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 3
GodspellTasha

Episodi visti: 13/12+1 --- Voto 5,5
Un prodotto a prima vista sicuramente interessante, questo “Wonder Egg Priority”.
Ho iniziato a vederlo specialmente per la qualità grafica, in particolar modo per quanto riguarda le animazioni, ma partiamo dalla trama.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Una sera (non si sa bene come) la nostra protagonista che soffre di eterocromia fa un viaggio psichedelico alla “Alice nel paese delle meraviglie”: cadendo dentro a un buco in un albero, parla con creature mistiche che gli propongono di poter realizzare un desiderio. Svegliandosi di soprassalto, pensa che si sia trattato di un semplice sogno, ma la sera, tornando nello stesso posto, fa la conoscenza di questi esseri che le hanno parlato; da qui parte la trama, la protagonista (Ai), per voler riportare in vita una sua amica suicidatasi, dovrà aprire queste wonder egg, che contengono anime di ragazze che si sono ammazzate a loro volta. Salvandole dai loro traumi, potrà riuscire nel suo intendo e far tornare alla vita Koito-chan.

La premessa è molto da “Ok, che cavolo sto guardando?”, i primi episodi ero letteralmente così, incantato dalle animazioni, e schifato dalla trama senza un apparente senso. Gli episodi scorrono tutti identici, bene o male, scopriamo che ci sono altre ragazze che rischiano la vita in questo mondo parallelo per riportare in vita amiche che si sono suicidate, e bene o male si continua così, dritti filati all’episodio 11/12. L’episodio 11 in particolare possiede tutta la trama della serie. Ve la riassumo velocemente: i due bambolotti (quelli che introducono Ai e le amiche a rompere le uova e tutto il resto) rivelano di essere degli scienziati, che in passato hanno creato una bambina artificiale così, letteralmente perché non avevano nulla da fare; questa bambina poi non è una semplice umana, ma un robot senziente con un’intelligenza artificiale da paura, tanto che prova emozioni come odio, paura e amore. I due scienziati incontrano poi una donna che si sposerà e avrà una figlia con uno di essi; la bambina, però, si ingelosisce di brutto, quando scopre che la donna è incinta e che quindi le attenzioni di uno dei due papà verranno sempre meno. Decide così di ammazzare brutalmente la donna incinta. Da qui le cose iniziano ad andare a catafascio. La bimba robot viene letteralmente rinchiusa viva per una cosa come quattordici/quindici anni dentro un buco in terra, senza nemmeno disattivarla: ricordando che questa bambina prova emozioni umane, ed essendo un robot è immortale, hanno torturato una bambina per una quindicina di anni senza rimorsi. Questo lo sappiamo perché la figlia della donna incinta è sopravvissuta e, quando ci dice che va alle medie in una scena, in quella dopo la vediamo morta suicida nella vasca. Capiamo che la bimba robot ha ammazzato questa poveraccia, non si sa bene come, forse collegandosi con la mente, ma tanto non verrà spiegato. Qui si capirà che tutte le ragazze che si sono ammazzate e che si trovano nelle uova sono morte per colpa di questa bambina robot che le convince ad uccidersi in qualche modo.

I problemi di questa trama sono essenzialmente questi: primo, per quale assurdo motivo degli scienziati che possiedono una tecnologia tale creano per gioco una bambina con emozioni, mega-intelligente ecc. senza inserirle le basiche tre leggi della robotica? Non si sa, questi due giocano a fare Dio e non adottano nessuna contromisura nel caso; non so, sarebbe bastato anche un pulsantino di reset o cancellazione memoria, ma niente, questo robot fa quello che gli pare e loro sono inermi. Senza contare che tutto questo ‘mappazzone’ della bambina robot ci viene raccontato con una premessa: i due scienziati lavorano a un progetto così importante (questa bambina, si presume), che vengono monitorati dal governo ventiquattr’ore su ventiquattro. Sapendo questo, però, gli scienziati si sono portati un progetto governativo a casa, per giocare alla famiglia, hanno permesso a questa di ammazzare una donna incinta, e il governo non fa nulla... boh.
Il secondo problema è che questa trama arriva troppo tardi, e onestamente sembra veramente forzata, a parte il fatto che la bambina in questione non viene battuta, sconfitta o fatta tornare buona, perché l’ultimo episodio è incentrato su Ai che incontra una altra versione di sé suicida, e che, tramite una crescita personale, riesce a ridare fiducia a sé stessa e a farla pentire di essersi ammazzata.

Tutto questo ‘mappazzone’, però, è per dirvi che l’anime in dodici episodi non si conclude, c'è infatti uno special da un’ora circa, il quale poteva aggiustare i casini della serie, ma non ci è riuscito, anzi, dopo mesi di attesa per questo episodio speciale, è stato proposto con venti minuti di recap e altri venti di trama nuova, che ha fatto solo più confusione, ignorando completamente i problemi e i fatti degli ultimi episodi.

Come riflessione finale, onestamente non consiglio “Wonder Egg Priority”, se non per il comparto grafico, che è stupefacente; i temi trattati inizialmente del bullismo e del suicidio sembrano essere il punto focale della trama, ma poi vira sulla fantascienza più totale, non facendo più riflettere sulla società che può portare al suicidio, ma dando la colpa a un robot così geloso, da decidere di ammazzare tutte le ragazze delle medie che gli capitano sotto tiro. L'episodio speciale poi è terrificante.
Per quanto riguarda la opening e la ending, niente male.
Complessivamente, l'anime si merita un 5,5 come voto: la trama non fa impazzire, anche se sono interessanti i temi trattati, ma nessun episodio ti fa venir da dire: "Cavolo, devo sapere come continua!". La trama non parte, ogni puntata è a sé, il filone collegante è flebile e si sente davvero poco; la grafica, purtroppo, per quanto bella, non può dare da sola la sufficienza all'anime.


 2
Pan Daemonium

Episodi visti: 13/12+1 --- Voto 7,5
Oramai la qualità degli anime giapponesi è talmente bassa, che ci si deve decidere a ingoiare il rospo e apprezzare quel poco che il convento passa. "Wonder Egg Priority" ("WEP") pare tutto questo: una ventata d'aria fresca, ma anche un "non finito" di Michelangelo. Non so bene perché e per come (c'è chi parla di ristrettezze temporali e chi meramente di incapacità da parte della casa di produzione), ma questo prodotto è incompleto e così è stato rilasciato. Il fatto che, però, su quattordici episodi (se consideriamo il tredicesimo, lungo cinquanta minuti, come divisibile in due) ci siano sostanzialmente due riassunti da venti minuti l'uno, tende a farmi pensare che qualcosa non abbia funzionato e che il brodo sia stato deliberatamente allungato. Il brodo, comunque, è mangiabile, anche se la gallina era parecchio giovane.

Ottimi disegni e ottime animazioni accompagnano una storia dalle tinte tenebrose e fosche che indugia spesso e volentieri nello scavare nella storia e nella psiche delle quattro protagoniste: quattro liceali alle prese coi demoni del rimorso o dello sconforto per la morte auto-inflitta di persone vicine o care. "WEP", in realtà, iniziava abbastanza diversamente rispetto alla vena da catasta di storie tragiche che ha assunto successivamente. Iniziava in modo quasi surreale e sfacciato, orrorifico; carattere che tende a riassumere in sé proprio negli ultimi episodi, con l'ingresso di alcuni nuovi personaggi sorti dalla descrizione del perché questo mondo neurale e parallelo esisterebbe. Eppure, così come quella prima vena è stata velocemente canalizzata in una drammaticità più umana e adolescenziale, per quanto di nobile fattura - con tutte le tragedie di genere, di sesso, di famiglia - similmente il suo ritorno, nel finale, questa volta viene canalizzato nel niente, soprattutto nell'ultimo "special", il tredicesimo episodio. La complessità del tutto e la oscura tragedia alla base di tutte queste vicende pare sempre più prossima a una implosione dovuta al nodo gordiano creato dagli autori, ma in realtà si spegne autonomamente riportandoci al t0, al tempo primo, senza che alcunché sia effettivamente spiegato o analizzato. La morte viene, in un qualche modo, sconfitta, ma non per tutte e quattro le ragazze. La causa di tutto ciò, oltretutto, viene totalmente messa sotto il tappeto, come se non fosse mai stata suggerita.
Non so bene se sia un peccato o se sia un sintomo di un problema oramai ben più grande dell'animazione giapponese; fatto sta che "WEB" è, come la parola inglese suggerisce, una ragnatela che riesce a catturarci come mosche - lasciandoci poi, però, solo con un pugno di mosche.

Qualcuno spera in una seconda stagione (e gli indizi sarebbero davvero tanti, in realtà). Qualcuno consiglia di apprezzare più il viaggio che la destinazione. Probabilmente è un altro "Aku no Hana". Una bella idea, ben realizzata, non totalmente conclusa, destinata quasi ad essere dimenticata in questo mare di novità scintillante.


 1
Shikii

Episodi visti: 13/12+1 --- Voto 6,5
Ci sarebbero tante cose da dire su questa serie.
Io non parto mai con delle aspettative, perché tanto so che ciò che andrò a vedere non sarà mai come ciò che mi aspetto, avendo una mente diversa dai creatori. Quindi non avevo aspettative, ma di certo speravo di vedere qualcosa di meglio...

Ai è una hikikomori di quattordici anni con eterocromia (motivo di bullismo a scuola) che dopo un trauma si è chiusa totalmente in sé stessa, fino a quando non giunge per caso (tende a uscire di sera) in un luogo dove è possibile comprare delle uova magiche.

Non farò spoiler di alcun tipo e non voglio essere troppo lunga.
L'anime tratta temi molto delicati e importanti (anche temi LGBT), come la depressione, il problema del diverso, l'avere una famiglia tossica, l'autolesionismo, il suicidio e il bisogno di avere amore (amore di una famiglia, amicizia o altro).
E prosegue bene, ha un ottimo ritmo e tratta gli argomenti in modo pertinente e con delicatezza... ma dodici episodi sono troppo pochi, tra cui uno di recap in mezzo, totalmente inutile. Si arriva al dodicesimo con ancora un mucchio di domande senza risposta e sembra che il tutto acceleri senza sosta. Ho comunque apprezzato molto l'episodio finale per una certa questione...
Avrei dato 7,5 all'anime, se fosse finito così.
Ma è arrivato l'episodio 13, uno special che si spaccia come vero finale, lungo quarantasette minuti.

Una vera delusione... anzi, una presa in giro: più di metà episodio sono sigla e un altro recap, poi l'ultima parte è scritta malissimo, a malapena si capisce dove vuole andare a parare e c'è materiale per farci persino in mezzo un altro anime, se solo avessero saputo sfruttare il potenziale che avevano in mano.
Poi lasciamo perdere alcune porcherie usate come scusa per giustificare cose senza senso.
A questo episodio darei un 4.

Alle fine il voto complessivo è un 6,5 e mi dispiace, perché meritava davvero e mi piace molto Ai, la protagonista.


 9
xAnnAx

Episodi visti: 13/12+1 --- Voto 9
Tra le serie più discusse della stagione invernale del 2021 vi è sicuramente "Wonder Egg Priority", una serie originale di tredici episodi prodotta dallo studio "CloverWorks". Si tratta di un prodotto che, personalmente, mi ha colpita fin dal primo episodio, perché ricco di significato e di temi piuttosto pesanti trattati alla perfezione. Infatti, a questi si aggiungono le "avventure" di quattro ragazze che combatteranno contro creature che rappresentano ognuna un abuso differente.

Sinceramente mi trovo in forte difficoltà nel momento in cui bisogna spiegare la trama di questa serie, dato che la maggior parte degli eventi si riconducono a suicidi, violenze fisiche, sessuali, psicologiche, abuso di potere, molestie, e quindi qualsiasi cosa succeda suscita, più che altro, la riflessione. Nonostante, quindi, vengano toccati questi temi, non si tratta di una serie pesante da guardare, questo perché tutto (meglio dire, quasi tutto) non accade nel mondo reale, ma è "spostato" all'interno di un "mondo dei sogni" al quale le ragazze accederanno nel momento in cui si addormenteranno e in cui dovranno di volta in volta proteggere qualcuno uscito dall' "uovo" (lo ripeto: mi trovo parecchio in difficoltà).
Ognuna delle quattro protagoniste (Ai, Rika, Momoe e Neiru) è molto ben caratterizzata, e tutte, nonostante le profonde differenze sia caratteriali che di pensiero, sono accomunate dall'aver perso qualcuno perché morto per suicidio (e quindi sono anche accomunate dal fatto che tutte acquistano delle uova da proteggere). Oltre a loro, altri personaggi parecchio interessanti sono Acca ed Ura-Acca, che spingono le ragazze a lanciarsi in questi combattimenti (ovviamente tutti hanno uno scopo ben preciso), e poi vi è Frill, un'IA introdotta purtroppo solamente durante gli episodi finali della serie.

Come già detto, la serie risulta leggera da guardare, ma comunque tutto ciò di cui si tratta resta lì, e anzi riesce a far riflettere lo spettatore.
A rendere più scorrevole il tutto, vi è il comparto tecnico, che è davvero eccezionale: dai disegni al character design, ai colori utilizzati, risulta essere davvero perfetto, per poi concludere con le animazioni... e che animazioni! Un vero e proprio spettacolo per gli occhi. A completare ciò, si aggiungono le OST che sono sempre ben inserite e soprattutto ben caratterizzano un evento, ad esempio fomentando una specifica parte di un combattimento. Ma l'elogio al comparto musicale non si riduce alle sole OST, anzi... L'opening è "Sudachi no Uta", mentre l'ending "Life is Cider", entrambe realizzate e cantate dal gruppo "Anemoneria": la prima è delicata ma grintosa allo stesso tempo, perfetta ad aprire una serie del genere, mentre l'altra funge principalmente da smorzatrice di tensione. In poche parole, una meglio dell'altra!

Se la serie si riducesse a questo, sarebbe stata a dir poco perfetta, ma purtroppo l'organizzazione degli episodi è stata oggetto di numerose lamentele, dato che nel mezzo dei tredici episodi si trova un episodio riassuntivo completamente inutile e soprattutto non programmato precedentemente. Questo ha portato alla posticipazione della data di uscita dell'episodio conclusivo, ma ancora una volta i problemi non finiscono qui. Proprio avendo avuto parecchio tempo prima dell'uscita dell'episodio conclusivo, ci si aspettava qualcosa che chiudesse in modo decente questa splendida serie, ma (e lo dico a malincuore) non è stato così.
Ciò che "ClowerWorks" ha sfornato dopo ben tre mesi di attesa (ma questo poco importa) è stato un episodio di un'ora, di cui quaranta minuti di riassunto dei precedenti dodici, anzi undici episodi. Inoltre, la parte inedita, quindi i restanti venti minuti, conclude ben poco e, per quanto io non abbia criticato lo svolgimento dei fatti durante quest'ultimo episodio, si tratta di una conclusione che lascia l'amaro in bocca, perché un po' debole per essere definita tale.

Se solo la conclusione fosse stata un attimo più riguardata e più solida, avrei dato il massimo dei voti, perché questo è quello che questa serie si merita. Infatti, sia per i temi trattati che per come questi sono trattati, per le animazioni, per tutta la musica che si trova all'interno, per i colpi di scena che lasciano a bocca aperta, per la trama e per tutti gli "intrighi" che si trovano, "Wonder Egg Priority" è un'opera che meriterebbe un 10/10. Purtroppo si "rovina" proprio alla fine, con l'ultimo episodio che comunque non è malissimo, ma di certo non si tratta del finale che mi aspettavo e che avrei voluto vedere. Detto ciò, comunque la valutazione non può affatto essere bassa.
Nonostante l'unico difetto che presenta, consiglierei assolutamente la visione di questa serie, perché si tratta di un prodotto fuori dal comune, leggero e pesante nello stesso momento, e abbastanza originale nel suo genere, quindi date una chance a questa serie, anche solo come spunto di riflessione!

Voto: 9/10


 0
Focasaggia

Episodi visti: 13/12+1 --- Voto 5,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

«Wonder Egg Priority» è un anime le cui animazioni sono curate dallo studio CloverWorks, che tratta tematiche affascinanti e profonde in maniera originale, finendo per perdersi nel finale.

Una ragazza aveva un’amica, la quale apparentemente si suicida. La giovane decide di vivere come hikikomori, non si reca più a scuola, passa il suo tempo a dormire, fino a quando per caso si ritrova coinvolta in quello che potrebbe sembrare a prima vista un gioco, grazie al quale potrà far tornare in vita la sua amica.

Conoscendo e stimando Shinji Nojima, ci si aspetta da una qualunque sua opera che sappia entrare nel profondo della psicologia delle persone, e in realtà anche in questo caso ci riesce in maniera pungente.

“Non farò più finta di non vedere”, non a caso la marea di piccoli nemici che si trovano in quei mondi si chiamano ‘nonvedo’. Il bullismo è un qualcosa di sempre più frequente nelle scuole giapponesi, e i morti secondo uno studio recente sono circa trecento all’anno nel loro Stato. Quanto può incidere il non vedere degli altri, o peggio di un’amica, una migliore amica, sentendosi tradita dal comportamento di chi dovrebbe aiutare? Anche se ti diranno: "Va bene, non fa niente", non significa questo... il linguaggio non verbale in questi casi è molto più importante di quello verbale. Il corpo di una persona può gridare "Aiutami!", anche se la persona stessa dice altro. Certo, si ha paura... si ha sempre paura di non essere accettati dalla massa, ma, unendosi agli altri, si perde il proprio valore di individuo. Ma è difficile capirlo a quattordici anni, molto difficile.

È una critica feroce ma nascosta alla società giapponese, non la si noterà vedendo l’anime, si può solo fare caso ai dettagli e comprendere cosa e quanto sia successo.

Ma la protagonista non crede, non comprende quanto sia accaduto, si chiederà quale sia il vero motivo per cui la sua amica si sia uccisa, e se sia effettivamente un suicidio.

I motivi per cui un’adolescente si possa suicidare sono tanti, e molti di essi verranno accennati, alcuni approfonditi lungo la visione degli episodi. Alla protagonista si affiancheranno altre ragazze, ognuna di loro ha una persona cara a modo loro che si è suicidata, e tutte loro cercheranno di cambiare il destino. Altri temi si accompagnano, come il difficile percorso quando una ragazza affronta la propria identità sessuale: i dubbi, i tentativi, gli esperimenti sono trattati con maturità notevole.

Tutto è metafora a partire dal titolo: cos'è l’uovo? Cosa si trova al suo interno? Una volta rotto, si viene trasportati un mondo fittizio dove una ragazza che in passato si è suicidata dovrà affrontare il suo trauma, aiutata dalla ragazza che ha rotto l'uovo. Un trauma è qualcosa che ci fa chiudere in un uovo, si ha paura del mondo esterno, di tutto, un ambiente da cui da soli non si riesce spesso ad uscire, basterebbe un'amica/o per riuscirci. Non è facile, è più facile chiudersi in un proprio uovo che aprire quello di un altro.

Solo le ragazze si suicidano? Anche se vedremo solo ragazze, si afferma che succede lo stesso per i ragazzi, ma che, mentre le donne scelgono i sentimenti, gli uomini seguono la ragione. Un punto, preso come assoluto, su cui difficilmente si può concordare.

"Lo faccio per me stessa". Se decidi di fare qualcosa di pericoloso, non farlo per gli altri ma per te stessa, non aspettarti un grazie, del resto non si deve dare per scontato che chi abbia scelto il suicidio sia felice di tornare in vita, se la sua vita non cambierà, qualunque scelta è alla fine mossa da intenti egoistici.

Gli sfondi sono talmente curati da sembrare reali, cartoline su cui si muovono, danzano, i personaggi; le animazioni sono stupende come i disegni, affascinanti, ti catturano.

I sensi di colpa passano con il tempo, così come la curiosità. Mentre la prima parte della frase ha un senso profondo, la seconda parte sembra quasi una paura dell’autore di doversi rinnovare, per non annoiare lo spettatore, aumentando, rincarando la massa già complicata e profonda della trama, cosa di cui non c’era alcun bisogno.

“Pop”. Fra i personaggi merita una citazione Frill, personaggio il cui sviluppo è molto interessante, che fa questo strano verso con le labbra, che si vedrà soltanto verso la fine della serie, e che riuscirà a catturare l’attenzione dello spettatore. Le altre protagoniste Neiru Aonuma, Momoe Sawaki e Rika Kawai sono tutte ottimamente caratterizzate, saranno reali, i loro ragionamenti e il loro agire sarà sempre comprensibile.

Acca e Ura Acca, come si fanno chiamare i due strani personaggi che guidano le ragazze in questi misteriosi mondi, per quanto abbiano un episodio a loro dedicato e siano il punto di partenza della storia, portano un primo accostamento alla fantascienza che sfocia in un delirio insensato.

Finisce l’opera sfociando nel paranormale, prendendo l’elemento probabilmente più difficile della fantascienza da gestire, che di fatto annulla qualunque interpretazione sulla visione della storia, alterandola e sminuendola in questo caso.

L’ultimo episodio... Per problemi vari si decise di posticipare l’ultimo episodio e di dargli più spazio con un minutaggio superiore: vi avviso che sarete in parte delusi a prescindere, in quanto il minutaggio extra sarà tutto focalizzato su un riassunto di quello accaduto sino ad ora.

Per quanto riguarda l’opening, “Sudachi no Uta”, cantata dal gruppo Anemoneria, ricorda per la melodia tranquilla e dolce una ending, mentre più movimentata è la ending, “Life is Cider”, dello stesso gruppo. Le musiche che si ascolteranno durante la serie sono ottime e indovinate, enfatizzando alcune cene d'azione e altre importanti.

In conclusione, per quanto animazioni, disegni e temi trattati siano eccellenti, resta il punto debole, la trama, che non deve mai essere considerato un elemento secondario, ma sempre quello più importante. Le spiegazioni fornite nell’ultimo episodio non possono essere discusse, in quanto si autogiustificano qualunque cosa accada, il problema è che la serie non era partita in quel modo, i veri misteri nati nei primi minuti del primo episodio, fulcro della serie, di ciò che muove la protagonista, rimarranno tali. Non c’è un finale, sembra che la storia dovesse continuare. Per quanto vogliamo trovarvi metaforicamente un significato a quello che dovrebbe essere una crescita dei protagonisti, la si ritrova durante gli episodi, non alla fine.

I primi undici episodi li si consiglia a chiunque voglia ragionare su temi importanti e voglia rimanere affascinato da un mondo nuovo e vecchio al tempo stesso, gli ultimi due episodi non li consiglio. Ma del resto è tutta una questione di capire quale sia la vostra priorità.


 3
IgnisSphero

Episodi visti: 12/12+1 --- Voto 8
Il suicidio è un evento non poi così tanto raro in Giappone. L'opera di cui andremo a parlare si poggia interamente su questo tema e cerca di approfondirlo in maniera attiva e misteriosa.

L'unica amica di una ragazza timida chiamata Ai Oto (facile da ricordare perché si avventura inizialmente con un caratteristico impermeabile giallo) commette suicidio per un motivo imprecisato. Ai non si dà pace per l'accaduto, ma all'improvviso, mentre cammina per le vie della sua città, sente una voce misteriosa che le dice di poter fare qualcosa per risolvere i suoi problemi, dandole gratuitamente un normalissimo uovo. Ai ritorna a casa e cerca di dormire, ma viene catapultata, alla "Layers of Fear", in una dimensione immaginaria nella quale le viene impartito di rompere l'uovo. Una volta rotto, esce una ragazza mai vista prima, e subito dopo, come se non bastasse, Ai viene attaccata da delle piccole creature orripilanti chiamate "non vedo". Cosa farà per salvarsi, e perché stanno succedendo tutti questi avvenimenti insensati?

"Wonder Egg Priority" è una incognita tragica capace di mescolare l'horror psicologico con il sovrannaturale a tinte fantascientifiche. Pareti che si dipingono di rosso a causa del sangue umano che si mescola con la pittura, visi irreali e spasmodici, inquadrature disturbanti, la ragione che lascia il posto al caos più puro sono tutti elementi che troveremo costanti nell'opera, perché segnalano in qualche modo i pericoli a cui adulti e adolescenti possono andare incontro (anche se ci si concentra di più sui giovani). Le ragazze uscite dall'uovo, le quali vengono analizzate in poco tempo e con una certa cura grazie alla buona regia che c'è di mezzo, sono tutte morte di suicidio per motivi piuttosto difficili da digerire. L'anime però di solito non ci mostra il modo in cui si sono suicidate, ma ne elenca le motivazioni senza essere troppo prolisso nella spiegazione. Un viavai di persone che compaiono per poi scomparire e che rendono la regia abbastanza dinamica. Questo tipo di espediente può sembrare essere pleonasticamente ripetitivo; tuttavia questa scelta influenza fortemente l'animo dei protagonisti, facendone fuoriuscire dei temi che si collegano con molte altre opere. Ad esempio (e mi limito solo a citarli, perché, conoscendomi, potrei fare diventare la recensione un trattato), la ricaduta in atteggiamenti depressivi di alcuni personaggi ricorda molto "Black Rock Shooter", l'amore corrisposto/non corrisposto verso il proprio sesso oppure rivolto a una persona più adulta richiama "Araburu Kisetsu" di Mari Okada, il bullismo dentro e fuori la scuola sono visti in "Accel World" o "Maho Shoujo Site", e persino si affrontano dal punto di vista ideologico i temi LGBT sulla transessualità. Addirittura, una scena di "Wonder Egg Priority" è stata criticata e accusata di sessismo da persone che (come sempre) si offendono perché non riescono a capire la differenza tra opera di fantasia e vera realtà. Un'opera quindi cruda, esplicitatamene freudiana in certi punti, ma allo stesso tempo fugace, dalla realtà apparente, in cui le ragazze si mettono in gioco per arrivare a conoscere loro stesse, per capire ciò che vogliono essere e ciò che vogliono diventare, e soprattutto per andare avanti in un mondo fatto di ingiustizie e verità che difficilmente esulano dalla contraddizione.

Abbiamo detto quindi che i temi rappresentati nell'anime sono molteplici e anche piuttosto appariscenti, ma non penso sinceramente che il tutto finisce qui. Le protagoniste sembrano agire secondo schemi che vanno fuori dall'ordinario; tuttavia si comportano esattamente come noi, tranne per il fatto che sono ancorate da delle realtà assai pungenti e deleterie. Alla fine si atteggiano in maniera incosciente perché conoscono davvero poco di loro stesse, affrontano il giudizio in maniera sprezzante, impongono limiti alle persone che le circondando, e sono mosse secondo sensazioni che provano al momento e da tutto ciò che non conduce alla riflessione interiore. Sono personaggi reali, con un valore, che hanno bisogno di amicizia, amore, gentilezza da parte del prossimo, e di allontanarsi dai paradossi della società per poter provare emozioni sane e veritiere; un paradigma di identità contrastanti che lottano con tenacia per difendere i loro ideali. Inutile dire quindi che, se la trama traballa in alcuni punti, la stessa cosa non si può dire invece dei personaggi, i quali danno lustro a un'opera che già di per sé brilla per la sua ottima impostazione generale.

Dal punto di vista tecnico l'anime eccelle in molte occasioni. Le animazioni generalmente sono godibili, luce e ombra riescono nel loro intento di riflettere le emozioni che l'opera vuole trasmettere allo spettatore, gli effetti speciali come fumo, esplosioni, pioggia sono gestiti con cura, e niente male anche il design degli oggetti. I personaggi sono realizzati in modo semplicistico, difatti l'anime difficilmente ci mette di fronte a dei precisi dettagli, ma questo non succede invece per il colore. Sinceramente non ho idea del perché di questa scelta, ma il colore riesce a rendere più viva e stravagante l'opera, che si presta così a maggiori attenzioni. I personaggi, oltre ad aver atteggiamenti piuttosto appariscenti, sono vestiti in un modo piuttosto variegato; cosa che notiamo anche con il sangue che cambia colore. I mostri particolarmente potenti e aventi un loro preciso significato (a volte simbolico) sono eclettici, variopinti e pieni di sfaccettature quasi mai banali, oltre ad essere inquietanti nei giusti momenti.

L'opera non è dotata di una grande trama. I colpi di scena sono quasi inesistenti per una buona parte di episodi e le domande che ci facciamo non hanno quasi mai risposta. Probabilmente con il seguito dell'anime, che uscirà presto, potremmo risolvere tutti i nostri dubbi. Comunque sia, personalmente rimango ancora perplesso a causa di alcune scelte stilistiche non proprio ragionate per filo e per segno. Per quanto riguarda la fantascienza, il tema viene proposto in una maniera suggestiva (specie per gli ambienti) ma con scarse informazioni a livello teorico, quindi non vi aspettate di vedere "serial experiments lain" o "Ghost in the Shell". L'anime è invece un concentrato di combattimenti che riflettono le angosce di queste ragazze desiderose di riavere ciò che hanno perso e di ritornare ad una vita serena.

Ciononostante, "Wonder Egg Priority" si presenta con più pregi che difetti, e soprattutto ha una originalità che pochi anime della stagione invernale 2021 possono vantare; quindi, stranezze a parte, bisognerebbe dare una chance a quest'opera ricca di spunti di riflessione.


 2
galak

Episodi visti: 12/12+1 --- Voto 3,5
È un anime creato esclusivamente per i ragazzini di Twitter.
Partiamo dal fatto che quest'anime a livello tecnico è molto curato, le animazioni sono molto belle, seppur con qualche sbavatura, e il comparto artistico è molto ispirato. Ma un anime diventa bello per le animazioni? No.

Il primo episodio è molto particolare, non spiega tutto, ma mette delle basi alla storia che si prospetta interessante; ecco, questa storia non viene quasi minimamente avanzata nell'anime, infatti i successivi episodi si concentrano sulle altre tre ragazze, introducono, parlano e si concentrano sulla storia singola delle altre tre, e nel frattempo la trama rimane sempre quella.
Dei temi sociali ne parla discretamente, ci riesce e non, ci sono delle mini-storie quasi ad ogni episodio, ma vengono raccontate in maniera piatta e non approfondita. Dopo sette episodi di nulla cosmico e storie dei personaggi, ti chiedi: "Ma la storia, la lore"? Ed ecco l'ottavo episodio, un episodio recap assolutamente inutile... ok, va bene, dopo l'episodio recap sui quattro personaggi si inizierà a concentrarsi sulla storia, e invece... gli altri due episodi saranno sempre sui personaggi. Finalmente nell'episodio 11 parlano della storia, ma creano più domande che risposte, ed ecco l'ultimo episodio che - indovinate un po'? - se ne frega dello scorso episodio e si concentra su un personaggio, e il tutto conclude l'anime in maniera insensata. Far un episodio extra a differenza di mesi non cambia le cose, rimane un mettere un cerotto su una ferita mortale.

Lati positivi: animazioni e personaggi (solo Aoi e Rika).


 3
mistress999

Episodi visti: 12/12+1 --- Voto 5,5
"Wonder Egg Priority" è senza ombra di dubbio una gioia per gli occhi, e in dodici episodi non cala mai a livello di animazioni, mantenendo la qualità alta. Il comparto tecnico dunque non si discute affatto.

A livello di sceneggiatura i personaggi sono tutti ben caratterizzati, ma il problema è la gestione dei ritmi, delle dinamiche e soprattutto della storia stessa. Le tematiche sono spesso intense, in certi casi controverse e molto interessanti, ma non sempre gli sceneggiatori le hanno sapute trattare con la giusta attenzione, cura e sensibilità. Troppo spesso, inoltre, soprattutto nella prima metà, si alternano momenti troppo allegri e altri troppo drammatici, senza trovare una via di mezzo coerente. Se il versante psicologico, pur con qualche falla, procede discretamente, il problema risiede principalmente nel "plot twist" che arriva tardissimo, praticamente a fine serie. Improvvisamente, si decide di dirottare completamente qualsiasi potenziale direzione psicologica-sociale per virare verso la fantascienza, con una svolta di sceneggiatura fuori luogo, per nulla in linea con la storia, zoppicante e che difficilmente riesce a legarsi a tutto quello che si è visto fino a quel momento. Se "Wonder Egg Priority" sembrava voler fare una bella riflessione sociale sul suicidio, improvvisamente decide di dare le colpe non alla società ma ad un singolo soggetto inserito forzatamente e inspiegabilmente a fine stagione. Poco importa dunque che manchi ancora un episodio, tra l'altro previsto tra tre mesi: "Wonder Egg Priority" con questa svolta di scrittura ha finito di dire tutto quello che di interessante poteva dire, ha sprecato tutto il potenziale psicologico-sociale rimasto spesso latente o abbozzato.

È una serie che a mio parere necessitava di almeno una ventina di episodi, soprattutto per il grande potenziale che aveva e per i bei personaggi di cui dispone. Ma gli sceneggiatori han deciso che era meglio rovesciare tutto e fare un bel pasticcio. Il dodicesimo episodio ci riporta nuovamente sui binari psicologici, per poi ricordarci sul finale che dobbiamo fare i conti con un pessimo nucleo di trama che finisce per rovinare le tante cose belle che "Wonder Egg Priority" poteva fare e ha fatto.


 3
_blood_scar_

Episodi visti: 12/12+1 --- Voto 8
Cosa dire di "Wonder Egg Priority"? Non è facile da spiegare a parole, in quanto è una serie complessa e ricca di significato, poiché tratta una tematica che in Giappone è stata considerata fino ad oggi un tabù: il suicidio! In questi ultimi tempi, però, sta avvenendo una sorta di rottura di questo tabù, che risulta essere un problema grave, a causa dei numerosi atti di bullismo presenti nelle scuole... Di conseguenza, è nato recentemente in Giappone il Ministero della Solitudine!

E questo anime parla proprio di questo, di quattro ragazze, tutte adolescenti pronte a rischiare la propria vita nel Wonder Egg World per salvare la vita di persone a loro care, morte suicide. Il punto forte di questo anime è proprio il tema trattato (quasi del tutto assente in molti anime prodotti finora), il modo in cui ci viene presentato (non in maniera troppo appesantita ma neanche troppo leggera), nonché ovviamente grafica e stile (perfetti a mio parere in ogni fotogramma), accompagnati dal giusto ritmo musicale che culla gli eventi. "Wonder Egg Priority" fa riflettere su quanto il suicidio sia un problema molto diffuso tra i giovani, ma in particolare in Giappone, dove (a quanto ho sentito) si viene presi di mira soprattutto per l'aspetto fisico, e tutti questi elementi possono essere rintracciati nei comportamenti degli stessi personaggi! Non mancano anche temi relativi alla comunità LGBTQ+ e alle difficoltà degli adolescenti, alle prese con un mondo che sembra gravare sulle loro spalle e che a volte risulta essere troppo pesante da sostenere.

Al momento sono disponibili solo dodici episodi, ma a giugno 2021 verrà rilasciato un episodio speciale che potrebbe porre la parola "fine" a questa serie o prolungarla, nella speranza di avere una seconda stagione, cosa che potrebbe essere possibile, in quanto non è una serie ispirata ad un manga o altro, ma è originale al 100%, e questa cosa la rende ancor più meritevole. Tuttavia (non essendo ancora andato in onda l'episodio finale), al momento è tutto incerto... Speriamo in un gran finale o magari in un incipit per una nuova stagione!


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Arcanan

Episodi visti: 12/12+1 --- Voto 8,5
Quest'anime è un'anime molto curato dal punto di vista tecnico, dei disegni e delle animazioni, e ha una trama molto particolare, inizialmente un po' difficile da capire; tuttavia, andando avanti con gli episodi, si ha un'idea molto chiara su quella che è la trama (almeno dal mio punto di vista).
I personaggi sono molto ben curati sia dal punto di vista dei disegni sia dal punto di vista del carattere, che per ogni personaggio principale è molto calcato. È un anime che fa riflettere molto e che mette in risalto molti messaggi che possono essere importanti anche nella vita reale.