logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 1
Vimalakirti

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Si sente dire, anche da parte di scrittori famosi, che ciò che conta in un racconto, piuttosto che l'intreccio della storia, è il modo in cui viene raccontata. "Orange" è uno di quegli anime in cui lo spirito giapponese emerge con più autenticità, in cui lo stile farebbe da solo una grande opera.

Qui non manca però il contenuto. I sei amici intorno a cui ruota la vicenda sono commoventi per la lealtà che mostrano di avere nei confronti di ciascuno di loro. Nel tentativo di salvare Kakeru da un incidente mortale, che sospetta sia stato da lui volutamente cercato, Naho scoprirà dei lati sorprendenti del proprio carattere apparentemente fragile e insicuro. In modo non dissimile da quanto accade in "Erased", dovrà attivarsi fino in fondo per impedire a Kakeru di desiderare il suicidio. Sparirà nel gruppo di amici ogni egoismo di fronte alla gravità della situazione. Uno in particolare, oltre Naho, nel disperato tentativo, metterà da parte perfino i propri sentimenti e metterà forse in discussione la felicità raggiunta dieci anni dopo la scomparsa del loro caro amico. Tutto per aiutare Kakeru a superare il conflitto interiore che lo tormenta.

Raccontato con grande raffinatezza ed eleganza, grafica e psicologica, "Orange" non può che appassionare chi ama il Giappone, la sua cultura profonda, la spiritualità zen, la tipica essenzialità che aleggia sulle migliori produzioni artistiche di questo popolo, che è rimasto, l'anime lo dimostra, profondamente legato alla tradizione, nonostante sia costantemente aperto al nuovo.


 9
esseci

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
"Orange" sembra essere stato uno degli anime più apprezzati tra quelli messi in visione a decorrere dall'estate 2016. Si tratta dell'adattamento animato dell’omonimo manga in cinque volumi di Ichigo Takano, che risulta completato nel 2015, e dal quale è stato tratto anche un live action. L’anime è stato prodotto dallo studio TMS Entertainment con la regia di Hiroshi Hamasaki.

Premetto che: non ho letto il manga (che comunque proverò a leggere); ho fatto parecchia fatica a terminare questo anime che non mi ha entusiasmato particolarmente.
L'idea di fondo dell'anime stimola la curiosità e l'attenzione: Naho Takamiya, studentessa delle scuole superiori, riceve una lettera che sembra essere stata inviata dalla versione di sé stessa che vive dieci anni nel futuro. Il contenuto della missiva è un elenco di indicazioni e consigli da attuare in determinate date ed eventi ancora da venire, per evitare che una persona che inizierà l'anno scolastico nella sua classe, Kakeru Naruse, giunga nel giro di pochi mesi all'estremo gesto del suicidio. Lo scopo principale della lettera è proprio quello di salvare Kakeru.

Il tema del viaggio nel tempo riesce sempre ad attirare l’attenzione, e tra gli anime che ho avuto modo di visionare mi sovvengono "Steins:Gate", "Remake Our Life", "Iroduku: il mondo a colori", "ReLife" (in un certo senso), "Erased", ecc.
In "Orange" non c'è un viaggio o una persona che ringiovanisce, ma si crea un ponte di comunicazione tra due realtà con le stesse persone, affinché la versione giovane possa intervenire sugli avvenimenti che dovranno ancora verificarsi, per cambiare o impedire qualcosa che avverrà nel futuro...
Nella missione di "salvare lo studente Kakeru" non è coinvolta solo Naho, ma anche i suoi compagni di classe Suwa Hiroto, Azusa Murasaka, Saku Hagita e Chino Takako. Ma almeno all'inizio allo spettatore tale circostanza non è nota, perché la storia è sostanzialmente narrata solo dal punto di vista di Naho, che, ovviamente, senza avere il cosiddetto "senno di poi", non è in grado di capire né il senso della lettera ricevuta da sé stessa dal futuro né le difficoltà e vicissitudini del compagno Kakeru, appena trasferitosi nella scuola da Tokyo.

Nella prima parte dell'anime emergono tutte le difficoltà di Naho nel gestire una situazione troppo grande per lei. In questo senso l'anime approfondisce in modo fin quasi maniacale il lato emotivo di Naho, la sua timidezza, sensibilità e insicurezza nel prendere qualsiasi decisione, rendendola purtroppo all'estremo fin troppo insulsa e molto infantile.
Nonostante abbia ricevuto una lettera che spiega dettagliatamente come agire negli avvenimenti (senza spiegare il motivo), si trova sempre in difficoltà, "dilaniata" tra la volontà di eseguire le indicazioni ricevute e la paura di sbagliare o di arrecare danno o offesa al destinatario delle sue cure.

E qui si innesta la criticità: l'anime "pasticcia", perché mixa la natura di "viaggio nel tempo" con quella puramente rom-com scolastica shoujo. Naho e Kakeru iniziano a provare sentimenti reciprocamente e l'anime fa passare in primo piano il messaggio che l'unico modo per far cambiare idea sul suicidio a Kakeru sia quella che lui si innamori di Naho. Il tutto ovviamente con la complicazione del "triangolo", visto che Suwa non fa neppure molto mistero di essere innamorato di Naho.
Il tutto peggiora nel momento in cui tutti i compagni capiscono che ciascuno di loro ha ricevuto la lettera dal proprio io nel futuro e tutti si stanno comportando secondo il piano che hanno escogitato i loro sé più grandi... e l'unico piano sembra quello di mettere insieme Kakeru e Naho.
Tra il gruppo di amici emerge in modo preponderante Suwa: il prototipo del filantropo, dell'amore agapico, disposto a sacrificare i propri sentimenti per il bene di Kakeru, tanto da spingere Naho nelle sue braccia... fin troppo perfetto e ascetico... ma degno di ammirazione per la sua profondità, senso del dovere e del sacrificio e la sua maturità.
E Kakeru? Inizialmente sembra un bamboccio lunatico... poi, man mano che si approfondisce il suo passato e le sue traversie, si inizia a comprendere il suo bipolarismo schizofrenico e il suo pessimismo cosmico che lo porterà a prendere l'estrema decisione... e il percorso è comunque reso più complicato dai tentativi più o meno riusciti degli amici di fargli cambiare idea e di impedirgli di arrivare al punto di non ritorno.

Ho apprezzato molto l'alternanza tra la descrizione degli avvenimenti passati e futuri in un crescendo di particolari e indizi che fanno capire a poco a poco il background dei personaggi e il piano messo in atto, nonché proprio il confronto tra i personaggi in versione ragazzi e quella in versione adulti con lineamenti molto meno fanciulleschi e più maturi. Il tutto è stato trattato con molto tatto e attenzione, a fronte tuttavia di una lentezza da slice of life esasperata all'inverosimile dalle predette indecisioni e insicurezza di Naho e Kakeru... vedere le scene di Naho che, nell'angustiarsi con sé stessa, arrivando addirittura a dialogare simbolicamente con la sé stessa del futuro, lamentandosi di non essere all'altezza della missione affidatale...

Per quanto riguarda il comparto tecnico, l'anime inizia bene, salvo riscontrare uno scadimento netto verso metà serie, per poi riprendersi sul finale.

Concludendo, "Orange" è un anime che in superficie utilizza i soli cliché degli anime shoujo, ma che che poi, grazie al continuo confronto tra passato e futuro, fa leva su temi più importanti e maturi: rimpianti, sensi di colpa, elaborazione del lutto, disillusione dell'età adulta e il valore dell'amicizia, quella vera.
Purtroppo, tali aspetti, ben introdotti nelle varie "finestre" dedicate agli amici adulti, perdono un po' di mordente per il maggior spazio dedicato alle frivolezze delle incomprensioni sentimentali tra ragazzi che, posti di fronte al tema della perdita della vita, potevano essere meno preponderanti.
Opera nel complesso comunque consigliabile, calando un velo pietoso sulla spiegazione scientifica del modo in cui viene spiegato il modo di trasmissione delle lettere nel passato...


 0
Chicca2611

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
È un anime che parla di amicizia, di scuola e di... scelte!

Partendo da un'opening veramente bella, questo anime parla di una ragazza che un giorno riceve una lettera, scritta da colei che dice di essere la lei del futuro. Arrivata a scuola, conosce un nuovo compagno di classe, arrivato nella nuova aula quel giorno stesso. Da qua ha inizio una grande avventura per lei e per gli amici che la circondano.

Inizialmente non mi ispirava molto come anime, non ho mai molto amato gli anime che legano presente e futuro, in quanto le probabilità che questi poi entrino in paradossi o incoerenze tra loro sono molto alte, ma ammetto che sono stata piacevolmente stupita per come invece hanno affrontato la questione temporale in questo anime, senza ricadere in alcun tipo di paradosso o di difficoltà di comprensione temporale. La consiglio a chiunque ami il genere scolastico, slice of life, con una possibile aggiunta di qualche lacrimuccia.


 1
Lidi

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Era un po' che sentivo parlare di questo anime, volevo vederlo, ma mi frenava l'aver sentito che avrebbe preso i miei sentimenti e li avrebbe frantumati in mille pezzi; devo dire che, dopo la prima scena e aver sentito l'opening, ammetto che la sensazione che mi trasmetteva era pura malinconia, e già ero pronta a vedere il mio cuore distrutto in mille pezzi.
Tuttavia devo ammettere che sono molto grata di averlo visto, e mi pento di non averlo fatto prima, tanto per stare in tema con i rimpianti.

Elencherò quindi, in base alla mia opinione personale, cosa mi è piaciuto e cosa no di quest'anime.

Attenzione: la parte seguente contiene spoiler

Punti né a favore né a sfavore

Mancanza di caratterizzazione di quello che in teoria dovrebbe rappresentare il protagonista dell'anime, ovvero Kakeru: mi sarebbe piaciuto essere più partecipe del suo dolore, e ho trovato poco spiegato il suo punto di vista (questo per quanto riguarda il Kakeru del futuro, ormai morto). Tuttavia, non lo considero un punto a sfavore per l'opera, in realtà, anche se nemmeno un punto a favore.
Questo per due ragioni principali: è stato mostrato che Kakeru ha sempre deciso di sua spontanea volontà di tenere all'oscuro i suoi preziosi amici dei suoi sentimenti, questo per non allontanarli o perderli, quindi ci sono state rare scene in cui mostrava come si sentiva, e principalmente per la sua volontà di non condividerlo. L'anime racconta la storia di come il suo gruppo di amici, a conoscenza grazie a delle lettere del fatto che lui si sarebbe tolto la vita, gli dovrebbe salvare la vita.
A mio parere quindi Kakeru non rappresenta il protagonista delle vicende, ma solo un personaggio attorno al quale queste si sviluppano. Il personaggio di Kakeru cambia e si evolve, come il suo stesso mondo e il suo pensiero, influenzato puramente dalle azioni che mettono in atto i suoi amici per cambiare il suo destino. Questo perché loro sono già a conoscenza di come si sente e come finirà la sua vita, e di conseguenza fanno di tutto per cambiarlo. Considerando quindi questa sua variabilità, sarebbe secondo me stato complicato se non impossibile caratterizzarlo in modo soddisfacente per il pubblico, e inoltre trovo che non sia fondamentale farlo, in un certo senso.
Quindi, l'unico appunto forse è quello che abbiano mostrato poco la differenza del Kakeru originale, quello già morto, dedicandogli solo mezza puntata. Forse avrei preferito un'impostazione diversa, per fare vedere questa parte di storia, magari spezzettata durante le tredici puntate, ma che gli dessero un po' più di spazio.

Punti a favore

Il personaggio di Naho: timidissima, irrimediabilmente gentile e incapace a relazionarsi con estranei e persone del sesso opposto che non siano suo amici.
A sentirlo così, si direbbe la perfetta ricetta per fare fallire tutte le richieste espresse nella lettera dalla sé stessa del futuro, e invece è straordinaria l'evoluzione di questo personaggio. Nonostante i grandissimi limiti dati dal suo carattere, dimostrati fin dall'inizio, sembra subito comprendere l'importanza della missione che le è stata affidata e dimostra grandissimo impegno. Per amore e amicizia verso Kakeru piano piano e non senza intoppi la vediamo affrontare e vincere tutte le difficoltà che la situazione e anche il suo carattere le mettono davanti. Ho adorato profondamente il modo in cui è stata in grado di correggere i rimpianti della sé stessa futura e i suoi errori nel presente con immenso impegno e coraggio. Ha dimostrato tantissima forza e risolutezza, ancora più accentuate nell'ultimo episodio, in cui viene mostrato come a tutti i costi e usando tutto quello che le è stato dato voglia salvare la vita di Kakeru, non accettando un no come risposta, disposta anche a farsi odiare per la sua insistenza, ma volendo cambiare assolutamente il futuro e non commettere gli stessi errori della sé di dieci anni nel futuro.
Se dovessi descriverla con una parola, userei decisamente 'determinata'. Aveva valide e profonde ragioni per volerlo salvare.

L'opening, come ho accennato in precedenza, già dalle prime note e dalle immagini mi ha scosso molto.
Non conosco il testo, ovviamente, ma parlo esclusivamente per le sensazioni che mi ha dato.

Il personaggio di Suwa: senza ombra di dubbio il protagonista maschile della storia. Ho adorato il suo personaggio dall'inizio alla fine, in tutto, e la dedizione con cui ha portato a termine le richieste del sé stesso futuro, in particolare quella legata al suo più grande rimpianto, ovvero di aver rubato Naho a Kakeru, usando la sua morte per avvicinarsi a lei. Mi è molto piaciuta l'idea di altruismo che ha trasmesso questo personaggio e l'autrice, e il senso di pareggiare i conti. Se Kakeru non fosse morto, probabilmente Suwa non sarebbe riuscito a sposare Naho; ho apprezzato che il Suwa del futuro abbia chiesto a quello presente di tenere in vita Kakeru, nonostante sapesse che, così facendo, forse avrebbe lo avrebbe privato di un futuro insieme a Naho. Mi è sembrato come un voler lasciare che le cose andassero come doveva capitare, e vedere cosa sarebbe successo. L'ho percepito come un voler lasciare a Naho la scelta, dandole tutte le opzioni che la sé stessa nel futuro non aveva avuto. Quindi, grande amore per Naho e allo stesso tempo profonda amicizia per Kakeru: senza dubbio Suwa è un personaggio spettacolare. Porta su tutto un altro livello il significato dell'amicizia e dell'amore.

Il fatto che i suoi amici nel futuro, pur non avendo certezza se la cosa avrebbe o meno funzionato, abbiano voluto attraversare il tempo spedendo delle lettere, per creare un mondo parallelo in cui il loro amico non sarebbe morto e avrebbe avuto un futuro. Questo non avrebbe cambiato passato e futuro nel loro mondo, tuttavia desideravano un futuro per il loro amico, anche se non avrebbero potuto vederlo. È stato toccante vedere la profondità dei loro sentimenti per lui e anche quanto, anche a dieci anni dalla sua morte, si stessero tormentando per i rimorsi.

La parte che più ho apprezzato è stata senza dubbio il finale, ha dimostrato l'enorme impegno di tutti i personaggi. È vero che è stato grazie alla lettera, se sono stati in grado di capire cosa stava succedendo a Kakeru e come la sua vita sarebbe finita, ma ne sono riusciti a fare grandissimo tesoro e il miglior uso possibile (inutile dire che non avrebbero potuto fare nulla per la madre di Kakeru, nemmeno volendolo, in quanto, se non si fosse tolta la vita, non ci sarebbe stato motivo che lui facesse lo stesso più avanti, rendendo così la storia finita ancora prima di iniziare). Una qualsiasi persona, venendo a conoscenza del fatto che in un prossimo futuro un suo amico si sarebbe tolto la vita, probabilmente avrebbe unicamente tentato di evitare che quel giorno lo facesse, impedendoglielo. Tuttavia i personaggi, invece, si sono impegnati fin dal principio, assecondando le richieste dei loro stessi del futuro di cambiare tutti quei momenti che avrebbero lasciato brutti ricordi e traumi al loro amico, portandolo di conseguenza al suicidio.
Insomma, hanno quindi agito dal principio, per modificare il corso degli eventi e rendere la vita di Kakeru più felice, e non solo evitando la sua conclusione nel giorno indicato dalla lettera. Inutile dire che tutti i loro sforzi sarebbero stati relativamente vani, senza la volontà da parte di Kakeru di continuare a vivere, ed è proprio questo che ha davvero fatto la differenza in questo anime. Tutte le azioni nel tempo fatte dal gruppo di amici hanno effettivamente portato a una modifica nel modo di vedere le cose e pensare di Kakeru. Nonostante inizialmente avesse comunque rinunciato a vivere e ai suoi amici, nel momento in cui stava per togliersi la vita, non ci è riuscito, travolto dal pensiero di cosa avrebbero pensato di lui i suoi amici, se lo avesse fatto (a differenza di quello che pensò il Kakeru già morto, quando si tolse la vita, ovvero "Mancherei davvero a qualcuno se morissi?").
Qui è la vera forza di quest'opera secondo me. I suoi amici, con le loro azioni nel tempo, fanno in modo non solo di salvargli la vita, ma di fare volere in primis a lui di continuare a vivere. Ovviamente, sarebbe bello sapere cosa succederà in futuro e poter così cancellare i propri rimpianti, tuttavia non è possibile, e quindi credo che questo anime dia uno spunto di pensiero riguardo questo e molti altri temi.

Punti negativi

L'unica cosa che mi sento di commentare negativamente è stata la scelta di far partecipare così poco una parte del gruppo di amici, concentrando tutto principalmente sulle azioni di Naho e Suwa. Mi sarebbe piaciuto senza dubbio vedere cosa avrebbero potuto fare concretamente anche gli altri per Kakeru, più scene in cui anche il loro contributo, singolarmente personaggio per personaggio, fosse fondamentale per cambiare il destino del loro amico, e questo secondo me ha reso l'idea che il legame con loro fosse meno stretto, in un certo senso.

Detto ciò, devo dire che questo anime è stato un tuffo nelle emozioni, e nel complesso mi ha lasciato decisamente soddisfatta.


 0
Shadow01

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Questo anime che ho iniziato quasi per scherzo è in realtà uno dei più belli che abbia mai visto finora.

I personaggi sono tutti fantastici e li ho adorati tutti. Il mio preferito è sicuramente Suwa, che ha un animo buonissimo e mette la vita di Kakeru davanti ai suoi interessi personali, si dimostra un amico formidabile sempre pronto ad aiutarti, proteggerti e sostenerti. Chiaramente questo anime si basa sull'amicizia ma non solo, parla dell'importanza della vita e di come sia facile arrivare a odiarla, dei rimpianti che accompagnano ognuno di noi e che non potremo più toglierci, e di come una singola scelta possa rovinarti irreparabilmente. In sostanza, è molto più profondo di quanto possa sembrare da fuori.

La grafica è niente male, e la storia ti fa appassionare puntata dopo puntata. Gli episodi finiscono quasi tutti in sospeso, rendendoti impossibile fermarti. La storia non è priva di cliché, ma non danno fastidio, e i personaggi non sono quasi per niente stereotipati.
Ho adorato l'opening, che, nonostante abbia un ritmo calzante e giocoso, nasconde in realtà una punta drammatica che mi fa venir da piangere ogni singola volta.

Verso la fine ho iniziato ad odiare Kakeru e il suo modo di comportarsi, cosa che credo possa capitare a chiunque non abbia subito un trauma come il suo, cosa che a me non è successa, ma alla fine mi sono affezionata un pochino anche a lui. La fine non l'ho trovata esattamente completa, lascia un po' in sospeso il seguito, lasciando un po' di spazio alla nostra immaginazione.
Consiglio fortemente questo anime a chiunque abbia poco tempo ma tanta voglia di innamorarsi di personaggi fantastici.


 1
Kotaibushi

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Sono rimasto molto deluso da quest'opera: le premesse erano davvero buone con un'ottima idea di partenza, ma con il tempo purtroppo la storia perde diversi colpi e perde interesse.

La trama è sviluppata malissimo, con zero approfondimenti ed eccessiva lentezza, alcuni episodi sono interminabili, e con momenti inutili e noiosi che fanno perdere concretezza alla storia. Inoltre a mio parere viene dato troppo spazio alla relazione sentimentale tra i due protagonisti, oscurando l'intento iniziale di gruppo, con i loro discorsi che risultano troppo impostati e poco realistici.
I personaggi sono davvero poco interessanti; la protagonista è l'unica che riceve un minimo di introspezione psicologica, ma ciò non salva il suo personaggio che troppo spesso risulta esagerato nelle reazioni, ingenuo (quasi stupido) davanti a cose elementari e troppo emotivo (piange ogni due minuti) per una ragazza di diciassette anni. Il protagonista è evidentemente un paranoico/depresso incapace di instaurare un rapporto affettivo con una ragazza senza affliggersi dai problemi della propria vita, e poco altro. Mentre il cast secondario è anonimo e scontato, se non per qualche scena di gruppo, e a parte i loro nomi non si sa praticamente nulla.
Penso che l'aspetto psicologico sia troppo sbilanciato, la protagonista "ruba" troppo spazio per riflessioni sentimentali banalissime, mentre alla controparte maschile, che avrebbe maggior bisogno di approfondimenti, non viene dato il minimo spazio, danneggiando il suo personaggio e rendendolo legnoso e piatto.

Voto finale: 5


 1
filod'arianna

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Ciò che mi ha colpita maggiormente di quest'anime è il senso profondo che si dà all'amicizia, tema primario su cui tutto ruota, e, nonostante io sia alla ricerca costante di anime sentimentali per quanto riguarda storie d'amore, in quest'opera ho apprezzato, ancor più che le storie d'amore, il legame che si crea in questo gruppo di compagni di scuola e amici.

Naho è una ragazza di sedici anni che una mattina, prima uscire di casa per andare a scuola, trova una lettera scritta dalla sé stessa di dieci anni dopo, lettera in cui le chiede di evitare alcune decisioni che le causeranno nel futuro molti rimpianti che si legano a un ragazzo che nel presente le è sconosciuto, Kakeru.
Quello stesso giorno a scuola si presenta un nuovo compagno di nome Kakeru, e questo è l'inizio di ciò che per Naho sarà una lista di dettagli che la sé stessa del futuro le anticiperà rispetto a ciò che saranno gli eventi da quel momento in poi, e che coinvolgerà anche gli altri ragazzi del gruppo, che cercheranno di modificare il destino di Kakeru e di sé stessi.

Il comparto fantascientifico non penso possa essere davvero definito tale, l'idea delle lettere spedite nel passato verrà spiegata, ma è molto debole come trama; mi ha comunque ispirata l'idea dei mondi paralleli, che ho trovato creativa rispetto a come han svolto le vicende. Detto questo, penso di poter suggerire quest'opera per il lato sentimentale e non quello fantascientifico.

La grafica l'ho trovata accattivante e ho apprezzato l'animazione, che in talune parti è fenomenale.


 0
Vladmyr

Episodi visti: 13/13 --- Voto 10
Ti sei mai pentito di non aver fatto tutto il possibile per cambiare il risultato? Anche solo qualcosa di banale come non chiedere a una persona di uscire, lasciando per sempre la domanda: "E se...?"
O forse sapevi di qualcuno che soffriva di depressione, ma non hai dato il massimo per aiutarlo a farle fronte, con la peggior scelta possibile... A volte, questo può farci sentire impotenti, responsabili o persino apatici. Ma cosa succederebbe se quell'approccio retrospettivo potesse essere realizzato? Se potessi modificare i tuoi precedenti rimpianti e cambiare il futuro? Avresti finalmente la possibilità di perdonare te stesso?
La verità è che potrebbe non esserci una sola risposta corretta.

E quest'anime, con la propria trama, ne è l'esempio più eclatante. Vi trasporterà completamente nella sua storia, raccontata con estrema sincerità, mantenendone gli aspetti più complessi ed emozionali.
Il tutto accompagnato anche da disegni molto accattivanti che si rifanno agli stili più classici dell'animazione giapponese. Impossibile infatti non restare attaccati ad ogni episodio, prendendo spunto dalle proprie tematiche.

Ci tengo anche a dire che non è assolutamente il mio genere di anime, ma questo in particolare mi ha catturato completamente, e voglio consigliarlo davvero a chiunque.


 0
Ninfea

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Quando ho iniziato a vedere questa serie, non ero convintissima che mi sarei lasciata coinvolgere dalla storia. La tematica del salto temporale pareva interessante, ma, nonostante una grafica notevole e accattivante (belli i disegni, anche se non sempre all'altezza in tutte le scene), i primissimi episodi non mi avevano preso, tanto che accantonai per un po' la visione.
La ripresi dopo un po' di tempo e, non so bene come, mi sono trovata catturata dalla storia, al punto da commuovermi, cosa che non mi succede facilmente, ma qui è accaduto.
Innegabilmente, la storia tocca corde particolari e stati d'animo a cui non è facile restare indifferenti.

L'elemento fantasy - la lettera che arriva dal futuro per modificare un passato doloroso di tragedia - è quasi un pretesto per costruire una trama abbastanza strutturata e lineare che coinvolge un gruppo di liceali, piuttosto ben delineati e riconoscibili nei rispettivi caratteri, alle prese con una vicenda che coinvolge i due personaggi principali, Kakeru, appena trasferito da Tokyo, ragazzo problematico con un passato doloroso, e la sedicenne Naho, ragazza timida e un poco insicura che s'innamora di lui, ma che inizialmente non ha il coraggio di confessare o manifestare i suoi sentimenti.
Questa pare una costante che ritorna spesso in anime di questo genere: la protagonista non emerge particolarmente, al punto da apparire quasi anonima seppur dolce, ma la giovane lentamente acquista coraggio per cambiare il destino e il futuro di Kakeru, aiutata anche da un solido gruppo di amici.
Si parla di amicizia, di sostegno, di sofferenza, traumi famigliari difficili e delicati, rimpianto per cose e possibilità perdute, e senso di colpa che gli adolescenti, per inesperienza e immaturità, non riescono a elaborare nella maniera giusta, se lasciati a sé stessi, senza la possibilità di un confronto. Ma qualcosa di pesante non va per forza portato da soli sulle proprie spalle; bisogna aprirsi e chiedere aiuto, e questo è, secondo me, uno dei concetti centrali che qui si rappresenta (più della storia d'amore, che mi è sembrata molto marginale e quasi inutile), e allora l'amicizia, l'affetto possono salvare dalla disperazione, aiutare a tracciare un futuro che non si riesce a vedere, far sentire l'altro accettato per ciò che è.

Si può cambiare il futuro? Si può cambiare il passato? Possiamo cambiare noi e gli altri? Esistono mondi paralleli in cui si tracciano vite diverse con scelte differenti? Sullo sfondo restano questi interrogativi, concetti in verità appena sfiorati, ma che rendono interessante e un poco diverso quest'anime.
Serie godibilissima che merita una visione.


 2
Touko97

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Anche se un po' in ritardo, finalmente ho recuperato questo anime.

La trama basilare, detta in poche parole: la protagonista, Naho, una mattina riceva una lettera scritta dalla stessa, dieci anni nel futuro. La ragazza, ormai adulta, ha dei rimpianti che vorrebbe far modificare dalla sé stessa del passato.
Questa trama mi ha attirato tantissimo, anche se ormai di viaggi nel tempo ne abbiamo visti di tutti i tipi (e credo sia abbastanza inevitabile, visto che sono stati inseriti praticamente ovunque), ma credo che sia stata la semplicità con la quale viene posta che mi ha spinto a guardare questa serie; infatti, senza troppi fronzoli o altro, subito la protagonista riceve la lettera e altrettanto velocemente la legge. Trova informazioni che coincidono con quello che sta attualmente accadendo, tra cui l'arrivo di un nuovo compagno di classe, Kakeru. La lettera specifica di non invitare il ragazzo a uscire con lei e i suoi amici, almeno solo per quel giorno...
Il punto forte della serie, a mio parere, è proprio la trama stessa e come venga raccontata: segue un filo lineare, interrotto ogni tanto dalla prolessi, rimanendo però sempre in linea con ciò che accade nel passato, senza mettere lo spettatore in confusione (non so se avete visto/letto "Haruhi Suzumiya": ecco, non dovrete scervellarvi come in quel caso, tranquilli), inoltre le parti di suspense ti tengono sulle spine al punto giusto.

Purtroppo i punti a favore finiscono qui. Perché, nonostante gli episodi scorrano bene per il motivo detto sopra, sono i personaggi a rendere il tutto più frustante e pesante.
Intanto partiamo dal presupposto che la serie cerchi di spacciarmi tutta la storia come se il tema principale fosse l'amicizia. Vediamo quindi come si compone il gruppo dei sei "amici": Kaho è il tipico personaggio tanto dolce quanto ingenuo, sempre pronta a tirarti su il morale e ad aiutare senza esitazione, disposta a mettere la felicità degli altri prima della sua, il tutto condito da una sana goffaggine. Vi suona familiare? Esatto, è la classica eroina che troviamo sempre negli shoujo, ma, nonostante l'odio di molti verso questo personaggio, devo dire che l'ho apprezzato, soprattutto verso la parte finale, dove possiamo notare la sua crescita.
Kakeru, il ragazzo che si è trasferito da Tokyo, lo vediamo silenzioso e introverso all'inizio, ma piano piano si apre e mostra un lato spiritoso e socievole. Conosceremo anche il suo lato bipolare, dovuto alla depressione che si tiene dentro, nata da rimpianti e tormenti dal passato. Anche Kakeru è stato criticato parecchio, in modo particolare la personalità lunatica che accompagna il personaggio per tutta la serie. Lo assocerei ad Hannah Baker di "13 Reasons Why"; forse non tutti sanno cosa comporti essere depressi e, se mascheri le tue emozioni fingendo che tutto vada bene, è logico che all'esterno possa apparire bipolare. Forse erano proprio queste parti che apprezzavo di più, visto il realismo; tolto questo, trovo sia un personaggio piatto. Kakeru dovrebbe essere il fulcro della serie, eppure, se lo sostituiamo con un manichino, otteniamo lo stesso effetto!
Suwa, al contrario, è amato dal pubblico, perché è un personaggio utopistico, l'amico o fidanzato che tutti vorremmo. Mette da parte i suoi sentimenti per il bene dei due amici e, quando non lo fa, si sente terribilmente in colpa, tanto da definirsi "una persona disonesta". Anche se rimane uno dei miei personaggi preferiti, questo lato estremo mi ha lasciato parecchio interdetta. Sembra quasi abbia compiuto un crimine e che non meriti di essere felice. L'autrice è stata davvero sadica.
Abbiamo poi Hagita, indispensabile per le gag comiche, Azusa, quella energica, e infine Chino, di cui posso solo dire che mi piace il character design, ma per il resto ha solo tre battute in tutta la serie.
Come vedete, solo la metà del gruppo ha un vero e proprio focus, il resto serve solo per fare numero e discorsi sull'amicizia. Se li togliessimo dalla serie, nessuno ci farebbe caso.

Quindi, se la serie non parla di amicizia, di cosa mai potrebbe trattare? Di un triangolo amoroso, ovviamente (anche se definirlo triangolo è un po' troppo, visto che Suwa fa il possibile perché ciò non accada). Ho sentito in molti dire che questa serie non è uno shoujo, ma credetemi, ci sono tutti i cliché che uno shoujo possa avere: il ragazzo trasferitosi da Tokyo che si mette accanto al banco della protagonista; lui che si accorge che in realtà lei voleva il panino salato e non quello dolce, lui che nota che lei si è ferita al piede... insomma, Kakeru che fa caso a tanti piccoli e inutili dettagli, tranne che Naho è innamorata persa.

E qui parliamo della forzatura della coppia Naho/Kakeru.
Sin dal primo episodio si può notare come sia la lettera sia gli amici cerchino in tutti i modi di lasciare soli questi due. "Ti prego, salva Kakeru", questo è quello che dice la lettera della futura Naho. Ma c'è davvero bisogno di "accoppiare" Kakeru per poterlo salvare? Dov'è tutto il potere dell'amicizia che vanta la serie? Ogni episodio, ogni scena, ogni dialogo tra questi due personaggi è così innaturale e forzato, che ha reso tutto frustante. Non è una questione di "one true pairing", perché avrei visto benissimo i sei amici rimanere tutti come tali e, chissà, magari trovare l'amore fuori dal contesto scolastico, e ritrovarsi insieme per dissotterrare la capsula del tempo che vediamo i primi minuti dell'episodio 1.

Le animazioni non sono un gran che, sufficienti direi, ma ci sono dei cali di qualità assurdi. La colonna sonora non è male, ma nemmeno nulla di memorabile.
Ma poi cos'è questo "orange" da cui l'opera prende il nome? Io all'inizio pensavo fosse il succo d'arancia che ogni tanto compravano alle macchinette, ma, come ci suggerisce la sigla, "è il colore del cielo immerso nel tramonto"... per chi sarà questo tramonto?

In conclusione, non nego che mi abbia fatto commuovere (anche se poi questi momenti di empatia lasciano spazio alla frustrazione e alla delusione), la definirei una serie discreta che poteva prendere una svolta interessante, ma cade nel banale con personaggi piatti o poco approfonditi (o almeno, non tutti), peccato! Nonostante i difetti ne consiglio comunque la visione, perché alla fine ti lascia quel "qualcosa" che ti fa riflettere.


 1
Melody078

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Se potessimo tornare indietro nel tempo... o meglio, se potessimo scrivere una lettera a noi stessi di dieci anni prima, cosa cambieremmo nelle nostre scelte? Ed ecco che così inizia "Orange".
Naho, una studentessa di sedici anni, riceve una lettera dalla sé stessa di dieci anni nel futuro, dove le scrive tutti gli avvenimenti che vorrebbe cambiassero. E qui inizia il patema d'animo, la commozione, seguendo le varie peripezie del gruppo di amici e delle varie dinamiche di tutti e cinque per salvare la vita a Kakeru. Si scontrano commozione, divertimento, gioia e svariati sorrisi, entrando nel vivo dell'anime, per nulla scontato, disegnato discretamente e con una storia interessante che ti porta a guardarlo tutto d'un fiato.
Mi è piaciuto molto e mi ha sorpreso. Fazzoletti a go-go per chi si addentra in questa bella foresta tappezzata di emozioni vibranti e anche di boccate di aria fresca.


 1
Marco Senpai

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
È possibile cambiare il passato? Questa domanda ci vuole porre questo anime, ovvero "Orange".
Ma secondo me non vuole farci riflettere solo su questo...

La storia di quest'anime e molto semplice, è così semplice che, a mio avviso, a volte risulta noiosa. Nonostante questo è abbastanza realistica. Sembra un paradosso, ma una storia soprannaturale può essere realistica, e si crea il cosiddetto "realismo magico". Adoro quelle storie realistiche in cui è presente qualcosa di fantastico. Il fattore immaginario sarebbe costituito da queste lettere che vengono dal futuro.
Sebbene sia una storia sobria, riesce a creare una suspense particolare, ovvero la suspense omerica. Se non erro, si dice così, comunque è un termine convenzionale, ossia quella suspense creata da eventi già noti, che stanno per accadere. Però, diversamente dall' "Iliade", questi eventi possono cambiare e non sono scritti dal destino. (Anche se è così palese quello che succederà)

Quest'anime non vuole farti riflettere se è possibile cambiare il passato, ma punta soprattutto su un legame di amicizia solido. Ovvero quell'amicizia veritiera, in grado di sconfiggere ogni avversità della vita e anche la perdita di un amico caro.
Comunque questo anime non è per niente shojo, perché non punta sull'amore, ma molto di più sul rapporto di amicizia. Ho letto da qualche parte dove qualcuno diceva che l'anime fosse uno shojo, ma, fidatevi, è un semplice seinen.
Il finale è aperto e non del tutto un happy end.

In conclusione, "Orange" è un anime che a volte risulta noioso, a mio avviso, ma riesce a trasmettere delle ottime e semplici morali allo spettatore.


 1
Glassyskyy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
"Orange" è un anime tratto dall'omonima opera di Ichigo Takano. La storia ruota intorno alle vicende quotidiane di Naho, la protagonista, e i suoi inseparabili amici. La stessa Naho, il giorno d'apertura del nuovo quadrimestre a scuola, riceve a casa una strana lettera che sembra sia stata spedita da lei stessa dieci anni nel futuro. La lettera parla dei rimpianti che la Naho ventiseienne è costretta a sopportare. Ella si tormenta per non aver fatto abbastanza per salvare Kakeru, un ragazzo proveniente da Tokyo che fa il suo ingresso in scena proprio il primo giorno di apertura del nuovo quadrimestre, come perfettamente indicato nella lettera.

L'opera parte subito forte, al primo episodio ero già stato catturato, è un anime che non si ferma mai. Trovo interessantissima la tematica trattata (che ricorre per tutta la durata dell'anime) e amo il modo in cui viene narrata. Impossibile non immedesimarsi in almeno un personaggio della serie. Sono presenti molte scene veramente da brividi. Tanto toccante quanto inquietante la scena di Naho, Kakeru e Suwa, quando quest'ultimo chiede a Kakeru: "Hai mai desiderato di voler morire"?

Le animazioni sono molto buone, anche se nella seconda parte c'è stato un netto calo. Colonna sonora buona, sopratutto l'opening.

Il mio voto tuttavia avrebbe potuto essere ancora più alto.
Non ho apprezzato del tutto alcune scelte di trama, specie nel finale, che lascia un po' in sospeso (anche se molto toccante). Ho trovato a volte fastidioso l'eccessivo attaccamento del gruppo verso gli altri membri, per cose banali come dolore al piede (si fanno male soltanto lì)... anche se vorrei esistessero persone così. Sono presenti, secondo me, alcune frasi di cattivo gusto nel futuro di Naho. Ma ci passo sopra.
E come ultima nota negativa non posso non citare il modo in cui Naho e gli altri hanno spedito la lettera dal futuro. Che pessima trovata! Tuttavia ci si può tranquillamente passare sopra.

Visione assolutamente consigliata. Voto: 8


 2
Moncio

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
E' un anime molto carino per la trama. Possiamo dire che la storia che c'è dietro non è per niente male: l'idea del tornare indietro per salvare un amico dal suicidio è di fondo una bella idea. Questo anime però non sfrutta al 100% le possibilità che offre questa trama, rendendola, anche in tredici episodi, un poco ripetitiva. L'anime però non si rende estremamente inguardabile, anzi... l'anime è per chi vuole un anime senza troppe pretese, che comunque rimane nella media, senza essere né un top né un flop. Una cosa a suo vantaggio sono i disegni, che sono veramente ben fatti, guadagnando molti punti a suo vantaggio, soprattutto per chi guarda molto l'accuratezza nei disegni.
Voto: 7
Disegni: 8.5


 4
Valeeeeh.dm

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
L'anime parla della giovane liceale Naho Takamiya che riceve una lettera che sembra sia stata inviata dalla sé stessa di dieci anni più vecchia. La lettera ha come scopo quello di impedire a Naho di compiere gli stessi errori che sono causa di rimpianti alla sua versione del futuro, concentrandosi particolarmente sul rapporto tra la giovane e il destino di Kakeru Naruse, uno studente appena trasferito nella scuola della liceale protagonista. Infatti da lì a dieci anni il giovane Kakeru non sarà più in vita. Lo scopo principale della lettera è proprio quello di salvarlo.

La trama di base è sicuramente molto intrigante, infatti guardando il primo episodio diventa naturale proseguire nella visione. Di certo non si tratta di nulla di originale, ma il tema “tempo” riesce sempre ad attirare l’attenzione.
La vera forza dell’anime è sicuramente il lato emotivo, che viene gestito con una raffinatezza e una dolcezza veramente sorprendente. Osservando la protagonista, si può notare come si tratti di una ragazza veramente molto timida e sensibile. Proprio la timidezza è una micro-tematica che passa leggermente in sotto-trama. Infatti Naho, nonostante abbia una lettera che gli spiega passo per passo come agire per non commettere errori, si trova comunque in difficoltà a causa del suo stesso carattere, arrivando addirittura a dialogare simbolicamente con la sé stessa del futuro, dicendole che “per lei è facile parlare dopo”. Una riflessione interessante, che lascia intendere che la timidezza è qualcosa di molto più profondo della semplice “paura di sbagliare”.
L'unica pecca presente nell'anime è il modo in cui hanno rappresentato inizialmente la morte della madre di Kakeru; in pratica a primo impatto la madre sembra che voglia intrappolare il ragazzo, non facendolo divertire con i suoi amici.

I personaggi sono stati creati con caratteri molto particolari adatti a quest'anime. In particolare Suwa, al quale è impossibile non affezionarsi, visto che, nonostante provi un grande amore per Naho, è disposto a rinunciare a lei pur di farla felice.
Forse il personaggio che scoccia lo spettatore è Kakeru. In pratica, in quasi ogni puntata quest'ultimo nomina sempre il fatto di voler morire; ma ciò è indispensabile per creare un legame spattatore-protagonista.

Graficamente non è nulla di speciale, le ambientazioni devo ammettere sono molto belle e suggestive, mentre le animazioni non sono molto curate nelle scene riprese da grandi distanze, ma sono comunque molto dettagliate durante tutti gli episodi. L'opening e l'ending invece sono adatte all'anime, sia per le parole che per le melodie utilizzate.

Consiglio quest'anime a tutti, soprattutto perché è molto riflessivo e coinvolgente.


 3
MaoMao

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5,5
La storia di questo anime mi ha subito attirato, in quanto molto interessante e usata pochissimo.
Lei riceve una lettera da sé stessa in cui vi è scritto di stare vicino a una persona molto importante...

I disegni sono molto belli, come i colori, i dettagli e ovviamente le ragazze, una più bella dell'altra.
Le prime puntate sono molto interessanti, ma purtroppo lo sviluppo della storia decade puntata dopo puntata, scendendo di qualità negli eventi e nello svilupparsi della trama; un esempio potrebbero essere i caratteri dei due personaggi principali, dove lui, nonostante tutto quello che di bello riceve dalla vita e dagli amici, rimane con un carattere depresso/nascosto senza voglia di vivere e dove lei ha un carattere piatto, molto timido, da stereotipo giapponese del passato, e fa quello che può, ma senza la vera forza dell'amore che dovrebbe avere per essere convincente. Un altro esempio sono gli amici, che giustamente fanno di tutto per aiutarlo e salvarlo, perché così deve essere ed è giusto che sia così; ma dover rinunciare al proprio futuro certo di felicità per salvarlo è esagerato quanto assurdo, lo si può salvare senza perdere la propria felicità futura... che cosa insegna questo anime?

Le musiche come le canzoni non sono nulla degno di nota, un po' orecchiabili, semplici, ma nulla che possa rimanerti in mente come ricordo.
La spiegazione di come le lettere siano giunte nel passato purtroppo è assurda, non perché impossibile, anzi è possibilissima in un lontanissimo spazio, con una tecnologia che non immaginiamo e con la fortuna di trovare una combinazione di eventi casuali altamente improbabile, ai margini di ciò che riusciamo a vedere, ma pensare che un mini-buco nero possa esistere sulla Terra, contando che la dimensione di un buco nero che attira intere galassie è grande quanto una palla da baseball... rende la cosa impossibile. Senza entrare nel dettaglio, se ci fosse, la Terra non ci sarebbe più; potevano trovare tantissime altre soluzioni più possibili e credibili.
Un'ultima cosa che non mi è piaciuto è il sorriso di lui, non ricordo quale anime mi ricordi, ma sembra molto falso e non attinente alle scene in cui lo mostra; leggermente mi irrita, sorride come per prenderti in giro e poi piange da debole che è, nonostante tutto quello che riceve da tutto e da tutti...

Voto: per la bella idea della storia, ma tenendo conto del resto dell'anime, il risultato è 5,5.


 2
Hachiman

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
La storia si svolge nella cittadina di Matsumoto, dove la giovane Naho Takamiya riceve una lettera da un mittente particolare, ossia da una stessa Naho del futuro, più precisamente di dieci anni più avanti, che le narra per filo e per segno cosa succederà quel giorno. In un primo momento la ragazza non sembra credere alla lettera, tuttavia cambia idea quando dal nulla appare un nuovo studente, Naruse Kakeru, proprio come inciso nelle parole situate nel foglio, che si unisce al gruppo di Takamiya e i suoi amici. Da quel momento la giovane si impegna per far sì di cambiare il futuro del nuovo arrivato: salvarlo dalla morte tramite le lettere che le suggeriscono cosa fare per evitare gli errori che la Naho del futuro ha commesso.

L’opera si concentra principalmente su tre personaggi: Naho, Kakeru e Suwa.

Naho è una ragazza timida, debole, impacciata e un po’ tonta. Prova comunque a mettersi in gioco per salvare il suo amico, ma molto spesso a causa di un carattere poco estroverso finisce per mostrare un mix di buone azioni e pessime.
Kakeru invece abbina una poca socievolezza a tristezza e depressione, per via della morte della madre. Succube della sua vita forzata per via del genitore, Naruse segue per filo e per segno le indicazioni, ma nel momento in cui si ribella ne paga le conseguenze sul suo carattere. Un personaggio che, associato a una qualsiasi persona, mostra forse come la vicinanza delle persone può solo fare bene, ma alla fine i pensieri e i problemi rimangono dentro sé stessi. Molto permaloso e con un grande senso di colpa, come Naho abbina buone cose - poche per la verità - a pessimi gesti di stizza nei confronti della sua amica. L’unico che riesce a capire Kakeru è Suwa, un gigante molto apprezzato dalle ragazze della scuola. Di carattere estroverso, disponibile e con un fisico atletico, Hiroto Suwa è il collante del gruppo, specialmente del duo di protagonisti. Nella maggior parte delle volte aiuta Naho, e si fa da parte per far sì che i due riescano a mettersi insieme.

Lo stesso non si può dire del resto del gruppo, a cominciare da Hagita Saku, di carattere e corporatura differente da Suwa. Pignolo, imbronciato, per certi tratti tsundere, Hagita rende alla perfezione lo stereotipo del genio con gli occhiali. Quel poco che fa però non rimane indifferente alle trame della storia. A ronzargli sempre intorno è Azusa Murasaka, una ragazza molto euforica, sempre sorridente e ridente. Lei è figlia di un panettiere, e all’inizio della storia l’invito a mangiare il pane darà il via al salvataggio di Kakeru. Così lei come Hagita, ma soprattutto come Takako Chino, nonostante siano all’interno del gruppo, nella storia sono messi poco in risalto rispetto ai tre personaggi principali. Takako infatti la si vede poco incisiva, solamente per qualche risata o sfuriata da ragazza violenta.
Sulle caratterizzazioni dei personaggi ci sono dubbi. Hagita è il secchione e anche nell'aspetto mostra questa versione. Azusa è iperattiva e prova a tenere incollato il gruppo con battute e affini. Takako è la classica cattivella. Insomma, nei personaggi secondari c’è poco o nulla da dire. All’interno della storia sono inseriti poco o nulla, e questo rende le loro caratterizzazioni poco concentrate. Un conto è abbinare personaggi stereotipati in un buon contesto, un conto è metterli come “riempitivo” di un gruppo.
Inoltre, un grande difetto delle loro caratterizzazioni lo possiamo trovare nei loro rispettivi personaggi del futuro, dove il loro comportamento, a dispetto della morte di Kakeru, rimane uguale. Naho sempre timida e quasi silenziosa, Suwa premuroso, Hagita precisino e Chino sempre poco presente nei dialoghi, giusto qualche battuta di repertorio. A distanza di dieci anni i caratteri delle persone cambiano a seconda delle esperienze vissute, positive o negative che siano, perché aiutano a crescere e a tracciare un’identità ben precisa, invece qui sembra che lo scorrere del tempo non sia passato sulle emozioni dei cinque giovani.

Kakeru invece per certi ricorda per l’aspetto Kou di “Ao Haru Ride”. Non è un cattivo personaggio, semplicemente non è - così come Naho - coerente con il suo carattere d base. Si può essere tristi dentro e gioire fuori, e in questo Kakeru eccelle, ma si può essere anche tristi fuori e dentro. Lui abbina la prima categoria con la seconda. Soffre dentro per la madre, ma è gioioso fino a che non gli si dice qualcosa fuori posto per la sua mentalità, e si offende e tratta male tutti. Ci sta prendersela, il problema è che succede ogni volta. Non è coerente la sua sofferenza con la sua voglia di essere gioioso e superare le avversità con gli amici, se poi li tratta male e soprattutto non ascolta quando si offrono di aiutarlo a superare il momento.
Può essere un pensiero egoista, ma gli amici veri vanno ascoltati e non ignorati, in questo modo trasformi il rapporto con essi in maniera tale, da non considerarli amici ma conoscenti. Kakeru si dimostra per certi versi esterno al gruppo, non fortificando quel legame che dovrebbe esserci, specialmente in situazioni spiacevoli dove si vede il vero valore di una persona che tiene al suo amico.

Naho invece esplode alla fine. Specialmente nell’ultimo episodio il suo carattere si trasforma e passa da una ragazza timida a una abbastanza forbita, molto estroversa, addirittura risponde a tono a Ueda - una senpai che ci provava con Kakeru e non sopportava la protagonista e sfogava su di lei le attenzioni che il ragazzo dava a Naho. Certo, anche qui ci può essere la trasformazione, specialmente se si è innamorati, tuttavia non è coerente il cambiare di netto. Fare piccoli passi ci sta, il problema è che per la maggior parte del tempo compie sempre gli stessi errori. Si sforza di fare del bene, ma non lo fa, specialmente perché, nonostante le lettere suggeriscano alcune cose, lei nella maggior parte fa l’esatto contrario.
Cogliere l’attimo è da sempre uno dei più grandi rimorsi di una persona, pensare a cosa sarebbe successo se avessimo fatto in un certo modo. Non puoi saperlo, quindi ipotizzi. Naho invece, nonostante sappia cosa succede, cosa deve fare non lo fa, e lascia correre l’evento come nella sua versione del futuro, riuscendo poche volte nel suo intento. Non coglie quasi mai l’attimo, eppure lei può.

Suwa invece è l’unico che viene reso bene. Forte, socievole, estroverso, aiuta quando deve aiutare e critica quando deve criticare. Mette il bene di Naho e Kakeru più in alto del suo, e lo fa per un motivo preciso - anche se personalmente non condivido -, ovvero che la sua vittoria l’ha già ottenuta.
Dovrebbe essere Azusa il collante, per la sua iperattività, ma in realtà il fulcro che fa girare il duo è lui. Lui rappresenta in realtà lo stereotipo dell’amico o del ragazzo perfetto sotto ogni ambito, eppure c’è quel qualcosa che lo fa distaccare da questo preconcetto, ed è proprio il fatto che nonostante tutto è il primo ad affossare i propri sentimenti per loro due e non si dichiara. Si fosse dichiarato con una respinta da parte di Naho, poteva rientrare in questo stereotipo di amico fedele e perfetto, perché i suoi sentimenti venivano mostrati appieno; in questo caso lascia da parte questo particolare, andando anche contro a ciò che deve fare, e mostra una forza di volontà per il bene dei protagonisti non indifferente.

Le musiche sono molto delicate, rendono bene l’idea, e la realizzazione dell’opera - tralasciando qualche orrore grafico - viene gestita in modo eccellente. Non manca nulla, perché in fin dei conti abbina anche bei momenti ad altri meno belli - seppur con personaggi stereotipati e scene già viste e riviste. L’opening, in particolare, “Hikari no Haen“ di Yu Takahashi - prima volta - è il fiore all’occhiello delle melodie. Risalta inoltre nelle immagini in ciò che dovrebbe essere l’opera stessa, oltre ad avere un sound molto leggero.

Il problema sorge però nella base della trama stessa, ovvero le lettere: nell’anime viene accennato, mentre nel manga, se non erro, viene mostrato, ma in ogni caso non è una cosa fattibile. La teoria dei mondi paralleli è plausibile, però non la spedizione delle lettere. Onde evitare spoiler, chiamerei tutto questo “Felix Felicis” (fortuna liquida). Buona volontà, sentimenti, desideri non ti fanno spedire in quel modo una lettera e non la fanno recapitare a casa dei destinatari. Una pecca enorme che rovina un’opera abbastanza decente e di sicuro tra le migliori degli ultimi anni.
Un errore così grave non è permesso neanche con una buona trama o con personaggi ben caratterizzati o scene commoventi - la scena della maratona è molto bella e significativa. Forse la vera svolta dell’anime stesso arriva da quella maledetta staffetta da portare a termine a tutti i costi.

Per il resto c’è sempre Naho intenta a fare qualcosa e a ripetersi che deve farlo, che ce la deve fare, Kakeru molto irascibile - per non dire altre parole - e Suwa premuroso come un grande amico, ma anche come un padre per alcuni versi, e gli altri che ridono senza un minimo di senso. È un susseguirsi di azioni ripetute per le stesse identiche puntate. A differenza della corsa non c’è un episodio diverso dagli altri, sono tutti uguali nell’impostazione, e questa è una grande pecca in un’opera pretenziosa nel mostrare i sentimenti e i problemi gravi che possono affliggere ragazzi come Kakeru.

<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>

Errori nell’opera:
1) Nell’anime viene accennato che le la lettera viene mandata tramite un buco nero situato nel triangolo delle Bermuda, inoltre vene affermato che è impossibile portarla a mano e che si deve credere nel destino, nel caso.
2) Nell’ultimo episodio tutto ciò che fa Naho quel giorno non serve comunque a nulla, solamente a far venire il diabete alto allo spettatore, poiché lo stesso Kakeru, prima di suicidarsi, ripensa ai suoi amici e ci rinuncia. Inoltre Naho aveva fatto tutto ciò, anche parlare di tutto ciò che pensava, per evitare che il ragazzo decidesse di farla finita.
3) Gli amici di Naho vogliono che riesca a mettersi con Kakeru e fanno il tifo per loro, ma ad un tratto cambiano totalmente idea e tifano per Suwa, spronandolo a dichiararsi.
4) Tutti quanti ad esclusione di Kakeru possiedono una lettera delle loro versioni del futuro. Naho non dice nulla e prova a salvare Naruse da sola, ma alla fine scopre che anche loro ne possiedono una e non glielo dicono, perché offesi dal comportamento della giovane. Inoltre, pur avendo le lettere, compiono l’errore di invitare Kakeru il primo giorno a mangiare il pane, pur sapendo che la madre morirà.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

“Orange” riesce ad abbinare personaggi visti e rivisti a una trama anche romantica, molto poetica, romanzesca, ma fallisce alla base. Fallisce nei controsensi dei personaggi stessi e soprattutto nell’idea di salvare un amico a distanza di dieci anni con una spiegazione tanto banale. Fallisce quando ad ogni minima cosa c’è una risata e fallisce nelle dichiarazioni che sanno di frasi fatte, del più banale dei film romantici, specialmente perché sono frasi già dette e ripetute nel corso degli episodi dai vari personaggi.

Poteva essere un’ottima idea, un’ottima opera, seppur con difetti sul gruppo di amici, ma fallisce nel pretendere che si possa sorvolare su un qualcosa di astratto in un mondo reale, soprattutto adolescenziale, e non c’è sciagura peggiore di un errore nella trama stessa e di personaggi banali e scontati.

Arashi84

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
Che siate entrati da poco nel mondo degli adulti o che abbiate intrapreso il cammino della maturità ormai da tempo, poco cambia, il dolce-amaro periodo adolescenziale avrà lasciato almeno un segno sul vostro cuore e sulla vostra anima. Nel momento della vita in cui si cammina in bilico sul sottile filo del giusto ed errato, del bene e del male, del detto e non detto, a chiunque sarà toccato cadere una o più volte dalla parte sbagliata, portandosi appresso rimorsi e rimpianti per molto tempo a venire.

Durante la primavera dei suoi sedici anni, Naho riceve una lettera dalla sé stessa del futuro, una preghiera a fare diversamente, per cambiare il destino infausto di uno dei suoi amici. Nel momento in cui la ragazza incrocia lo sguardo di Kakeru, nuovo compagno di classe, gli ingranaggi di quel destino che si muove tra passato, presente e futuro iniziano a muoversi e il desiderio della Naho del futuro, “salva Kakeru”, acquista forma e concretezza.
Kakeru, a quanto dice la lettera, tra dieci anni nel futuro non sarà più con Naho e la cerchia di amati amici, a causa di alcune scelte che non lo hanno condotto verso la salvezza del suo cuore e quindi della sua esistenza in questo mondo.
Il compito della protagonista è cambiare il futuro di Kakeru, per far sì che dieci anni nel futuro egli sia ancora con lei e con gli amici.
Ricevere una lettera dal futuro è già di per sé un fatto abbastanza incredibile, ma, superato lo stupore iniziale, sarà così semplice per Naho seguire le indicazioni di una sé stessa matura e cresciuta andando in direzione opposta a ciò che Naho è adesso, in questo esatto momento?

Tratto dal manga di Ichigo Takano, l’anime di “Orange” racconta proprio questo, il difficile percorso di una ragazza ancora immatura e fragile sulle cui spalle grava il destino di una persona cara. Il peso schiacciante di un compito così difficile è ciò che caratterizza Naho, quasi costretta a comportarsi come farebbe una persona adulta che parla ora con il “senno di poi”, dall’alto di un’esperienza già provata con tutte le conseguenze del caso.
Partendo da queste premesse, “Orange” avrebbe potuto essere una serie davvero interessante e profonda, piena di riflessioni semplici ma comprensibili a chiunque, ma da buone premesse non sempre nasce qualcosa di altrettanto buono, ed è questo il caso di “Orange”, che pur partendo da un assunto romantico e al contempo realistico, si perde nelle più banali caratterizzazioni da shojo manga.

Se passiamo oltre l’elemento dei viaggi nel tempo, accettando fantasticamente che una lettera possa giungere nel passato semplicemente gettandola in un determinato punto dell’oceano, ciò in cui pecca “Orange” è la caratterizzazione dei suoi personaggi o, peggio ancora, della coppia protagonista, nonché il voler ricondurre tutto all’amore tra lui e lei che può cambiare il destino, sacrificando così il concetto più ampio di amicizia di cui ama riempirsi inutilmente le tasche dal primo all’ultimo episodio.
Naho è una ragazza semplice, come molte della sua età, ma l’arrivo della lettera la spinge a confrontarsi con sé stessa e ciò che potrebbe essere ma che ancora non è, e si vede spesso costretta a compiere scelte non (ancora) coerenti con i suoi modi di fare. La frustrazione e il senso di impotenza di Naho sono ben percepibili dallo spettatore, ma decisamente meno soddisfacente è il modo in cui ella si rapporta con Kakeru. Il ragazzo, dal canto suo, è (per motivi di trama) emotivamente instabile, depresso ma al contempo desideroso di trovare la felicità con il nuovo gruppo di amici; l’instabilità appena accennata però lo porta ad essere pesante, ammorbante e detestabile nei suoi schizofrenici modi di fare che oggi coccolano Naho e domani la respingono. E’ giusto che un personaggio come lui, che si porta appresso traumi e cicatrici, abbia un carattere lunatico e poco positivo, ma durante la visione (e già prima, con la lettura del manga) non ho potuto fare a meno di pensare che, a confronto con molti colleghi depressi per motivi analoghi o comunque simili, Kakeru sia semplicemente un personaggio triste e pietoso, così debole e piatto da non suscitare emozioni se non il fastidio. Qualche lettore più navigato avrà avuto modo di conoscere un certo Yano Motoharu e capire quindi come un personaggio dal passato traumatico possa essere fonte di una caratterizzazione sfaccettata e, complice una narrazione realistica (pur nel suo essere romanzata), profonda e molto emozionante. Mentre molti noti “traumatizzati” del mondo dei manga (il sopraccitato Yano, ma anche Natsume di “Alice Academy”, Kyo di “Fruits Basket”, Arima di “Karekano”) permettono alla storia di dipanarsi e trovare nuove soluzioni, Kakeru è semplicemente una marionetta triste che deve essere salvata a costo del sacrificio altrui, i cui tentativi di riprendersi si risolvono in cliché detestabili (il classico, odioso “ti allontano perché non voglio ferirti”) e guai per i suoi stessi amici, Naho in primis, che per quasi tutta la durata della serie non fa altro che farsi sballottare dai suoi cambi di umore.

La coppia, assolutamente disfunzionale, non fa altro che ricalcare i classici cliché da shojo manga, dall’ “Oddio, mi ha sfiorato la mano, ora non lo guarderò per una settimana di fila così lo farò deprimere ancora di più” al “Ci siamo dichiarati, ma mica stiamo insieme, io sono troppo piccolo, brutto e nero per stare con lei”.
Se ricalcare dei cliché non è certo il male assoluto, è anche vero che la caratterizzazione banale, piatta e a volte odiosa di questa coppia non riesce a far emergere alcun merito in questo “Orange”, se non l’apprezzamento di un espediente particolare quale la lettera dal futuro e il conseguente doversi confrontare della protagonista con qualcosa più grande di lei.
“Orange” si pone inizialmente come una corale storia di amicizia e affetto, ma diventa sempre più evidente come in realtà tutto ruoti attorno all’amore tra due personaggi, a quanto pare unico vero modo per salvare Kakeru dalla disgrazia a dispetto della coralità che ci ha inizialmente illusi. Allo scopo di formare la coppia che dovrebbe cambiare il destino, viene sacrificato l’unico personaggio interessante, Suwa, che prende il ruolo di martire della patria diventando anche lui una marionetta che ricalca perfettamente il cliché “la mia felicità è che lei sia felice”. Bello (o anche no) e romantico ma al contempo... banale.
Non parliamo poi del gruppo di amici, in teoria protagonista ma in realtà rilegato a un ruolo marginale e non sempre coerente. A parte Suwa, gli altri ragazzi non hanno un particolare background, una storia personale, un’evoluzione, mandando quindi a quel paese quell’illusione di opera corale che lo spettatore può avere all’inizio.
“Orange” è una serie in cui tutto è enfatizzato, in cui i proclami sull’amicizia e le belle parole sono così abusate che rendono il tutto stucchevole e fin troppo finto. In alcuni momenti sembra che voglia quasi lobotomizzare lo spettatore con l’idea dell’amicizia che tutto può.
Kakeru poi viene trattato come un neonato, di quelli a cui devi servire la pappa perché altrimenti non riuscirebbero neanche a tenere in mano il cucchiaino; ma Kakeru non è un bambino, è un ragazzo, e una persona della sua età non la si aiuta porgendole la pappa pronta, ma dandole i mezzi per rialzarsi, cosa che i ragazzi non fanno, poiché preferiscono essere i salvatori piuttosto che il sostegno di una persona che deve salvarsi. Insomma, il concetto di salvataggio è espresso, a mio dire, nel modo più semplicistico e banale possibile.

Tecnicamente parlando, “Orange” gode di una buona regia che lo rende interessante a livello visivo, ma il tratto della Takano non è reso nel modo migliore e alcune cose che funzionano su carta diventano orripilanti in versione animata, vedasi alcuni primi piani che rendono i personaggi più creepy che altro. Aggiungiamo poi il fatto che da un certo punto in poi la qualità grafica cala terribilmente, sfornando delle deformità che uccidono anche la cosa migliore di tutta la serie (Suwa), rendendo la visione ancor meno piacevole.
Non ho apprezzato particolarmente le musiche, ma mi è piaciuto il doppiaggio.

In definitiva, “Orange” non è di per sé una brutta serie, ma al contempo non è niente di nuovo, tanti prima di lei hanno battuto questa strada e lo hanno fatto in maniera decisamente migliore, caratterizzando i suoi protagonisti in modo da non essere semplicemente “il depresso e la salvatrice”, dando ampio spazio a chi la coppia protagonista la sostiene e la fa crescere, mostrando in maniera profonda e coerente l’evoluzione dei personaggi, quella che li conduce infine alla salvezza senza bisogno di martiri o protagonisti che non riuscirebbero a muovere un passo senza la scossa di chi gli sta intorno.
Ancora una volta la Takano ha dimostrato di avere delle buone idee di partenza, ma di non saper caratterizzare al meglio i suoi protagonisti, riducendoli alla parte meno interessante di tutta la storia.
“Orange” aveva del potenziale, ma adagiarsi sugli stereotipi e i cliché è comodo e furbo, perché chi non ha ancora avuto la fortuna di vedere qualcosa di meglio (forse) penserà che sia un capolavoro. Chi però ha letto/visto altro, probabilmente saprà che la sofferenza di un protagonista e il relativo sostegno degli amici/amanti possono esprimersi in modi molto meno banali, dimostrando che più che raggiungere un fine è importante il percorso che si compie, e (forse) valuterà quindi “Orange” per quello che è: una serie come tante che non finirà negli annali.


 2
npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Avevo letto il manga da cui è stato tratto questo "Orange" diversi anni fa e, ad essere sincero, ricordavo la storia solo per sommi capi. La cosa, però, non mi dispiaceva affatto: da un lato, infatti, non m'è mai piaciuto esagerare coi paragoni fra manga e anime; dall'altro ho potuto maturare in questo modo un giudizio meno influenzato dalla precedente lettura del manga.
Dopo aver terminato la visione dei dodici episodi di cui si compone questa serie e dopo aver tratto le mie conclusioni in merito, sono però andato a rileggermi quanto avevo scritto per il manga e sono rimasto piacevolmente sorpreso dal fatto che le valutazioni fatte all'epoca erano sostanzialmente uguali a quelle fatte adesso. Ciò vuol dire che sia i pregi che i difetti della sceneggiatura sono stati riportati fedelmente, e questo è un punto a favore per questo anime, in quanto, in qualità di trasposizione animata, può essere tranquillamente promosso. E ciò vuol dire anche che la demenza senile del recensore non si è ancora impossessata di me, dato che continuo a fare le stesse considerazioni su una stessa storia anche a distanza di anni; magari sono sciocchezze, ma almeno sono sempre le stesse.

Partiamo con la trama: Naho è una normale studentessa che vive in modo tranquillo e spensierato la sua adolescenza. Un giorno, però, le arriva una lettera decisamente strana: il mittente, infatti, afferma di essere la sé stessa di dieci anni nel futuro. In essa viene descritto il dramma di Kakeru, uno studente trasferito da poco: divorato dal senso di colpa per il suicidio della madre, atto di cui si sente moralmente responsabile, il ragazzo finirà infatti per suicidarsi nel giro di qualche settimana. La lettera descrive nel dettaglio tutti gli avvenimenti importanti avvenuti in quel periodo e implora Naho, che nutre nei suoi confronti sentimenti che vanno oltre la semplice amicizia, di cambiare il corso degli eventi attraverso una serie di azioni e di attenzioni volte a curare la disperazione del compagno.

Anche se l'ho già fatto per la recensione del manga, mi sembra doveroso ripetere anche qui quali sono, a mio avviso, i due principali difetti di questa storia.
Il meno grave riguarda il non essere riusciti a spiegare in modo plausibile ciò che è impossibile. Ipotizzare che nel triangolo delle Bermuda abbiano aperto un ufficio postale che offra il servizio "buco nero" è una trovata perlomeno bizzarra; pensare poi che cinque ragazzi, privi di qualsiasi competenza in materia riescano ad organizzare e a mettere in pratica un progetto simile è un espediente troppo ardito per risultare almeno lontanamente credibile. Qualcuno potrà menzionare la lezione tenuta sull'argomento da un professore per negare l'assenza di preparazione in materia; ma basta davvero così poco per organizzare un viaggio nel tempo? Come difetto, però, lo ritengo non gravissimo: non si può spiegare l'impossibile, ma ciò non può frenare lo sviluppo di una buona idea narrativa. Forse, però, sarebbe stato meglio non affrontare per niente il problema, limitandosi a un vago "in un modo o nell'altro ce la faremo".
Il secondo difetto, invece, è molto più grave: il comportamento tenuto dai personaggi, a mio avviso, non è per niente credibile. Venuti a conoscenza dell'imminente tragedia è naturale che i compagni di Kakeru si impegnino per prestargli una maggiore attenzione, per non farlo sentire solo nel dramma che sta vivendo; ed è assolutamente normale che si trasformino in attori, adottando comportamenti dettati dalla necessità di impedire l'imminente tragedia. Ma la loro recita è davvero pessima: le attenzioni dimostrate verso Kakeru sono così tante e il favoritismo nei suoi confronti è così sfacciato che qualunque persona dotata di buon senso si chiederebbe: "Ma che sta succedendo?". Tutti ad eccezione di Kakeru: per lui, una vittima del bullismo alle scuole medie, l'esser trattato come una superstar è cosa perfettamente normale.
Nonostante questi difetti, però, il mio giudizio sull'opera è buono. L'idea su cui si basa la sceneggiatura è particolare e intrigante; il suo sviluppo è apprezzabile e ha il pregio di non annoiare mai lo spettatore; mi è piaciuta anche la trovata sui mondi paralleli e lo sviluppare la trama sul doppio binario presente/futuro. Quando il "lecchinaggio" verso Kakeru viene messo un po' da parte, o viene sviluppato nel modo corretto, i risultati sono più che apprezzabili, con bei momenti di introspezione che aggiungono un graditissimo tocco di realismo alla psicologia dei vari personaggi.

Il crollo del livello grafico avvenuto nella seconda parte della serie è già stato evidenziato da altri in altra sede, per cui non mi dilungherò troppo su questo aspetto. La visione dell'anime, a mio parere, non ne viene compromessa, ma la differenza rispetto all'inizio si nota e dà un po' fastidio.
Abbastanza buone sia l'opening che l'ending; quest'ultima, in particolare, è davvero molto gradevole.

Tirando le somme, credo sia giusto confermare anche per l'anime la stessa valutazione che ho dato al manga. Come trasposizione direi che va benissimo; ma avendo la stessa trama, gli stessi pregi e gli stessi difetti, non può chiaramente aspirare a un voto più alto; per amore della verità, comunque, il voto che gli avrei assegnato sarebbe stato identico, anche se non avessi letto prima il manga.


 3
Sguaida

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Procedo schematicamente.
Cosa mi è piaciuto di "Orange"? Sicuramente la sua complessità: ben vengano le serie, soprattutto scolastico-sentimentali, che come questa si portano dietro un bel fardello emozionale. Per una volta infatti ci troviamo davanti ad adolescenti con problemi da adulti, non le solite turbe giovanili alle quali siamo abituati ma veri e propri ostacoli al limite dell'insormontabile intrecciati alla natura dell'essere: il rimorso e l'attribuzione di peso alle proprie scelte, giusto per dirne due, che ti si attaccano addosso e che non ti lasciano facilmente. E, come estensione delle tematiche di cui parlavo, ho apprezzato anche quella persistente sensazione di tristezza che mi ha accompagnato per tutte le tredici puntate. Insomma, sul piano prettamente psicologico secondo me l'anime è riuscitissimo, e ben venga se si tratta di una serie di per sé triste e malinconica: un po' di originalità, rispetto a tante sue simili (sulla carta), è ben accetta.

Cosa non mi è piaciuto, invece? In quanto studente di fisica ho trovato un po' pressapochistica la scelta del messaggio spedito indietro nel tempo. Una scelta che è sicuramente fondamentale per tutta la serie, dato che è proprio su questo che l'anime si basa, ma che non mi ha convinto appieno, soprattutto nel finale. Ben introdotta durante le lezioni scolastiche dei ragazzi, va dato atto, ma svolta in maniera semplicistica, alla carlona, nel finale: i ragazzi la considerano la soluzione, come se fosse qualcosa di certo, di assodato, di garantito. Sarà per deformazione professionale, ma questo aspetto non mi ha convinto molto. Non saprei come si sarebbe potuto migliorare questa situazione, così strettamente legata a tutto l'anime, ma così come è stato fatto mi ha lasciato un poco l'amaro in bocca. Molto più delle difficoltà stilistiche incontrate a metà dell'anime: certamente hanno anche loro un certo peso, ma non ne faccio un dramma, alla fin dei conti se la base è buona ci si può adattare anche a grafiche scarse.

In generale l'anime è piacevole, personalmente mi ha emozionato e catturato, ma certe lacune non sono proprio riuscito a mandarle giù.


 2
Nox

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
“Orange” è un anime di tredici episodi andato in onda da luglio a settembre 2016.

La trama si sviluppa su due linee temporali diverse a dieci anni di distanza. Nel presente, la liceale Naho Takamiya riceve una lettera dalla sé stessa del futuro, nella quale le si chiede di cancellare il più grande rimpianto della sé stessa ventiseienne: non essere riuscita a salvare Kakeru Naruse, studente trasferitosi da Tokyo nel piccolo paesino di montagna dove Naho e i suoi amici vivono.
Nella lettera vengono fornite istruzioni dettagliate giorno per giorno degli eventi che Naho sedicenne deve cambiare. Inizialmente, la ragazza esiterà a seguirle, perché le si chiede di fare e dire cose che sono lontane dal suo carattere. Timida, insicura, sempre timorosa di creare problemi agli altri, le viene affidata una responsabilità molto difficile e importante, tenere d’occhio Kakeru e proteggerlo da sé stesso. Per fortuna, a Naho non mancherà il supporto dei suoi quattro amici, in particolare il "gigantesco" Suwa, di gran lunga il personaggio migliore della serie. Da parte sua, Kakeru è un ragazzo che si porta dietro un grande rimpianto e, sebbene finga ogni giorno di essere allegro, ha molti demoni interiori che gli impediscono di essere davvero felice, se non in pochi sporadici momenti.

La trama è sicuramente originale, con un tocco drammatico e fantascientifico, e si allontana molto dalle comuni storie romantico-liceali. Gli eventi sono scanditi da un ritmo lento che ricorda a volte uno slice of life, ma non mancano piccoli colpi di scena e momenti emozionanti, raggiungendo una conclusione in cui si dà risposta a tutti gli interrogativi.

Dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi, è stata data grande attenzione alla componente psicologica. Le loro paure, incertezze, sacrifici, dolori ma anche momenti di gioia e spensieratezza vengono tratteggiati in modo molto delicato e attento. E’ anche vero, però, che i due protagonisti sono coloro che maggiormente mancano di mordente. Sebbene sarebbe incorretto dire che manchino di crescita psicologica, entrambi mostrano determinate caratteristiche che sono semplicemente inconciliabili con il loro essere liceali. Naho è divisa fra la volontà di salvare Kakeru ma trattenuta dalla sua stessa timidezza e insicurezza che, talvolta, non è proprio compatibile con una ragazza moderna di sedici anni. Da parte sua, Kakeru si fa tanti di quei problemi su cose così semplici e immediate, da non permettere allo spettatore di entrare completamente in sintonia con il personaggio.
E’ incredibile come lo sviluppo della trama si regga sulle spalle dei personaggi secondari, anche loro perfettamente tratteggiati e dotati di spiccate e individuali personalità.

La parte tecnica merita una riflessione a sé. La prima metà dell’anime mostra una grafica superiore alla media. Fondali spettacolari, curati, dettagliati, realistici e un chara design particolare. A partire dal settimo episodio in poi, invece, si verifica un calo drastico. I personaggi sono ridotti all'osso, a volte non hanno il naso, altre volte hanno una faccia larga e tonda, altre sono ridotti a delle figurine. Questa realizzazione così superficiale incide sulla godibilità dell’opera, distogliendo l’attenzione dalle vicende.
Solo le musiche (sia la colonna sonora sia l’opening e l’ending) rimangono bellissime e coinvolgenti per tutta la durata dell’anime.

Riassumendolo in una frase o meno: “Una storia con tematiche importanti e con un messaggio molto toccante che, purtroppo, a causa di protagonisti infelici, non riesce ad essere interamente trasmesso.”


 1
Hatake Rufy

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
Nell'estate del 2016 si è parlato molto di quest'anime e della sua trama a tema sentimentale e fantasy, e probabilmente finirà tra i miglior anime dell'anno. "Orange" è l'adattamento animato dell'omonimo manga di "Ichigo Takano", che ha reso molto interessante una normale e prevedibile storia d'amore e d'amicizia tra giovani scolari.
La trama vede protagonista "Naho Takamiya", una sedicenne molto timida e carina, che riceverà una lettera proveniente da dieci anni nel futuro, in cui leggerà l'appello disperato di sé stessa di stare accanto al nuovo arrivato "Kakeru" e di non farselo scappare un'altra volta. Ebbene sì, la Naho del futuro ha dei rimpianti e chiederà alla nostra Naho del presente di rimediare ai suoi errori; una faccenda molto strana, ma vi assicuro che è molto intrigante.

Gli episodi sono lineari e coinvolgono quasi sempre al massimo. E' una classica e prevedibile storiella tra studenti, si potrebbe dire questo, ma alcuni eventi renderanno unica questa vicenda, tra cui lo sviluppo dei personaggi; sebbene molte volte non trasmettono ciò che dovrebbero, i nostri protagonisti aiuteranno la trama a svilupparsi in modo tale da non risultare solo una commedia scolastica, ma una vera e propria storia drammatica piena di emozioni e colpi di scena. Forse qualche episodio dimostrerà di essere inferiore agli altri per quanto riguarda l'intrattenimento, ma ognuno di questi servirà eventi importanti per farci elaborare un po' quelli che saranno gli eventi futuri.
I personaggi quindi sono molto facili da leggere, e infatti qualcuno di essi risulterà fin troppo banale, se non odioso, ma prima di giudicare bisognerà terminare l'anime.

Il comparto visivo è molto apprezzabile e ha il classico stile shoujo nei disegni, che rende i personaggi molto belli e apprezzabili esteticamente, mentre le animazioni sono ben curate e molto apprezzabili. In un episodio vi accorgerete di qualche disegno mal eseguito, quasi si volesse realizzare con tanta fretta, ma non fatevi influenzare molto da questi piccoli errori; il comparto visivo è ottimo.
La colonna sonora invece è molto piacevole e riesce a rendere molto apprezzabile l'ambientazione. Opening ed ending sono nella norma.

Concludo la recensione consigliando quest'anime, senza ombra di dubbio.

Utente45828

 3
Utente45828

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

Avete mai commesso un'azione per la quale provate rimorso? Avete mai preso una decisione che si è rivelata essere sbagliata? Avete, quindi, mai desiderato anche per un solo secondo di poter in qualche modo tornare indietro per evitare questo gigantesco errore? Se l'avete fatto, "Orange" ("Orenji") è l'opera adatta a voi.
"Orange" è una serie TV di tredici episodi prodotta da Telecom Animation Studio ("Lupin III") andata in onda in Giappone durante la stagione estiva e tratta dall'omonimo manga di Ichigo Takano.

Trama
"Nella primavera dei suoi sedici anni Naho Takamiya riceve una lettera dalla sé stessa di dieci anni nel futuro. All'inizio Naho pensa che si tratti di uno scherzo, ma cambia idea quando gli avvenimenti che vengono descritti nella lettera accadono veramente, tra cui il trasferimento di un nuovo studente, Kakeru Naruse. La lettera finisce con la preghiera, della Naho del futuro alla Naho del passato, di prendersi cura di Kakeru, perché - con suo grande rimorso - nel futuro lui non ci sarà più..."

Prima di iniziare, mi piacerebbe chiarire una cosa: ritengo "Orange" una grande opera, tuttavia sono deluso dal suo adattamento animato che, personalmente, ha deluso le mie aspettative. Non credo che ci sia bisogno di dirlo, perché tutti ce ne siamo accorti, ma, nel caso siate diventati momentaneamente ciechi dall'episodio 8 in poi, ve lo spiegherò più tardi.

La prima parte di quest'anime inizia nello scetticismo (anche abbastanza giustificato) della nostra protagonista, confusa da ciò che sta leggendo. Com'è possibile una cosa del genere? Non sarà solo una coincidenza che questo nuovo studente sia arrivato proprio oggi? Sarà tutto vero ciò che è scritto in questa lettera? Travolta dai dubbi, la nostra cara Naho decide di ignorare il primo (e anche più importante) avvertimento scritto nella lettera: "Oggi inviterete Kakeru a uscire con voi. Evita che ciò accada, ti prego". Come previsto dalla lettera, Azusa, Hagita, Takako e Suwa invitano Kakeru a uscire con loro, e Naho non farà niente per impedirlo. Dal giorno successivo, per due settimane, Kakeru non si presenterà a scuola. Al suo ritorno, la nostra protagonista scoprirà che il giorno dell'uscita la madre di Kakeru si è suicidata. Da questo momento in poi Naho inizierà a lottare con l'aiuto della lettera, e poi anche di tutti i suoi amici, per evitare il futuro suicidio di Kakeru, dovuto ai sensi di colpa nei confronti della madre.

Non è assolutamente facile farsi carico di un peso del genere, della vita di un essere umano, specialmente se si è da soli. Nella prima parte di quest'anime, infatti, vedremo Naho cercare di cambiare disperatamente gli eventi chiave descritti nella lettera, a volte con successo, altre volte no. La vedremo piangere, sorridere, disperarsi e quasi arrendersi a ciò che le sembra più grande di lei, il destino. Ed è proprio in questo momento di pura disperazione che entra in gioco il fattore principale: l'amicizia. Esatto, una cosa così banale ma allo stesso sempre così forte. Il sentimento padrone di quest'anime che spesso viene anche prima dell'amore stesso (vedi Suwa) e che farà da cardine, da spalla a Naho nell'andare avanti e nel superare degli ostacoli apparentemente insormontabili. Parliamoci chiaro, "Orange" non è una storia d'amore, ma d'amicizia!
E' quindi proprio quando Naho scoprirà di non essere l'unica ad aver ricevuto la lettera, ma che anche tutti gli altri erano a conoscenza di quello che stava accadendo, che la speranza tornerà in lei. Tutti insieme, alla fine, riusciranno a salvare Kakeru dal suo destino e ad alleviare tutti i rimorsi che tormentavano i nostri protagonisti nel futuro.

Ora però vorrei soffermarmi su altre questioni: dopo aver riassunto abbastanza brevemente ciò che succede, vorrei elencare i pregi e i difetti di quest'adattamento, per poi concludere con altre due-tre righe.

Pregi
Trama e sviluppo: inserire questo tipo di tematiche in uno slice of life non è una cosa facile, e farlo così bene ancora meno.
Musiche: sempre messe al momento giusto e soprattutto molto orecchiabili. Ragazzi, andate ad ascoltarvi l'ending, vi prego!
Sceneggiatura e regia: una sceneggiatura a volte lenta ma comunque ben fatta fa da braccio destro a una regia nella prima parte eccezionale (vedi i primi piani sui sorrisi di Kakeru e di Naho), che poi si perde un po', ma che rimane comunque nella media.

Difetti
Improvviso e drastico calo delle animazioni e dei disegni: non che se ne possa fare una gran colpa, il budget è il budget, ma stiamo parlando di un grosso problema che va a minare la concentrazione dello spettatore durante la visione. Io personalmente mi sono ritrovato a concentrarmi sulle facce deformate di Suwa piuttosto che su ciò che stesse accadendo. Una delusione doverlo dire, ma questo calo ha letteralmente distrutto quest'adattamento animato, motivo per il quale il mio voto non è stato 8.
Incoerenze e piccoli buchi di trama: Il fatto che una lettera possa essere mandata nel passato in un anime che parla di vita quotidiana di per sé già è folle, ma rientra nell'ambito delle cose "accettabili" per il semplice motivo che si tratta di una storia finta. Tuttavia, ciò che non rientra tra le cose accettabili è che per inviare questa lettera i nostri protagonisti si siano dovuti recare in un posto famoso per essere un "buco nero" (viene spiegato che i buchi neri sono relazionati con il tempo in qualche modo). Questa è una forzatura esagerata e anche una soluzione molto pigra trovata dall'autore per giustificare una cosa come una specie di viaggio nel tempo. Non sarebbe stato forse meglio che i nostri protagonisti avessero sotterrato quelle lettere da qualche parte nella loro vecchia scuola e che un miracolo le avesse fatte viaggiare? Insomma, il miracolo è una cosa già più accettabile dallo spettatore (ricordiamo "Clannad", dove praticamente succede lo stesso). Inoltre, mi domando come sia possibile che ci siano volute sei puntate perché gli amici parlassero fra di loro e si accorgessero di avere tutti la lettera. Tutti erano a conoscenza sin dall'inizio di non dover invitare a uscire Kakeru e nessuno ha provato a confidarsi con l'altro. Non sarebbe stato più semplice scrivere nella lettera: "Hey, parla con gli altri di ciò, non invitate a uscire Kakeru per favore". Sarebbe bastato questo per salvare Kakeru, ma va beh, forse chiedo troppo.

Conclusione
L'adattamento animato di "Orange" parte benissimo, per poi inciampare attorcigliandosi tra le proprie gambe. Devo quindi definirmi deluso, come credo tutti del resto, da questo improvviso calo dei disegni e delle animazioni, che hanno fatto scendere drasticamente il livello di godibilità di quest'opera.
Quindi, infine, mi sentirei di sconsigliare la visione di quest'adattamento a chiunque, tuttavia consiglierei la lettura del manga, in quanto "Orange" come opera è meritevole delle attenzioni che sta avendo.

La recensione finisce qui, vi ringrazio per aver perso dieci minuti della vostra vita per leggere le mie opinioni. Spero siate in accordo con me; nel caso non lo siate, vi invito a lasciare una recensione con le vostre opinioni in modo da poter scambiare (seppur indirettamente) le nostre idee.


 2
SahMirror

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8,5
Forse uno dei migliori titoli dell'anno? Probabile.
È un anime che parte in quarta. Mi ha preso un sacco: i disegni non sono niente male, semplici ma non brutti. Ho apprezzato che i personaggi non avessero le stesse caratteristiche fisiche (taglio degli occhi, forma del viso) come spesso accade.
La storia è riuscita a tenermi sulle spine tutto il tempo senza mai annoiare e la psicologia dei personaggi è ben strutturata, quindi diventa facile anche immedesimarsi.
Circa a metà serie, i disegni hanno avuto un drastico calo che ha dell'incredibile. Se non fosse stato per la storia, avrei smesso di guardarlo. In ogni caso, ne vale davvero la pena. Mi ha commossa, mi ha fatto riflettere e probabilmente lo rivedrei.