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Kondo

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
C’era una volta un tempo in cui gli anime romance avevano una trama articolata con una continuità che si sviluppava nel tempo, personaggi principali che cambiavano/maturavano, secondari che avevano anch’essi una caratterizzazione psicologica ben definita e qualcosa da dire, ostacoli, imprevisti, antagonisti, scelte difficili da prendere, non si aveva paura ad affrontare temi difficili (come ad es. la morte) e tutto aveva quel sapore dolce-amaro che solitamente accompagna le prime esperienze sentimentali.
Ao Haru Ride appartiene a quel periodo e infatti, guarda un po’, mi è piaciuto un sacco.

Premessa della storia
La storia parla di Futaba, una graziosa ragazza di prima superiore, e di Kou, il suo primo amore, scomparso improvvisamente nel nulla senza lasciare tracce proprio quando sembrava che tra di loro stesse per nascere qualcosa. Sono passati tre anni ma lei non riesce a toglierselo dalla testa e sogna di incontrarlo di nuovo finchè un giorno a scuola se lo ritrova davanti ma completamente trasformato, ha persino cambiato cognome, sembra un’altra persona. Il Kou sorridente e gentile ha fatto posto a un Kou schivo e tagliente. Ma perchè? E adesso?

La prima cosa che mi è subito piaciuta di questo cartone, sin dal primo episodio, è che in pochi passaggi è riuscito a farci coinvolgere emotivamente dentro alla situazione di Futaba: il suo innamoramento ai tempi delle medie (che viviamo tramite piccoli delicati flashback), la tristezza della perdita, l’attesa di tre anni per reincontrare il suo primo amore ormai idealizzato, e poi lo smarrimento quando ritrovandolo lo scopre cambiato. Il tempo e certi episodi della vita cambiano le persone, soprattutto a quell’età, e questo non è facile da accettare per chi rimane indietro. Forse i ricordi è meglio che restino ricordi, preservarli belli e perfetti in uno scatolino dentro il nostro cuore, anzichè inquinarli con la mera realtà…

Eppure il nuovo Kou sarà anche ombroso e antipatico ma riesce a mettere a nudo la spirale in cui stava sprofondando Futaba, tra una maschera di ipocrisia per adattarsi alla società e finte amiche inaffidabili e rancorose. Grazie a lui, Futaba ne verrà fuori tornando se stessa, riprendendo in mano la sua vita, la sua autenticità e trovandosi dei nuovi amici veri.

Già, gli amici. Abituato alle produzioni contemporanee in cui i personaggi secondari sono sagome di cartone senza uno spessore, meri generatori di spunti per i protagonisti, non mi è sembrato vero di trovare dei comprimari così umani, verosimili, ciascuno con delle emozioni e una storia interessante da raccontare. Tanto che a volte si ha l'impressione che questa serie sia più una storia di amicizia che d’amore. A un certo punto le due cose confliggono, bisogna fare scelte non semplici. E’ la giovinezza, è la vita. A quell’età ogni bivio sembra aprire o chiudere orizzonti di ampiezza infinita.

Mi è piaciuto come le due tematiche siano andate avanti entrambe nel corso della serie e mi è piaciuta anche la gestione del linea romance che, senza essere affatto smielata, ci regala alcuni momenti molto emozionanti.
Imparate, cari anime contemporanei: le storie d’amore sono emozionanti quando alternano gioie e dolori, felicità e tristezza, con personaggi imperfetti e dunque più umani e vicini a noi. E dove ogni tanto sorge qualche ostacolo importante da superare che non sia sempre o solo la timidezza parossistica dei protagonisti.

I disegni sono semplici e gradevoli, con tratti morbidi ed espressivi. Sulle musiche secondo me si poteva fare di più.

Una piccola considerazione sul finale: senza spoilerare nulla, dico solo che a qualcuno farà storcere il naso perchè rimane in aria. Ciò è accaduto perchè i progetti iniziali erano di fare una seconda stagione che poi non è stata mai realizzata (figuratevi che questa copre solo un terzo del manga): è evidente anche dal fatto che proprio alla fine compaiono dei nuovi personaggi che si capisce benissimo non siano semplici comparse ma personaggi importanti che avrebbero avuto tutto uno sviluppo nella trama.
Se i produttori avessero deciso sin dall’inizio di fare una stagione unica avrebbero probabilmente approntato un finale alternativo dando compiutezza a questa serie, e dispiace molto anche a me non poter vedere il prosieguo della storia, tuttavia non lo ritengo un motivo valido per abbassare il voto a un anime che a mio avviso è veramente bello e coinvolgente.


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esseci

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Vorrei iniziare la recensione dell'anime "Ao haru ride" (titolo in inglese "Youth ride - Blue spring ride" e in italiano "A un passo da te") con un giudizio un po' provocatorio: la serie può procurare allo spettatore che apprezza questo genere di opere una sorta di "piacere" pari a quello di un "coitus interruptus".
Parte con delle premesse interessanti, le sviluppa in modo tutto sommato equilibrato e piacevole, distribuendo le rivelazioni e i colpi di scena lungo tutto l'arco della serie, fino al penultimo episodio che si dimostrerà rilevante ai fini di una possibile svolta della trama che, tuttavia, non si verificherà, con un finale-non finale che trasmette allo spettatore una sensazione di "incompiutezza".
A essere onesti, forse il finale per come è stato congegnato, attribuisce una sfumatura diversa a quella di una rom-com scolastica, facendo sembrare la serie una storia più incentrata sull'amicizia e sulla crescita/evoluzione piuttosto che sugli amori adolescenziali...
Vogliano pertanto i lettori (e i moderatori...) perdonare la mia "licenza poetica" (recte: forzatura...), un po' "boccaccesca" e in apparenza molto penalizzante per un'opera che possiede i suoi pregi; tuttavia lo spettatore si renderà conto che, in fin dei conti, resta una serie animata incompiuta, anche perché, visto il lasso di tempo trascorso, non sembra possibile che possa essere prodotta una seconda serie che porti a compimento la storia rappresentata nel manga di Io Sakisaka.
E, a onor del vero e da quanto ho potuto appurare, l'anime traspone in anime solo i primi 4 volumi (e qualche capitolo iniziale del 5°) sui 13 pubblicati... pertanto, parafrasando una vecchia hit degli AC-DC, "it is a long way to the end if you wanna know..."
A parziale esimente dell'anime, bisogna ammettere che è stato trasmesso nel 2014 quando il manga era ancora in corso, essendo stato terminato l'anno dopo...

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Un minimo di accenno (spoiler) alla trama non guasta...

Quando frequentava le scuole medie, Futaba Yoshioka, ragazzina dolce e di bell'aspetto tanto da essere definibile come "popolare" tra i ragazzi, era anche oggetto di invidie e cattiverie delle compagne di scuola, suo malgrado, per il suo aspetto. In quel periodo si era infatuata di Kou Tanaka, ragazzo carino e minuto, ma per timidezza e un equivoco (piuttosto surreale... ma i giapponesi son così...) non è riuscita a dichiararsi, sebbene fosse potenzialmente ricambiata dal ragazzo. Dopo essersi dati appuntamento, Kou non si presentò e al ritorno dalle vacanze estive sparì letteralmente da scuola senza rilasciare alcuna spiegazione a Futaba...
Trascorsi un paio d'anni, frequentando le scuole superiori e memore dell'esperienza fatta alle medie e per farsi accettare senza problemi dalle compagne, Futaba si comporta un po' come un maschiaccio e cerca di sembrare goffa, poco femminile e sgraziata per mascherare la propria avvenenza... Ma il destino le presenta una nuova occasione: incontra Kou che frequenta la medesima scuola. Futaba constata che Kou è notevolmente cambiato sia a livello fisico sia di carattere: ora è molto più alto e i suoi lineamenti già graziosi l'ho rendono ancor più kawaii; dal punto di vista dell'atteggiamenti invece risulta essere molto introverso ma anche in senso negativo molto scostante e senza tanti "peli sulla lingua", sebbene le sue battute taglienti spesso risultano essere mai banali. Futaba inizialmente tenta di riavvicinarsi a Kou credendo che fosse rimasto il ragazzo conosciuto alle scuole medie, ma, ben presto, si accorgerà che non sembra (e non è) più la stessa persona e inizialmente prova una specie di attrazione/repulsione nei suoi confronti. Parimenti anche lui inizialmente cerca in tutti i modi di rendersi antipatico e di allontanarla arrivando ad affermare che, non essendo la persona che Futaba ricorda, non prova più gli stessi sentimenti di un tempo per Futaba (sigh...).

In realtà, al di là di quanto affermano i due protagonisti sul loro non interesse reciproco, Futaba e Kou iniziano un progressivo avvicinamento grazie alla ostinata determinazione di Futaba che porterà lei e il gruppo di amici che man mano si formerà a intuire cosa è successo nel passato misterioso di Kou. Tale percorso porterà Futaba a cambiare il proprio atteggiamento e amicizie (anche su "consiglio" di Kou) e a formare un nuovo gruppetto di compagni di classe che diventeranno col tempo anche amici tra alterne vicende che aumenterà il loro affiatamento. Il tutto senza trascurare le "simpatie" e le incomprensioni tipiche che nasceranno tra persone che si frequentano assiduamente durante tutto l'anno. La trattazione della nascita delle nuove amicizie, la scoperta del vero carattere di Kou, e degli altri personaggi fa perdere un po' quell'aspetto pesante tipico degli anime tipicamente "shoujio": la concentrazione della trama solo sui due protagonisti.


In "Ao HAru Ride" a mio avviso sono introdotte altre interazioni tra i membri del gruppetto valorizzando anche i sentimenti di amicizia, rendendo l'opera un po' più "corale", soprattutto nella fase in cui viene svelato il segreto di Kou e delle motivazioni che l'hanno portato a cambiare scuola all'improvviso ai tempi delle medie...

Ovviamente, passaggi romantici nella serie ce ne sono parecchi e alcuni a me sono sembrati anche pregevoli come quello in cui Kou riesce ad aprirsi a Futaba. E a me non sono mai sembrati eccessivamente melliflui, sdolcinati e surreali.
In fondo Kou con la sua chiusura "a tenuta stagna" a qualsiasi affetto dopo la grave perdita subita (un classico dei personaggi "cool ma chiusi e tenebrosi"...) deve essere "rieducato" ad amare qualcun altro e in questo senso la serie si dimostra pregevole senza scadere nel melodramma, pur mantenendo alcuni tratti tipici del genere che caratterizza l'opera (lui, come già scritto, "uomo che non deve chiedere mai"; lei carina, affabile e dolce ma anche tanto imbranata e ingenua).

Fine parte contenente spoiler

Tuttavia, pur avendo seminato bene, la serie non arriverà al "dunque" (se non sfiorandolo delicatamente...) e, dopo aver illuso lo spettatore, lo abbandona sul più bello, lasciando la sensazione di incompiutezza anticipata all'inizio della recensione.

Dal punto di vista tecnico, il chara design è carino e coerente con quello del manga (di cui penso che inizierò a breve la lettura), con quegli occhioni espressivi di Futaba e Yurii, le animazioni tutto sommato sono discrete anche se non sempre durante la serie il livello si mantiene a buoni livelli. Apprezzabili le tinte pastello e sfumate delle sequenze relative al passato e ai ricordi.

E così alla fine ho realizzato che, forse, il titolo "Ao haru ride" conosciuto in italiano come "a un passo da te" sembra quanto mai profetico sull'esito della storia animata: resta a un passo dal traguardo e si sarebbe portati ad affermare che si poteva inserire un sottotitolo "tanto vicini, tanto lontani"... con buona pace di chi si è appassionato alla serie.


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Faffy05

Episodi visti: 14/12 --- Voto 7
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

Partiamo subito dicendo che "Ao Haru Ride" è una serie tratta da uno shoujo e può non piacere a tutti, visto il genere. La storia ruota attorno a Futaba, una ragazza che rinuncia alla propria femminilità per andare d'accordo con le proprie amiche. Ma un giorno incontrerà di nuovo Tanaka-kun il suo primo amore e questo porterà a cambiamenti drastici nella vita di Futaba. Una serie con tante sfaccettature dove si può esplorare un gran numero di tematiche adolescenziali (paura di non essere accettati, amicizia, amori proibiti, perdite ecc). Uno slice of life che riesce a dare senso a ogni azione che accade facendo riferimenti a scene passate; una cosa che non sussiste in molti anime.

Una storia d'amore difficile, veramente carina, che riesce ad toccarti. Graficamente parlando è molto bello anche se avrei da ridire sulle labbra e nasi, inoltre ho apprezzato il fatto che i flashback siano con colori a pastello (che io amo): sono veramente belli. Se le OST sono decisamente appropriate e riescono ad accompagnare perfettamente ogni scena, la opening è magnifica: raramente capita di sentire qualcosa di così bello che non riesci a "skippare".

Tutto sommato è un'anime molto carino anche se conclusi i dodici episodi hai un finale aperto che fa perdere tanti punti, per finire la serie devi guardare i due OAV, il primo serve da prologo (molto carino) e l'altro è l'episodio conclusivo. Anche questo lascia con un finale aperto... e sembra ci siano cambiamenti grafici, ho trovato questi due OAV molto differenti dalla serie a livello grafico. Quindi la serie non è conclusa e questo fa perdere molti punti di quanto essa realmente merita, ma è una esperienza piacevole vederla.

Pro:
-Grafica carina.
-Flashback con colori a pastello bellissimi.
-Ost carine e azzeccate ad ogni situazione.
-Opening magnifica.
-Personaggi principali hanno un background sostanzioso.
-Trama veramente intrigante.
-Tematiche adolescenziali realistiche.

Contro:
-Mancanza di background a dei personaggi secondari di rilievo.
-Mancanza di un continuo. (Finale aperto)
-Introduzione di uno/due personaggi troppo forzata e senza spiegazione.

Voto: 7/10
Anime bellissimo che riesce a farti piangere (personalmente). Purtroppo non essendo concluso perde molti punti.


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Scarlett7

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
<b>Attenzione: la recensione potrebbe contenere lievi spoiler</b>

"Ao Haru Ride" è uno shoujo di soli dodici episodi che ho trovato davvero interessante.
La storia ruota intorno a Futaba, una ragazza che si comporta come un maschiaccio per allontanare i ragazzi e per non farsi odiare dalle compagne di classe e dalle sue "finte amiche", cosa che era già successa quando frequentava le medie.
Un giorno, in corridoio, incontra Kou, il suo primo amore alle medie, con cui aveva un appuntamento per andare insieme ad un festival, ma a cui lui non si era presentato, e da allora non si erano più sentiti. Il ragazzo, antipatico come non mai, fa una cosa buona consigliando a Futaba di essere se stessa e non accettare l'amicizia delle persone che non accettano il suo modo di essere. In questo modo, Futaba si allontana dalle sue "amiche" e si avvicina a Yuri e Shuko, che diventeranno le sue vere migliori amiche, mentre Kou si avvicina a Kominato, amico degli anni precedenti di Shuko.
Un aspetto molto positivo della serie è la presenza di flashback del passato di Kou e di Futaba, talvolta insieme e talvolta separati, flashback che si ricollegano a scene o situazioni del loro presente e che ci permettono di comprendere maggiormente i comportamenti e i sentimenti dei personaggi.
La serie è molto scorrevole e si lascia decisamente seguire, portando alla crescita interiore dei personaggi, in particolare dei due protagonisti, riuscendo però a dar rilievo anche ai personaggi secondari, molto ben caratterizzati e rilevanti per tutta la durata della serie.
Infatti, come già detto, nel corso della serie si darà rilievo anche alle situazioni riguardanti Yuri, Kominato, Shuko e il professor Tanaka, fratello di Kou e docente della loro classe. Ciascuno di loro avrà una storia che sarà più o meno approfondita, Kominato e Shuko avranno anche dei flashback riguardanti l'anno precedente, prima di conoscere i protagonisti! Ci saranno anche dei flashback di Tanaka-sensei quando Kou andava ancora alle medie e flashback dell'anno precedente all'incontro dei due protagonisti.
Persino Toma, che compare solo alla fine della serie, avrà un ruolo chiave, ma comunque di maggior rilevanza nel manga! Tutti avranno un senso, tutti eccetto Yui, alias il personaggio nonsense della serie.
Questo personaggio è stato inserito perché... Non si capisce! Nella serie anime è un'amica delle medie di Futaba, ma alla fine la sua comparsa di cinque minuti, giusto per la redenzione, serve a poco o niente! Poteva anche non essere affatto inserita, visto che nel manga ha un ruolo completamente differente!
Il finale vero e proprio non è presente alla fine dei dodici episodi, in realtà è in uno dei due OAV associati. Per tale motivo, il finale dell'episodio dodici risulta essere completamente aperto, il che comporta un lieve abbassamento del voto.
I disegni sono molto buoni, con un tratto abbastanza pulito e colori molto tenui, soprattutto nelle scene flashback, che ho molto apprezzato proprio per l'atmosfera.
La opening, adatta alla serie, è orecchiabile, stessa cosa vale per la ending, ma la soundtrack "I will", la canzone che ha accompagnato la serie in ogni situazioni, è quella che preferisco di gran lunga.
La votazione finale è decisamente positiva: 8.


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Nagisa98

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Nel 2014 esce “Ao Haru Ride”, anime realizzato dallo studio Production I. G e basato sull’omonimo manga scritto e disegnato da Io Sakisaka. L’opera si compone di dodici episodi, a cui si aggiungono due OAV: la puntata numero 13 e l’episodio speciale “Unwritten”.

Protagonista della storia è Futaba Yoshioka: per colpa della frase “Io odio tutti maschi” da lei pronunciata, alle medie si è creato un fraintendimento con l’unico ragazzo che le piaceva, ovvero Kou Tanaka. I due, tra l’altro, non si sono più potuti chiarire perché Tanaka si è trasferito qualche giorno dopo senza lasciare notizie. Ora Futaba è alle superiori ed è notevolmente cambiata: ha assunto un atteggiamento un po’ rozzo e poco femminile per non attirare più l’invidia delle altre la ragazze, che la consideravano troppo carina. Tuttavia, la pace che era riuscita a crearsi verrà scombussolata dal ritorno di Kou, che, oltre ad aver cambiato cognome, è completamente diverso rispetto a come Futaba lo ricordava.

Volendo andare a cercare il pelo dell’uovo, le premesse sopra descritte possono sembrare un tantino forzate, come se l’autrice si fosse scervellata per cercare un incipit originale e invogliare il pubblico a scegliere il suo prodotto. Tuttavia, il primo episodio di “Ao Haru Ride” si rivela niente male, grazie ad un dolcissimo flashback e ad un altrettanto dolce rincontro.
Il vero problema, però, sta nello sviluppo delle puntate successive. Come al solito, l’anime in questione è pieno zeppo di tutti i cliché e le situazione stereotipate tipiche degli shoujo: il ragazzo scontroso che mostra il suo lato tenero solo con la protagonista, la sessione di studio tra amici, l’amica che si innamora dello stesso ragazzo della protagonista, la ragazza infatuata dal professore e così via. A questo dobbiamo aggiungere tutte le varie scenette che fanno arrossire ed emozionare, oltre la ragazza in questione, pure le spettatrici (vedi il ragazzo che si presenta con nonchalance a petto nudo o che ci prova spudoratamente senza andare mai in fondo).
Nonostante i sopraccitati difetti, a cui si accompagnano molti eventi soporiferi, “Ao Haru Ride” possiede anche qualche pregio. Innanzitutto, mi è piaciuta molto la tematica del cambiamento, che viene trattata più volte e che abbraccia vari personaggi. Futaba ne è un esempio: ha dovuto stravolgere la sua personalità per farsi delle amiche e non rivivere più quei momenti di solitudine attraversati alle medie. A questo si ricollega la volontà di ogni adolescente di essere accettato per quello che è, di non doversi omologare alla massa per piacere agli altri. Futaba verrà a contatto con questa realtà grazie anche alla piccola Yuuri, che molto somiglia alla se stessa del passato.

Strettamente connessa ai temi sopraccitati è, ovviamente, la caratterizzazione dei personaggi. Tuttavia, anche a questo proposito, non è stato compiuto un lavoro eccelso. Partiamo da Futaba: tutto quello di buono di cui ho parlato in precedenza è stato in parte rovinato dalle solite tendenze tipiche delle protagoniste degli shoujo: ad esempio, segue il suo innamorato come una stalker o va in visibilio per ogni suo aspetto, dalla “forma della testa carina” (prego?) al profumo dello shampoo misto all’odore del sudore. Se con Futaba vi è, dunque, un rapporto di amore/odio, stessa cosa vale per Kou. Di certo non si può rimanere indifferenti alle motivazioni che stanno dietro il suo cambiamento, e che al contrario della ragazza non derivano da una scelta volontaria. Tuttavia, il ragazzo con la “porta del cuore” che deve essere sfondata a suon di calci se si vuole aprirla, completamente chiuso e scontroso non è. Perché, come detto in precedenza, a volte si dimostra, anche indirettamente, sensibile e generoso. Comportamento, questo, abbastanza innaturale e pianificato per ingraziarsi le spettatrici (oltre ad essere, ovviamente, prevedibilissimo e tipico di tale stereotipo).
I due protagonisti sono gli unici di cui parlare: fatta eccezione per Yuuri, che risulta comunque un personaggio non proprio brillante, Murao e Kominato restano alquanto anonimi fino all’ultima puntata. Altro aspetto che non ho apprezzato è come si sia formato il gruppo: l’amicizia tra i cinque ragazzi, che tanto viene sbandierata all’interno dell’anime, sembra proprio essere nata dal nulla. Ne consegue che le relazioni instauratesi tra di essi appaiono molto forzate.

Passiamo al lato tecnico. Character design e animazioni sono perfetti nel primo e nell’ultimo episodio, mentre nei restanti vacillano non poco. Sempre ottimi, invece, gli sfondi: in particolare, mi sono piaciuti molto i colori-acquerello usati nei flashback. Le OST sono abbastanza orecchiabili, così come opening ed ending: fresca e incalzante la prima, lenta e un po’ malinconica la seconda. Bella anche l’insert song “I will” proposta più volte.

Tirando le somme, “Ao Haru Ride” è un’opera con molti alti e bassi: buone le tematiche affrontate e dolcissimi i vari flashback; fastidiosi, invece, tutti gli stereotipi tipici degli shoujo, sia per quanto riguarda i personaggi che i vari eventi. Episodi noiosi e alquanto prevedibili, dunque, si alternano ad altri ben più piacevoli. Consigliato principalmente agli amanti del genere: voto 6,5.


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kisa87

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Ho trovato Ao Haru Ride un bell'anime delicato e dolce come il soffio di una brezza estiva. Ideale quando hai il cuore colmo di amore e buoni sentimenti. L'opening è carina e orecchiabile, la voce è dolce e la musica resta davvero nel cuore. Voto 6.5 per l'idea complessivamente carina. Avrei preferito vedere di più Futaba-chan nella sua veste mascolina e rozza. Personalmente ho trovato Tanaka piuttosto statico. Quantomeno nel tono di voce. Assolutamente vero che deve impersonare un giovane adolescente che sta per diventare uomo, ma che almeno non sia così apatico.
Comunque sia per quanto riguarda gli altri personaggi il mio preferito è Aya, forse perché ha un carattere che si avvicina molto di più al mio.
in conclusione 13 episodi sono pochi per un anime che, sviluppato come il manga, avrebbe potuto fare una riuscita migliore di un semplice 6.5


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Xandria

Episodi visti: 0/12 --- Voto 10
"Ao haru ride" è assolutamente il mio anime shoujo preferito. La storia di Kou e Futaba mi ha presa fin dal primo episodio, dalle prime immagini di Kou e Futaba bambini, dal gioco di sguardi che i due si lanciavano l'un l'altro, dalla timidezza di Kou e la passione di Futaba.
Quando poi i due si rincontrano dopo gli anni delle medie, l'atmosfera dell'anime si fa molto intensa. Kou è cambiato, non è più quel ragazzino timido e dolce che Futaba ricordava, il ragazzino che le aveva dato appuntamento per il festival e che poi non si era presentato, senza lasciare alcuna traccia di sé. Adesso Kou è misterioso, cupo, chiuso. Futaba ha l'impressione che il cuore di Kou sia protetto da una porta blindata impossibile da aprire, addirittura senza maniglia e serratura, ma è assolutamente intenzionata ad aprire quella porta, anche se dovesse sfondarla a calci. La passione di Futaba per Kou è così forte che riesce a buttare giù quella porta, portando a galla il dolore di Kou, riportandolo alla vita, ridandogli qualcosa che aveva perso: la possibilità di legarsi agli altri, agli amici, a suo padre e a suo fratello, a Futaba.
Questo è un anime che avrebbe assolutamente dovuto avere una seconda serie, dal momento che i fatti si fermano più o meno a metà del manga, lasciandoci col cuore palpitante per Kou e Futaba ma con la consapevolezza che ci sia ancora molto da sapere della loro storia, soprattutto dopo la visione dell'OAV.
Spendo le mie ultime parole per le musiche, in particolare l'opening che adoro e "I Will", bellissima canzone che sottolinea i momenti più intensi tra Kou e Futaba.
Chi ama gli anime scolastici sentimentali non può assolutamente perdersi "Ao haru ride".


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Tomochan91

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Questo anime mi ha attirato fin da subito per un certo numero di motivi. Apparentemente si tratta di una delle solite storielle sentimentali dove i due protagonisti si piacciono e vorrebbero dichiararsi, ma sono talmente timidi da non riuscirci subito ed alla prima occasione ecco che accade l'imprevisto che stroncherà sul nascere questa possibile relazione. All'inizio ho pensato che fosse decisamente un'opera classica, qualcosa di molto simile alla situazione di Miki e Ginta in "Marmalade Boy", ma, tralasciando il disegno alquanto differente e molto più "tradizionale" rispetto all'opera precedentemente citata, con tratti anche marcatamente orientali, come ad esempio il taglio degli occhi, la piega che viene presa successivamente mi spinge a credere che ci sia la volontà di sottolineare una problematica che può influenzare anche molto la vita di una liceale. La tematica che viene affrontata è quella dell'essere "troppo carina" e di conseguenza "oggetto di invidia" da parte delle proprie compagne e infine preda di un tipo di bullismo che consiste effettivamente nell'essere emarginati. Tuttavia, a questo tema vengono aggiunte, via via che si prosegue nella visione dell'anime, altre sfumature, come l'impossibilità di essere o fingersi qualcosa che non si è (nel caso dell'amica di Futaba, Yuuri), il grande dolore per la perdita di una persona amata per la quale ci sentivamo responsabili, l'amore in tutte le sue forme, compreso anche quello per la famiglia, e l'amicizia, vera o falsa che sia.
Per quanto abbia trovato interessante questo anime ho dato come valutazione un 7 perché trovo disarmante ed inopportuna la scelta di cambiare il proprio stile di vita e la propria personalità, anche se solo in apparenza, soltanto per non accettare una semplice verità, ovvero quella di essere "diversa" dagli altri membri del gruppo. Comunque sia, complessivamente è un bell'anime, in grado anche di commuovere ed emozionare lo spettatore. Lo consiglio a chi desidera vedere qualcosa di romantico ma non del tutto disimpegnato.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Ao Haru Ride è uno di quegli anime che riescono a catturare la tua attenzione in un niente, come dice il proverbio "il primo amore non si scorda mai", frase appropriata per la protagonista Yoshioka Futaba, una ragazzina al suo primo anno di liceo, che dovrà fare i conti con il suo, ormai passato, primo amore.
La trama non è niente di nuovo, ma riesce comunque a travolgere il tuo interesse; la prima puntata inizia subito con un flashback della protagonista, la tempo della scuola media dove racconta un amore reciproco tra di lei e Tanaka, ma che per via della beata timidezza di entrambi non è potuto concretizzarsi, aggiungendo che il ragazzino timido scomparve dalla circolazione. Ritornando al presente, ormai nel liceo, ecco che il destino dei due giovano si intreccia di nuovo ma questa volta in Tanaka qualcosa è cambiato... La protagonista dovrà fare i conti con il suo vecchio primo amore.
Lo sviluppo della trama è molto positiva e ricca di eventi interessanti e molto emozionanti, triangoli amorosi e altro ancora, tra cui il passato di Tanaka che inciderà pesantemente sulla protagonista, diventando il suo obiettivo. Molti eventi condizioneranno i personaggi che a modo loro riusciranno ad andare d'accordo senza distruggere i rapporti, prendendo coraggio e cambiare le carte in tavola con una scelta inaspettata, tutto per cambiare se stessi ed essere accettati per quello che sono; arrivando verso il finale sono rimasto un po' indeciso se considerarlo positivo o negativo, diciamo che non soddisfa in pieno quelle ore passate a visionare l'anime, ma infondo è un finale concreto senza assurdità, o neanche forzato, obiettivamente parlando si può dire che è un finale che apre le porte ad una seconda stagione che spero vedrò molto presto.
Infine, il comparto visivo mi è piaciuto moltissimo, i disegni sono molto belli e dettagliati, amo come mettono in evidenza gli occhi di Futaba, grandi ma non troppo, luccicanti e gradevoli, insomma sono in pieno stile shoujo; il sonoro non mi ha colpito molto ma non è per niente negativo il risultato tra sigle e musica di sottofondo che evidenziano le emozioni provate in quel preciso istante, giusto per dare una spinta emotiva in più. Concludendo, Ao Haru Ride non è per niente male come serie, davvero ben riuscita e la consiglio vivamente a chi si fa attrarre da questi shoujo, ma se cercate una storia più sofisticata e ingarbugliata cercate altrove.


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Ascanaus

Episodi visti: 13/12 --- Voto 8
Ao haru ride, un anime che non so se definire buono o cattivo: ovvero che nell'anime ci sono bellissimi momenti alternati ad altri davvero noiosi e inutili, questo come la scenografia e i personaggi che in alcuni momenti li potresti considerare i migliori personaggi mai creati e in altri momenti speri che non fossero mai esistiti. Ma analizzando meglio l'opera possiamo vedere una trama "classica"di un anime shojo, ovvero primo amore della ragazza, il ragazzo se ne va e lo incontra di nuovo dopo anni ecc.ecc.
Nonostante ciò (sarà che non vedo shojo da tanto tempo, sarà la grafica o chissà che altro) la trama mi è piaciuta davvero, nonostante la sua banalità, e in più momenti ho sperato che i due si dichiarassero o facessero qualcosa. Particolarmente mi ha colpito inoltre la storia passata di Kou anche se mi sembra fin troppo irrealistico sia la sua reazione all'accaduto sia come è andato avanti...
La trama dell'anime non è conclusiva, dato che è in corso ancora il manga, e quindi lascia un finale aperto (cosa che odio davvero tanto negli anime), e ovviamente spero che possano realizzare una seconda stagione (anche se questo anime mi fa pensare che l'abbiano realizzato solo per far pubblicità al manga)...

Ora analizziamo i personaggi principali:
La protagonista dell'anime è Futaba Yoshioka, una ragazza molto carina, che evita i ragazzi comportandosi da maschiaccio, all'inizio dell'anime è in compagnia con delle false amiche, mapoi dopo l'incontro con Kou si troverà dei veri amici...
Dall'altra parte abbiamo Kou Mabuchi (Tanaka) un ragazzo freddo e insensibile, cambiato molto come lo conosceva Futaba. Durante il corso dell'anime egli viene cambiato e si avvicina più ai persoaggi.
Infine ci sono i vari personaggi che girano intorno alla nostra coppia:
Yuri Makita (la terza ragazza del triangolo amoroso) e la seconda coppia del nostro gruppo: Shuko Murao e Aya Kominato. Infin, personaggio rilevante è il signor Tanaka, fratello di Kou e insegnante nella scuola dei protagonisti.
A occhio i personaggi sono tutti molto interessanti, ma con l'avanzare dell'anime si comincia ad odiare certi personaggi, per me in questo caso è Makita, che già alla sua prima apparenza mi è stata antipatica per i suoi modi di fare, se poi diventa il terzo del triangolo amoroso si comincia ad odiarla seriamente. Non scherzano neanche i protagonisti principali che in alcuni episodi si fanno proprio odiare. Ma oltre a Makita i personaggi della serie mi sono piaciuti tutti, soprattutto la forte personalità di Murao e il signor Tanaka, che è un elemento comico ma anche molto serio per l'anime(inoltre c'è da dire che si veste in modo scandaloso nell'ambiente scolastico).
Oltre ai personaggi ho apprezzato molto l'animazione, che a parte certe scene, è stata chiara e precisa, inoltre le colonne sonore sono state davvero eccezionali, emozionante il tema dell'anime che veniva usata per i momenti più emozionanti. Anche opening ed ending sono molto buone.
Il mio voto finale è un bel 8, nonostante tutte le critiche che ho citato, probabilmente perchè prima della trama io guardo sempre il comparto tecnico, che in questo anime è stato eccellente, e sicuramente mi ha influenzato sul voto finale. Consiglio di vedere l'anime se si sta cercando un anime tranquillo che vi rilassi. Ovviamente spero in una seconda stagione dell'anime perchè si intravedono già dei buoni presupposti, per esempio con l'introduzione di Toma.


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Reika48

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"Ao haru ride" chiamato anche "A un passo da te" è un anime di genere shojo tratto dal manga di Io Sakisaka.
La storia vede come protagonista Futaba Yoshioka che durante le scuole medie viene del tutto isolata dai suoi compagni di classe per via della sua bellezza e femminilità, per via di questo inoltre non riesce a dichiararsi al ragazzo dei suoi sogni ossia Ko Tanaka che si trasferirà presto in un altra città non dando più notizie di sé. Successivamente Futaba va alle superiori e per evitare di essere ignorata come in passato decide di fingersi completamente diversa da com'è in realtà, decide di dire addio alla sua femminilità per non essere invidiata dalle sue nuove "amiche" e incontra nuovamente Ko, che però assume un atteggiamento totalmente diverso da quello che aveva alle scuole medie,inoltre gli rivela che anche lui in passato provava gli stessi sentimenti per lei ma che ormai è tutto passato. La storia ruota quindi intorno alla storia d'amore tra i due protagonisti che sembrano sempre sul punto di avvicinarsi ma mai abbastanza da comprendersi l'uno con l'altro,rivelandosi poco a poco le loro debolezze, le loro paure e il loro passato.
Ho trovato questo anime abbastanza semplice e con una storia d'amore "comune", ma nonostante tutto tenera e romantica. Il personaggio di Futaba non mi è piaciuto granchè,forse perchè non rappresenta affatto gli ideali in cui credo io personalmente a partire dal fatto di doversi fingere diversa da com'è in realtà solo per piacere agli altri. Il personaggio di Ko è intrigante e misterioso ma comunque visto e rivisto, il classico personaggio che ha vissuto una tragedia e che tende a chiudersi col mondo esterno. I personaggi sono disegnati discretamente e le musiche sono piacevoli.


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kurobato

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Ao Haru Ride", il mio secondo shoujo non che uno dei più interessanti che abbia visto fin ora.
Faccio una premessa prima di iniziare questa recensione: essendo ragazzo ho un piccolo problema con gli shoujo, non riesco ad "identificarmi" nella protagonista come invece farei in uno shonen, quindi se lo descriverò in modo leggermente diverso dalle mie solite recensioni è per questo motivo.
Partiamo dalla trama: non è proprio delle più originali, questo ragazzo e questa ragazza dopo tanto tempo si rincontrano, e la ragazza sembra quasi innamorarsi di lui ricordando i bei momenti trascorsi. In dodici episodi la trama non è riuscita a svilupparsi al meglio, il secondo OAV dovrebbe considerarsi come l'episodio 13 della serie ma io personalmente giudico solo gli episodi appartenenti alla serie TV. La trama ha avuto certi momenti abbastanza interessanti e altri noiosetti. Quindi nel complesso alla trama darei un 7.
Passiamo ai personaggi: come al solito nessuno che si distingua particolarmente o che valga la pena di essere ricordato. La protagonista parte come la classica stupida che sta con false amiche solo per avere un'immagine migliore di sé stessa, ma poi cambia completamente. Il co-protagonista è colui che apre gli occhi alla protagonista, e col tempo tra i due sembra che stia per sbocciare qualcosa. Non sono proprio i migliori innamorati di sempre, però almeno qualche emozione riescono a farla provare allo spettatore ogni tanto. Degli altri personaggi non ricordo praticamente quasi nulla, ma non perchè ho visto l'anime molto tempo fa, ma perchè rimangono difficilmente impressi nella mente dello spettatore. Nel complesso ai personaggi darei un 7.5.
Passiamo all'aspetto sonoro e grafico che è anche uno dei punti forti di questo anime a mio parere. La opening è davvero molto orecchiabile e si adatta perfettamente con l'anime. La ending non la ricordo anche perchè non la sentivo spesso. Mentre delle OST ne ricordo particolarmente una che mi piaceva veramente tanto. La grafica di questo anime è buona e stranamente il disegno shoujo mi è piaciuto anche se non ci sono abituato. A questo aspetto darei un 8.5.
Un altro punto di forza di questo anime è la scorrevolezza, la sua visione risulta davvero molto piacevole e riesce ad intrattenere abbastanza bene. Non ho provato grandi momenti di commozione con questo sentimentale, ma ci sono stati dei momenti in cui l'ho apprezzato particolarmente. Darei un 8.5 anche alla scorrevolezza.
Come voto complessivo darei circa un 7.9 che si arrotonda per eccesso a 8. Se vi piace il genere sentimentale e avete voglia di provare anche qualche shoujo vi consiglio la visione dell'anime in questione, altrimenti vedetevi qualcos'altro perché non credo che vi potrà piacere.


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DarkScorp

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
"A un passo da te" è un anime del 2014 di cui il manga è ancora in produzione e ,avendo un finale non ancora stato scritto, verso la fine la storia risulta debole e poco appassionante; il classico finale visto e rivisto senza grandi colpi di scena.

La storia parla di Futaba, una ragazza che all'ingresso alle superiori decide di cambiare il suo atteggiamento verso i compagni/e per garantirsi delle amicizie. Amicizie che non aveva alle medie quando lei, più bella delle sue compagne, era sempre stata tratta male ed isolata. Arrivata nella nuova scuola riconosce in Tanaka il suo amore delle medie nonché l'unico ragazzo da lei mai amato. Da questo momento si seguiranno un paio di scene non particolarmente speciali ne particolarmente romantiche che tratteranno i due protagonisti e gli amici/parenti che li circondano.

Partiamo da ciò che mi ha piacevolmente soddisfatto. Le musiche di sottofondo sono veramente ottime così come l'opening (molto piacevole) e l'ending che solitamente non calcolo più di tanto ma che mi ha impressionato.
I disegni sono veramente piacevoli da vedere. Un punto molto importante in questo tipo di anime secondo me è proprio il disegno che in questo anime è trattato veramente bene. A sostenere la mia tesi è principalmente l'importanza che prendono gli occhi e il loro tratto marcato ed accattivante. Anche il non caricare troppo il volto di particolarità l'ho trovata un'ottima scelta. Un po' meno definiti sono sicuramente i paesaggi, ma nulla di cui preoccuparsi.

Altro punto a vantaggio dell'opera è la caratterizzazione dei personaggi. Oltre ai due protagonisti molto ben illustrati in un lasso di tempo molto breve quali dodici episodi (più uno special), anche i personaggi secondari hanno il loro spazio utilizzato, tra le altre cose, anche per raccontare qualche curiosità su di loro.

<b>Attenzione: la parte seguente contiene spoiler</b>

Gli aspetti negativi non sono molti, ma sono abbastanza rilevanti. In primo luogo il rapporto tra i due protagonisti è veramente strano. Non voglio rovinarvi il finale ma sono cattivo e lo faccio.Mi sembra assurdo che tra i due non si arrivi ad un bacio (che si prospetti una seconda seria? Ma oramai si sono già dichiarati e hanno già esplicitamente mostrato i loro sentimenti. Come potrebbe mai "rimediare" a questa schifezza? Voleva forse offrire un finale alternativo? In qualsiasi caso è uscita una vera schifezza).

Per continuare sulla falsa riga aggiungiamo che il protagonista non è molto sicuro ne del suo passato, ne del suo presente e non sa se avrà un futuro. Il continuo illudere la ragazza ed il salvarla da ogni problema può essere una buona tattica ma in dodici episodi è successo solo che quello. Zero originalità.

Il voto complessivo è un 7 più per la parte grafica/animata (che comunque non è riuscita a replicare completamente il tratto della mangaka) che per quella legata alla storia. Per quanto mi riguarda aggiungerei o qualche episodio o una ulteriore stagione in cui questo amore viene sviluppato.


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Delandur

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Ao Haru Ride è uno di quelle opere che non fa propriamente parte del genere da me prediletto, infatti il manga da cui è tratto è uno shoujo e io fino a prova contraria sono un maschietto; di conseguenza non so nemmeno spiegare bene perché abbia iniziato questo anime e perché mi sia piaciuto anche abbastanza. Cercherò perciò di essere chiaro e parlerò da persona tutt'altro che esperta del genere.

La trama ha un incipit semplice, due ragazzi che avevano vicendevolmente una cotta alle medie si rincontrano alle superiori dopo un paio di anni nei quali non si erano visti.
Nulla di originale fin qui, ma lo svilupparsi della trama e soprattutto dei protagonisti sarà gestito nel corso dell'opera in maniera del tutto particolare, con un non so ché di... Delicato, che mi ha conquistato.

Partiamo dai pregi dell'opera: La già citata trama. Anche se non sempre, per quasi tutta l'opera non risulta scontata; certo si tratta di una storia di amore, quindi non è esente da cliché o parti estremamente banali, ma soprattutto l'evoluzione della relazione del sentimento che lega i due protagonisti è tutto fuorché scontato; in alcune puntate e scene in particolare l'ho trovato perfino profondo, riesce a descrivere una sofferenza di uno dei personaggi in maniera incredibilmente concreta e realistica, anche se la situazione è estremizzata, mi ha colpito profondamente.
Altra cosa che mi ha entusiasmato sono stati i due protagonisti, Futaba e Kou.
Non sono i classici protagonisti di uno Shoujo (per quanto io sia ignorantello in materia, quindi correggetemi se sbaglio), lei non è la solita impacciata che non caca nessuno di striscio che viene notata per motivi ignoti da lui, è una ragazza carina che si tiene lontana dal mondo maschile, la sua evoluzione è interessante con unica eccezione: i suoi pallosissimi monologhi interiori tipo "Oddio ci devo provare??", "Ma gli piacerò???", "Mi ha sorriso!?1!!1??" che sono tanto inutili quanto noiosi. Kou d'altra parte anche se ha le caratteristiche del solito ragazzo figo di tutti gli Shoujo ha anche una caratterizzazione più interessante e ben costruita, un passato triste da raccontare e un carattere di certo non perfetto con il quale convivere; lui è il personaggio che mi ha suscitato maggiore curiosità nello svolgersi della serie.
Ultima ma non per importante la tenerezza di alcune scene, io sono un giovincello dal cuore di burro e alcune parti (la fine in particolare) mi hanno davvero emozionato, sono gestite con grande abilità, molto belle.

Ora passiamo ai difetti:
Come già precedentemente detto la banalità e l'inutilità di certe scene/discorsi/pippe mentali. Sono noiose, fuorvianti e di nessuno spessore nel corso della trama, rendono solo tutto più lento.
Un'altra cosa che non ho potuto sopportare sono stati i personaggi di contorno, che anche se ne ho apprezzato la presenza (negli altri del genere che avevo visto esistevano solo i due protagonisti), non ho potuto tollerare la loro banalità e la completa mancanza di approfondimento su ciascuno di loro, niente passato, niente pensieri o sentimenti particolari che li rendano credibili. Sono di un piattume inaccettabile.

Infine il comparto tecnico: Il disegno è molto classico per un Sentimentale, però io amo gli sfondi a pastello quindi mi ha conquistato... La colonna sonora è bella e ben riuscita, alza sicuramente il livello dell'intera opera.

Io dal canto mio ho comprato il primo manga perché sono curioso di vedere come continuerà la storia (mi vergogno profondamente di questo), di conseguenza non posso fare che consigliarvelo, sia che non siate amanti del genere sia che lo siate.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
"Ao Haru Ride" è una commedia sentimentale/scolastica, uscita nell'estate 2014 e, a mio parere, rappresenta un ottima opzione per chiunque ami questo genere, non solo per la storia offerta, ma anche per la freschezza con cui essa ci viene proposta. Le puntate sono in tutto 12, senza contare un OAD finale, che, per certi versi, ripropone le vicende antecedenti alla storia narrata nella serie principale.
Partiamo dal presupposto che, per quanto mi riguarda, sono molto severo durante la valutazione di un anime sentimentale, perché solitamente non riescono ad entusiasmarmi e, dunque, riesco ad osservarli con occhio maggiormente critico e meno partecipativo. In questo caso, ahimè, non sono stato in grado di mantenere quest'imparzialità, in quanto "Ao Haru Ride" è riuscito a conquistare una piccola parte del mio cuore…

La storia parte con un flashback piuttosto acquoso: Yoshioka Futaba si ripara dalla pioggia sotto il porticato di un tempio e, guarda caso, scopre di condividere quel posto con Kou Tanaka, un ragazzo basso ed esile, non proprio bello, ma gentile, riservato e, soprattutto, gentile. Futaba sa già di avere una cotta per lui e, a quanto sembra, anche il giovane sembra condividere quella passione così pura ed innocente. Si guardano e, nell'imbarazzo più totale, scambiano quattro timide chiacchiere.
Bisogna chiarire una piccola cosa prima di continuare il riassunto: se Kou è un ragazzo minuto e poco appariscente, la stessa cosa non vale per Futaba. Questa è carina, ordinata e "coccolosa" a tal punto da suscitare un grande fascino tra i ragazzi e, allo stesso tempo, una possente invidia tra le sue compagne. Un rancore così grande da costringerla a una vita scolastica solitaria e malinconica.
Detto ciò possiamo continuare a narrare come, una volta presa confidenza tra di loro, Kou invita La dolce fanciulla al festival di paese… un appuntamento, si direbbe, che non dura poi molto, visto che Futaba, infastidita da un compagno di scuola, grida a gran voce di odiare tutti gli uomini, facendosi sentire dallo stesso Kou.
Ed ora? Futaba si dirige lo stesso al luogo dell'appuntamento ma attenderà invano, perché il ragazzo non si presenterà né in quel momento né per gli anni a seguire, visto che, in seguito alla separazione dei propri genitori, è stato costretto a trasferirsi. Fine del flashback.
Sono passati ormai molti anni e Futaba si ritrova ora alle superiori: trasformata sia in aspetto (molto più trasandato, seppur carino) sia negli atteggiamenti (aggressivi ed energici). Tale trasformazione è stata causata proprio dalla paura di essere isolata dalle proprie compagne, così da poter vivere finalmente una vita scolastica felice e in compagnia. Eppure, un bel giorno, scopre che il suo ex compagno, nonché primo amore, Kou, è tornato in paese. Il ritorno dell'eroe? Non proprio, visto che il nuovo Kou risulterà estremamente diverso da quello precedente: innanzi tutto più alto, senza contare poi lo spirito più sibillino e un carattere maggiormente superbo e sensuale. Riuscirà ad amarlo ancora Futaba? Le cose sembrano più complicate del previsto, ma, forse, potrebbero cambiare…

Concentrandosi ora sull'analisi dell'opera, non posso che fare i complimenti alla cura dedicata nella creazione di un mondo interiore complesso ed intricato. Solitamente, in questo genere di commedie, si cade in un romanticismo esasperato che, di fatto, prende quasi tutto lo spazio dell'anime. In questo caso invece, oltre alle questioni di cuore, si cerca di dare peso anche ad altri problemi, tra cui la perdita di una persona cara, l'amicizia e la difficoltà di creare relazioni tra le persone.
La gente cambia, ma, in fondo, queste trasformazioni non sempre risultano negative, anzi, a volte è proprio cambiando il proprio atteggiamento che si è certi di crescere.
Molto bello il personaggio di Futaba: allegro, energico, ma non per questo stupido o troppo innocente. Comprende il proprio cuore e, nonostante cerchi in tutti i modi di controllare i propri sentimenti, alla fine sarà costretta a cedere a quel dolce impulso primordiale che è l'amore. Allo stesso modo Kou, nonostante non venga mai esplicitamente affermato, si ritrova davanti il proprio futuro, ma, allo stesso tempo, è in difficoltà nell'afferrarlo, forse troppo ancora a un doloroso passato.
L'amore c'è, ma non è né stereotipato né trattato con eccessiva ossessione; sembra quasi un germoglio che, con il passare delle puntate, è destinato ha fiorire.
Per quanto riguarda la trama, devo ammettere di averla trovata originale e molto interessante: zero fanservice e niente puntate inutili. Ogni passo è importante nella crescita dei vari personaggi che, d'altra parte, non sembrano affatto statici, bensì dinamici e in continuo mutamento.

La grafica è carina, ma non sono riuscita a farmela piacere del tutto. I flashback effetto acquerello sono interessanti, ma i colori troppo spenti alla fine annoiano un pochino. Lo stesso vale per la sequenza principale, dotata di colori tenui e candidi che, all'inizio, potrebbero apparire molto belli, ma a lungo andare potrebbero sembrare monotoni e privi di lampi di bellezza. Detto ciò è anche necessario chiarire che tale stile è più che conforme alla commedia trattata, al fine di farla sembrare ancora più quiete e tranquilla. Dunque si potrebbe anche affermare che la scelta non è del tutto errata.
I personaggi sono ben realizzati (soprattutto gli occhi…molto in risalto) e il doppiaggio è piuttosto buono.
Nota di merito anche per l'opening e l'ending e, in particolare, per la colonna sonora.

Concludendo la recensione, non posso che essere felice di avere intrapreso la visione di questo anime, in quanto l'ho trovato non solo bello, ma anche nuovo e originale. Non la solita storiella d'amore, ovvia e scontata, ma qualcosa di fresco, capace di coinvolgere lo spettatore e sorprendere.
Il finale è ambiguo e lascia in sospeso molte cose ma, da come la vedo, credo che l'intenzione sia quella di concluderla con una seconda serie (cosa che spero vivamente). La relazione tra Futaba e Kou non è scoppiata, ma, allo stesso tempo, entrambi hanno ben compreso di provare forti sentimenti reciproci…e dunque? Cosa succederà da adesso in poi? Spero proprio di avere la possibilità di scoprirlo.

Voto finale: 7…e mezzo!


 2
npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Se dovessi giudicare solo razionalmente questo "A un passo da te" credo che sarei molto severo verso un titolo che fa venir in mente il detto shakespeariano "tanto rumore per nulla". L'intera storia, infatti, è condizionato da un unico evento che, seppur nella sua drammaticità, dal punto di vista di uno sceneggiatore apparirebbe come l'unico banalissimo espediente a cui appigliarsi quando non si sa più che pesci prendere. Ma da amante senza speranza degli shoujo come potrei mai parlar male di questo titolo, che dopo tanto tempo ripropone qualcosa di veramente buono senza ricorrere a donne venute dallo spazio, amori fra uomini e spiriti, vampiri e chi più ne ha più ne metta? Sia lodata la normalità, dunque, e pazienza se bisognerà chiudere un occhio su qualche scelta un po' troppo terra terra.
La trama riprende i fatti narrati nell'OAV che ha preceduto l'uscita della serie: sono passati diversi anni e Futaba è ormai diventata una studentessa delle superiori. A causa dell'invidia delle sue compagne per il suo successo con i ragazzi durante le medie, la fanciulla decide di cambiare registro e mostrarsi più impacciata e meno attraente al fine di conquistare nuove amicizie ed evitare gli stessi problemi riscontrati in passato. Futaba, però, non aveva messo in conto l'improvviso ritorno di Tanaka Kou, il ragazzo di cui era perdutamente innamorata durante gli anni delle medie. Ma ciò non basta: Kou è profondamente cambiato sia nell'aspetto - è più alto, ha una voce più virile, ecc ecc - che nel carattere: quella persona timida e gentile che aveva conosciuto aveva lasciato il posto ad una persona molto più diretta e scontrosa. Nonostante questo Futaba continua ad essere attratta da lui anche perchè, di tanto in tanto, Kou lascia intravedere diversi lati positivi del suo carattere come un forte senso di protezione nei confronti della stessa Futaba. E sebbene inizialmente lui affermi che ciò che i due avevano provato in passato appartiene al passato, non si ha mai l'impressione che il ragazzo avesse davvero dimenticato il suo amore per Futaba. E qui mi fermo, perchè sennò finisco per raccontarvi tutta la storia.
La prima cosa che ho apprezzato in "A un passo da te" è il ritorno alla vecchia tradizione shoujo che da un po' di tempo non stava dando grandi segnali di vitalità. Ciò ovviamente non basta per darne un giudizio positivo ma, francamente, non credo ci siano troppi problemi a trovare elementi a sostegno della bontà di questo anime. La storia, nonostante qualche elemento di confusione è gradevole; i personaggi, pur ricordando talvolta altri soggetti di altri anime, hanno un loro carisma e, almeno i due principali, conquisteranno sicuramente lo spettatore. Ho trovato la grafica gradevole, e anche le musiche non sono male.
L'unica pecca è il finale aperto: un seguito è molto probabile in quanto il manga è ancora in corso, ma siamo sicuri che questo titolo non abbia già dato il meglio di sé in questi dodici episodi? E' solo un'impressione la mia e spero di sbagliarmi; ma sinceramente non vedo cos'altro di significativo possa accadere. Il tempo risponderà ai miei dubbi, o almeno così si spera.
A parte questo inutile aggiungere che questo anime è straconsigliatissimo per gli amanti dello shoujo, che sicuramente rivivranno in questi episodi vecchie emozioni che stavano ormai diventando un vecchio ricordo. Anche gli altri dovrebbero dargli un'occhiata: un po' di sentimentalismo, ogni tanto, non guasta. E lunga vita agli shoujo!


 1
nndoo

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Lo shoujo è un genere che non passerà mai di moda. Il voler trasporre il sentimento amoroso su carta stampata attraverso un manga o su delle animazioni attraverso gli anime attrarrà sempre un gran bel pubblico. Sostanzialmente i canoni sono sempre gli stessi, la vita scolastica e gli amori ad essa legati, le indecisioni e a volte i traumi e drammi familiari. Eppure questa ricetta sembra non fallire mai, e devo dire che almeno qualche prodotto all'anno decente riesce ad emergere.
Ao Haru Ride è un anime composto da 12 episodi del 2014, tratto dall'omonimo manga. Quest'ultimo sta riscuotendo un grande successo in madrepatria e sembra stia facendo lo stesso anche qui in Italia, pubblicato col nome "Ad un passo da te". Per questo motivo lo possiamo considerare il manga shoujo più popolare degli ultimi anni. La storia è semplicissima e per nulla originale, visto che in linea di massima un pò tutte le storie romantiche si assomigliano tra di loro. Protagonisti della vicenda sono Yoshioka Futaba e Tanaka, due giovani ragazzi che ai tempi delle medie sembravano piacersi parecchio, ma dopo il trasferimento di Kou, il protagonista maschile, si sono persi di vista. Tre anni sono passati da allora, Yoshioka è adesso una liceale, ha azzerato la sua immagine allontanando lo stereotipo di ragazza carina e sembra vivere la sua vita scolastica senza rimpianti. La sua convinzione è destinata a cambiare quando si accorge che anche Tanaka frequenta la sua stessa scuola. Il ragazzo però sembra essere cambiato e non solo dal punto di vista fisico, persino il suo cognome, Mabuchi è diverso.
Piano piano i due impareranno a conoscersi, poichè sono molto cambiati entrambi. Sulle scena appariranno altri personaggi, più precisamente i loro compagni di scuola, che faranno da contorno all'intera vicenda.
Il character disign e le animazioni sono buone, così come i colori e le ambientazioni che secondo me costituiscono il vero punto di forza di quest'anime. I personaggi sono simpatici, stereotipati di intende, d'altronde secondo me tutti i personaggi di commedie romantiche bene o male si assomigliano tutti tra di loro. Ripeto la vicenda non aggiunge nulla al genere, che lo rappresenta al meglio creando quello che secondo me è un prodotto più che decente.
In conclusione di sento di consigliare Ao Haru Ride, una godibilissima commedia scolastica con un pizzico di umorismo e tanti tanti sentimenti. Le situazioni ricche di tenerezza saranno molte e ben fatte. Un anime che farà battere il cuore di molte ragazze presumo, mentre a me ha intrattenuto piacevolmente per 12 puntate.

LaMelina

Episodi visti: 12/12 --- Voto 4
Il primo amore non si dimentica mai. Anche se non ha avuto modo di realizzarsi, il primo amore non si dimentica. Questa verità piomba come una falce sul collo di Yoshioka Futaba, quando fra i corridoi del liceo che frequenta incontra il ragazzo che alle scuole medie aveva fatto battare il suo cuore. Dopo il divorzio dei genitori, Tanaka Kou si era infatti trasferito improvvisamente, privando Futaba di un confronto. Il destino a volte combina le cose in maniera sapiente: due anime che si erano quasi arrivate a toccare, si reincontrano e di nuovo si ritrovano a un passo l'una dall'altra. Stavolta, però, non solo lui ha cambiato cognome e si chiama Mabuchi, ma si ripresenta in maniera completamente diversa da come lei lo ricordava. Se in un passato non troppo remoto Futaba era riuscita a sfiorare il cuore di Kou, ora si ritrova a dover ricominciare da capo la sua conoscenza, perché di quel ragazzo sorridente, timido e gentile che alle medie l'aveva conquistata, ad oggi è rimasto ben poco. O forse è solo un muro quello che vede, un muro che cela alla vista un generoso giardino? Passo dopo passo, lentamente, Futaba spera di ritornare a quell'unico che li separava allora...

Ao Haru Ride. Aoharaido. Ao Haru RAID. Sì, come il repellente per la fastidiosissima piaga estiva delle zanzare. Fastidiosa tanto quanto la tendenza dello shoujo contemporaneo di nascondere dietro drammi psicologici e lutti familiari una vuotezza di contenuti, pari solo alla trita dimensione scolastica che si trascina dappresso i suoi svariati cliché. Incuriosita dall'enorme successo che il manga sta riscontrando in Giappone, e nel suo piccolo anche in Italia, ho cominciato la visione di A un passo da te in estrema libertà di giudizio, anche se il mio buon senso, che all'epoca mi portò a lasciare sullo scaffale della fumetteria il primo volumetto, mi continuava a lanciare un campanello d'allarme. E avevo visto giusto! Cercavo una storia d'amore innovativa, che portasse una ventata di aria fresca nel panorama dei manga sentimentali degli ultimi anni, ed invece di nuovo non c'è proprio niente. La storia di Io Sakisaka, che lo studio Production I.G, già conosciuto per aver trasposto in animazione il manga di "Kimi ni todoke", ha mandato in onda per quest'estate 2014, ha la presunzione di inserirsi nella scia di quei manga introspettivi, che attraverso lo scandagliamento della psiche di un personaggio puntano a trasmettere un messaggio profondo legato ai malesseri dell'uomo. Con un protagonista maschile dalla personalità introversa, molto spesso scaturita da un trauma passato che ha incanalato la crescita verso un atteggiamento schivo, diffidente ed estremamente indipendente, e una protagonista femminile solare, ingenua, semplice, che spesso vede nella fermezza del partner un modello di forza da seguire, Aoharaido non ha detto nulla di più al di là di quello che già altri anime prima di lui hanno detto. Soprattutto le cose che ha detto le ha trasmesse in maniera semplicistica e superficiale. A volte non mi spiego il ricorso a situazioni drammatiche eccessive nell'ambito di una love story d'ambientazione scolastica, al solo scopo di dare una parvenza di spessore in più all'opera in questione. Sembra quasi che attualmente non si riesca a comunicare un messaggio positivo e la bellezza di un rapporto senza dover per forza usufruire di topos come la perdita di una persona cara per malattia, situazioni di bullismo al femminile che provocano difficoltà nella creazione futura di amicizie sane, oppure amori trasversali fra sistemi che la società vuol vedere separati tipo quello insegnante e alunna, o divorzi che si lasciano dietro una scia di incomprensioni e problematicità nell'adattamento. In un periodo della vita, quello adolescenziale, che già di suo vive l'amore con ansie, frasi fraintese, sentimenti inespressi, esagerate emozioni, in un vortice di impulsi che solo in quell'età riesci a percepire prepotente, perché occorre ficcarvici ulteriori tensioni e tristezze? Si può descrivere un sentimento d'amore anche senza andare a pescare un personaggio dal vaso di Pandora, perché non sono le esperienze dolorose in sé a caratterizzare la bellezza di una storia, ma è il modo in cui queste vengono affrontate e la maniera con cui esse sono inserite che fanno la differenza. E sicuramente Ao Haru Ride non centra quest'obiettivo.

Va molto lontano anche dall'avere dei personaggi validi. Lasciamo da parte Kou, sul quale non mi va di infierire perché, purtroppo per lui, l'autrice ha scelto di fargli vivere una delle peggiori sofferenze che la vita può porre in quell'età davanti ad un ragazzo, e per la medesima esperienza di vissuto confermo che ti forgi il carattere quando ti colpiscono lutti del genere in tenera età. Ma su Futaba non transigo! La crescita che il suo personaggio ha avuto nel corso della serie, se crescita si può definire, è scaturita quasi interamente dagli input che le mandava Kou, in una condizione che vede la donna condotta per mano dall'uomo, come se non fosse capace di riflettere e decidere da sola. Col suo atteggiamento infantile e superficiale, non solo ferisce più e più volte i suoi amici, ma persevera negli errori in maniera esasperante, per cui ogni cosa che dice o fa in seguito, seppur giusta, può risultare falsa, perché tardiva, perché non spontanea. Inoltre viene fatta passare come la ragazza ingenua e imbranata, alla quale si può perdonare tutto perché non ci pensa, perché non lo fa con quell'intenzione, non ha malizia, quando invece in altri contesti è fin troppo disinvolta nel pensare male delle amiche, nel provare gelosia, nell'invadere con presunzione lo spazio altrui avanzando giudizi. E' pur vero che durante l'arco dedicato a Kou, ossia quello finale dell'anime, mostra l'incipit di una prossima maturità, ma non sono sicura ci sarò quando si deciderà a concludere il suo ciclo. Tuttavia, ammetto che con Kou sta portando avanti un discorso interessante, ma che sono convinta l'autrice massacrerà con l'intromissione di terzi incomodi, da parte maschile e da parte femminile, che rovineranno quel poco di buono che i due protagonisti hanno costruito alla fine di questa serie, conducendo la storia in un baratro di triangoli amorosi di cui il mondo può benissimo fare a meno. Sui personaggi secondari non mi soffermo perché sono di una banalità sconcertante.

Tecnicamente l'anime non è niente di eccezionale. Il chara design è passabile, non riesce a riprodurre appieno il tratto di Io Sakisaka, e per ossimoro le animazioni sono statiche, in un'ambientazione, quella scolastica, che già di suo è fortemente stereotipata. La colonna sonora non lascia un'impronta e il doppiaggio non è niente di così indimenticabile, pur se ho gradito la versione cupa di Kaji Yuuki nei panni di Kou. A conti fatti, è stato positivo che ho avuto modo di guardare prima l'anime, perché mi si sono fugati tutti i dubbi che mi avevano fatta titubare nel momento dell'acquisto del manga, che poi ovviamente non è più avvenuto. Anzi no, un dubbio mi resta. Come è possibile che le persone che si lamentano dell'andamento negativo degli shoujo manga sono le stesse che assecondano questo tipo di storie? Eppure pensavo che a tutti piacesse un mondo senza zanzare...


 1
irishman

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Premesso che apprezzo il genere dei manga/anime sentimentali, dico subito che questo titolo non mi ha entusiasmato più di tanto, a dispetto delle buone impressioni che ho letto in generale e del buon successo che la versione manga sta ottenendo anche qui in Italia.
La storia alla base di questo Ao Haru Ride non è brutta, tutt'altro, ma ho trovato il suo sviluppo piuttosto zoppicante, per niente fluido, e la visione, quindi, non ne è risultata piacevole come avrebbe potuto e dovuto essere.
Il problema di fondo temo risieda nei personaggi, le cui personalità sono tratteggiate in modo troppo estremo, nelle loro peculiarità, rendendo le interazioni tra di loro, i loro comportamenti, molto spesso forzati e talvolta poco credibili. Futaba, la protagonista, per fare un esempio, nella fase iniziale della serie assume un atteggiamento da vera coatta per non sembrare "carina" e la spiegazione fornita per il suo comportamento, non mi è sembrata affatto credibile. Kou, il coprotagonista, altra metà del cielo di Futaba, porta dentro una ferita che pare insanabile, salvo poi rendersi conto che la vita va avanti dopo un dialogo, nemmeno particolarmente memorabile, con Futaba stessa. E questo problema si riscontra un po' in tutti i personaggi che ci vengono spiattellati sullo schermo senza un particolare approfondimento psicologico, con tutte le loro forzature. E analogamente gli sviluppi dei rapporti di amicizia tra i 5 ragazzi sembrano seguire un iter prefissato, che non sembra "naturale", ma un vero artificio narrativo che serve esclusivamente a far proseguire la storia nella direzione voluta.
Se lo sviluppo e l'amalgama dei personaggi, quindi, non è eccezionale, altalenante è il comparto grafico. Per quanto riguarda il lavoro sugli sfondi l'ho trovato riuscito e di buona qualità, con un effetto pastello, dai colori dolci e tenui, molto simile a quello già visto nel recente Isshuukan Friends, e molto adatto, quindi ad una narrazione di questo tipo.
Brutto, invece, a mio parere, il chara design. I personaggi sono disegnati tutti con una morfologia "filiforme" a parte forse la piccola Yuuri, stile che a me personalmente non è mai piaciuto, e ancora più sgradevoli sono gli occhi dei personaggi, eccessivamente grandi perfino per i parametri anime a cui siamo abituati.
Detto che anche la colonna sonora non rimarrà nella storia visto che le sigle, pur carine, non sono da strapparsi i capelli e le sonorità di accompagnamento sono invece, in alcuni casi, proprio brutte, rimane quindi un'impressione non proprio positiva dalla visione di questa serie.
Perchè una sufficienza quindi? Perchè, come detto, la storia comunque è bella, anche se non particolarmente originale, e si fa guardare, seppur con tutti i problemi che emergono nei dodici episodi. In conclusione, una serie onesta, che intrattiene con un bel canovaccio, che però è stato recitato in modo pessimo dagli attori che l'hanno interpretato.


 1
MattyPiranha

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Ormai sembrerebbe un dato di fatto anche dal punto di vista scientifico: una persona amata in passato, trascinerai quel sentimento verso di lei per tutta la vita, anche se naturalmente in forma migliore. In un certo senso è su questa teoria che si basa Ao Haru Ride ( A un passo da te), anime della stagione estiva 2014 composto da 12 episodi e tratto dall'omonimo manga edito in Italia dalla Planet Manga. Premetto fin da subito che nonostante non sia un amante del genere shoujo, la serie mi è piaciuta e l'ho seguita con piacere fino alla fine, tuttavia non raggiunge chissà quale livello proprio perché si tratta di un anime di questo genere. Ma adesso spiegherò tutto passo per passo.

La trama parte ai tempi della scuola media quando la nostra protagonista Futaba si godeva quegli anni spensierati giocando con i suoi compagni di classe, in particolare con Tanaka, un ragazzo per la quale la ragazza prima citata provava già qualcosa. Gli anni passano e Futaba frequenta la scuola superiore in una classe dove non c'è più Tanaka, e in un primo momento sembra che la ragazze si sia quasi dimenticata di questo ragazzo, ma quando durante la pausa la incontrerà vicino al bar della scuola, i sentimenti verso di lui sembrano rifiorire in una botta sola e dunque la ragazza cercherà di rilegare con questo ragazzo che non vedeva da parecchio tempo, ma esso si presenterà con un carattere che lei non aveva mai visto e dunque dovrà imparare a conosce un nuovo ragazzo ma del quale in fondo prova ancora qualcosa.

I personaggi sono i classici che si trovano in un' opera di questo genere, infatti abbiamo Futaba che è una ragazza molto introversa e impacciata mentre invece Tanaka è un ragazzo con un comportamento quasi militare, quindi sempre con una faccia che non lascia fiorire emozione e con un carattere sempre calmo e senza un briciolo di timidezza. Poi ci sono altri personaggi che saranno gli amici in comune di questi due ragazzi, dove abbiamo la rivale in amore di Futaba, la ragazza taciturna che è innamorata dal professore (che è anche il fratello di Tanaka), e il ragazzo vivace e casinista. Insomma, abbiamo tutti quei personaggi stereotipati che troviamo molto spesso in opere di questo genere.

Come ho già detto prima l'opera di per se è bella e chiunque penso riuscirebbe a seguirla tranquillamente fino alla fine, tuttavia non offre chissà quali novità riguardanti il genere shoujo che ultimamente sta un po' cadendo nella banalità e difficilmente riesce a rinnovarsi. Anche qui non ci sono cose che rendono quest'opera una novità, perché anche il tema dell'amore che rinasce dopo tanti anni si è già visto in altre opere e inoltre le caratteristiche dei personaggi principali sono banali pure quelle e non abbiamo un personaggio che esalta rispetto agli altri.

Una nota positiva la possiamo dare all'opening e all'ending che hanno una melodia che rispecchia il genere ma che comunque è orecchiabile e ti può facilmente rimanere in testa. Per quel che riguarda i disegni si vede che sono presi da un manga shoujo: personaggi femminili con occhi tondi e grandi mentre i maschi sono quasi tutti belloccioni con sguardi penetranti e capelli medio-lunghi dove vengono risaltati ciuffi etc.

Il finale è difficile da spiegare senza fare spoiler, possiamo dire che poiché il manga da cui è tratto è ancora in corso non vi aspettate chissà quale risvolto romantico, tuttavia negli ultimi episodi ci saranno delle novità.

In conclusione, io consiglio la visione di questa serie solo se siete un po' astemi da serie shoujo perché se invece vi siete fatti una scorpacciata di opere di questo genere potrete ben vedere che questa serie non rappresenta la novità, ma indubbiamente non lo si può considerare un brutto prodotto.


 3
Lucy in the sky

Episodi visti: 2/12 --- Voto 7
Premetto che mi aspettavo di peggio. Non sono una grandissima amante degli shojo ma ad ogni modo, ho voluto provare a guardarlo. A parte la complicata vicenda sentimentale tra i due protagonisti, tipica di ogni shojo, quello che mi sta piacendo è il fatto che la realtà ed il mondo conosciuto da Futaba, si amplia e progressivamente comincia a cambiare grazie all'incontro con Tanaka. Tutte le certezze che ha, vengono a crollare e non mi riferisco all'ambito sentimentale.
Comincia a porsi degli interrogativi sugli amici da cui è circondata, sulle scelte che ha fatto e le mette in discussione. Piano piano comincia a maturare. Ecco, è proprio questo l'elemento fondamentale che mi sta piacendo nel seguire la serie.
Questa ragazza riesce a comprendere che non è tutto così scontato e che, lentamente sente nascere denttro di sè un desiderio di rinascita, di essere ciò che è veramente e non come gli altri vogliano che lei sia. Ovviamente le scene romatiche ci sono, preparatevi in alcuni punti a farvi venire il diabete. Lo consiglio sopratutto a chi non è amante di questo genere, affinchè possa ricredersi. Una nota positiva anche ai disegni: sono veramente belli.