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Kirad

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Una serie che si può considerare come un gradevole tentativo di rinnovare un genere che rischia fortemente la saturazione, e dico tentativo perché come sostanza Isekai Yakkyoku non si differenzia affatto dai suoi simili: un protagonista che proviene dal nostro mondo, per x motivi si ritrova catapultato in un mondo fantasy e grazie alle sue conoscenze riesce a primeggiare. Né si può parlare di intreccio complesso, perché la semplice storia ha pure un andamento alquanto prevedibile, con le varie sfide crescenti fino a quella finale, e senza momenti memorabili. Non c’è neppure approfondimento dei personaggi, quelli secondari sono solo dei tipi mentre il protagonista, Falma, agisce sempre come un bianco cavaliere del Bene, senza dubbi o tormenti su ciò che è giusto.

Tuttavia quest’opera rinnova il suo genere, anche se solo sul piano formale, grazie al suo puntare sulla farmacologia, che quindi sostituisce i soliti strumenti di carattere soprannaturale degli altri isekai (cioè, la magia c’è comunque ma è al servizio della scienza) e si può considerare piacevole grazie alla sua narrazione, veloce e avvincente, talmente avvincente che riesce a coinvolgere lo spettatore non solo quando il protagonista affronta malattie e avversari umani, ma persino quando Falma apre la sua farmacia e deve fronteggiare delle difficoltà tipicamente da negozio, come attirare i clienti o allargare l’offerta. Ho anche apprezzato l’abilità con cui la serie fa parteggiare per l‘eroe, Falma è un personaggio così positivo e comprensibile nelle sue giuste motivazioni che la sua bontà è contagiosa e siamo davvero felici per lui quando ha successo. Purtroppo questa narrazione scade in parte nel finale: dopo una preparazione di alcune puntate che sa creare una discreta suspense, l’ultima sfida avviene in maniera troppo rapida e facile e quindi la tentazione di dire ‘tutto qui?’ è forte.

Poco da dire per il resto, le musiche sono ordinarie e le animazioni in generale di buon livello, anche se ogni tanto qualche dettaglio un po' grezzo, oppure fatto con una CG troppo evidente, può capitare.
Insomma un titolo che un po' è come l’acqua corrente, ossia scorre senza lasciare tracce; però è anche fresca e piacevole.