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alex di gemini

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Nei primi anni del ventunesimo secolo la vita del mondo viene sconvolta dall’apparizione di un nuovo formidabile nemico: la flotta della nebbia. Sono navi misteriose e senza equipaggio, ma dotate di una tecnologia avanzatissima, contro cui le flotte dei paesi di tutto il mondo nulla possono. In questo modo l’umanità perde totalmente il controllo dei mari. Le nazioni, rimaste isolate sulla terraferma, dato che non funzionano nemmeno le comunicazioni satellitari, finiscono nell’anarchia e nella depressione economica. Solo un sottomarino, il misterioso 401, viene catturato dal Giappone ma, non riuscendo a capire nulla nemmeno con la retroingeingegneria più avanzata, esso rimane in un deposito della marina. Ma all’arrivo di un giovane ma abile cadetto, Cihiaka Gonzou, la nave riprende a funzionare ed inizia la grande fuga del 401 in cui Gonzou e, in seguito, i suoi compagni di scuola, inizieranno la loro guerra personale contro la nebbia.

L’originalità della serie è data in primo luogo dal fatto che le navi non si limitino ad autoguidarsi, ma abbiano raggiunto una sorta di autocoscienza, che consente loro di manifestarsi in una splendida ragazza che guida la nave con la forza di volontà. Poi, come in un harem, Gonzou riuscirà a far breccia nel cuore di molte navi che affronterà e affonderà ma... no spoiler. I combattimenti, del resto, sarannno entusiasmanti, basati come sono sulla strategia e gli assi nella manica, più che sulla pura forza, dato che un sottomarino è l’arciere dei mari, più che un guerriero. Ma credere che questo sia un harem è sbagliato, dato che, pur con qualche scena leggera, si rivelerà molto psicologico e filosofico. È impossibile, infatti, non notare le molte domande sul libero arbitrio, su ciò che ci renda esseri completi. Se nei secoli tanti hanno desiderato abbandonare il lato emotivo per essere solo razionali qui abbiamo le navi, appunto razionali e dalle grandi capacità di calcolo che rimangono affascinate dal lato emotivo umano e finiscono a trovare in Gonzou una sorta di via per una vita diversa. Decisamente impossibile non porsi le tre grandi domande di “Chi siamo, da dove veniamo? dove andiamo?” Scritte, per altro, all’inizio della ending. Per non parlare del’importanza data ad un elemento tanto bistrattato come il mare: chi pensa alla sua importanza politico economica, al fatto che per ogni metro quadro di terra ve ne siano due di mare? Per non parlare dell’esercizio mentale dato dalle innumerevoli domande senza risposta: “Cos’è realmente la flotta della nebbia? Da dove viene? Perché hanno l’ordine di non attaccare gli uomini sulla terra ma solo sul mare? Perché Gonzou non consegna subito la nave all’esercito ma, invece, decide di fare tutto da solo? E, soprattutto, chi ha scritto il codice dell’ammiragliato?” Nulla si sa.

La caratterizzazione dei personaggi è altalenante, dato che mentre le navi e Gonzou sono ben caratterizzati, i membri del suo equipaggio non lo sono affatto e passano tutta la serie come semplici membri dell’equipaggio. Ma è un difetto veniale. Le sigle sono molto belle e la regia ottima. Il chara merita una lode a parte perché molto particolare.

È difficile spiegarlo, ma i personaggi sono stati tratteggiati in maniera davvero simile ma allo stesso tempo diversa rispetto ai tanti personaggi simili nell’aspetto che abbiamo visto in tanti anime. Il risultato è ottimo e basterebbe da solo per giustificare la visione di "Blue steel".
Per cui alla fine dei conti, sperando in una seconda serie, un otto lo posso dare.


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DENZEN

Episodi visti: 12/12 --- Voto 10
Ho visto quest'anime e sinceramente stavo per non vederlo più già dopo il primo episodio. Verso la seconda puntata fra me e me pensai: "Cavolo, un anime che tratta battaglie fra navi e sottomarini sicuramente sarà monotono e noioso". Ma, vedendo tutti e dodici gli episodi, mi sono dovuto ricredere, quest'anime è un capolavoro, forse uno degli anime più belli che io abbia mai visto.
L'unica cosa che mi ha fatto storcere un po’ il naso è stata la grafica, un po’ troppo diversa dagli altri anime. Ma non sgradevole, ci tengo a precisare, solo un po’ troppo diversa, tutto qui.
Poi la storia, wow, che capolavoro! Davvero bella, ma bella, ti tiene incollato allo schermo puntata dopo puntata. Colpi di scena, personaggi che mutano man mano etc.
E ora veniamo ai combattimenti. I combattimenti sono quasi sempre diversificati fra di loro, anche se, pensandoci bene, potevano essere un po’ più spettacolari; non che non lo siano, ma qualche effetto speciale, qualche mossa speciale in più nei combattimenti potevano metterli.
Poi, un altro piccolo difetto è la trama, che è assolutamente coinvolgente e spettacolare, però a tratti è anche un po’ confusa.
Ora, sorvolando sui difetti, ho messo 10 all'anime, in quanto mi ha coinvolto e mi ha appassionato davvero molto, molto di più di altri anime.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Devo confessare che mi aspettavo molto di più da questo anime ambientato nei mari; finora non avevo visto nulla di simile per cui ero giustamente curioso di vedere come se la sarebbero cavata in un'ambientazione che in passato ha generato, a livello cinematografico, grandi successi ma anche dei flop pazzeschi. Purtroppo questo Arpeggio of Blue steel va associato alla seconda categoria, in quanto fallisce proprio in quei punti in cui avrebbe dovuto fornire le maggiori novità, permanendo in uno stato di incomprensibile silenzio. Così il tutto si può riassumere in noiosi e spesso incomprensibili scontri fra corazzate e sottomarini, intervallati qua e là da momenti di interazione fra i vari personaggi che compongono il cast (che tra l'altro a mio avviso costituiscono la parte migliore di questo titolo), che hanno indotto il vostro recensore a sonori sbadigli e ad una certa insofferenza dovuta all'estrema ripetitività delle varie fasi della storia. Volevano stupirci con clamorosi effetti speciali? Beh, personalmente non ne sono rimasto affatto impressionato.
Senza un'origine che venga spiegata nei mari del mondo appaiono una serie di navi definite come "la flotta della nebbia" che attaccano l'uomo e gli fanno perdere il controllo sugli oceani. Ogni contatto tra nazione e nazione separate da tratti di mare diviene impossibile tant'è vero che nessuno può affermare con certezza che un determinato stato esista ancora. Dopo diciassette anni dall'attacco il giovane Gonzou Chihaja entra in possesso di un sottomarino, denominato I-401, facente parte della flotta della nebbia. L'androide al suo interno che governa il sottomarino afferma che l'unico comando che ricorda era quello di dover ubbidire a Gonzou; il perchè di questo, tanto per cambiare, non viene spiegato. Ad ogni modo Gonzou recluta un equipaggio e comincia una controffensiva contro la flotta della nebbia ottenendo successi a ripetizione.
Come si sarà già intuito leggendo il resto della recensione, il difetto principale di questo anime è che non spiega assolutamente nulla di quello che accade: da dove vien fuori questa flotta della nebbia? Quali sono i suoi obiettivi? Perchè la rigidità dei vari comandanti viene vinta, fino a trasformarli in alleati, in maniera così semplice? Ci sarebbero moltissimi altri interrogativi oltre questo ma per evitare lo spoiler non li citerò. Ma vi assicuro che si raggiunge spessissimo livelli di assurdità tali da rasentare il ridicolo. Arpeggio of blue steel è un anime nato con grandi ambizioni ma sostanzialmente privo di idee, per cui il tutto si riassume in confusi scontri navali unite con scene caramellose che dovrebbero indurre lo spettatore al riso.
In definitiva la mia valutazione di questo anime è pessima. Zero spiegazioni equivalgono in questo caso a zero idee; il cast di personaggi utilizzato non ha un minimo di carisma; i combattimenti spesso sono noiosi e ripetitivi. Personalmente non lo consiglierei a nessuno, ma se proprio qualcuno volesse dargli un'occhiata...poi non venga a lamentarsi con me!


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Stairway90

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Il mare è stato nei secoli, e continua ad essere tuttora, fondamentale per l'umanità: come fonte di nutrimento grazie alla pesca, come via di comunicazione, purtroppo anche come discarica. Cosa succederebbe se l'umanità perdesse dunque l'accesso a quello che, di fatto, è il 70% della superficie terrestre? È questo lo scenario di Arpeggio of Blue Steel -Ars Nova-, trasposizione animata in 12 episodi del manga Aoki Hagane no Arpeggio della Ark Performance, tuttora in corso di pubblicazione.

Nel 2039, un misterioso nemico noto come Flotta della Nebbia compare in tutti i mari e gli oceani del mondo, infliggendo una dura sconfitta all'umanità e ottenendo il predominio assoluto sui mari; questo determina immancabilmente l'isolamento dei continenti e delle nazioni, poiché l'umanità è confinata sulla terraferma e le comunicazioni fra una regione e l'altra sono interrotte, anche quelle satellitari. Anni dopo Chihaya Gunzou, brillante studente dell'accademia navale, incontra Iona, una ragazzina che si rivela essere il mental model, ossia l'avatar in forma umana, del sottomarino della Nebbia I-401. Iona riconosce Gunzou come suo capitano e ha inizio la solitaria crociata dell'equipaggio del sottomarino contro la flotta della Nebbia, costellata da vittorie che ridanno speranza all'umanità e spingono un importante uomo politico del Giappone, Ryujiro Kamikage, ad affidargli il compito di trasportare degli USA una nuova arma, la testata vibrante, che potrebbe capovolgere le sorti del conflitto perché capace di distruggere le navi della Nebbia. Giungere in America non è però facile, perché contro I-401 si mobilita la flotta orientale della Nebbia, di cui fanno parte gli incrociatori pesanti Takao e Maya, le corazzate veloci Haruna e Kirishima, i sottomarini I-400 e I-402 e l'ammiraglia Kongo; tuttavia proprio lo scontro con Gunzou porterà anche i mental model di queste navi, uno dopo l'altro, a porsi dei dubbi sulla loro natura, a diventare più simili agli umani, a manifestare emozioni e infine, in alcuni casi, a disertare.

Non si può negare che il vero punto di forza di Arpeggio of Blue Steel sia costituito dai combattimenti navali, che faranno la gioia degli appassionati del settore: ogni nave della Nebbia corrisponde a una nave della flotta imperiale giapponese e ogni battaglia, che spesso occupa quasi tutto un episodio, è giocata sulla tattica più che sulla forza bruta, nonostante vengano utilizzati armamenti piuttosto fantascientifici come cannoni gravitazionali, siluri corrosivi e campi protettivi chiamati "klein field"; molto minuziosa, poi, è la terminologia navale. La bellezza degli scontri sta anche nella colonna sonora, epica e possente, opera di Masato Kouda (noto per i suoi lavori nelle saghe videoludiche di Devil May Cry e Monster Hunter), nelle animazioni fluide, nell'uso della CG per rendere al meglio le esplosioni, gli attacchi e l'uso degli scudi. Quella stessa CG, applicata alle figure umane, le rende invece più simili a marionette dai movimenti poco fluidi e irrealistici, oltre a creare un fastidioso contrasto con le animazioni realizzate alla maniera tradizionale, in 2D.

La trama procede piuttosto lentamente, tanto che lo spettatore avrà la sensazione, giunto a metà della serie, che la situazione non si sia minimamente evoluta; gli ultimi episodi, però, so-no un concentrato di azione, di combattimenti mozzafiato e di colpi di scena. La serie televisiva si discosta in parte del manga per quanto riguarda l'assenza di alcuni personaggi, il cambiamento di look di altri (ad esempio il vestiario di Kirishima), la modifica di alcune dinamiche e la presenza di un finale inedito che, se da una parte chiude in maniera soddisfacente la storia, dall'altra lascia aperta la strada per una seconda stagione, anche perché lascia aperte domande importanti come l'origine della Nebbia e il motivo per cui vogliono annientare l'umanità o comunque privarla del dominio sui mari, anche se probabilmente questo "difetto" è imputabile al fatto che il manga è ancora in corso e magari neanche lì tali questioni sono state chiarite.

Il più grosso difetto della serie, invece, sta nei personaggi, o meglio in alcuni di essi. La scelta di rendere tutti i mental model delle ragazze, sulla base del fatto che gli umani si riferiscono alle navi al femminile, può sembrare il solito escamotage per generare fanservice e sviluppi amorosi nella vicenda e in effetti questi due elementi non mancano, ma sono molto più ridotti di quanto si crea: ci sono delle inquadrature strategiche di seni o glutei delle mental model, qualcosa di loro appare anche in costume da bagno o in intimo e nella seconda parte della storia emergono alcuni innamoramenti, ma sono elementi presentati molto blandamente, che risultano addirittura gradevoli proprio perché non eccedono. La caratterizzazione dei mental model è variegata e profonda: Iona è una ragazza tranquilla e pacata, che obbedisce agli ordini ma si preoccupa fin troppo sia per i suoi amici sia per gli altri mental model che è costretta ad affondare; Takao è la classica tsundere innamorata di Gunzou ma troppo fiera; Hyuga è un genio ma quando si tratta di manifestare la sua infatuazione per Iona risulta ridicola; Haruna è ossessionata dal catalogare ogni voce del dizionario e non riesce a stare senza la sua grande giacca, mentre Kirishima sembra una tipa fredda ma sotto sotto ha un cuore tenero; Maya è la classica ragazzina dall'irritante voce infantile; Kongo, il villain della serie, è una gothic lolita che agisce senza sentimenti per estirpare Iona, ritenendola un'anomalia della Nebbia, ma si ritroverà ossessionata dal desiderio di distruggerla. La bellezza dei personaggi non-umani compensa dunque lo scarso carisma degli umani: gli uomini del governo giapponese inspirano al più una forte antipatia per i loro tentativi di mettere i bastoni fra le ruote a Gunzou o, al contrario, di servirsene per il loro tornaconto; la piccola Makie è la classica bambina-prodigio irritante; l'equipaggio dell'I-401, Gunzou in primis, ha un approfondimento psicologico quasi nullo e i suoi membri si imprimono nella memoria dello spettatore più come macchiette comiche (Sou indossa sempre una bizzarra maschera, Kyouhei si lagna in continuazione, soprattutto quando le cose in battaglia vanno male) che come personaggi a tutto tondo.

Arpeggio of Blue Steel -Ars Nova- sa intrattenere, emozionare, divertire ed esaltare (con le sue splendide battaglie navale) lo spettatore, ma in particolare il patito di strategia militare o di nautica troverà in questi 12 episodi qualcosa di molto gradevole. Resta solo il rammarico per non avere a portata di mano una seconda stagione, anche se mai dire mai, né tanto meno il manga, tuttora inedito in Italia.


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palk

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Nato dalla Ark Performance, Aoki Hagane No Arpeggio (Arpeggio of Blue Steel) nasce come manga nel 2009, e tutt' ora è in fase di pubblicazione.
Nel 2013 nasce quest' anime, che sebbene abbracci fedelmente le prime fasi del manga, essendo questo non ancora concluso è costretto a distaccarsene, seguendo un proprio filone narrativo.
Proiettando lo spettatore in una realtà futuristica, questo anime basa i suoi punti di forza (e allo stesso tempo i suoi punti deboli) su un aspetto non indifferente: è stato quasi interamente realizzato in computer grafica. Questo da una parte può recare un certo fastidio a tutti coloro che sono abituati agli anime classici, poichè con Arpeggio troveranno meccaniche e movimenti/gestualità dei personaggi un poco "meccaniche" e rigide, sebbene dopo due-tre episodi ci si cominci ad abituare.
Dall'altra parte, la computer grafica conferisce a quest'anime una qualità incredibile dal punto di vista dei dettagli (specialmente delle navi) e delle battaglie, le quali risultano essere molto avvincenti, ben fatte e con effetti particellari di grande livello.

Aoki Hagane no Arpeggio non è un anime per tutti, quanto piuttosto un anime per pochi che però riesce a tenersi ben stretto quei pochi, e riuscirebbe ad attrarre molti più spettatori se questi ultimi riuscissero ad accantonare l' iniziale fastidio derivante dai movimenti "meccanici" dei personaggi.


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ladynera

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Arpeggio of Blue Steel Arpeggio dell'acciaio blu. Anime costituito da 12 episodi tratto dall'omonimo manga e animato dallo Studio Sanzigen.

Trama: a causa del riscaldamento globale e l'innalzamento del livello del mare, nei primi anni del 21 ° secolo gran parte delle terre sono state sommerse. Nel 2039, appaiono delle flotte costituite da potenti navi da guerra senzienti, armate di tecnologia avanzata e decimano le forze navali di tutto il mondo. Queste misteriose navi, di cui non si conosce la provenienze ne l'origine, sono chiamate collettivamente 'La Flotta della nebbia'.
Esse impongono un blocco navale ed aereo in tutto il mondo, impedendo all'umanità di viaggiare, di avere un contatto con le altre nazioni e costringendola a ritirarsi nell'entroterra. Non avendo la forza di contrastarla, l'umanità si è ritrovata costretta a rintanarsi sulla terra ferma, rinunciando per sempre ai viaggi per mare. Nel 2056, diciassette anni dopo i terribili scontri navali che hanno portato alla sconfitta dell'umanità, Gunzō Chihaya, ex studente della Japanese National Marine Academy, ed i suoi amici in qualche modo entrano in possesso di un sottomarino della Flotta della Nebbia chiamato I-401. Insieme a Iona, il modello mentale di I-401 e sua incarnazione fisica in forma umanoide, decidono di dare battaglia alla Flotta.


In un mondo dove i mari sono totalmente controllati dalla "flotta della nebbia" quest'ultima ha la brillante idea di creare delle "mental model" a guida delle loro navi... più chiaramente: sono loro stesse le navi. Copiano le sembianze degli esseri umani e hanno la capacità di apprendere da loro; mi sfugge la ragione di tutto ciò: perché creare degli androidi, dargli un anima (seppur artificiale), metterli a contatto con gli esseri umani e sperare che questi rimangano freddi come l'acciaio dei loro scafi? Sicuramente non hanno mai sentito il detto "al cuor non si comanda"! Strategia di guerra per comprendere a meglio l'essere umano o mero espediente per creare empatia non lo spettatore? E infatti l'anime si baserà per lo più sull'introspezione e la crescita interiore di queste "piccole donne". Si darà vita a molti dibattiti, scontri tra "il vecchio modo di pensare ed il nuovo", lotte interiori su cosa sia giusto fare: eseguire gli ordini di X o agire con la propria testa incasinata da mille sentimenti?
Queste "mental mode" sono tutte ragazze (spiegata furbescamente con: la parola nave è femminile per cui...), potrete trovare la loli, la tsunderina, l'occhialuta, l'invasata ecc ecc... c'è ne per tutti i gusti insomma. Alcune di queste avranno crisi d'identità, altre andranno in calore per il "bel" capitano o per la piccola one-chan; chi, altresì, si ecciterà lanciando siluri... ripeto: c'è ne per tutti i gusti prettamente "otaku"!
In tutto questo buttateci quel pizzico di fanservice, quanto basta per emozionare lo spettatore (con quella grafica la vedo difficile!) e via a mutandine, reggiseni e cosce lunghe.
Ovviamente ci sarà spazio anche per i combattimenti: belli visivamente e ben fatti strategicamente; certo alcune cose sono un po' forzate (stile: il bene vince sempre/ l'amore batte ogni cosa) ma si può passare oltre.
Mettiamo da parte le battaglie e le strategie perché esse sono solo di contorno (ahimè!); qui tutto si basa sull'introspezione ed il mutamento delle mental mode; difatti noterete come tutti gli altri pg risultino assolutamente vuoti e privi di spessore, macchiette di cui non si ricorderà il nome. L'introspezione è sempre cosa buona e giusta ma certi mutamenti totali della personalità e delle priorità sembrano assai campati per aria (sempre della serie: l'amore è ovunque!). Spesso la frivolezza la farà da padrona vanificando il tentativo di creare seriosità a discapito di un qualcosa che da il meglio di se nelle situazioni serie e dinamiche. Il finale è discreto, crea la giusta empatia ed emoziona, peccato solo che la battaglia contro la flotta della nebbia sia passata totalmente in secondo piano... mi spiego meglio: arriviamo a conclusione dei giochi che, oltre alla "guerra per promuovere l'amore e l'amicizia, perché essere umani è giusto e bello", non sappiamo molto altro sulla "flotta della nebbia"... un tantino inconcludente.

La grafica è da una parte molto ben realizzata: il mecha-design mi piace parecchio con quei colori fluorescenti e accesi, diversi, a seconda della nave, gli uni dagli altri; un idea molto bella. I combattimenti sono animati perfettamente; mi piacciono molto. Mentre l'animazione dei personaggi spiazza! Nei primi episodi non potevo credere ai miei occhi... delle bamboline di plastica! Purtroppo non si sono limitati all'uso della CG solo per dar vita alle navi ma hanno ben pensato di utilizzare la stessa per animare i pg! Mai scelta fu più sbagliata e rovinosa per la vista, che pena! Anche il chara non aiuta molto, sembrano tutti cosi artificiali!
Le soundtrack sono piacevoli, alcune davvero belle. L'opening e l'ending sono gradevoli.

Come prodotto non è male, mi aspettavo sicuramente qualcosina in più; lo consiglierei agli amanti del genere, sopratutto quello loli/moe, o se proprio non si ha di meglio da vedere visto che intrattiene quanto basta; badate bene: se cercate un qualcosa di altamente "guerrigliero e serio" rimarrete "altamente" delusi! Forse con un equipaggiamento umano o alieno (?) anziché solo e unicamente ragazzine a capo di tutto avrebbe aiutato il prodotto a risultare meno frivolo... ma non lo sapremo mai!


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Rygar

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Se c'era una serie che attendevo da diversi mesi era proprio Arpeggio of Blue Steel. Una serie di cui vidi qualche trailer su youtube, e dai quali fui subito attratto per una serie di ragioni, dalle battaglie navali, ai poderosi vascelli della seconda guerra mondiale, fino alle tecnologie più disparate e all'utilizzo di armi non convenzionali.

Arpeggio of blue steel è una serie della stagione autunnale 2013 composta da 12 episodi di durata canonica. L'opera trae origine dall'omonimo manga del 2009 cui spiccano sostanziali differenze.

Trama: a causa del surriscaldamento globale, gran parte delle calotte polari si sciolse causando un innalzamento del livello del mare. Molte delle terre continentali furono sommerse, riducendo drasticamente le superfici abitabili. Nell'anno 2039 si verificò il primo avvistamento di un'enorme flotta navale dalle origini ignote, conosciuta col nome di "Flotta della Nebbia". Tale flotta, nonostante fosse composta da vascelli provenienti dalla seconda guerra mondiale, grazie a tecnologie avanzatissime e ad armamenti infinitamente superiori alle controparti umane, decimò le flotte mondiali, costringendo l'intera umanità ad un embargo navale permanente, impedendo di fatto qualsiasi forma di navigazione o approvvigionamento di risorse marittime. Il mondo si ridusse al collasso, e nel 2056, il giovane comandante Gunzō Chihaya entrò in contatto con Iona, il "modello mentale" (ossia la personificazione umanoide) del sottomarino I-401 Sen Toku (il più grande sottomarino mai costruito ai tempi della seconda guerra mondiale). Iona decise di accettarlo come suo comandante ed egli forma l'equipaggio dell'"Blue Steel" (Acciaio blu), sfidando l'embargo imposto dalla Flotta della Nebbia e riuscendo a sconfiggere i vascelli nemici. A Gunzō verrà in seguito affidata la delicata missione di trasportare fino alle coste statunitensi la testata a vibrazione, un particolare siluro in grado di penetrare il klein field (ossia un campo di forza costituito da nano macchine tipico dei vascelli della nebbia) e affondare con relativa semplicità le navi nemiche. L'equipaggio del Blue Steel dovrà affrontare molteplici nemici, rappresentati non solo dai modelli mentali della nebbia (obbedienti al "Codice dell'Ammiragliato", una serie di regole assolute che regolano la condotta di ciascun modello mentale), ma dallo stesso governo giapponese e dalle fazioni loro alleate.

Grafica: il comparto grafico potrebbe lasciare interdetti. Le ambientazioni risultano assai variegate, estremamente ben realizzate con un elevato grado di dettaglio pressoché ovunque. Le animazioni delle unità navali sono realistiche e fluide. Belli gli effetti grafici (migliorabili in certi frangenti) dei colpi dei supercannoni gravitazionali. Menzione a parte per le animazioni dei personaggi, assai lente e artificiose. I personaggi paiono essere un elemento alieno all'intero contesto. Le loro movenze non sono per nulla realistiche (paiono essere dei vocaloid), e risultano del tutto inappropriate al contesto, nonostante il buon character design. Mecha design eccellente.

Sonoro: eccelso. Oltre alla trama anche il comparto sonoro raggiunge il top. L'opening è dinamica, aggressiva, suggestiva e molto gradevole. Il primo ending ha una sonorità più sul j-pop, il secondo ending ha sonorità più dolci e delicate, in ogni caso ottime. OST a dir poco epici e grandiosi, molto coinvolgenti. Ottimi effetti sonori. Doppiaggio perfetto.

Personaggi: altra croce e delizia di questa saga è rappresentata dal comparto dei personaggi. Se da un lato i personaggi umani possano apparire freddi, estremamente professionali e addirittura prigionieri dei loro ruoli (soprattutto l'intero equipaggio umano dell'I-401, composto tra l'altro da ragazzi), al punto da domandarsi se siano umani fino in fondo, dall'altro i modelli mentali rappresentano un'esuberanza caratteriale non indifferente, il loro contatto con la razza umana le fa mutare ed evolvere a ritmi vertiginosi, al punto da osare affermare che si siano "snaturate" (emblematico il caso di Hyuuga, la quale spesso cade nel ridicolo per il suo amore morboso nei confronti di Iona). Questo può essere la discriminante di quest'anime, o si accetta questa componente oppure se ne si sconsiglia la visione. Per assurdo è possibile affermare che i modelli mentali siano più umani degli umani stessi, che si evolvano maggiormente e che il loro grado introspettivo sia superiore al loro. L'interazione globale s'attesta comunque su buoni livelli.

Sceneggiatura: il lavoro svolto è più che dignitoso. La gestione temporale è ottima per chiarezza, fluidità e fruibilità. Gli avvenimenti si susseguono in perfetto ordine temporale senza fastidiosi salti. Il ritmo s'attesta su livelli veloci. Le scene d'azione e di combattimento sovrabbondano ed è encomiabile l'ampio utilizzo di strategia che enfatizza la differenza tra i modelli mentali che utilizzano un equipaggio da coloro che agiscono in solitario (magari concordandosi con altri modelli mentali), non mancano scene di morte e devastazione, eseguite piuttosto bene. Il fanservice militare è abbondante, leggermente più contenuto è il fanservice dedicato alle grazie delle fanciulle. I dialoghi sono molto buoni.

Finale: molto valido. Per una volta le animazioni dei personaggi acquisiscono una fluidità inusitata e si offre un combattimento fuori dagli schemi, molto bello. Degna di nota anche la decisione di Kongou. La serie chiude un importante arco narrativo e sembra preannunciare un'eventuale seconda serie.

In sintesi: Arpeggio of blue steel è un'opera fortemente anomala e particolare (trabocca di tecnicismi militari e navali), non è quindi adatta ad un vasto pubblico. Chiaramente non è una serie esente da difetti (le terribili animazioni dei personaggi e la bizzarra caratterizzazione di alcuni modelli mentali) e la valutazione finale ne risulta compromessa, ciononostante si rivela essere un buon prodotto, innovativo su più punti, coinvolgente, riflessivo e dinamico. Consigliato a chi sa andare oltre le apparenze dei modelli mentali e che ricerca un prodotto focalizzato sull'azione e sulla strategia combattiva.

Mezzanotte

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Mezzanotte

Episodi visti: 9/12 --- Voto 6
"Credo che andremo d'accordo: siamo tutte corazzate veloci del resto!"

Ovvero, quando la passione giapponese per la personalizzazione di cose inanimate si fonde con il fanatismo per le corazzate della seconda guerra mondiale nasce Hagane no Arpeggio!

In questa serie l'umanità è minacciata dai Kiri e dalla loro flotta della nebbia che avendo assunto il controllo incostrastato dei mari condannano all'isolamento diverse nazioni. Il Giappone, essendo un arcipelago, soffre particolarmente gli effetti della guerra finché un sottomarino kiri defeziona, consegnandosi al giovane capitano Gunzou Chihaya.
Gunzou e la giovane androide-anima del I-401 decidono di unire le forze per cercare di fermare la guerra. Proveranno a raggiungere gli Stati Uniti, portando con loro il prototipo di un'arma in grado di cambiare le sorti del conflitto. Ha così inizio un periglioso viaggio.

Arpeggio offre una realizzazione tecnica più che decente, come ci aspetterebbe da una serie del 2013. Qualche appunto sull'uso della computer grafica. Da un po' di tempo ormai essa non è più relegata agli sfondi e agli oggetti inanimati ma investe i personaggi stessi. Mentre in titoli come Freedom ciò avviene in modo programmatico e ci fa per forza maggiore l'abitudine, in Hagane sembra si sia optato per un uso a tratti. Vale a dire che in alcuni stacchi i personaggi sono disegnati a mano e in altri realizzati in CG. Il fatto che si noti la differenza lo considero un fattore di detrimento per tutta la serie.

Buona l'idea del viaggio, le atmosfere alla "caccia ad ottobre rosso", per il resto si tratta di un prodotto tagliato sulle esigenze dell'otaku e della cultura moe. I nemici sono belle e potentissime ragazze -aliene-, comandano corazzate della seconda guerra mondiale che sembrano uscite da un rave party, decorate con colori fluorescenti.
Naturalmente quasi tutte si innamorano del protagonista al primo scontro andando ad ingrossare la sua flotta.
Già, il protagonista, Gunzou, che appare sensibile, però ha ghiaccio che gli scorre nelle vene, non vacilla mai, sa sempre cosa deve essere fatto; un leader nato, il capitano perfetto, anche se è un adolescente, ha (forse) appena finito di studiare e questo è il suo primo comando.

E mentre si fa beffe della Flotta della Nebbia e salva il mondo riesce a destreggiarsi con disinvoltura anche nel triangolo amoroso formato assieme al suo sottomarino e alla sua corazzata. Onore al merito.

Parlando di meriti, questi coincidono con i limiti in Hagane no Arpeggio molto, anzi forse troppo, attento a soddisfare il suo target di riferimento con scelte di maniera.

Per chi ha almeno un po' di otaku nelle vene rimane una visione piacevole, con un finale potenzialmente emozionante.