono visibilmente commosso.

Ho seguito questa serie fin dal suo antico esordio, avvenuto nel lontano 2017, e mi è stato concesso il tempo di amarla, odiarla, sopportarla e infine restare completamente travolto dagli eventi finali, veramente memorabili. Questa è una produzione americana che ha settato un nuovo standard, nella mia personale classifica, persino sopra "DOTA" e "The Dragon Prince", che pur amando visceralmente, ho trovato meno sperimentali e, complessivamente, meno coraggiose.
Nel corso di diverse puntate le quattro stagioni di "Castlevania", hanno saputo far tesoro di tutte le aspre critiche ricevute dall'agguerrita fanbase, ma sopra ogni cosa, CV ha mantenuto una forte identità personale, fino alla fine. È stata così amabilmente infedele e scorretta verso la nota e popolare serie dei videogiochi (la mia saga videoludica preferita in assoluto, per inciso) che non si può non riconoscerle di aver sperimentato così tanto nel suo corpus magnus, da aver trovato una nuova identità alla serie di Konami. Semmai ce ne fosse un reale bisogno, aggiungo.

CV di Netflix è riuscita a trasformare una serie che è sempre stata molto child-oriented (nella squisita accezione del termine) in una sorta di Frankenstein, straordinariamente adulta e matura, pur con qualche inciampo, questo è bene farlo presente fin da ora. Si era partiti da colorati ed innocenti pixel 8bit e si è arrivati ad un racconto cupo, filosofico, alchemico, evocativo e carnale. E so bene che si tratta di un controsenso unico nel suo genere, perché questa serie è infedele alla stessa saga di cui cui usa coraggiosamente i principali topos narrativi.

~ Prima di tutto credo sia lecito fornire una breve presentazione dello studio d'animazione che firma questa splendida ma anche fortemente enigmatica serie. Si tratta di Powerhouse Animation, uno studio d'animazione di Austin (Texas) che ha vent'anni sul groppone, fu fondata nel lontano 2001, bazzicò nel settore videoludico e anche nel settore animato e pubblicitario, firmando diverse serie animate prodotti come "The Adventures of Kid Danger" o "Epithet Erased" ma nessuna realmente - e sfortunatamente - degna di nota. È composto attualmente da uno staff che conta circa 59 elementi, molti dei quali provengono da esperienze di animazione del settore sud coreano e molti dei suoi elementi sono animatori esterni o free-lance come Abroo Khan o Spencer Wan. Animatori eccezionali, basta vedere i loro profili. Si potrebbe dire per certi versi, che Castlevania è la serie di Powerhouse che li ha proiettati nell'Olimpo dell'animazione in tutti i sensi, non solo con ottimi risultati di audience e critica; CV è stata una delle serie più viste nella categoria anime di Netflix, ma anche per via del fatto che dopo Castlevania, lo studio ha preso fondi e coraggio sufficiente per proiettarsi in Blood of Zeus, una serie ambientata nel mondo della mitologia greca che ruota attorno a Heron, il semidio figlio di Zeus, che cerca di salvare l'Olimpo e la Terra. Olimpo d'animazione di fatto dunque.

Torniamo mesti nella Valacchia e ai vampiri.

La serie di Powerhouse non è soltanto una serie che offre, sebbene ad intermittenza, alcune delle animazioni più belle, sofisticate ed epiche dell'intero settore d'animazione degli ultimi anni, a tratti "Castlevania" si può persino avvicinare all'arte "sketchier" di [A]nimatori di grosso calibro come Masaki Yuuasa, è anche una serie firmata da sua Maestà Warren Ellis, il grande Demiurgo. In questi lidi, specializzati più settorialmente (e giustamente) verso il settore mangaka e/o anime, può sembrare un nome privo di un reale peso nell'economia di produzione di Federator Studios e Adi Shankar, ma per farvi un paragone azzardato e quantomeno calzante, è come se ad Haruki Murakami* fosse commissionata la sceneggiatura di uno shonen/seinen. Tanta roba insomma. Nella fattispecie, Warren Ellis è un uomo che passa metà giornata a scrivere, e l'altra metà della giornata la passa a pensare a cosa scrivere. È un autore che ha infilato una serie di comics americani di qualità superba, i cui nomi potrebbero anche non dirvi nulla "Planetary" (DC/Wildstorm) "Transmetropolitan" (DC/Vertigo) "Global Frequency" (DC/Wildstorm) ma che hanno segnato una fila di successi di script non di poco conto. Molti dei quali sono stati soggetti a pesanti rivalutazioni anni dopo, come spesso accade quando un'opera raggiunge il grande pubblico.

Insomma, per farla breve, Ellis prende il terzo capitolo di una famosa saga di videogiochi che non ha mai brillato per narrativa a quei tempi lontani, e lo vampirizza, come un vampiro. Anche perché il capitolo incriminato (Dracula Densetsu, terzo videogioco della serie) risale al remoto 1989, un'epoca in cui le storie nei videogiochi erano appena accennate, non avevano certamente il peso di adesso, alcune erano blande ed ingenue, mentre altre semplicemente abbozzate, altre ancora, erano un mero pretesto per far innescare l'azione. Ellis prende quella storia che racconta di tre eroi che sostanzialmente fronteggiano il Conte Dracula ed inizia a lavorarci sopra, cambia, inventa, tagliuzza, divide, compila, amplia e lo rende una sorta di iconoclastica versione animata-adult de il Trono di Spade (sebbene vampirico) di Martiniana memoria. Con tutta l'iconografia più classica e amata di "Castlevania" di sempre, ambientando questa serie in una cupa e tetra Europa affumicata dai roghi dell'inquisizione e dall'ignoranza dei popoli, sempre pronti a immolarsi alla chiesa, come pecore belanti. Un mondo molto più reale ed inquietante, per certi versi, di quella magica ed aulica terra di pixel che dava i natali al Re Poltergesit di Walacchia. È quantomeno chiaro che la rielaborazione di Ellis è fortemente spregiudicata; prende i tre protagonisti del gioco, ovvero Trevor, Alucard e Sypha e rimastica tutta la mitologia annessa e connessa al gioco, e ai suoi protagonisti, al punto di spingersi all'extrema ratio: eliminare persino un quarto improvvido protagonista, il pirata e bucaniere "Grant Dinasti" perché liquidato come troppo "comico" come personaggio, anche se un omaggio piuttosto evidente verrà fatto a suo favore nella quarta ed ultima stagione...

Spetterà poi agli animatori (tutti fan delle serie dei videogiochi di Konami) a far perdere letteralmente lo spettatore veterano in una tale mole di citazioni, rimandi, omaggi alla serie videoludica più che trentennale, da stringere autenticamente il cuore in un turbinio che sfida la memoria fotografica e mnemonica e commuove per l'attenzione e la deferenza. Una grande opera di rilettura quindi, un ammodernamento unico nel suo genere, una coraggiosa riformulazione del materiale canonico dunque. Il gran rispolvero della mummia.
Una produzione che non può per forza di cose ottenere il plauso incondizionato di tutti i vecchi fan, perché in fin dei conti, è veramente così coraggiosa e menefreghista, nel senso più puro del termine. Che a tratti sembra quasi non voglia raccontare tutto quello che ci si aspetta. C'è tanto cuore in CV, ma il suo cuore batte dal lato opposto di dove lo vorrebbero trovare i fan.

Da questo punto in poi, è impossibile riassumere tutti gli eventi che accadono in questa serie, così come è impossibile raccontare tutti i personaggi che la compongono magistralmente: Trevor Belmont, l'ultimo membro vivente del leggendario clan Belmont, storico clan di ammazzavampiri europeo, Adrian "Alucard" Țepeș, il dhampir figlio di Dracula e Lisa Țepeș, che cerca di proteggere l'umanità dalla furia di suo padre, Sypha Belnades, una potente maga in grado di usare micidiali poteri elementali, fidanzata di Trevor, Vlad Dracula Țepeș, il Sire Oscuro, Il Re assoluto dei Vampiri, che vuole muovere guerra al genere umano per vendetta, Hector & Isaac, i diavoli forgiatori al servizio di Dracula, Carmilla, Striga, Morana & Lenore, "sorelle" vampire, nella buona e nella cattiva sorte, Saint Germain, un alchimista e un truffatore, Sala, il Giudice, Taka, Sumi, Miranda, Varney, Il Capitano, Greta di Danesti, Zamfir, Dragan... e molti altri. È impossibile riassumere una serie con così tanti colpi di scena, cambi repentini di ritmo e così tante sovversioni di plot, come Castlevania di Netflix.

Ed è anche ingiusto cercare di riassumere una serie con una sorta di plot generale, poiché "Castlevania" sfugge facilmente da ogni forma di categoria. Nel racconto di Ellis c'è spazio per momenti di epicità, dramma, comicità, combattimento, sinergia di coppia, con guizzi inaspettati e cambi di morale, così come ampie zone di approfondimento per ogni singolo personaggio della vicenda. In una maniera davvero molto sofisticata, quasi filosofica. Non passerete mai così tanto tempo in una serie anime ad ascoltare i personaggi proferire concetti filosofici, battibeccare teneramente, incupirsi, porgersi domande sulla vita e sulla morte, anelare una pace o un riposo eterno, affliggersi per aver perso chi si ama. Discutere con un demone che si evoca sul significato della memoria. Si tratta di una serie molto discorsiva, che spesso eccede, esonda e tracima facendo traballare in qualche occasione tutta la delicata costruzione, specialmente per chi vuole e pretende solo azione senza cervello. A volte può sembrare vagamente soporifera e troppo diluita, ma in altri casi è una festa del gore e dello splatter, forse un po' gratuito a volte.
L'odio di Dracula verso la razza umana è il motore dell'intera vicenda, era sì, stato accennato nel cult game SOTN [Symphony Of the Night (Playstation)- considerato uno dei 100 giochi da giocare prima di morire] e anche nella sua successiva incarnazione (il radio drama jpn Akumajo Dracula: Tsuioku no yasokyaku) ma qui è assolutamente reso magistralmente ed è indubitabilmente il perno attorno a cui ruota l'intera vicenda. Ci sono molti aspetti che funzionano, e lo fanno dannatamente bene, Warren Ellis ha fatto veramente il possibile, e anche l'impossibile, e sebbene la serie resti un meraviglioso animale raro, spesso dalla natura indecifrabile: "ha corna, coda ed ali, ma non è un drago" - "Castlevania" resta un animale di razza, pura ed autentica.

Concludo, a più di 10.158 caratteri credo sia doveroso.

"Castlevania" di Netflix è una delle migliori serie americane di sempre, non è certamente priva di difetti, ed è relativamente facile elencarli in maniera fredda, analitica e didascalica, come per esempio il pacing. Il ritmo viene alterato numerose volte, fino a trascinarsi pigramente in alcuni casi, la serie procede e alcuni personaggi riempiono la puntata con monologhi infiniti che avrebbero potuto essere riassunti in maniera più accorta o tramite opportuni flashback. Se lo scopo degli autori è da sempre quello di garantire che ogni episodio trovi modi unici ed intelligenti per intrecciare informazioni importanti sui personaggi e/o sulle trame al fine di mantenerli attivi nel racconto, CV non riesce sempre a farlo con risultati sempre eccelsi. A volte anche le animazioni non sono sempre dettagliate, tuttavia la qualità migliora sensibilmente nel corso delle diverse stagioni.

Permettetemi ora una nota scarlatta di carattere personale, quale fan della serie dei videogiochi.

Parlando a livello personale, mi ha colpito l'idea della chiesa e dei culti fanatici, come sommo ultimo male terreno, mi ha colpito la coppia straordinaria, Trevor e Sypha, che come Dharma e Greg (vecchia sit com che adoravo negli anni novanta) sono veramente coppia autentica con i loro amabili bisticci tra innamorati, ma anche la fortissima sinergia di coppia e di combattimento. Mi ha colpito Alucard che cerca in tutti i modi di provare a vivere da uomo, cercando tutto quello che la vita gli offre, nel bene e nel male. Mi ha colpito il Consiglio delle Sorelle della Striria, vampire forti e determinate, mi ha colpito l'armatura diurna di Striga e della sua amante Morana, e dozzine di altre idee sparse ma globalmente, ben organizzate e funzionanti. Mi ha colpito il lungo viaggio di Isaac per trovare il suo posto nel mondo, la stranissima relazione tra Lenore ed Hector, la follia umana di Saint Germain che lo porta a...

So che dedicare del tempo ad una serie americana può risultare quantomeno indigesto per un fan degli anime giapponesi, anche se in alcuni momenti il character design è straordinariamente buono, e migliora sensibilmente (a tratti sembra uscito dalla Madhouse dei bei vecchi tempi) ma "Castlevania" vale ogni singola goccia del vostro sangue che vorrete immolare.

* Ho volutamente usato un nome noto, non sussiste alcun effettivo "peso" che controbilancia l'autorialità di questi due grandi e lontani autori.

Ps. La serie avrà spin off in futuro, LOVE IS ETERNAL


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selene90

Episodi visti: 22/32 --- Voto 7
In molti hanno gioito fin dall’annuncio di una serie animata tratta dalla omonima saga di Konami, specie perché la produzione era nelle mani di Netflix che, per molti, sta diventando sempre più sinonimo di produzioni soddisfacenti (anche molte insufficienti, per carità). La sceneggiatura è stata affidata a Warren Ellis, famoso per la stesura di diversi albi Marvel e Dc.

La trama di Castlevania ha per protagonista Dracula, il famoso e temerario vampiro già protagonista di tantissime trasposizioni, qui rappresentato come un personaggio decisamente più ambivalente: un uomo innamorato (di un’umana) e un feroce assassino in preda alla collera e alla vendetta, quando quest’ultima gli viene strappata dalla chiesa, con l’accusa di stregoneria.
Ammettiamo che, spesso, è difficile per il cinema dare spessore a trame già viste e riviste, perché per quanto non sia l’originalità della trama a decretarne il successo, è un dettaglio che vorremmo vedere usato un po’ più spesso.
Castlevania non brilla in originalità, specie nella prima stagione (e va bene, sono solo 4 episodi, del resto), ma rende il famoso principe delle tenebre il tassello più interessante dell’intera serie. I personaggi che gli ruotano intorno sono relativamente più stereotipati: Belmont è un cacciatore che dovrebbe rappresentare “il bene” che si contrappone al “male”, ma che è tutto meno che un eroe senza macchia. Anzi, ci viene presentato come un uomo cinico- a seguito della scomunica della sua famiglia- e interessato alla sola sopravvivenza, in una vita che non gli dà più nulla; Sypha è una maga forte e bella, ma per quanto interessante, anche lei non brilla per originalità. Nella prima e nella seconda serie, a dare peso alla vicenda sono Dracula ed Alucard, il figlio.

Dracula parte come un feroce vampiro; con l’incontro con Lisa si “trasforma” in un uomo innamorato, pronto a dare fiducia nel genere umano, come la moglie vorrebbe; con la sua morte, l’amore si tramuta in odio, e per lui l’umanità deve scomparire, a discapito della sopravvivenza della propria razza (non per niente, uno dei suoi generali gli fa notare come la morte dell’umanità farà morire anche loro per mancanza di nutrimento).
Se una storia con un incipit come quello di Castlevania presuppone un banale scontro tra bene e male, due fazioni per distinte, Ellis ci meraviglia con la frammentazione di queste due fazioni, non rendendole così ovvie. Dracula è più fragile di quanto si presupponesse essere nelle prime puntate, preda di facile rabbia, un’anima stanca e disillusa; Alucard soffre la solitudine e il senso di colpa…

Se la prima stagione serve come incipit e presentazione, la seconda si fa carico di concentrarsi più su intrighi e tradimenti, all’interno della fazione di Dracula, che si trova a scontrarsi col malcontento dei suoi sottoposti, creando senza volerlo dei sottogruppi, che continueranno poi i loro destini nella terza stagione.
Questa seconda stagione, che è in assoluto quella che ho preferito tra tutte, punta molto ai dialoghi, relegando la mera azione a poche scene e agli ultimi episodi, dove si scontrano i destini dei personaggi. Quindi è ovvio che se cercate una serie che punti unicamente all’epicità dei combattimenti, questo titolo non fa esattamente per voi.
Purtroppo, se la mia valutazione per queste prime due stagioni era più che favorevole, non posso dire di essere egualmente soddisfatta dopo aver visto la terza.
Nonostante la conclusione della seconda avrebbe potuto permettere un cambiamento del setting e del tempo, si è voluto dare un continuo diretto. Perdendo quello che era il punto forte delle due stagioni precedenti, la s3 pecca nelle caratterizzazioni dei restanti personaggi, che cadono ancora una volta nei soliti cliché.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

La storia romantica tra Belmont e Sypha; o la stessa Camilla che aveva tutte le carte in regola per essere un ottimo villain, ma non riesce ad avere la stessa incisività del suo predecessore.

[/b]fine parte contenente spoiler

Le note positive, secondo me, sono date più che altro dal personaggio di Isaac e dal suo rapporto/confronto con la vampira Lenore; e dalle lente prese di coscienza del personaggio di Hector.
Quanto al lato tecnico, interessanti i disegni, meno le animazioni non proprio fluide. Il doppiaggio italiano sarebbe anche ottimo, ma personalmente avrei scelto un’altra voce per il personaggio di Dracula, che rimarcasse maggiormente la sua cupezza.


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Alaniks

Episodi visti: 22/32 --- Voto 8
Dopo la visione dei 22 episodi della serie, mi è venuto in mente un nome: Yoshijaki Kawajiri.
Finalmente una serie dal taglio adulto, non tanto per i vari mostriciattoli presenti di varie forme e colori, quanto per l'atmosfera, quella stessa che permeava le opere del regista giapponese su citato. Ma procediamo con ordine.

Prima serie di 4 episodi: mi son detto, sto buttando via il mio tempo, buone atmosfere, ma tutto sa di già visto, proviamo a continuare...
Seconda serie di 8 episodi: la serie comincia ad accelerare sotto tutti i punti di vista (trama e livello di animazione), buono, siamo agli standard delle serie giapponesi, sono veramente curioso di vedere come continua...
Terza serie di 10 episodi: sorpresa! Il livello del comparto sia tecnico che artistico impenna fino a vette che non avrei creduto, sono rimasto esterrefatto! Al contrario della maggior parte delle serie giapponesi, che partono bene e poi diventano cavolate col procedere degli episodi, qui succede l'esatto contrario.
Veramente complimenti a questa produzione americana e ai suoi autori... non vedo l'ora di vedere la quarta serie, di cui è stata confermata la produzione.


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MegaRoby

Episodi visti: 12/32 --- Voto 9
La trama di "Castlevania" è piuttosto interessante sia nella prima parte che nella seconda, mentre nella terza perde un po' di mordente e non si capisce bene dove voglia andare a parare. Tutta la narrazione è fatta seguendo contemporaneamente più filoni narrativi che convergono, tutti sviluppati molto bene, così si rende sia la trama che l'intreccio interessanti, sebbene a volte un po' confusionari.

I personaggi principali sono molto ben caratterizzati e hanno tutti un background interessante, Dracula è caratterizzato magistralmente, senza parlare poi della crescita che ha ognuno durante tutta la storia, con momenti di riflessione sulla vita, sulla morte, sul genere umano, sulla religione...

Per quanto riguarda il comparto tecnico, animazioni ed effetti sono fatti molto bene, non ci sono cali di frame rate né di qualità visiva; il comparto audio, invece, +risulta buono ed azzeccato, sebbene in alcuni momenti avrebbero potuto osare un po' di più.

In conclusione, un ottimo anime da guardare, lo consiglio. Unica pecca: ad oggi, dopo tre "stagioni", dobbiamo attendere la quarta.


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Davime

Episodi visti: 12/32 --- Voto 7
Vediamo un po', cosa dire su "Castlevania?"
Innanzitutto, nonostante conosca da tempo il gioco e ami molto il genere (seguo da 12 anni "Supernatural"), ho deciso di avvicinarmi alla serie solo a seguito dell'uscita della seconda stagione... e, col senno del poi, devo dire che sono contento della scelta fatta.
La prima parte infatti è del tutto inconcludente, ma del resto con solo quattro episodi, anche se abbastanza ben realizzati, non si poteva far molto per una storia come questa.

La prima puntata mi ha stregato con i suoi effetti, con le sue fiamme e i giochi di luce... e con Dracula, caratterizzato magistralmente!
L'ambivalenza del suo personaggio, il tentativo di cambiare per amore, la successiva collera per la perdita... eccezionale! Vedere subito il secondo episodio è... necessario, e per fortuna non ci troviamo di fronte a qualcosa di meno bello, per lo meno all'inizio... questo perché a mio giudizio la serie peggiora con l'introduzione di Trevor Belmont, co-protagonista e "buono" dell'anime ma totalmente inferiore (e non solo di potenza) al suo rivale. Rozzo, sciatto, superficiale.. .pessimo insomma, ma pensandoci su fa risaltare ancora di più il "principe delle tenebre", vera ed indiscussa star dell'opera
Terza e quarta puntata incentrate più che altro sulle vicende di Belmont e, per questo motivo, non particolarmente belle a mio giudizio.
Fortunatamente la seconda stagione torna su buoni livelli, anche grazie all'introduzione di nuovi fiancheggiatori - almeno apparenti - di Dracula, ben approfonditi nelle successive puntate (soprattutto Isaac ed Hector) e di Alucard, figlio del nostro re dei vampiri, che però, salvo le ultime due puntate, non riceve troppa attenzione, venendo quindi totalmente oscurato dal padre.
Magia, combattimenti, sangue a volontà caratterizzano il resto delle puntate, che si concludono... con un bel finale aperto, che per un momento, diciamo, mi ha illuso (vedetelo e capirete il perché).

Animazioni "all'americana", ovvero un tentativo di copiare quelle giapponesi... non troppo riuscito ma neanche cosi malvagio.
Ho trovato molto belli i combattimenti, specie quelli verso la fine. In particolare mi ha colpito l'uso della "Stella del Mattino", frusta (più che altro una catena...) dai poteri speciali appartenente alla famiglia Belmont che il nostro "buono" utilizza con squisita maestria, creando delle scene animate davvero molto convincenti.
Abbastanza piatto, benché essenziale, il personaggio della "maga" Sypha, che ovviamente finisce per innamorarsi di... no spoiler!

Oltre al finale, dove ahimé vince la parte per me sbagliata, non condivido molto la svolta presa dalle vicende di Hector, personaggio che ho apprezzato fin da subito per pura estetica e per ideologia ma che, al contrario delle aspettative, diventa meno affascinante rispetto al collega Isaac.
Altro punto molto dolente è la sostanziale assenza di Alucard, che da come era stato introdotto sembrava dover diventare il nuovo protagonista... ed invece fa la comparsa fino alle ultime due puntate, dove tra l'altro non è che abbia tutto questo peso scenico. Vero è che gli episodi sono pochi, quindi non ci sarebbe stato spazio per una maggiore caratterizzazione anche di questo personaggio... però è pur sempre il figlio di Dracula cavolo!

In conclusione, devo dire che la serie mi è piaciuta e sarei molto felice di vedere una terza stagione...o forse no? Mah, si vedrà... però ve ne consiglio la visione.


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Enri3

Episodi visti: 4/32 --- Voto 8,5
Recensione della prima stagione.
Serie imperdibile per tutti i vecchi appassionati della serie videoludica, essendo trasposizione decisamente fedele degli eventi del terzo capitolo dei Castlevania, ma anche per tutti gli appassionati di sovrannaturale alla ricerca di una storia con ben poche sbavature. Lavoro tutto occidentale dalle mani di Warren Ellis, l'animazione, invece richiama lo stile orientale in modo ottimale, con personaggi ben caratterizzati dal punto di vista visivo, espressivi e ben animati, soprattutto nelle sequenze d'azione, che seppur poche, rubano la scena. Unica pecca, notabile nel primo e nel quarto episodio in particolare, è una certa mancanza di coesione con un fondale che in un paio di sequenze sembra davvero essere spiattellato lì, ma tutto sommato, dettagli trascurabilissimi. Gli ambienti, per lo più cittadini, davvero sporchi e oscuri, rendono giustizia al fascino delle ambientazioni del gioco. E parlando del gioco, immagino che in molti si aspettassero di trovare una sequela infinita di botte soprannaturali, con poco filo logico. Bene, sono rimasto piacevolmente colpito invece da uno svolgimento della trama piuttosto dilatato, anche lento a tratti, più volto allo sviluppo dei nostri main, davvero ben sfaccettati. Belmont cinico e schivo, l'opposto dell'eroe stereotipato tutto muscoli e coraggio del gioco, fa la sua ottima figura e chi è di contorno, in particolare l'arcivescovo e Dracula, ha tratti psicologici profondi quanto basta da lasciare stupiti, considerando la media di approfondimento del personaggio in questo genere di serie. Non sono riuscito a trovare neanche una banalità o cliché calcato in modo esagerato, tipico del genere "picchiamo i demoni". Notevole e consigliata a tutti quelli che vogliano prima una bella trama e poi quando è il momento giusto, per goderne di più, poche ma stupende scene d'azione. Vedrò molto volentieri la seconda stagione.