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esseci

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Recensire l’anime “Plastic Memories” partendo dal titolo (“Ricordi di plastica”) non è proprio entusiasmante... e se, come si suole scrivere, la prima impressione spesso è poi quella che conta, risulta poi difficile ricredersi, cercando nei tredici episodi le motivazioni per entusiasmarsi...

La sommaria descrizione dell’opera trovata in rete mi aveva parecchio “intrigato”: rivedere potenzialmente trasposti in un anime alcuni dei “temi” di uno dei film di fantascienza che ritengo un capolavoro assoluto (“Blade Runner”) mi aveva creato delle aspettative... che alla fine della visione sono state disattese.
Invece di “prendermela” con l’anime, ammetto subito che l’errore l’ho commesso io.
Cercando di parafrasare la filosofia di fondo che ispira l’anime (provo a riassumerla in “godi il presente in ogni sua sfaccettatura anche insignificante, senza pensare sempre al passato o al futuro, perché non si potrà più ripetere”), la serie va “goduta” per quello che realmente è (“non sembra”): una commedia romantica e, nel finale, strappalacrime.
Di fantascienza ha poco o nulla, se non nell’ambientazione un po’ distopica (ci sono automobili del tutto simili alle nostre ma con guida autonoma, dispositivi portatili futuristici ma anche tanti riferimenti al nostro presente): il pretesto di inserire nella storia le vicende di androidi “senzienti” del tutto simili agli umani anche dal punto di vista emozionale è servito solo a dare lo spunto per trattare la storia di un amore “doppiamente” impossibile, sia perché è tra un essere umano e un androide sia perché l’androide ha una prospettiva di vita limitata ad esattamente 81.920 ore (pari a poco più di nove anni e tre mesi...).

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

La struttura della trama nella parte “azione” sembra prendere alcuni spunti interessanti da “Blade Runner”: il protagonista Tsukasa va a lavorare in un team di recupero degli androidi “a scadenza”, in cui collaborano umani e androidi (che nell’anime sono chiamati “Giftia”). La loro mission è importantissima, perché i Giftia in prossimità della scadenza si deteriorano significativamente, diventando molto instabili e pericolosi per gli umani.
Pertanto, al termine del “servizio”, l’androide deve essere disattivato, ritirato e, a scelta del proprietario, sostituito con un altro o ricondizionato con l’installazione di un nuovo “OS” (sistema operativo). La conseguenza dello spegnimento è la perdita di tutti i ricordi sviluppati nella breve vita dell’androide nelle interazioni col proprietario e gli altri con cui si è interfacciato.
Come verrà mostrato nelle varie puntate, in alcuni casi di ritiro, il protagonista e la sua partner artificiale Isla si cimenteranno anche in una missione pericolosa che darà modo di comprendere non solo il passato di Isla, ma anche quello di Kazuki (la responsabile del team - umana) e Michiru (un altro membro del team - umana), e le interazioni che si erano sviluppate in passato per risolvere un caso analogo e molto pericoloso per l’incolumità degli umani.

È quasi inutile accennare alle incredibili potenzialità (e parallelismi con il famoso film) che si potevano generare e sviluppare per rendere il prodotto come vero sci-fi introspettivo/filosofico, mantenendone inalterate le qualità per l’intrattenimento: l’origine dei Giftia, la natura della loro personalità, la coscienza di sé e dei propri limiti, le interazioni con gli umani (creatori) e gli altri androidi, l’elaborazione dei limiti della esistenza all’approssimarsi della fine, la eventuale ribellione alla loro sorte creata dagli umani, il parallelismo con la vita umana, la possibilità di interagire con gli umani non solo a livello di compiti affidati ma anche di affettività, emozioni positive e negative, ecc.

L’anime, dopo avermi vagamente illuso, prende la piega della commedia sentimentale, concentrandosi esclusivamente sul rapporto tra Tsukasa e Isla, e facendolo in modo quasi adolescenziale, tipico di molti prodotto similari in cui lui è il solito bravo ragazzo, imbranato, impacciato, onesto e altruista, e lei (in questo caso androide) chiusa, scontrosa ma buona, sensibile e anche profonda... generando una serie di situazioni definibili comiche, un po’ (tanto) sciocche e infantili, a cui arriveranno a partecipare a vario titolo tutti i membri del team, umani e androidi.

Ecco il punto “critico” della trama: l’androide con vita limitata e consapevole del suo status a scadenza è simile ad un umano che è consapevole di morire a breve, ad esempio per una grave malattia. Qui si aggiunge solo l’ingrediente del rapporto di affetto profondo tra essere umani e artificiali.
Prendendo spunto da altri due anime che ho visto sui temi introdotti, sembra un mix, nell’ambito di altre produzioni che ho visto, tra “Voglio mangiare il tuo pancreas” e “Beatless”, dei quali mutua dal primo il concetto dell’importanza di vivere il presente in modo positivo indipendentemente dal futuro e la caducità della vita; dal secondo la possibilità che IA e umani possano stabilire relazioni affettive costruttive per un futuro migliore e non di contrapposizione.

Senza dilungarmi troppo su aspetti che non sembrano appartenere all’anime, c’è invece un elemento del personaggio di Isla che potrebbe essere degno di nota e che spicca rispetto agli altri Giftia dell’anime: la reazione, profondamente umana, di chiudersi alle emozioni e alle interazioni con gli umani, per evitare di soffrire e far soffrire gli altri una volta che non esisterà più. Ma anche e soprattutto come reazione di rifiuto alla sua “triste” condizione..., che poi, mutatis mutandis, è anche quella degli umani...

Tsukasa, anche con l’aiuto dei colleghi, riuscirà nella “titanica” impresa di convincere Isla a “lasciarsi andare” e a condividere per i pochi giorni che le restano con lui la pienezza di un rapporto di affetto alla pari e non di “master/slave”, nel senso che l’androide è un mero “strumento” a servizio degli umani nell’ambito dei task affidati.
E quest’ultimo aspetto è di novità rispetto ad altre produzioni: i Giftia, per le loro caratteristiche molto avanzate nell’ambientazione dell’anime, sembrano godere di diritti e considerazione quasi pari a quelli degli umani, tanto da far venire meno ogni loro forma di ribellione agli essere umani...

Nelle ultime due puntate, Isla, come una bambina che anela a crescere immediatamente con la complicità di Tsukasa, cerca di recuperare tutto il tempo perduto: ed evolve in modo molto significativo dal punto di vista della personalità, arrivando ad elaborare in modo positivo la sua prossima dipartita.
L’ultima puntata mette a durissima prova anche i più “insensibili”: potrei scrivere solo che il tutto è descritto con molta “poesia” e dignità.

Monologo di Isla: “È quasi ora che questo sogno finisca/Vorrei che finisse qui/Prima che la ruota completi il suo giro/Va bene?/[...]/ È la prima volta che vedo le tue lacrime/Ti sei trattenuto tutto questo tempo, vero?/Perché sei il tipo di persona che lo fa sempre/Grazie/Grazie di piangere per me”

L’apprezzamento da parte di Isla delle lacrime di Tsukasa per lei è il preludio al tanto agognato primo bacio e alla sua successiva e immediata “morte”... Una soluzione narrativa che, sebbene si tratti di un’opera di fantasia, fa commuovere per la sua drammaticità: l’immagine di Tsukasa che regge in braccio Isla ormai definitivamente “addormentata” davanti a Kuzumi e la contemporanea lettura delle lettere di ringraziamento a tutto il team da parte di Isla è toccante e lirica.

Oltre a Isla, gIi altri personaggi, incluso il coprotagonista Tsukasa (che non brilla sicuramente per originalità, profondità, drammaticità, visto il suo ruolo...), non mi sono sembrati un granché: tutti molto stereotipati e scontati, utili solo allo svolgimento della trama verso il finale strappalacrime. Anche gli altri Giftia, che potevano aggiungere un po’ di contenuti, si limitano a svolgere il compitino, ad eccezione di Zack (partner di Michiru), che con la sua personalità impertinente e dispettosa costituisce un quid pluris comico per ravvivare la trama.

Su reparto tecnico e musicale nulla da dire: mi sembra un prodotto nella media che non eccelle, né difetta in modo particolare.

Ordunque, si giunge alla chiosa finale: se ne consiglia la visione?
Mah, scriverei di sì, se non si nutrono grandi pretese sull’anime e cercare di soddisfare aspettative o attribuirgli significati e contenuti che non gli sono propri.
Anche nell’ambito del dilemma su “quale senso attribuire ad una esistenza così limitata” dei Giftia, l’anime non sembra dare neppure potenzialmente una risposta, come invece accadeva in “Blade Runner” (versione classica e non quella del “Director’s Cut”). I replicanti del capolavoro di Ridley Scott vivevano lo stesso dramma dei Giftia, mirabilmente riassunto nel monologo finale di Rutger Hauer/Roy Batty: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: [...]. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”.
Ma almeno il film si chiudeva con Deckard/Harrison che scappa con Rachel, sperando nelle nuove prospettive di vita del replicante e nell’illusione di potersi fare una vita assieme...
In “Plastic Memories” questo possibile scenario non si percepisce: i ricordi di Isla (o meglio il suo “ghost”) sarebbero potuti essere trasferiti in un nuovo Giftia? Chissà... E così non ci resta che consolarci con la frase di commiato di Tsukasa (mutuata da quella che Isla utilizzava allo spegnimento dei Giftia da ritirare): “Spero che un giorno/il destino possa guidarti/di nuovo verso la persona che ami”.


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giancarlos

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9,5
Credo che tra "Bugie di aprile" e "Plastic Memories" sia una bella gara all'anime che faccia piangere di più. Leggo in alcune recensioni che alcuni non hanno gradito l'opera per alcuni buchi nella storia... del tipo perché la durata di sei anni di vita dei vari personaggi ecc. Io credo che il modo migliore di approcciare sia gli anime quanto i manga sia quello di viverli in maniera disincantata, senza stare a cavillare troppo, altrimenti si rischia di rovinare la magia del prodotto.
"Plastic Memories" è un viaggio nei sentimenti dal primo al tredicesimo episodio; tra battute comiche, situazioni paradossali, ecco che spunta il vero protagonista della serie: i sentimenti.

L'amore tra i colleghi, l'amore di quei ragazzi che hanno un compito ingrato, ma che cercano di mettercela tutta, per rendere meno pesante possibile il distacco delle persone dai loro amati giftia, e poi l'amore tra i nostri protagonisti, Tsukasa e la giftia Isla.
Il finale... beh, il finale è strappalacrime, in cui rimane una piccola ipotetica porta aperta che tutti vorremmo si aprisse... ma sono passati già tanti anni e credo che un seguito che dia corposità alle nostre aspettative sia difficile.

"Plastic Memories" è un anime che va visto, e io lo consiglio.


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Hakaishin

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Bene, finalmente sono riuscito a guardarmi quest'anime, definito da moltissimi come estremamente triste, deprimente, ecc. quindi sono pronto a dare una mia valutazione.
Bene, partendo dal complesso, comincio col dire che quest'anime è stato sì molto triste, eppure, da come ne parlavano tutti, mi aspettavo di peggio. Non fraintendetemi: la storia mi è molto piaciuta e ammetto che ha uno sviluppo che diventa man mano sempre più triste, solo che l'ho comunque trovato meno triste di altri anime. Probabilmente il fatto è che, essendo solamente tredici episodi, non ho avuto troppo tempo per affezionarmi ai personaggi principali (o meglio, ad affezionarmi sì, ma non allo stesso modo in cui mi è successo con altri anime da oltre trenta episodi). In poche parole, mi ha intristito molto, ma pensavo che mi avrebbe intristito di più.

Passando ad altro oltre al fattore tristezza, la storia è semplice ma allo stesso tempo interessante, e a tratti anche spassosa (il che per me è un pregio, dato che apprezzo molto la comicità per spezzare i momenti drammatici). Anche se prevedibile, ho apprezzato molto quest'anime dall'inizio fino alla fine. Parlando dei personaggi, Isla e Tsukasa sono senza dubbio i più approfonditi, com'è giusto che sia, essendo protagonisti, ma oltre a loro anche Kazuki e Michiru hanno un po' di spazio in cui ci viene mostrato brevemente parte del loro passato. Per quanto riguarda gli altri, non se ne sa quasi nulla, e il massimo che si può evincere da loro sono le loro "caratteristiche": c'è il dongiovanni nullafacente, l'uomo di mezz'età non proprio molto fortunato, il tizio infantile e bambinesco ecc. In un certo senso si può dire che siano personaggi leggermente stereotipati, cosa che però non ha influito negativamente a mio parere (sono personaggi secondari che fanno da sfondo all'ambiente di lavoro, ma che anche nella loro semplicità a volte si rivelano utili, per questo ritengo che lo spazio che viene dato loro sia giusto per il loro ruolo).

Passando invece alle cose "negative", direi che ce ne sono ben due. Non si tratta di cose eccessivamente influenti sul mio parere, ma più dei piccoli "difetti" su cui posso passare tranquillamente sopra. Il primo è senza dubbio la mancanza di risposte a varie domande che ogni spettatore potrebbe farsi, come il funzionamento dei Giftia, il sistema che gestisce i ritiri, e altre spiegazioni tecniche: su questo ne sappiamo ben poco. So che non sono informazioni importanti ai fini della storia, ma comunque sarebbero state delle curiosità in più (domande come: "Da cosa dipende la loro personalità?", per farne una). La seconda è appunto il finale aperto (che per uno come me che vuole sapere tutto è quasi una tortura vedere che viene fermato tutto sul punto cruciale, prima di poter avere delle informazioni a dir poco interessanti).

Ultima cosa di cui vorrei parlare è proprio il fatto che i Giftia hanno una durata di vita limitata. Secondo molti si tratta di un'inconsistenza, e forse in minima parte potrebbe esserlo, ma non me ne lamento, appunto perché tutta la storia si basa su questa premessa. Comunque, secondo me, riflettendoci a fondo, non è così strano che molte persone richiedano i Giftia pur sapendo che dovranno separarsene nel giro di circa nove anni, questo per un motivo ben preciso: infatti, pur sapendo che ogni cosa ha una fine, noi umani nella maggior parte dei casi ci concentriamo sul presente, pensando quindi a goderci i momenti felici attuali e a continuare a rimandare le nostre preoccupazioni fino all'ultimo. Se ci pensate, non è troppo diverso dall'adottare un animale domestico (tranne per il fatto che i Giftia sono molto più simili a noi umani, resta il fatto che sappiamo che prima o poi dovremmo separarcene, eppure scegliamo lo stesso di affezionarci a lui e goderci insieme i momenti felici, finché durano). Un'altra cosa su cui questo ci fa riflettere è il significato della vita, e il fatto se valga la pena creare ricordi felici che rendano l'addio più doloroso o se sia meglio andare avanti passivamente. Su questo avrei molto da dire in realtà, ma mi fermo qui, perché ho terminato la mia recensione, e quel che tirerei fuori sarebbero solamente riflessioni filosofiche che andrebbero ad allontanarsi troppo dall'anime.

Ultima cosa al volo: animazione e comparto sonoro. Non sono troppo esigente con lo stile grafico, ma comunque anche su quello tendo a dare dei giudizi: lo stile dei disegni mi ha colpito positivamente nella sua semplicità. Infine, parlando dell'opening e dell'ending, devo dire che non mi sono dispiaciute, e senza dubbio le ho trovate perfette per quest'anime. Voto finale: 9.


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xAnnAx

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
[]Attenzione: la recensione contiene spoiler[/b]

È un anime che inevitabilmente fa scappare lacrime più di una volta durante gli episodi.
Di questa serie ho apprezzato tutto: la trama, seppur semplice, i disegni, le animazioni e i vari personaggi, alcuni dei quali stereotipati. I due protagonisti, Tsukasa e Isla, sono innamoratissimi l'una dell'altra, ma andranno incontro a un triste destino. Seppur durante la serie vi siano momenti comici, la malinconia è diffusa e porta sempre più lo spettatore verso il tragico finale (come anticipavo prima, le lacrime sono inevitabili). La scena finale porta un briciolo di speranza, ma, visti gli episodi precedenti, non credo proprio che vi sarà un sequel. Quindi rassegniamoci!

È una serie struggente che porta lo spettatore a sperare fino alla fine. La consiglio vivamente!

Voto: 9/10


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Kotaibushi

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Trovo questo anime vuoto e davvero di basso livello in tutti i suoi aspetti.

La trama già dall'inizio non mi aveva convinto per niente: perché affidare androidi con una durata limitata alla popolazione, per poi andarli a ritirare e disattivarli alla propria scadenza? Davvero, non ci trovo un senso.
La storia non si sviluppa mai seriamente, data la presenza di diversi episodi autoconclusivi, se non per la storiella amorosa tra i due protagonisti, che a mio avviso risulta poco credibile e macchinosa. Tutte le varie scenette comiche le ho trovate davvero inutili e malriuscite. Gli unici momenti degni di nota sono quelli più seri, in cui viene dato risalto ai rapporti tra gli umani e gli androidi.
I personaggi sono pessimi e di una piattezza unica, stereotipati all'inverosimile, nessuno ha un briciolo di personalità o di evoluzione; e anche il character design l'ho trovato davvero pessimo, tutti volti che mi sembra di aver già visto e rivisto in altri anime.

Mi aspettavo tutt'altro da questo anime, qualcosa di più maturo e introspettivo, e non la solita storiella frivola che prova a commuovere con scene tristi o drammatiche messe a tavolino, ma che in realtà non portano a nulla.
Voto finale: 4 (generoso)


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ALUCARD80

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Ambientato in un futuro non così distante dalla nostra attualità, dalle tinte variopinte, pastellate e di sbiadite luci al neon, dove in lontananza si scorgono freddi scenari che vorrebbero ricalcare la classica visione di un cyber-mondo nipponico figlio della fine degli anni novanta (ma con poco successo), ci viene raccontata la breve vicenda di “Plastic Memories”, una storiella romantica camuffata da leggero, insipido sci-fi.
Il gusto pretto, cupo, gelido e virtuale dei prodotti degli ultimi trent’anni figli di “Blade Runner” qui viene quasi totalmente meno, lasciando spazio a una commedia dalle animazioni altalenanti (apprezzabili nei momenti cardine, capaci altrimenti di sfiorare appena la sufficienza), dalla cromatica pallida ma azzeccata, dalle acconciature bizzarre che dicono ben poco e dal plot talmente banale da non riuscire mai a stupire, nonostante la più che buona gestione della vena drammatica presente soprattutto nella seconda metà della sua interezza.

“Plastic Memories” non è assolutamente un prodotto da bocciare: sebbene in dose minima, v’è un pizzico della caducità e del decadimento che il grande Ridley Scott - tramite Roy Batty e il mitico Deckard - ci fece amare attraverso il magnifico e glorioso “cacciatore di taglie” Blade Runner, poc’anzi citato - ed è doveroso rimarcarlo nuovamente, poiché è ai celeberrimi “replicanti in servizio” che quest’anime chiaramente si ispira, senza mai osare avvicinarsi neanche lontanamente. Si desidera mantenere la vicenda esclusivamente adolescenziale, romantica e leggermente avventurosa (con picchi di pathos e azione proprio a metà serie), senza mai addentrarsi negli oscuri, piovosi e terribili meandri del cyberpunk puro: scelta ovviamente voluta, desiderando mantenere un determinato target fino alla fine.

Non si chiamano “replicanti” ma “giftia”, e il loro ciclo vitale è di 81920 ore. Il protagonista della vicenda è un adolescente di nome Tsukasa, che entra a far parte di un ufficio adibito proprio al recupero dei giftia a fine ciclo, che poi saranno riprogrammati per una nuova esistenza, dimenticando ergo la vita precedente e ripartendo da “zero”.
Probabilmente “Plastic Memories” fallisce proprio nei personaggi (non tutti, ma solo con alcuni), troppo banali e stereotipati per suscitare grande interesse. Tsukasa è il classico ragazzo dal bell’aspetto, zuccherosamente gentile, il solito imbranato con quel fare da stoccafisso piatto e anonimo di cui probabilmente si invaghiranno più di una delle controparti femminili presenti nell’anime. I suoi buoni propositi sono encomiabili, il faccino pulito da bravo ragazzo e il suo innaturale imbarazzo lo rendono estremamente noioso: come lui ne abbiamo visti a decine in passato, e a decine ce ne siamo dimenticati poche settimane dopo.
Non che i comprimari brillino di luce propria: direttamente da “Neon Genesis Evangelion” troviamo ivi la brutta copia di Asuka (stessi capelli, stesso caratteraccio da tsundere in preda agli ormoni e all’umore cangiante, stesso disagio nel relazionarsi al prossimo, ma un cuore insospettabilmente gentile); poi ecco Isla, la co-protagonista “loli” su cui verte tutta la vicenda e di cui nulla pare davvero originale. Annotiamo poi la presenza del solito collega di lavoro più anziano, navigato, donnaiolo, sempre mezzo ubriaco e dalla capigliatura incomprensibile; non manca la sua versione femminile dai capelli rosso fiammante e dal passato travagliato, e così via discorrendo. Sia chiaro: non che l’intero entourage sia piatto e insulso, ma si percepisce che, con un po' più di originalità, coraggio e desiderio di variare, i risultati sarebbero stati sicuramente più intriganti.

I tredici episodi si snodano attraverso un mix di (superficiale) approfondimento dei loro caratteri, di momenti tristi, talvolta drammaticamente strazianti, di attimi di serenità preziosa, e non manca un po’ di umorismo a bilanciare il tutto, nonostante esso si riveli sovente una sequenza di gag incredibilmente banali, talvolta infantili o incentrate su doppi sensi erotici da terza media. I personaggi spiccano raramente, la qualità delle animazioni non sempre aiuta a sorprendere e focalizzare sulle loro emozioni, anche se, nel complesso, la somma di tutti questi elementi genera un totale sufficientemente godibile.

La cosa migliore di “Plastic Memories” rimane quindi la diatriba morale riguardo i giftia. Il “cogito ergo sum” cartesiano si ripropone in forma differente, ma il dilemma etico è quello che da sempre riempie l’immaginario umano: l’intelligenza artificiale può davvero sostituire quella umana, e un “robot” che si comporta, ragiona, pensa e vive come un essere umano può essere considerato a tutti gli effetti uguale a un essere umano?
In un futuro prossimo dove questa tecnologia ormai è divenuta eccezionale, quando l’IA è dispone di capacità identiche a quelle dell’intelletto umano, distinguere l’organico dal cibernetico è quasi impossibile. E allora ecco che l’artificiale si sovrappone, appanna e confonde, e ci si ricorda che, quando l’uomo oltrepassa la linea che lo differisce dagli dei, finirà per forza di cose per fare i conti con la propria moralità.
Fino a che punto ci si può spingere per far felici noi stessi? Di quanto egoismo si deve disporre per riempire i nostri vuoti con surrogati artificiali che col tempo cominceremo a ritenere identici se non migliori di noi? E una volta che le differenze diventano impercettibili, cosa accade? Film, romanzi e fumetti di gloriosi autori ce ne hanno parlato ampiamente, nel corso degli anni. Le leggi dello stesso Asimov riecheggiano come un monito fantascientifico ma quanto mai reale, dove spingersi troppo oltre potrebbe mettere a rischio la percezione dell’umanità come noi oggi la intendiamo.
Sono domande spontanee che ci siamo fatti tutti almeno una volta nella vita. Se le macchine potessero parlare e pensare, cosa ci racconterebbero? Se un computer dall’aspetto identico a quello di una donna attraente, dall’odore calamitante, dalla superficie simile a una pelle morbida e vellutata e dalla profondità cibernetica pari alla rete neurale di un essere umano potesse parlare e interagire con noi, cosa ai nostri occhi lo renderebbe differente da una donna in carne ed ossa? Il suo concepimento? Il materiale di cui è composta? O il fatto che gli stessi esseri umani sono non genitori, ma dei-creatori di questa creatura?
In “Plastic Memories” siamo andati oltre i dilemmi morali, e nell’universo in cui Tsukasa, Isla e compagni vivono, i giftia sono considerati ormai al pari degli esseri umani, ma si mantiene un occhio di riguardo quando il ciclo vitale è al termine, onde evitare scompensi di sistema o ancor più singolari e problematici accadimenti che inevitabilmente sono legati al malfunzionamento di una “macchina”.
Umanizzare una creazione artificiale la rende viva e identica a noi a tutti gli effetti, con quel rischio tenero, dolce e pericoloso di potersi affezionare ad essa. E quando il ciclo del giftia termina, è come se sopraggiungesse una sorta di morte in tutto e per tutto, in attesa di una reincarnazione artificiale che tuttavia non esclude l’immenso dolore di chi deve accommiatarsi da esso.
Se c’è una cosa che senza ombra di dubbio accomuna repliche ed esseri umani, è sicuramente l’astratto concetto di “morte”. Un rintocco inevitabile e necessario per poter valorizzare la vita stessa. Un essere umano non conosce il giorno esatto in cui morirà, e per fortuna, potremmo dire. Probabilmente, esserne a conoscenza potrebbe dimostrarsi un fardello troppo atroce per la psiche, mentre per i giftia non pare essere così.
Con un concetto di fondo simile, l’intero prodotto acquista più credibilità, peccato però che siano evidenti alcune forzature di trama, un deus ex machina atto a incanalare e mostrare questo genere di situazioni, e non sempre tutto scorre in modo naturale.
La gestione dei tempi non è male: pause, tempi morti e flashback vengono utilizzati in modo più che gradevole; raramente il ritmo si scopre poco chiaro o confusionario, ma, come anticipato, è la storia d’amore a far da padrona. Intuibile inizialmente, blanda poi, crescente e anche capace di commuovere nella seconda parte: la parte finale è il pezzo forte, nonostante un finale telefonato e per nulla sorprendente, ma che calza perfettamente.
Il comparto sonoro non è deludente, ma poco ci manca: poche tracce memorabili, qualche momento degno di nota, ending e opening carine, ma niente di trascendentale.

I ricordi possono essere armi a doppio taglio: più belli essi sono e tanto ci scaldano il cuore, più possono rivelarsi fonte di dolore, se legati a qualcuno che è non più al nostro fianco. Una riflessione che tutti conosciamo, ma che spesso non ci sovviene, e che in “Plastic Memories” torna a galla nei momenti clou, regalandogli un’ampia sufficienza, ma nulla più.
Un lavoro moderatamente apprezzabile, che non mancherà di intrattenere e alleggerire. Consigliato più a chi predilige storie romantiche adolescenziali che sci-fi vero e proprio, nonostante lo stampo sia similarmente futuristico e vagamente cyber.

MephistNecromancer

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Normalmente non guardo molte opere futuristiche... ma le poche che guardo sono davvero significative.

"Plastic Memories", opera del 2015, ha sede in un futuro non molto lontano dove gli androidi sono perfettamente inseriti all'interno della società, tanto da essere indistinguibili dagli esseri umani in tutto e per tutto, incluse le funzioni biologiche.
In questo futuro, tali androidi sono conosciuti con il nome di "Giftia", i quali vengono rilasciati in prestito agli umani, vivendo con loro e instaurando rapporti proprio come persone normali. Tuttavia, questi "Giftia" hanno una durata limitata che si aggira intorno agli otto anni e mezzo, allo scadere dei quali devono essere restituiti, altrimenti il loro codice va fuori controllo e si trasformano in pericolose bestie primitive.
L'organizzazione che gestisce questo settore di prestiti, chiamata "SA", è il teatro nel quale il nostro protagonista, il sempre solare e un po' imbranato Tsukasa, riesce a farsi assumere grazie all'aiuto del padre. Il reparto al quale Tsukasa è assegnato è il Servizio Ritiri, che si occupa proprio del recupero dei Giftia il cui tempo sta per scadere. Durante il suo primo giorno di lavoro egli incontra Isla, una silenziosa, schiva e solitaria Giftia, la quale diventerà la sua partner, in quanto umani e Giftia lavorano fianco a fianco durante le trattative con i rispettivi nomi in codice di "Spotter" e "Marksman".
Tsukasa, ben presto, si renderà conto che la procedura di recupero dei Giftia implica la completa e totale cancellazione della loro memoria, azione che li trasformerà in persone totalmente diverse una volta che saranno riattivati. Loro malgrado, Tsukasa e Isla si ritroveranno effettivamente a strappare per sempre delle persone dai cari che li hanno sempre amati, e perciò non tutti reagiscono positivamente a tale azione.

Ed è proprio da qui che voglio partire: dalla premessa della serie. Sebbene non sia nulla di nuovo, riesce a stupire e soprattutto a coinvolgere. I Giftia sono delle persone a tutti gli effetti e vengono trattati come tali in ogni ambito, a dispetto della loro aspettativa di vita molto bassa. I due protagonisti, Tsukasa e Isla, li ho adorati dall'inizio alla fine. Nel corso della serie vediamo Tsukasa disposto sempre a sorridere di fronte a qualunque avversità, non importa quanto dolorosa essa sia e quanto dolore egli provi, e soprattutto vediamo la maturazione di Isla, la quale passa da persona fredda, "meccanica" e schiva a una ragazza dolce e quasi espansiva.
Ottimi anche gli altri personaggi, fra i quali voglio citare Kazuki, manesca e impulsiva, la quale rappresenta la motivazione del perché lo Studio 1 della SA è conosciuto come quello che più fa attenzione al benessere psicologico dei clienti e dei Giftia, e Michiru, la "tsundere" che si rivela essere uno dei personaggi più tristi. Man mano che la serie va avanti, si finisce per affezionarsi a tutti i membri dello Studio 1, ed è stata questa una delle cose più belle.
La trama va avanti in maniera scorrevole, le evoluzioni dei personaggi sono graduali, per poi culminare nell'estremamente triste, seppur ben ovvia, conclusione. Guardando questo anime, sono passato da sorrisi ebeti, sorrisi imbarazzati, risatine genuine fino letteralmente a piangere come un bambino. Promuovo a pieni voti.

Il lato tecnico è anche buono: i disegni sono fluidi e gradevolissimi da guardare, le animazioni sono carine, le voci sono assolutamente superbe.
Dal lato sonoro invece abbiamo musiche azzeccatissime e soprattutto l'uso di complete assenze di suoni proprio per sottolineare la tensione. Opening ed ending non mi hanno detto nulla, sfortunatamente.

Mi sento davvero in crisi nel dover dare un esatto voto a questa serie, è praticamente una bufera di emozioni che ho amato dall'inizio alla fine. Posso capire chi ci ha visto un'opportunità sprecata nel trattare in modo complesso una società di umani e androidi, ma con tredici episodi non ti puoi permettere di snodare cose troppo complesse, quindi ritengo che la strada che hanno scelto sia stata perfetta, ovvero un'opera ottima, coinvolgente, agrodolce e tenerissima. La consiglio decisamente agli amanti del genere romantico.


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Chii-Kamio

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Plastic Memories" è uno di quegli anime che guardi e piangi.
Ambientato in un futuro in cui umani e robot umanoidi convivono normalmente, un ragazzo si appresta ad andare al primo giorno di lavoro, in cui conoscerà la nuova squadra mista di umani e robot, e la bella e glaciale Isla, anch’essa robot. Come prevedibile, i due finiranno per innamorarsi, ma il loro amore ha la data di scadenza a breve termine, siccome la robot sta giungendo al termine del suo ciclo vitale.
E da qui il tema che lancia quest’anime: come affrontare la morte, il lutto, la consapevolezza che le persone amate hanno la data di scadenza, e un giorno dei professionisti verranno a recuperare i “corpi”?
A mio avviso tredici episodi non sono sufficienti per sviluppare appieno questo tema, ma la cosa più deludente è la triste morte dell’appena sbocciato amore dei due. Non può finire così, non può, perché ho il cuore sensibile, e non è giusto che finisca così, soprattutto dal momento che è improbabile l’inizio di una seconda serie, siccome sarebbe troppo scontato il continuo.
E niente, in sostanza guardatelo, perché merita il vostro tempo e le vostre lacrime.

Utente70577

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Utente70577

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Non soltanto nella storia del cinema e dell'animazione, ma in tutta quella della narrazione prodotta, pensata, ideata fino a oggi si sono sempre susseguite certe tematiche che, per un motivo o per un altro, sono state utilizzate nel corso del tempo. Il motivo fondamentale del loro utilizzo è quello che determina, in fondo, tutto ciò che l'umanità ha portato a termine nel corso della sua storia: l'interesse. Perciò, premesso questo, risulta comprensibile il perché il tema "dell'amore impossibile" viene molto usato nel campo dell'intrattenimento. Chiunque nella propria vita ha dovuto affrontare il problema dell'amore non corrisposto o di quello che non può essere portato avanti o solo lontanamente immaginato, la tragicità nella quale ci si sente trasportati - in primis, generalizzando, le donne. Qualcosa che colpisce, qualcosa nella quale l'utente può, anzi deve per forza, immedesimarsi, pertanto un "colpo sicuro" per far giungere la propria opera al successo. Specie se si considera l'adattabilità con la quale questo tema si offre alle matrici creative degli autori. Una forma che può essere trasformata in ciò che si vuole senza che essa perda le sue primarie caratteristiche che la rendono utile.

Da tutto questo "Plastic Memories" ("Ricordi di plastica"), anime mandato per la prima volta in assoluto in onda nel 2015, non solo non si salva, ma può esserne considerato il tipico esempio.
Fin dalla prima scena del primo episodio veniamo, noi spettatori, trasportati in un mondo pieno di luci che riflettono un mondo, una realtà fatta di colorati e lucenti metalli, quasi a far invidia a un mondo fatato. Allo stesso momento inizieremo a immedesimarci in ciò che, nel corso della storia, diverrà il dramma dei protagonisti.
Sinceramente non so quanto una qualsivoglia idea filosofica possa prestarsi a quest'opera, poiché, se la protagonista invece di un'androide fosse stata una malata terminale di una malattia incurabile in un mondo ipertecnologico, non credo sarebbe cambiato molto.
Pretendere emozioni o morale alla "Azimov" in quest'anime sarebbe pretendere qualcosa di sciocco. Per quanto mi concerne "Plastic Memories" è un'altra storia d'amore impossibile che, comunque, si discosta dai suoi precedenti, assumendo una sua forma unica e godibile.
Quindi il mio consiglio di visionarlo si riferisce principalmente a tutti, ma, perlopiù, a coloro che sono alla ricerca di un dramma d'amore e agli amanti della fantascienza, avvisando quest'ultimi, però, che di "fantascientifico" potrebbero trovare solo delle altamente sviluppate tecnologie dal funzionamento non spiegato.


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winterbird

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Un po' shounen e un po' fantascientifico, "Plastic Memories" ha una buonissima idea di partenza, ma purtroppo, con lo srotolarsi dei vari episodi, nulla di più viene aggiunto dell'aspetto fantascientifico, lasciando lo spettatore con sempre i soliti quattro dati e informazioni iniziali, e cadendo poco a poco nel semplice genere sentimentale. E' un vero peccato che non siano stati aggiunti dati nuovi né introdotte "sorprese" in senso fantascientifico di tanto in tanto, visto che le premesse iniziali non erano troppo pretenziose né troppo complesse per poterci giocare tranquillamente senza creare troppa confusione o fare i soliti errori madornali di incoerenza fra dati iniziali e informazioni aggiunte in seguito, che spesso si notano in svariati anime di questo tipo.

Nonostante il protagonista sia un ragazzo e la serie parta come shounen piuttosto che come shoujo, alla fine l'attenzione esagerata alle emozioni della protagonista e ai suoi sentimenti contrapposti a quelli dello stesso rendono evidente l'obbiettivo della regia, ovvero ottenere piuttosto i favori di un pubblico femminile giovane e non troppo esigente.

L'aspetto negativo che assolutamente non può essere ignorato è, d'altronde, l'eccessiva stereotipizzazione dei personaggi, in particolare della protagonista femminile, la Giftia Isla, ennesimo personaggio chiuso in sé ma al tempo stesso adorabile e, nonostante quella che nel mondo reale potrebbe - sebbene erroneamente - essere facilmente percepita dai più come maleducazione o sufficienza, compreso e apprezzato già di primo acchito, tanto più che il protagonista maschile, l'ottimista duro a morire Tsukasa, umano, afferma all'inizio del primo episodio di essersi innamorato di lei probabilmente già dopo la prima breve occhiata in un ascensore.

In generale, "Plastic Memories" è un anime molto leggero senza troppe pretese, con bei disegni, una buona colorazione e una colonna sonora piacevole senza essere invadente. Le sigle d'apertura e chiusura sono ben fatte, tanto che vien voglia di riguardarne ogni particolare di volta in volta.

Anime consigliato a chiunque voglia seguire una serie pulita, semplice e scorrevole, con un po' di romanticismo pressoché privo di elementi drammatici, "Plastic Memories" riesce nella promessa di far piacere agli occhi dello spettatore senza impegnarlo troppo.
Anime non consigliato a chiunque ami particolarmente gli anime fantascientifici e/o pieni di colpi di scena, poiché in tal caso sarebbe ancora più evidente la piattezza della trama.

Tutto sommato, carino.


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klunk

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
In un futuro dove gli androidi sono identici agli esseri umani anche per quanto concerne i sentimenti, ma funzionano solo per un tempo determinato di soli nove anni, Tsukasa, a seguito di una raccomandazione, trova lavoro in una azienda che si occupa appunto di ritirare i Giftia, questo il nome degli androidi, giunti alla fine del loro ciclo vitale. Il lavoro di ritiro viene svolto a coppie formate da un umano e un Giftia, così il nostro protagonista si troverà a far coppia con Isla, che attirerà subito le sue attenzioni.
I Giftia ritirati vengono come spenti, e i loro ricordi e sentimenti vengono persi per sempre, mentre i loro corpi ritirati dalla casa produttrice. Quello del ritiro è dunque un compito spesso triste da svolgere, in quanto questi androidi così identici agli esseri umani hanno spesso un ruolo importante nella vita dei relativi proprietari, che li considerano come figli, partner, parenti, e che al momento di restituirli vivono veri e propri drammi.

Si tratta di una storia sentimentale, tra umano e androide, una storia drammatica e fantascientifica ben orchestrata e realizzata. Non tutto quello che riguarda i Giftia viene spiegato, forse solo il necessario allo svolgimento della storia, che dal canto suo non ha ritmi vertiginosi, ma che certamente non annoia, anzi invita ad andare avanti nella visione della serie.
La storia come detto fa perno sulla separazione inevitabile tra Giftia e relativo proprietario, inevitabile data alla scadenza del "prodotto", un fatto drammatico che fa certo pensare, in quanto se preso come allegoria riflette l'inevitabile destino dell'uomo stesso.

Passando al lato tecnico, bisogna ammettere che in disegni sono abbastanza canonici per quanto riguarda l'animazione orientale, con qualche esagerazione relativa alle acconciature, soprattutto quella di Isla. Colori vivaci e animazione appena sufficiente fanno il resto, ma dopo tutto in una storia che fa del sentimentalismo la sua bandiera il lato tecnico passa certamente in secondo piano.
Musiche scontate, non certo memorabili ma appropriate, accompagnano il tutto; nulla di che le sigle e la colonna sonora in generale.

Questo "Plastic Memories" è insomma tutto arrosto e poco fumo, molta sostanza e poca importanza al lato tecnico, poco più che sufficiente, un prodotto in grado certamente di attirare interesse e attenzione, nonché di far riflettere lo spettatore. Non adatto a chi odia le storie tristi, mi sento di consigliarlo a tutti coloro che amano le storie sentimentali e le commedie in generale.


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Evelyn

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

La storia si svolge in un ipotetico futuro, dove umani e giftia, che sono dei robot completamente umanizzati, quindi con sentimenti ed emozioni, vivono insieme pacificamente. I giftia sono una rivoluzione e un grande aiuto per l'essere umano... hanno solo una pecca, non possono restare attivi per più di nove anni. Allo scadere del loro tempo delle squadre di recupero cancellano i loro ricordi e vengono praticamente resettati: è come se morissero, perché le loro personalità e i loro ricordi non potranno mai più esistere... Ed è proprio nella centrale di recupero che ha inizio la nostra storia: qui è dove Tsukasa va a lavorare a diciotto anni dopo il diploma e dove conosce Isla, la sua compagna gifta; insieme formeranno la squadra per effettuare i recuperi di altri gifta.
Isla è molto fredda, quasi non rivolge parola a Tsukasa, solo il minimo indispensabile, e, neanche vivendo insieme, le cose cambiano. Perché le squadre giftia-umano convivano non si capisce molto bene, comunque, anche vivendo insieme, Isla è molto distante e fredda, l'unica cosa che fa è preparare thè di continuo per tutti. La prima parte di puntate è incentrata proprio su questo, spiega cosa sono i giftia, le loro capacità e qualche sprazzo di ricordi di tre anni prima, in cui ci sono stati degli avvenimenti. Poi ci si concentra su Tsukasa, che cerca di smuovere in un certo senso Isla e che vorrebbe avere un rapporto con lei, soprattutto in casa, dato che vivono insieme, e in questo si farà aiutare dagli altri colleghi, sia umani che giftia, che sono tutti molti disponibili. Peccato però che non sono stati ben caratterizzati e sviluppati come personaggi, nonostante abbiano tutti un bel potenziale. Veniamo a sapere ben poco di loro, solo per alcuni la storia viene un po' più sviluppata.
Insomma, come è prevedibile, Tsukasa si prende una cotta per la bella Isla e fa di tutto per farsi notare e starle vicino, finché anche Isla si innamora di lui, ma vuole continuare a stargli alla larga. Poi finalmente capiamo perché, ad Isla restano circa 2000 ore di vita, ovvero un mese. A questa scoperta il protagonista resta scioccato, ma non vuole rinunciare a lei, anzi vuole ancora di più costruire più ricordi possibili in questo mese al suo fianco.
Alla fine anche la dolce Isla si rende conto di voler stare con lui fino alla fine, e da qui iniziano gli ultimi giorni insieme come un conto alla rovescia, tra lavoro e divertimenti che lui le offre.

L'anime è molto carino e ben disegnato, ma non mi ha emozionata granché (a parte il finale, dove ho versato fiumi di lacrime). Non mi è sembrata realistica questa storia d'amore, che sembra vissuta da due ragazzini delle medie, un amore talmente puro e innocente... I due vivono insieme e fino all'ultima notte non si danno neanche un bacino?! Dai... mi aspettavo almeno qualche scena d'amore nei loro ultimi giorni insieme, qualcosa di emozionante! E invece è stato abbastanza piatto, a parte l'ultima puntata.
Forse tredici puntate sono poche per presentare al meglio questo anime? Non lo so, ma sicuramente poteva essere sviluppato meglio, e poi ci sono alcuni punti non molto chiari su cui hanno sorvolato nella trama, come il vero passato di Isla, il perché del suo indebolimento, perché era diventata così staccata e fredda con tutti negli ultimi tre anni... se ne parla, ma non si capiscono a fondo le ragioni.

Per concludere, è un anime scorrevole e veloce nelle sue tredici puntate. E' carino vedere questo mondo di fantascienza altamente avanzato nella creazione di questi esseri e poi la brutalità del loro lavoro di recupero e di eliminazione dei ricordi, che cercano di rendere il più dolce possibile per i clienti... ma sono gli unici a comportarsi così, perché le altre unità non si preoccupano del benessere del giftia e dell'umano possessore dello stesso. Quindi, anche vedere l'impegno che mettono nel loro lavoro è gratificante.
Lo consiglio a coloro a cui piace la fantascienza e agli appassionati di storie d'amore, è un amore molto profondo più che plateale, il massimo che fanno è tenersi per mano... però si capisce che si amano e il cambiamento radicale di Isla lo dimostra: diventa la ragazza più dolce del mondo che sta vivendo il suo primo amore.


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Toshi92

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

La storia parte da una premessa di base fantascientifica: in un futuro prossimo sono state inventate delle intelligenze artificiali chiamate giftia, che vengono vendute ai cittadini da una grande azienda per svolgere qualsiasi mansione possibile, anche solo per mera compagnia. L'unico problema è che questi giftia hanno una durata di circa nove anni, dopodiché la loro mente si deteriora e devono essere disattivati. Il nostro protagonista (Tsukasa Mizugaki) viene da poco assunto da un'unità di questa azienda che si occupa proprio del ritiro dei giftia che stanno arrivando ai loro ultimi istanti di autonomia.

Nonostante le premesse, le problematiche riguardo le intelligenze artificiali, le leggi della robotica, la discussione riguardo la loro anima vengono del tutto accantonate. Perché in questo mondo il fatto che i giftia sono in grado di provare sentimenti come esseri umani è qualcosa unanimemente accettata da tutti. Un problema e uno spunto narrativo in meno. A questo punto potreste pensare che la storia si incentri sui singoli incarichi lavorativi del nostro protagonista, che ha lo spiacevole compito di andare a casa delle persone con cui vivono i giftia e dir loro che il loro caro umanoide, che hanno amato e accolto nelle loro case, deve essere disattivato, trasformando magari l'anime in una sorta di "Ikigami" dai toni più leggeri. E invece no. La vicenda in realtà si concentra quasi esclusivamente sulla storia d'amore tra il protagonista e una giftia che lavora con lui. L'unico problema di questa storia d'amore è che a lei restano solo due mesi di autonomia prima della disattivazione. Allora, questo "Plastic Memories" è un drammone sentimentale, starete pensando voi. Più o meno. Perlopiù nelle tredici puntate di questo anime vedremo sbocciare l'amore tra i due giovani protagonisti e vedremo le loro vicende lavorative/amorose, la loro vita quotidiana di coppia, sia nel lavoro che nel privato. La vicenda drammatica della storia verrà trattata solo nelle puntate finali senza troppi colpi di scena, finendo esattamente come ci si può aspettare da un anime con queste premesse. Senza neanche puntare troppo alla lacrima dello spettatore, ma mascherando il tutto da "lieto fine" con un retrogusto malinconico. Diciamo quindi che l'elemento fantascientifico dell'anime (le intelligenze artificiali) è solo un pretesto per raccontare una storia d'amore che potrebbe benissimo funzionare anche senza. Basta sostituire il fatto che lei è un giftia a cui restano pochi mesi di autonomia con una malattia terminale, ad esempio (quanti ce ne sono di film drammatici così?).

Ma la vera domanda, arrivati a questo punto della recensione, e che tutti mi potrebbero fare, è: "Vale la pena vederlo?" Beh, la storia d'amore non viene raccontata in maniera tanto diversa da una qualsiasi commedia scolastica sentimentale. Gli incarichi lavorativi non sono mai realmente al centro della vicenda (tranne uno) e non riescono ad avere la carica emotiva o l'interesse che potrebbero avere. Però, in fondo, si lascia guardare. Certo, viste le premesse, magari ci si poteva aspettare di più che una semplicissima storia d'amore, ma a noi piacciono comunque (almeno a me).


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AlexHylian

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Questo anime mi è stato consigliato da un amico, e quindi mi ci sono buttato ad occhi chiusi, siccome è il suo preferito.

La storia è abbastanza complessa e ambientata in un futuro dove, insieme agli umani, convivono degli androidi completamente uguali chiamati "Giftia". Loro possono agire, pensare, cibarsi e divertirsi proprio come dei normalissimi esseri umani. Questi Giftia vengono prodotti dalla SAI Corp. e possono essere adottati da diverse persone che necessitano di una figura o di un aiutante. Nella storia, possiamo trovare un Giftia che in una famiglia può fungere da badante oppure uno con le sembianze di un bambino utile per una madre rimasta completamente sola. L'unico problema di questi "robot" è che hanno una scadenza e necessitano prima o poi di essere ritirati. I protagonisti di questa storia fanno parte appunto del settore ritiri della SAI e il loro compito è quello di riprendersi gli androidi in stato di scadenza. La parte difficile del loro lavoro è appunto quella di separarli, nonostante l'affetto che si è creato.
Anche nell'agenzia di ritiro gli umani devono collaborare con dei Giftia, e i lavori vengono spartiti per coppia (umano più androide). Tutto cambierà in quell'agenzia quando nella coppia formata dai protagonisti Tsukasa e Isla scatterà la scintilla... l'unico problema è che Isla è un Giftia, ma, nonostante lui lo sappia, non c'è verso di colmare l'amore che si è creato tra i due.

Parlando della struttura dell'anime, secondo me la puntata che più confonde e che meno mi ha convinto è proprio la prima. Purtroppo inizia maluccio, e chi come me vede tantissimi anime può pensare all'ennesima 'commercialata', siccome anche qui abbiamo un protagonista maschio buono e "inganfito", la ragazza tenera e carina che fa coppia con lui, la ragazza tsundere e altri personaggi che ci vengono fatti conoscere in fretta e furia tra tantissime gag prevedibili. Infatti, l'unica cosa che penalizzo dell'anime è proprio per come parte.
Ma il mio amico continuava a dirmi: "Tu continua, e soprattutto goditelo!". Ebbene, aveva ragione, la storia migliora tantissimo, e il romanticismo che incontreremo andando sempre verso la fine è davvero unico! Le frasi sui ricordi, sulle memorie e sui difetti delle persone che amiamo mi hanno fatto riflettere molto, e devo dire che la scena finale mi ha anche leggermente commosso dentro (e ciò è rarissimo).

Graficamente è molto colorato. Ogni scena ha dei colori luminosi con degli effetti sempre tendenti al viola, colore moderno e futuristico, davvero molto adatto all'epoca in cui è ambientato.

Che dire in sintesi? Vi piacciono le storie d'amore? Beh, in questo anime ne troverete una spettacolare e unica, piena di insegnamenti, senza andare troppo nello sdolcinato.
In poche parole è un qualcosa di nuovo! Peccato solo per l'inizio che può non attrarre i critici come me, però, davvero, non fermatevi, perché il bello arriva dopo, e non ve ne pentirete minimamente!


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Hatake Rufy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Plastic Memories" ha un impatto di trama davvero emotivo, associato a una buona realizzazione dei personaggi, che è l'aspetto fondamentale che attira la visione.

La trama è ambientata in un futuro in cui a fianco degli umani coesistono degli androidi chiamati Giftia, molto simili agli umani in tutti gli aspetti - infatti sono in grado di provare addirittura sentimenti, ma l'aspetto differente è che hanno una durata di vita molto limitata, circa nove anni. Di conseguenza esistono squadre addette al recupero di questi Giftia prima della scadenza del loro tempo, altrimenti rischiano di creare seri problemi a terzi; per recupero si intende cancellarne i ricordi attuali e ricrearne dei nuovi. Il protagonista è Tsukasa, un nuovo impiegato della squadra di recupero, il quale affiancherà la Giftia Isla.
A livello di sviluppo della trama l'anime guadagna dei punti, merito della semplicità e coerenza con le quali la storia si crea con il passare degli episodi; inizialmente sembra tutto così difficile da comprendere, ma, grazie agli eventi che avremo il piacere di vedere, capiremo molte cose su questi Giftia, per non parlare dell'amaro in bocca che sopporteremo ogniqualvolta vedremo una persona separarsi dal proprio Giftia.

I personaggi non sono una nuova scoperta, sono caratterialmente semplici; abbiamo il solito protagonista imbranato con le femmine ma capace nel proprio lavoro, pronto a mettersi in prima linea, poi c'è la timida ragazza che in apparenza sembra fredda e distaccata, e, per non farsi mancare nulla, abbiamo quella acida e quello un po' pieno di sé. Nel totale la loro semplicità, legata alla trama, trasforma il tutto in un buon prodotto, facile da seguire e anche molto emotivo, pronto a far versare qualche lacrima; riguardo quest'ultimo aspetto, alcuni eventi, soprattutto quello principale, mira sicuramente a far commuovere il pubblico, e forse alcuni lo troverebbero incredibilmente forzato. Personalmente non credo che l'autore abbia voluto usare la portata principale per forzare il tutto, anche perché non avrebbe senso, visto che la trama in sé per sé e drammatica, quindi la ritengo una ciliegina sulla torta che completa una meravigliosa opera d'arte.

E, per finire, il comparto tecnico: disegni e grafica sono molto piacevoli, con una buona dose di colori mirati a rendere il tutto più vivace; il sonoro invece lo ritengo nella norma, con un buon doppiaggio e sigle piacevoli da ascoltare. Non ho dubbi nel consigliare vivamente quest'anime.


 1
Incursio Fury

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Plastic Memories" è la perfetta definizione di anime tranquillo. Mi spiego meglio.

Quello che rende "Plastic Memories" un anime piuttosto particolare è il modo in cui tutta la storia viene raccontata, infatti è tutto molto semplice e pulito, sin dalla prima puntata; in più, il modo quasi realistico e crudo in cui gli avvenimenti vengono raccontati l'ho adorato! Si capisce sempre tutto, di conseguenza chi lo guarda non si farà grandi complessi mentali pensando a come finirà o cosa succederà, perché effettivamente ti viene detto sin da subito; nonostante questo particolare l'anime riesce comunque a trasmetterti forti emozioni e riesce anche a farti venire voglia di continuare a guardarlo.

Altro punto forte dell'anime è sicuramente la presentazione e la gestione dei personaggi nel corso degli episodi, infatti l'anime riesce a farti capire che genere di persone sono, e non cambiano le loro abitudini e reazioni, cosa che magari in altri anime succede. Il modo in cui viene gestita la storia tra i due protagonisti è veramente ottimo: tranne che per qualche puntata e qualche situazione evitabile la storia è gestita molto bene.

Questo anime ha però anche qualche difetto, infatti delle volte la filosofia raccontata è veramente spicciola e certe situazioni sono abbastanza banali.

Parlando di grafica e colonne sonore, la grafica è fatta abbastanza bene, nulla di eclatante, ma è molto carina, soprattutto per quanto riguarda i personaggi femminili. Tra le colonne sonore ho trovato la opening carina, la ending non mi è piaciuta molto, mentre le canzoni di sottofondo mi sono piaciute parecchio, si adattano perfettamente alla situazione.

In conclusione, posso definire "Plastic Memories" un anime tranquillo ma fortemente emotivo, da guardare.


 2
Fandovair

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
"Plastic Memories" è un anime che ritengo partire senza troppe pretese. Il risultato finale infatti è una serie incentrata su slice of life, romance e scene comiche, abbandonando ben presto la strada che avrebbe potuto condurre a una trattazione di argomenti complicati riguardanti la società o il mondo dei giftia, robot commercializzati da un'impresa giapponese che sono in tutto e per tutto simili agli umani, riuscendo a provare persino emozioni e sentimenti, con l'unica differenza che hanno una durata di vita di circa nove anni.

Il reparto tecnico ha svolto un buon lavoro, la grafica è soddisfacente, i colori niente male e anche le musiche non lasciano del tutto indifferenti (io ho preferito in particolar modo la opening).
Il punto di partenza della trama è anche interessante, certo il tema di robot che provano emozioni umane non è una cosa nuova, ma comunque per come è posto risulta interessante e accattivante, anche se soffre dall'inizio di alcune incoerenze di fondo, se proprio si vuole analizzare il tutto in maniera analitica (perché comprare robot con emozioni umane che hanno loro proprie vite con loro propri lavori etc. non ha molto senso socialmente parlando, né per le esigenze di produzione né per le persone stesse, che si vedono insidiare il posto di lavoro, ma va beh).
Ben presto ci si accorge che la storia mira a suscitare ilarità in alcuni momenti (e secondo me ci riesce) e in altri, come il finale, a strappare lacrime in uno dei più classici dei modi, un amore tra giftia e umano con l'inevitabile risvolto del caso. Quest'ultimo obiettivo, quello del commuovere, cioè l'obiettivo principale, non è completamente riuscito, infatti le ultime puntate ottengono il risultato di rallentare e rendere ripetitiva la narrazione, non riuscendo a rendere al massimo il phatos finale.
I personaggi sono vari e per alcuni ci sarà uno sviluppo, alcuni risultano vagamente interessanti, ma alla fine non hanno niente di originale, la protagonista poi risulta un qualcosa di già visto.

Alla fine risulta essere un sufficiente prodotto di animazione, a coloro a cui piace il romance e i tratti comedy potrà risultare una serie comunque positiva, ma dev'essere chiaro che chi vuole vedere qualcosa di ulteriore, magari una riflessione sulla società presentata o un'analisi profonda dei giftia, rimarrà deluso, visto che le uniche riflessioni possibili sono presentate sin dalla prime puntate.

Voto: 6


 1
aemilius

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Robot che possiedono un'anima vera e propria, ricordi che svaniscono entro un preciso lasso di tempo, relazioni di qualsiasi tipo allacciate con esseri umani. Non è la prima volta che tematiche simili vengono affrontate in un anime e con tutta probabilità non sarà nemmeno l'ultima; ad ogni modo, grandissima parte di questo è "Plastic Memories".

Tsukasa Mizugaki è un neoassunto presso la sede di una delle più importanti società produttrici di un nuovo modello di androide, i giftia, decisamente affini all'uomo per tratti caratteristici e persino sentimentali. Nonostante l'invenzione si presenti come una delle più considerevoli a livello mondiale, per chiunque voglia averne a che fare è importante assumere la consapevolezza che tali esseri artificiali presentano un limite di ordine esclusivamente temporale, o quasi: l'identità degli stessi svanisce difatti a poco più di nove anni dall'attivazione del ciclo vitale. Dunque, il compito del protagonista è quello di ritirare i giftia prossimi al termine suddetto. In tutto ciò, come poteva mancare il tradizionale paradosso? Così, si decide che ad ogni impiegato umano dovrà necessariamente affiancarsi proprio un giftia, che nel caso del personaggio principale si rivelerà essere una ragazza già incrociata poco prima in un ascensore, Isla, con la quale Tsukasa inizierà perciò a intraprendere una relazione collaborativa che sarà il perno principale di tutto il racconto.

E' giusto partire proprio dall'evidentissimo punto debole dell'anime, cioè dalla parte fondamentale della storia che è ipotizzabile sin dal principio: nessun colpo di scena che possa far intendere diversamente; d'altro canto, la psicologia di tutti i personaggi viene descritta al meglio e i sentimenti subiscono un'evoluzione ben definita e coerente nel corso degli avvenimenti, anche nei cambiamenti d'idea di ognuno. Sul lato tecnico, davvero poco da dire: i disegni sono realizzati con grande cura ed è praticamente impossibile non riuscire ad apprezzarli. Non male la colonna sonora; avrei invece da ridire su un effetto audio, cioè sul rumore causato dall'esplosione dei fuochi d'artificio che nell'episodio a cui mi riferisco è più associabile a quello prodotto da un fucile a canne mozze, ma tralasciando questo anche in quest'ambito sembra tutto a posto.

Personalmente, pur prendendo a un certo tratto una via eccessivamente romantica, "Plastic Memories" mi è piaciuto e mi ha dato non pochi spunti su cui riflettere, naturalmente quasi tutti riguardanti i ricordi e in particolare l'importanza di lasciarsi trasportare dai sentimenti anche con delle conseguenze inevitabilmente negative, perché nessun danno è grave come quello che si fa quando si trattiene tutto dentro.

Quest'anime è dunque consigliabile a chiunque voglia vedere qualcosa che scateni delle piccole emozioni, senza è meglio non farsi troppe aspettative. Insomma, decisamente non un capolavoro, ma un buon prodotto.


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Mustang94

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Consigliato? Perché no!

Se la tua vita fosse limitata a pochi anni, cercheresti di creare bei ricordi, sapendo però che questi causeranno la sofferenza delle persone che ti sono state accanto dopo la tua scomparsa, o eviteresti di crearne, il che equivarrebbe a non vivere affatto?

"Plastic Memories" è una serie animata composta da tredici episodi e prodotta dalla studio Doga Kobo per la stagione primaverile del 2015. Sin dal primissimo episodio sarà chiaro allo spettatore ciò a cui questa produzione mira, ossia suscitare una risposta emotiva in chi la guarda, rimanendo fedele quindi al suo genere. Proprio questo primo episodio svolge a pieno il suo compito di pilot, riesce infatti a far sorgere la voglia di continuare la visone dei seguenti episodi, lasciando un'ottima prima impressione.
La trama è piuttosto semplice: in un prossimo futuro gli umani convivono con degli androidi, denominati Giftia, creati dalla SAI Corp, che rispecchiano in tutto e per tutto un essere umano, essendo addirittura dotati di una sorta di anima, o presunta tale. Questi ultimi sono caratterizzati però da una triste condizione, ovvero il loro funzionamento è limitato a poco più di 80.000 ore. Appare facile quindi scorgere il tema portante dell'intera serie. E' quello a cui la domanda posta in apertura fa riferimento e che nello specifico coinvolge le vite di Tsukasa, ragazzo diciottenne, e Isla, giovane Giftia che si avvicina alle fatidiche 80.000 ore, partner di lavoro alla SAI nella sezione addetta al recupero delle unità ormai giunte al limite dei loro giorni. L'anime ci proietta nella vita lavorativa e privata dei due, facendoci vivere l'evoluzione del loro rapporto, prendendo le parti ora dell'uno ora dell'altra, portando lo spettatore tra alti e bassi a fare i conti con le proprie emozioni.

Durante l'arco di durata della serie, trasparirà sempre un certo senso di tristezza misto ad amarezza per l'esito a cui è inevitabilmente destinata la protagonista, come si intuisce dalle prime battute. Tuttavia questa atmosfera è spezzata da scene comiche, maggiormente veloci e da toni più caldi e allegri. Ciò è voluto ovviamente per non far risultare la narrazione piatta e ripetitiva, spezzando la falsariga iniziale, ma, così facendo, dopo un primo episodio fortemente emotivo, potrebbe essere percepito come un calo di toni che va a minare la qualità in sede di una visione di insieme finale. Si tratta però di una valutazione fortemente soggettiva, che potrà variare da utente a utente. Nel complesso la trama è abbastanza lineare, non ci sono grosse sorprese, ma nonostante questo la storia, i dialoghi e le vicende interpersonali dei protagonisti svolgono discretamente il loro compito: intrattenere.

Buona è la caratterizzazione dei personaggi principali, soprattutto quella di Isla, che si lascia facilmente apprezzare, meno quella di alcuni secondari.

Dal punto di vista tecnico si è di fronte a un character design dei personaggi femminili molto gradevole, con buoni disegni, animazioni che calano di qualità a volte negli episodi intermedi, ma non eccessivamente, illuminazioni soddisfacenti, ottime opening (per descriverla userei il termine "delicata") ed ending.

La regia si dimostra discreta, prova ad emergere, ma a mio avviso non va oltre la sufficienza.
E' come se questa serie lasciasse in chi la guarda una semplice riflessione. Anche la vita dell'uomo è limitata, ma essendo un limite non rigorosamente definito ci illudiamo di avere un infinità di tempo a disposizione non pensando o non attribuendo importanza alla fine dei nostri giorni, rimandando in continuazione, costruendo questa frivola illusione.
Allora, cos'è quest'opera se non un'esortazione a vivere pienamente la nostra vita?

In conclusione, questa produzione affronta un tema già trattato, ma sviluppato in maniera soddisfacente. Forse poteva essere gestito meglio in alcune scelte di sceneggiatura, ma tutto sommato questa serie riesce a commuovere e intrattenere. Non è un capolavoro, certo. Ma sicuramente per il suo genere è uno di quegli anime che merita una visione.

Voto: 7


 4
Shiro90

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Questa è la mia prima recensione e vorrei cominciare proprio con "Plastic Memories", uno degli ultimi anime che ho visto. Non ho le capacità di un recensore professionista, perciò prendete questa mia recensione come il parere che può darvi un amico appassionato di anime.

"Plastic Memories" è un anime di tredici episodi ambientato in un futuro prossimo, dove un'azienda produce degli androidi, i giftia, i quali sono identici agli umani tranne che nella durata della loro vita, poco più di nove anni, oltre la quale devono essere ritirati.
La storia è incentrata su Tsukasa, appena assunto dalla società per ritirare i giftia prossimi allo scadere del loro ciclo vitale, il quale farà coppia con Isla, una giftia anche lei prossima al ritiro.

Ma veniamo adesso alle mie impressioni.
Incominciamo dai personaggi: abbiamo il protagonista che mi ricorda il classico personaggio un po' piatto e anonimo visto in molti altri anime, una rossa tsundere e il suo giftia, un ragazzetto il cui unico scopo è metterla in imbarazzo. Poi ci sono anche il collega scansafatiche che pensa solo alle donne, il capo, 'sfigato' e ignorato da tutti, e altri personaggi totalmente inutili o per niente sviluppati. Ma in mezzo a questo piattume e inutilità brilla lei: la giftia Isla che, con il suo essere imbranata, la sua ingenuità e le sue espressioni, riesce sempre a far sorridere, evitando così che la serie risulti troppo stucchevole nella sua drammaticità. Nella serie vediamo la sua personalità evolvere costantemente, all'inizio isolata e poco propensa a parlare con il suo nuovo coinquilino; per via del poco tempo che le rimane, non vuole più crearsi dei ricordi in quanto crede che: "I bei ricordi non salvano nessuno. Più bello è il ricordo, più doloroso può diventare. Fino ad essere terrificante. Sia per chi se ne va sia per quelli che rimangono"; ma poco alla volta riuscirà ad aprirsi e crearsi dei meravigliosi ricordi insieme ai suoi compagni.

Un altro punto di cui parlare sono proprio i giftia e la loro durata di vita: perché le persone dovrebbero spendere i loro soldi per qualcosa (o qualcuno) che tra meno di dieci anni non ci sarà più? La risposta non è semplice, ma credo che sia lo stesso motivo che nel nostro mondo ci spinge ad avere un animale; che sia un cane o un gatto, anche loro con una durata della vita inferiore alla nostra, ci fanno compagnia e possono essere un sostegno nei momenti difficili della nostra vita. Inoltre i giftia risultano utili, in quanto si vedono prendere il posto dei genitori per i bambini rimasti orfani oppure aiutare i familiari nel lavoro e nelle mansioni di casa.

Ma perché gli ho dato un voto così alto? Perché a mio parere "Plastic Memories" è un ottimo anime che ha saputo intrattenermi e dalla trama mai scontata (penso che tutti fino alla fine abbiano sperato in un colpo di scena, una soluzione per salvare Isla e la sua memoria). Penso anche che nel finale sia stato giusto non far vedere il nuovo partner di Tsukasa, in quanto, anche se con lo stesso corpo, Isla non ci sarà più è lui dovrà andare avanti con la sua vita e crearsi dei nuovi ricordi, ma facendo tesoro dei bei momenti finora vissuti con lei.

Per finire, posso solo dire che il comparto tecnico è molto buono, i disegni e le animazioni sono ben fatte e le musiche sempre azzeccate.

"Plastic Memories" è un'opera profonda e toccante, in grado di far commuovere ma anche sorridere, che io consiglio vivamente.


 5
Prometheo del Vento

Episodi visti: 13/13 --- Voto 2
<b>Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler</b>

Filosofia o Harmony da bancarella?
Spesso e volentieri il confine tra questi due stili o arti è veramente labile nell'animazione giapponese. Sono sempre stato dell'idea che, se ci si vuole lanciare in pensieri profondi, lo si debba fare, ma con grande competenza e con apertura mentale. Cosa che non riesce sempre facile ai Giapponesi, chiusi nella loro roccaforte in mezzo al mare. Lo vediamo nei tanti stereotipi internazionali e nel non tentare nemmeno di dare un senso chiaro alle frasi in inglese (errore veramente provinciale per chi si vuole lanciare sul mercato internazionale... visto i soldi che ci spendono, un corso di inglese non farebbe male). Anime e filosofia spesso sono accostati, ma ovviamente non è sempre così. "Plastic Memories" quindi cos'è?

La trama è inutile enunciarla, già trattata in sede di scheda. Partiamo dall'assunto. Se voi conosceste il giorno e l'ora esatta della vostra morte, come affrontereste il tempo rimasto a vostra disposizione? Un assunto veramente intrigante, che si può prestare a tantissima speculazione filosofica. Rimarrete delusi se cercate elucubrazioni alla Tetsuka o alla Shirow. Quello che appare di fronte a noi non è altro un melting pot di presunta sci-fi, misto a tanto romanticismo, carico di buonismo tanto caro ai Nipponici, che, consapevoli di una crudeltà del loro sistema, riversano nell'animazione modificandolo all'opposto. Non siamo nuovi al classico ragazzo per bene, privo di un reale pensiero rivoluzionario, che riesca in qualche modo ad essere memorabile. Frasi fatte, tutti buoni, gli stereotipi classici e tanti personaggi. Altra pecca: se si mettono in mezzo tanti personaggi, si hanno due alternative, o delinearli psicologicamente tutti o in qualche modo questi devono avere un senso nella trama, per creare qualcosa di assolutamente unico, in modo tale che il distacco finale possa essere realmente profondo. Abbiamo una serie di androidi, nessuno dei quali spicca: il ragazzino Zack, solo la peste senza peli sulla lingua, l'impassibile (Sherry?), che praticamente in privato si commuove sempre, il buon amico con gli occhiali Costance... nessuno che spicchi, eppure sono androidi, eppure il loro destino sarà sempre lo stesso, identico alla protagonista Isla. Sarebbe stato interessante uno scambio di opinioni sul tema, una riflessione tra androidi sul destino a loro dato. Niente di tutto questo. Il bravo ragazzo che si innamora della bella androide, storia d'amore, finale inevitabile. Un solo messaggio passa, in sottofondo, discreto: la tecnologia è un bene di consumo costruita apposta per avere una fine abbastanza veloce, per poter poi aggiornare i sistemi e quindi spendere dollari, yen. In questo non hanno toppato.

Personalmente, "Plastic Memories" non è altro che lo specchio concreto di una realtà sempre più chiusa in sé stessa, dove tutti i personaggi sono uguali (esteticamente a me sembrano tutti uguali negli anime), il volto del protagonista maschile (di cui ho dimenticato persino il nome) è un volto talmente comune, talmente banale, che riflette appunto questa situazione di omologazione del soggetto artistico. Negli anni ho ridotto di non poco la mia fruizione di anime, votata più alla ricerca di qualcosa di diverso e di sensato, e devo dire che li trovo.
In "Plastic Memories" tutto è finto, tanto valeva evitare gli androidi, ambientarlo in un ufficio qualunque e dare alla ragazza tre mesi di vita, causa male sconosciuto. Avrebbe avuto più senso.
Non mi ha fatto piangere, non c'era da piangere. Mica mi commuovo con gli Harmony!
Bocciato in pieno.


 3
Eversor

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"Pastic Memories"; ecco un altro buonissimo titolo uscito nella stagione primaverile 2015. Tredici puntate veramente emozionanti, che divertono e commuovono allo stesso tempo. Un'opera dalle sfumature magiche, capaci di estasiare in un mondo futuristico che, tuttavia, assomiglia incredibilmente al nostro.
Una buona commedia sentimentale, accompagnata da ottimi spunti fantascientifici che, però, non domineranno mai in maniera esclusiva l'intera vicenda. I toni drammatici si possono percepire fin dalla prima puntata. Un profumo intenso, che man mano aumenterà fino a lasciare lo spettatore sommerso da un marea di sentimenti contrastanti.
Insomma, tanti elogi per descrivere una serie che sa di capolavoro.

"Plastic Memories", un anime in cui si racconta la vicenda di Tsukasa Mizugaki, un giovane (s)fortunato che, avendo saltato gli esami per malattia, è stato raccomandato in un'agenzia tutta particolare. Una filiale dell'organizzazione addetta ai ritiri dei Giftia, androidi dotati di anima che, una volta finito il loro tempo di vita, devono essere ritirati.
Subito Tsukasa avrà il piacere di constatare come la postazione di lavoro appare tutt'altro che monotona e noiosa. La bella e scontrosetta Michiru (classica tsundere) incomincia subito ad attaccare il novellino, Kazuki mostra il suo lato spietato, e così per tutti gli altri colleghi. Non proprio un luogo normalissimo per intraprendere la propria nuova vita lavorativa. Ma ecco che le cose cambiano. Viene affiancato da Isla, un androide di sesso femminile dalle sembianze esili e carine. L'iniziale indifferenza lascia piuttosto perplesso Tsukasa che, solo con il tempo, riuscirà a sciogliere gli ingranaggi impolverati di Isla e risvegliare i suoi sentimenti.
Sboccerà un nuovo amore? Chissà. Le cose sembrano tutt'altro che scontate. Innanzitutto per la consapevolezza di Isla che, prima o poi, dovrà essere ritirata anche lei. Eventuali ricordi saranno cancellati e tutto svanirà nel nulla, come se non fosse mai esistito. In secondo luogo, ma non meno importante, il caratterino della piccola Giftia. C'è qualcosa nel suo passato che la rende titubante, quasi paurosa di attaccarsi nuovamente alla gente. Cosa ci sarà sotto? Ma, soprattutto, ci potrà essere una lieto fine?

Inizio la mia analisi dalla descrizione dei personaggi che danno un'impronta importante all'opera. Tsukasa è il classico protagonista: non troppo bello, ma neanche così brutto da far ribrezzo. La sua forza sta senza dubbio nel carattere dolce e nella forza interiore.
Isla, d'altra parte, è totalmente l'opposto. L'apparente freddezza nasconde un animo debole e bisognoso d'affetto. Quello che mi ha fatto maggiormente piacere è vedere in lei quella continua, e non improvvisa, crescita. Non rimarrà silenziosa a vita (addio kuudere), e il carattere impacciato non la renderà la classica frignona e innocentina (addio dandere). Insomma, una personalità vera e "a tutto tondo", consapevole di ciò che avverrà, anche se titubante sul come affrontare questi cambiamenti.
Ora, però, sono anche costretto a confutarmi. Poiché, a differenza di quanto detto sopra, non mi è dispiaciuto affatto trovare in Michiru il classico seme di "tsundere". E' vero che la sua caratteristica scontrosa la rende particolarmente odiosa e simpatica allo stesso tempo. Tuttavia non ho potuto non commuovermi di fronte a come gestisce la situazione "Isla". Il suo amore (se così può essere chiamato quel piccolo germoglio di passione) non si trasforma nell'angosciante gelosia verso la classica protagonista. Anzi, aiuta la giovane coppia e reprime i propri sentimenti.
La trama è originale fino a un certo punto, ma ciò che colpisce è come questa viene gestita e ammansita. Si rimane in dubbio fino all'ultimo secondo: lieto fine o conclusione drammatica? Vincerà la dura realtà o l'amore riuscirà a sconfiggere le leggi della natura? Personalmente apprezzerei maggiormente la prima opzione, ma voglio lasciare a voi questa grande domanda.

Buona la grafica, in cui i colori brillanti alleggeriscono i toni angoscianti, che alle volte prendono possesso dell'anime. Temi vivaci che, quando c'è bisogno, riescono a esplodere con un'intensità tale da commuovere.
Le musiche sono molto belle, così come il doppiaggio appare ben fatto.

In soli tredici episodi si è stati in grado di dare un senso compiuto a una vicenda che poteva offrire infiniti sviluppi. Non si divaga troppo, ma non si rimane nemmeno concentrati unicamente sulla storia d'amore. Sia Isla che Michiru coinvolgono lo spettatore che, tuttavia, non avrà il piacere, o il dispiacere, di affrontare l'ormai classico triangolo amoroso.
Tuttavia c'è una scena che potrebbe rivelare tutti i futuri sviluppi. Uno sguardo intenso, che sembra guardare mondi lontani, e allo stesso tempo avventure future. Di chi? Semplice, di Isla. Un'occhiata verso l'amato Tsukasa, una sorta di saluto, ultimo addio; con la consapevolezza che, prima o poi, anche lui potrà tornare a essere felice... magari insieme a un'altra.
Oppure, sorprendentemente, sarà smentita lei stessa. Forse troveranno una soluzione, forse riavrà i suoi ricordi, forse ce la farà. Una lotta interiore che assale lo spettatore dal primo all'ultimo episodio. Una struggente battaglia, in cui non si può che rimanere sfiniti, e commossi.
Ecco cos'è "Plastic Memories".

Voto finale: 9


 8
Ahri

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Quando pensiamo a "robot" ed "esseri umani" qual è la prima cosa che ci viene in mente? No, purtroppo non parliamo degli EVA e non siamo nemmeno in uno scenario alla "Blade Runner" o "Io, Robot" o, addirittura, da "L'uomo bicentenario".
Questa serie parte con un chiaro obbiettivo: far commuovere lo spettatore, ma senza riuscirci davvero.

La trama ve la ricopio dalla pagina di Animeclick.it (sono molto pigra) e facciamo decisamente prima: "La storia ha luogo in un prossimo futuro in cui l'impiego di androidi simili agli umani è diventato comune. La compagnia SA Corp. produce quindi il modello Giftia, in grado di riprodurre quasi alla perfezione non solo l'aspetto umano, ma anche i sentimenti. Questi androidi però hanno una "vita utile" (circa nove anni) limitata e vanno ritirati e dismessi prima di questo momento, onde evitare l'insorgere di non meglio identificati problemi...
Tsukasa Mizugaki è un nuovo impiegato della SA addetto al ritiro delle unità veterane e fa coppia con la Giftia Isla, tuttavia..."

L'idea in sé non era sbagliata, ma non sta in piedi: perché si dovrebbe acquistare, o comunque affittare, un robot con una personalità comunque "umana" e che poi devo restituire? Qual è lo scopo? Avere un conforto? Un robot normale che ti accudisce la vecchietta non fa la stessa cosa, senza creare per forza un rapporto emotivo che poi viene esasperato? So che non dovrei applicare un ragionamento logico a un anime, ma aiuta a capire la prima falla di questa trama.
La seconda, purtroppo, sono i personaggi. Cielo, più stereotipati di così non ne avevo visti!
Una vera e propria orticaria per gli occhi e per il cervello, davvero: la rossa che sclera come se avesse le sue cose 365 giorni e ventiquattr'ore su ventiquattro. La protagonista imbranata che "strappa" un sorriso per le sue facciotte imbarazzate e le azioni senza senso. Un capo dedito all'alcool con il collega marpione. La donna dalle tette non sopportate dalla gravità con tendenze a ficcanasare e il protagonista piatto, degno dei migliori harem.

Dopo queste parole mi aspetto un sacco di insulti, ne sono consapevole, ma ragazzi, sul serio, grafica a parte, vi siete davvero commossi per una serie che forzava questo punto? Personalmente avrei preferito che si approfondissero altri argomenti, senza sfociare nel chiaro romance. Avrei preferito sapere qualcosa di più di quei "ladri" di Giftia, far vedere come Tsukasa, comunque un ragazzo normale, sia rimasto davvero spezzato emotivamente dopo quello che ha dovuto fare quando ha fallito un recupero. No, nemmeno quello hanno fatto bene.
Qualche lacrima e via, passiamo oltre. Non è accaduto nulla e torniamo invece al romance, quello piace di più. Nemmeno una morale sono riuscita a trovare, nemmeno quella.

All'inizio della recensione ho citato dei film piuttosto famosi e in tutti, in qualche modo, si assiste a un evoluzione caratteriale sia dell'essere umano che della macchina/robot. Qualcosa che poi ti porta a riflettere sulla natura umana.
Qui non ho trovato nemmeno una briciola, nemmeno la benché minima traccia di una riflessione morale; solo piagnistei su una storia romantica chiaramente forzata dove a Tsukasa non sembrava essere rimasta scelta se non quella di innamorarsi di Isla e portare al finale tragico e pieno di lacrimoni.

Dopo tredici puntate, guardate fino alla fine per masochismo e per la speranza di vedere il finale salvato, posso dargli senza remore 5 come voto. Salvo solo la grafica, gradevole nei passaggi di sfondo, e alcune musiche che ho molto apprezzato, ma non supportate da trama e personaggi.


 2
npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
E' meglio vivere un amore fino in fondo pur sapendo che, entro breve tempo, esso si trasformerà in tragedia oppure fare un passo indietro per non rimanerne feriti? Se vi siete posti almeno una volta nella vita una domanda del genere, "Plastic Memories" è l'anime che fa per voi.
In realtà questa è solo la prima di molte domande sulle quali lo spettatore deve soffermarsi man mano che si procede con la narrazione; non posso citarne altre per non spoilerare, ma, se si riesce un minimo a immedesimarsi nei vari personaggi, sicuramente si finirà con fare spesso pensieri del tipo "io al suo posto farei così".

Cominciamo dunque con la trama. In un vicino futuro la robotica farà passi da gigante: in particolare, con la creazione del modello Giftia si riuscirà a riprodurre l'essere umano in tutti i suoi aspetti, anima compresa. Il loro uso però è limitato nel tempo: trascorso un certo numero di anni l'androide dovrà essere ritirato e la sua memoria cancellata.
Data l'estrema somiglianza con l'essere umano, non è raro che vengano a crearsi legami d'affetto, amicizia e amore tra uomo e Giftia, e non è mai facile, per chi ne possiede una, decidere di separarsene. Così, per assolvere questo compito, viene creata un unità speciale di recupero che provvederà, alla scadenza, a ritirare i soggetti vicini al collasso. Ed è proprio in una di queste unità che il neoassunto Tsukasa incontrerà Asla, un Giftia a cui rimane poco tempo da vivere.

Mi piacciono le opere, di qualsiasi genere, che stimolano la riflessione, e quindi anche questo anime incontra il mio apprezzamento. Ma se le domande che esso pone sono una sua qualità vincente, le risposte che dà a tali domande molto spesso sono inverosimili, se non addirittura irritanti. Credo che il voler a tutti i costi seguire certi stereotipi comportamentali anche in situazioni limite come questa si sia rivelato controproducente. Per citarne una, vi sembra normale che una persona nell'ultimo giorno della sua vita decida di passare il tempo facendo le pulizie?
"Plastic Memories" nasce con uno scopo ben preciso: quello di commuovere lo spettatore. Così tutta la sua impalcatura è funzionale a questo scopo e in alcuni episodi (il finale su tutti) riesce a raggiungere brillantemente l'obiettivo. I personaggi sono un altro punto forte della storia, simpatici e divertenti; si farebbe amicizia in fretta con persone così.

Il livello grafico non è malaccio e allo stesso tempo ho apprezzato molto la colonna sonora.
Insomma, tutto molto buono, se non fosse per questa assurda mania tutta giapponese di concepire il rapporto amoroso come il susseguirsi una serie di atti standardizzati; con questo anime si intuisce quanto possano diventare miopi su questo tema: a una situazione diversa, limite in questo caso, va associato un iter diverso. E invece no, tutto procede con la solita lentezza, che in questo caso è particolarmente stucchevole.
In definitiva, la mia valutazione è buona, ma non raggiunge livelli molto alti per i motivi espressi in precedenza. Ne consiglio comunque la visione, specie a chi piace inzuppare i fazzoletti.


 7
Kida_10

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Plastic Memories" è una serie della stagione primaverile 2015 composta da tredici episodi di durata canonica.

Tsukasa è un ragazzo di diciotto anni che una volta completate le scuole superiori, e fallito l'esame d'ingresso all'università a causa di un malore, decide di addentrarsi nel mondo del lavoro, e finisce, sotto una sorta di raccomandazione, alla SAI Corporation, azienda incaricata del recupero di Giftia in fase terminale. I Giftia sono androidi possedenti sentimenti umani, la cui vita però dura circa nove anni, trascorsi i quali si guastano, iniziano a perdere la memoria e finiscono per impazzire. Nello svolgere il suo nuovo incarico, Tsukasa si innamora a prima vista della sua partner, Isla, un Giftia un po' impacciato dalle sembianze di una ragazzina dai lunghi capelli argentati. Purtroppo, come per tutti i Giftia, anche per Isla il momento di essere recuperata è già segnato sul calendario...

"Plastic Memories" è un'opera che parte, nelle prime cinque o sei puntate, come una classica commedia romantica, ma che poi si rivela essere dotata di una dolcezza e di una sensibilità incredibile. La trama è semplicissima e intuibile praticamente dal primo episodio, non prende pieghe inaspettate e fila liscia, a parte qualche piccola forzatura. I personaggi sono caratterizzati ottimamente e riescono a conquistare subito lo spettatore. Isla in particolare è impossibile non prenderla in simpatia, anche se inizialmente potrebbe apparire ampiamente stereotipata. Di serie con tonalità drammatiche ce ne sono molte, cosa rende quindi "Plastic Memories" memorabile? Sicuramente l'incredibile rapporto che si viene a creare fra i due protagonisti. Un rapporto puro, spontaneo, ingenuo, e condito da un'elevatissima dose di dolcezza. Se conosceste il giorno della vostra dipartita come reagireste? Fareste veramente tutto quello che avete sempre sognato? Ne avreste veramente la forza? E i vostri genitori, i vostri amici o il vostro fidanzato/a, come si comporterebbero nei vostri confronti? Più o meno sono queste le domande che sorgono spontanee durante la visione.

Graficamente "Plastic Memories" non vanta un comparto di prim'ordine, eppure, anche se il grado di dettaglio non è alla massima potenza, riesce attraverso l'uso dei colori e delle espressioni a ricreare delle atmosfere incredibili. Il design dei personaggi tutto sommato non è male, le ambientazioni sono sufficientemente varie e dettagliate, le animazioni fluide. Ovviamente, a creare quelle atmosfere dolci e commoventi, aiuta molto anche il comparto sonoro, che propone sempre delle OST azzeccate e delicate, e un doppiaggio a mio avviso più che adeguato. Molto belle anche opening ed ending. Il finale non è così scontato come si potrebbe pensare, e personalmente l'ho apprezzato moltissimo.

"Plastic Memories" è un'opera commovente, dolce, coinvolgente e da guardare con i fazzoletti a portata di mano; una serie che riesce con la sua semplicità a catturare lo spettatore e a metterlo nei panni del giovane Tsukasa. Quando un anime riesce a farmi commuovere e farmi provare emozioni forti come in questo caso, per me la valutazione si aggira intorno al 10, voto che in questo caso purtroppo non mi sento di attribuire per via di alcune evidenti forzature nella trama, collocate soprattutto nei primi episodi introduttivi. Sorvolando su questi, un'opera pressoché perfetta, della quale consiglio caldamente la visione.

"Spero che un giorno, il destino possa condurti nuovamente dalla persona che ami".


 6
Natsu95

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
E se vi dicessero che la vostra vita avrà termine secondo un tempo già prestabilito, come vivreste?

E' questa la domanda che è il punto fermo di questa serie. Effettivamente, inizialmente si vivrebbe davvero male: occorrono però le persone giuste per cambiare punto di vista. Tsukasa, l'impacciato protagonista, entra profondamente in questa realtà e rimane (come coloro che si immedesimano nella situazione descritta) profondamente colpito dal termine della vita. A volte non ci si crede, ma le cose finiscono. Quest'anime porta lo spettatore a calarsi in questa realtà, tanto insopportabile al sentire quanto vera al realizzarsi, ma traboccante di sentimenti veri e sinceri per le persone care. E non importa se si sa già che deve finire, duole ugualmente al cuore.

Per questo si sceglie talvolta un atteggiamento distaccato, così da non farsi uccidere dai ricordi che abbiamo creato con le persone che sono intorno a noi, specie con le persone a noi care. Ma così si rischia di non vivere. In fondo, non si può vivere sempre felici, ma bisogna sempre essere felici di vivere. E' qui che, incredibilmente, si incontra la persona giusta. Perché la persona giusta non esiste: si diventa. L'uno lo diventa per l'altra. Non importa da quanto poco ci si possa conoscere. Alcune persone ci entrano dentro in pochi attimi e non vanno via neanche quando partono. Indelebili.

Allora, solo allora, si va avanti, ma con un bagaglio di sentimenti ed emozioni che ci ricordano che abbiamo avuto persone importanti. Persone che hanno lasciato non un segno, ma un sogno. Queste persone e quegli attimi vissuti insieme a loro vivranno con noi e resisteranno ad ogni tempo ed ogni tempesta.

Nella magnifica produzione che vale tantissimo anche senza descrivere l'eccelsa sigla di chiusura e il comparto grafico-tecnico ottimo, è bene riportare le parole di Isla, la coprotagonista, che è parte essenziale anche della nostra vita:
"Spero che, un giorno, il destino possa guidarti di nuovo dalla persona che ami".

Meraviglioso, toccante, profondo. 10.


 4
redcbcup

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
E' un anime che tratta un tema come la morte con sensibilità e delicatezza, senza mai cadere nella banalità. Di noi, quel che conta, sono i ricordi e la qualità d'essi che lasceremo, e più essi saranno, più a lungo noi sopravviveremo. L'importante è vivere la vita intensamente tanto da essere sazi quando essa cesserà. Personalmente ho dovuto affrontare più di un caso di addii e quest'opera è il sunto più dolce di tutti i sentimenti che ho provato. E' raro che dia voti alti, ma questa volta un nove ci sta tutto.


 8
Delandur

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
La stagione primaverile 2015 ci ha regalato tanti titoli interessanti, ma nessuno è a mio parere commovente e toccante come quello di cui mi accingo a parlare: "Plastic Memories".

Raramente ho visto un cambio di registro tale in un anime come in questo titolo; la serie spende la prima metà della sua durata semplicemente a delineare l'universo narrativo, mentre nella seconda ci racconta un rapporto dolce e profondo, tramite una metafora che tra poco vi spiegherò.

La trama ruota intorno a Tsukasa, un ragazzo che finiti gli studi entra nel mondo del lavoro, più precisamente inizia la sua carriera all'interno del "ufficio ritiro Giftia". Ma cosa sono i Giftia? Per semplificare, sono degli androidi in tutto e per tutto simili agli umani, la cui "vita" però è solamente di otto anni e mezzo circa. Il lavoro di Tsukasa e dei suoi colleghi è appunto ritirare questi androidi prima che il loro ciclo vitale finisca, evitando che vadano incontro a dei malfunzionamenti. All'interno di questo ufficio, umani e Giftia collaborano in coppie per svolgere il loro lavoro e Tsukasa, ancora novellino, viene affiancato a Isla, un Giftia che non lavora più attivamente sul campo da un paio di anni.

La trama che ho appena detto è solamente una cornice a quello che poi sarà il fulcro della storia: il rapporto tra Tsukasa e Isla. Come si scoprirà ben presto, il ciclo vitale di Isla sta per volgere al termine e, tramite questo, la trama ci racconterà come Tsukasa, che ha stretto un forte rapporto con lei facendogli da partner, affronterà la cosa. Questa storia è chiaramente una metafora sulla dura realtà di affrontare una situazione difficile come quella della morte imminente di una persona a noi cara, una cosa che tutti abbiamo dovuto affrontare in una forma o in un'altra. Ecco, questo titolo ne parla con grande delicatezza, senza cadere nel drammone, ma con una storia dolce, tenera e con sentimenti ed emozioni che, più che colpirti, ti accarezzano.
Ho apprezzato enormemente come viene affrontata la situazione, con poche lacrime, senza urla e strappi di vesti, ma con grande dignità e forza da parte dei protagonisti. Però, devo dare proprio una medaglia di merito alla narrazione, che, puntata dopo puntata, mi ha stretto il cuore in una morsa, perché si capisce che il finale sarà inevitabile e, insieme a Tsukasa, ci porta ad affrontarlo passo dopo passo.

Il comparto tecnico è molto buono a mio avviso, i disegni e le animazioni sono fluidi e coinvolgenti, le musiche si adattano bene al contesto e gli ambienti sono semplici, ma puliti.

Inutile dire che lo consiglio vivamente. E' una visione di una delicatezza e di una profondità rara. Se può aiutarvi a convincervi, posso dirvi che raramente mi era capitato di piangere così intensamente per una qualsivoglia opera.