SHY
"SHY" è una serie che sembra riprendere il concetto dei fumetti Marvel sul supereroe con super-problemi e, anche se si distingue perché nel mondo di "SHY" gli eroi sono celebrati in tutto il mondo, ne riprende l'idea base che ci mostra la vita del supereroe come niente affatto facile, piena di difficoltà e sofferenze.
Questo aspetto è molto importante, perché per la serie in questione il vero male che bisogna affrontare ed estirpare è quello interiore, provocato dalle ferite dell'animo, ferite condivise sia dagli eroi sia dai loro nemici principali, nonché dalle persone bisognose. Anzi, gli eroi sono tali proprio in quanto hanno saputo reagire a tale sofferenza, affrontarla, e possono aiutare anche gli altri a farlo.
Per tale motivo la storia pone grande attenzione all'introspezione di tutti i personaggi, partendo dall'eroina Shy (così lontana dai tipici canoni supereroistici), arrivando fino ai cattivi principali. In riguardo al come viene raccontata tale introspezione, direi che la serie si può dividere in due parti: la prima, che serve in particolare a porre le basi per la storia, ha una narrazione non molto incisiva, si lascia vedere, ma senza lasciare il segno. Le cose migliorano parecchio con la seconda parte, dove abbiamo il primo vero confronto con i misteriosi Amararilk: qui la storia è molto abile nel farci comprendere il dramma, il dolore e la conseguente rabbia che muove i nemici, e sa rendere avvincente il confronto con gli eroi, un confronto in cui non manca una parte prettamente action. Devo dire che i combattimenti fisici ci sono davvero e svolgono il loro lavoro in maniera dignitosa, ma si capisce che non sono il vero focus della storia, concentrata invece su un confronto di pensieri ed emozioni che vertono in pratica su quale sia il modo corretto di reagire alla sofferenza.
Sul comparto tecnico, nulla da ridire: disegni molto puliti, scorrevoli e con efficaci effetti speciali. Mi viene quasi da dire che l'anime come qualità visiva sia parzialmente pure superiore al manga. Gradevoli l'opening e l'ending.
"SHY" è quindi un titolo che tratta un tema interessante all'inizio in modo un po’ lento, però gradualmente diventa sempre più coinvolgente e si può ben sperare che lo diventi sempre di più.
Questo aspetto è molto importante, perché per la serie in questione il vero male che bisogna affrontare ed estirpare è quello interiore, provocato dalle ferite dell'animo, ferite condivise sia dagli eroi sia dai loro nemici principali, nonché dalle persone bisognose. Anzi, gli eroi sono tali proprio in quanto hanno saputo reagire a tale sofferenza, affrontarla, e possono aiutare anche gli altri a farlo.
Per tale motivo la storia pone grande attenzione all'introspezione di tutti i personaggi, partendo dall'eroina Shy (così lontana dai tipici canoni supereroistici), arrivando fino ai cattivi principali. In riguardo al come viene raccontata tale introspezione, direi che la serie si può dividere in due parti: la prima, che serve in particolare a porre le basi per la storia, ha una narrazione non molto incisiva, si lascia vedere, ma senza lasciare il segno. Le cose migliorano parecchio con la seconda parte, dove abbiamo il primo vero confronto con i misteriosi Amararilk: qui la storia è molto abile nel farci comprendere il dramma, il dolore e la conseguente rabbia che muove i nemici, e sa rendere avvincente il confronto con gli eroi, un confronto in cui non manca una parte prettamente action. Devo dire che i combattimenti fisici ci sono davvero e svolgono il loro lavoro in maniera dignitosa, ma si capisce che non sono il vero focus della storia, concentrata invece su un confronto di pensieri ed emozioni che vertono in pratica su quale sia il modo corretto di reagire alla sofferenza.
Sul comparto tecnico, nulla da ridire: disegni molto puliti, scorrevoli e con efficaci effetti speciali. Mi viene quasi da dire che l'anime come qualità visiva sia parzialmente pure superiore al manga. Gradevoli l'opening e l'ending.
"SHY" è quindi un titolo che tratta un tema interessante all'inizio in modo un po’ lento, però gradualmente diventa sempre più coinvolgente e si può ben sperare che lo diventi sempre di più.
