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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
“Divine Gate” è un anime del 2016, classificabile come serie fantascientifica di combattimento, composta da dodici episodi. Una storia che tutto sommato aveva le premesse per fare qualcosa di più di quello che effettivamente è riuscita a compiere.
Al di là di ogni critica, mi ero deciso ad affrontare tale opera con animo sereno e il più possibile pulito da pregiudizi vari. E in effetti l’esordio mi era piaciuto: convincente e piuttosto accattivante, con un andamento molto riflessivo, che rispecchia poco il genere in questione. Peccato che tutto sia stato vanificato da una seconda parte deludente, o meglio, troppo affrettata e caotica.
Ma andiamo con ordine…

Il mondo non è proprio quello che conosciamo noi, anzi, sarebbe meglio dire che vi sono tre mondi, uniti tra loro in seguito all'apertura di un portale sensazionale, il Divine Gate. Questo, da quanto si vocifera, possiede il potere di esaudire qualsiasi desiderio per chiunque abbia l’ardire, o comunque la capacità, di raggiungerlo.
Il mondo, dopo questa straordinaria modifica, si trova soggetto al controllo di un misterioso Consiglio Mondiale, intento, almeno a parole, a stabilire la pace sull'intero pianeta e, allo stesso tempo, proteggere i cittadini da qualsiasi problema. E tra questi non possono non essere annoverati i cosiddetti “idonei”, coloro che hanno sviluppato poteri particolari al fine di raggiungere il Divine Gate. Alcuni sono sotto il controllo del Consiglio Mondiale, ma altri no… E Aoto, il protagonista di questa storia, risiede proprio in questa seconda fazione.
Un ragazzo che, a quanto pare, ha perso ogni desiderio di vivere. Va avanti per forza di inerzia, con l’accusa di aver ucciso i propri genitori. Sarà vero? Lui pare acconsentire a queste calunnie senza protestare. La sua vita è buia, o forse è lui che non vuole alzare lo sguardo per osservare il sole. Saranno Akane e Midori, due idonei come lui, a convincerlo ad acconsentire alla richiesta di reclutamento da parte del Consiglio Mondiale. Forse, sotto sotto, ha un desiderio da chiedere al Divine Gate.

Tendenzialmente, gli elementi fantascientifici mi convincono ben poco se non introdotti in un buon contesto. “Divine Gate”, nelle prime puntate, inseriva molti di questi fattori, disorientando un pochino lo spettatore, ma, allo stesso tempo, lo accoglieva con un buon studio psicologico del personaggio principale. Aoto fa il suo ingresso in scena in maniera spettacolare, presentandosi come un personaggio tendenzialmente malinconico, con un passato triste e doloroso… Antieroico, per così dire.
La voce narrante è suadente e piuttosto soporifera, ma in questo caso si abbina alla perfezione con il ticchettio della pioggia contro l’asfalto. Insomma, un avvio alquanto interessante, che non lancia subito il classico protagonista eccentrico e stravagante, ma presenta di soppiatto un ragazzo problematico a suo modo, che deve trovare una strada per continuare a vivere.
La vicenda continua su questa linea almeno per i primi episodi, descrivendo a sua volta Akane e Midori, e i drammi passati che li hanno segnati e trasformati in “idonei”. Questi due, a mio avviso, sono volutamente inferiori rispetto al protagonista, ma non per questo passano in secondo piano. Anzi, gli verrà dedicato tanto di quello spazio da fa adombrare leggermente la figura di Aoto.
Tutto cambia, però, nella seconda metà della serie, quando la situazione si fa molto più accesa. Ma, se da un lato i ritmi diventano più concitati ed energici, dall'altro, la trama si ingarbuglia in maniera disordinata e caotica. Le vicende perdono il filo e proseguono forse con troppa fretta. In effetti, lo spazio a disposizione non è molto e la necessità di raggiungere una conclusione entro il dodicesimo episodio si fa sentire, creando però un netto stacco rispetto alla prima parte e, soprattutto, una “distruzione” pressoché totale di tutti i buoni spunti introdotti in precedenza.

La grafica è piuttosto particolare, con zone d’ombra molto marcate e colori vividi e intensi. Un mondo completamente stravolto, che non segue del tutto le leggi della fisica e dello spazio, che ha bisogno di una cornice altrettanto bizzarra e priva di punti di riferimento.
Per quanto riguarda il doppiaggio, mi sono accorto di alcune sbavature, che seguono comunque una linea di tendenza ben precisa, ovvero la mancanza di una cura nei dettagli considerevole all'interno dell’opera. Alcune scene sono state realizzate con grande attenzione, mentre altre tendono essere abbandonate all'improvvisazione.
Le musiche tutto sommato non deludono, ma la regia avrebbe potuto fare sicuramente qualcosa di più. Regge fino a un certo punto, poi si smarrisce in mezzo a tutte quelle forze in campo, quegli sviluppi, quei colpi di scena e via dicendo…

Il finale non è mi piaciuto e conferma così il calo continuo avuto all'incirca dal sesto episodio in poi. La situazione era migliorata parecchio, l’attenzione si era finalmente rivolta nuovamente ad Aoto, ma ecco che, per l’ennesima volta, tutto sfuma in un niente di fatto. Lì in mezzo succedono cose difficili da capire per noi umili umani, ma un tentativo di spiegazione non avrebbe certo fatto male. La conclusione non pone fine alla vicenda, lasciando così gli spettatori con un sapore dolciastro in bocca.
In alto, in basso e ancora in alto, un alternanza di stati d’animo che fanno venire il mal di mare. Peccato, l’opera in sé non era poi così male.

Voto finale: 6


 3
NickyFlowers

Episodi visti: 12/12 --- Voto 2
ATTENZIONE! LIEVI SPOILER

La stagione invernale di questo 2016 è iniziata con diversi titoli molto interessanti, alcuni dei quali sono stati capaci di appassionare molte persone. Non è il caso però di questo "Divine Gate", anime tratto dall'omonimo videogioco sviluppato per smartphone.

La trama dell'anime si incentra soprattutto su alcuni ragazzi con delle particolari abilità. Essi vengono assunti dal Consiglio mondiale, un'istituzione creata allo scopo di ripristinare l'ordine nel mondo, la cui pace è stata sconvolta dall'apertura del Divine Gate, un portale che stando alla leggenda permette di esaudire un desiderio a chiunque riesca a raggiungerlo. La storia poi si "svilupperà" facendo uno zoom sulla vita di tre ragazzi: Aoto, Midori e Akane.

Questo è tutto quello che sono riuscita a capire della trama. Difatti, se dovessi definire la trama di "Divine Gate" in una sola parola, io direi "confusione". Sin dalle prime puntate, non si comprende molto bene dove la serie voglia andare a parare. Ma non bisogna farsi domande del genere, poiché la serie non vuole andare a parare da nessuna parte. Tutte le situazioni e gli sviluppi degli eventi non sono altro che un'accozzaglia di cose che capitano per puro caso. Questo può essere in parte dovuto al fatto che il gioco originale non abbia una vera e propria trama, ma questo non giustifica il fatto che non siano riusciti a trovare degli sceneggiatori capaci di scrivere una buona storia con degli ottimi sviluppi. Invece che mantenere sempre chiaro lo scopo di questa serie, ossia offrire del puro intrattenimento, hanno preferito introdurre delle tematiche talvolta molto serie e complicate, che qui vengono trattate in maniera molto leggera e pretenziosa.

Si vada poi a toccare un altro tasto dolente: i dialoghi. Le frasi pronunciate dai personaggi dovrebbero solitamente essere frasi perlomeno verosimili, espressioni che lo spettatore direbbe se si trovasse nella stessa situazione dei personaggi. Questa cosa non accade mai, dovuto anche al fatto che i personaggi sono tutto meno che veri. Prendendo in esame i tre protagonisti, vediamo come la loro vita sia segnata da un passato alquanto triste: Akane ha perso il padre, Midori la sua migliore amica e Aoto tutta la sua famiglia. Lo spunto per una buona scrittura dei personaggi c'era, ma poteva essere fatta molto meglio di così. Per quanto riguarda invece i personaggi secondari non so proprio cosa dire: sono delle vere e proprie macchiette, che anche se rischiano la vita, allo spettatore non può importare minimamente. Per non parlare poi del cattivo, Loki, un clown che si scoprirà essere un dio che è in combutta con il capo del Consiglio mondiale. Questo personaggio poteva sembrare all'inizio abbastanza interessante, ma alla fine anche lui cade nell'abisso della stupidità. Non si riesce proprio a capire per quale motivo lui voglia ostacolare i protagonisti.
Come ho scritto prima, c'è una grandissima confusione, una confusione che non trova ordine neanche nel finale, in cui tutti quelli che erano morti tornano magicamente in vita e nessuna questione si risolve.

Infine, l'apparato tecnico: a dir poco orribile. Lo studio Pierrot è andato molto a risparmio per la produzione di questa "roba". Nonostante i combattimenti siano animati decentemente, in molti casi le animazioni sono troppo legnose per essere un anime del 2016. C'è un uso molto abusato della CG alquanto fastidiosa. Il disegno è mediocre, e nella maggior parte dei casi troviamo delle sproporzioni terrificanti. Non ci sono OST particolarmente memorabili, ma ho apprezzato molto sia l'opening sia l'ending.

Insomma, "Divine Gate" è un anime brutto e non riesco a trovare altri aggettivi per definirlo meglio. Il 2 che ho voluto assegnargli potrebbe sembrare esagerato, ed effettivamente è così. Ma la cosa che alla fine mi ha fatto prendere la decisione di dare a quest'anime un voto più basso di quello che effettivamente si merita (un 4 o poco meno) è il fattore della sincerità. Se "Divine Gate" fosse rimasto fedele a sé stesso, quindi un'opera di puro intrattenimento fatta solo per fare pubblicità al videogioco con una storia basata solo sui combattimenti, senza quei complotti politici e quelle morali campate per aria e con dei personaggi senza drammoni alle spalle, avrebbe ottenuto un risultato decisamente migliore. Peccato!