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kirk

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Credo di aver assegnato un sette alla precedente opera di Jiro Taniguchi da me letta: mi riferisco a “Al tempo di papà”, ora assegno più o meno lo stesso voto a questi due volumi di “In una lontana città”.
Tenterò di spiegare il perché: dopo essere ritornato nel passato il nostro eroe Hiroshi, inizia a cambiarlo, come farebbe chiunque possieda la coscienza di sé adulto, e la possibilità di rivivere una vita che conosce.
A volte è capitato anche a me di rivivere dei deijavu, ma non avendo la coscienza di un io futuro o passato che dir si voglia sembrerebbe che come sosteneva qualche filosofo classico riviva sempre la stessa vita.
Hiroshi invece può cambiare il passato e probabilmente vuole farlo in quanto la sua vita presente (a quarantotto anni nel 1964) non lo soddisfa. La sua vita di salaryman, di sposo, di padre di due figlie non gli dà la gioia che uno potrebbe pensare di avere, perciò dovrebbe essere contento di poter cambiare il passato… avere la ragazza più bella della classe, voti più belli, prestazioni atletiche migliori… invece inizia a muoversi in quel senso fino a che non si ricorda di un cruccio: l’abbandono del padre. Fossilizzandosi su questo problema, perde tutto quello che sta conquistando. Il grande vantaggio di sapere non gli basta a non comportarsi da stupido… il padre gli ricorda il se stesso quarantottenne insoddisfatto della vita e non riesce a convincere il genitore con buone argomentazioni: lui si rivede nel padre che vuole fuggire.

In quest’ottica il finale è insoddisfacente perché non riesce a far emergere la lotta interna del protagonista e ciò che lo riporta a “casa” apparentemente felice della precedente normalità da cui il viaggio spaziale/temporale lo aveva liberato.

Jiro Taniguchi come ho già detto ha avuto un successo enorme in Francia, successo dovuto al fatto che i suoi seinen sono molto simili al fumetto d’autore europeo: in più c’è da dire che sono anche opere brevi.
Qualcuno ha paragonato quest’opera a "20th Century Boys XX" di Naoki Urasawa, ma mentre Urasawa poteva anche rendere più breve la sua opera, Taniguchi avrebbe dovuto spendere qualche pagina in più per far capire la crescita del suo protagonista con un finale meno affrettato.

Nytro

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Nytro

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Niente spoiler nel commento.
Profondo, riflessivo e semplice nel mostrare ciò che vuole dire, senza troppi giri di parole.
Ciò che, personalmente, ho acquisito dall'opera è: vivi al massimo il tuo tempo e non prendere nulla con superficialità, non trascurare nulla del tempo in cui stai vivendo. Non tormentarti per capire cosa dovrai fare, che fine farai, che scopo abbia la tua vita, ma vivi soltanto e prima o poi lo scoprirai. L'opera di sofferma anche su un'altro concetto sul quale riflettere: il provare a essere davvero comprensivi relativamente alle scelte altrui e non essere avventati nel giudicarle. Vale davvero la pena leggerlo. Un Capolavoro.


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-Shiho-

Volumi letti: 1/2 --- Voto 9
Ho trovato questo volumone quasi per caso, mentre davo un'occhiata in un mercatino dell'usato. La lettura di "Quartieri lontani" del maestro Taniguchi mi ha subito conquistata fin dalle prime pagine, tanto da decidere di rileggerlo appena sono arrivata alla fine del volume.

Malgrado la storia non sia particolarmente originale, il taglio introspettivo e le atmosfere nostalgiche rendono questo volume accessibile e intrigante. Hiroshi è un uomo di 48 anni, dedito al lavoro ma poco attento alle esigenze della moglie e delle due figlie. Un giorno sale per sbaglio su un treno che lo porta nella sua città natale, dove decide di far visita alla tomba della madre. Proprio accanto alla tomba ha un mancamento e al suo risveglio si accorge di non essere più un uomo maturo, ma di esser ritornato adolescente. Incredulo, inizia a ripercorrere le strade della sua città e riconosce volti e abitazioni della sua infanzia. Pensando che si tratti di un sogno, Hiroshi decide di rivivere i suoi 14 anni, ma con una maggiore consapevolezza (infatti è un ragazzo di 14 anni solo nell'aspetto, ma la sua mente è quella di un adulto in una dimensione indefinita a metà fra il passato e il sogno).

Il volume scorre con brevi scorci di vita quotidiana intrisi di un senso di nostalgia per un mondo che Hiroshi sa essere ormai scomparso. Il fulcro dell'intera vicenda è però il rapporto fra Hiroshi e il padre: nell'estate dei suoi quattordici anni, Hiroshi aveva subito l'abbandono del padre. L'Hiroshi quarantottenne vede quindi in questa sorta di viaggio temporale la possibilità di scoprire quali siano stati i motivi che hanno spinto il padre a prendere tale decisione e a cercare di porvi rimedio. Ed è interessante notare come questa sorta di viaggio (reale o nell'inconscio?) nel passato aiuti il protagonista a maturare e a conoscere i suoi genitori e le loro aspirazioni. Questa nuova consapevolezza lo rende infatti un uomo migliore e lo aiuta a porre rimedio alla sua vita (e al rapporto delicato con sua moglie e le sue figlie, come traspare da alcune vignette).

Un volume delicato e nostalgico, che mi ha commosso profondamente. Non contiene azione o colpi di scena, eppure lascia trasparire una certa sensibilità nel trattare l'animo umano che incanta il lettore e lo tiene incollato alle pagine. Probabilmente non è un volume adatto a tutti i lettori, soprattutto ai più giovani: lo consiglio quindi ad un pubblico più maturo, che desidera leggere un seinen basato su una vicenda familiare tanto comune quanto toccante.


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Atom

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
"Quartieri lontani" è una delle opere più celebri di Jiro Taniguchi.
Una storia adulta, matura, che testimonia come la vita di tutti i giorni possa essere meravigliosa, oppure trasformarsi in una claustrofobica gabbia dalla quale si cerca in tutti i modi di evadere.
Ci parla di altruismo, di egoismo e di come il ripetersi imperituro delle giornate possa far dimenticare le cose più preziose, quelle per cui invece varrebbe la pena combattere e sacrificarsi.
Tutto questo viene filtrato attraverso lo sguardo di un uomo di mezza età, che si trova a rivivere l'estate dei suoi quattordici anni. Riavvolgendo il nastro del tempo, egli ripercorre così le stesse situazioni e sperimenta lo stesso dolore, guardando il tutto, però, da una prospettiva decisamente diversa.

L'autore gioca poi con le bellissime sensazioni che il tornare ragazzi donerebbe a chiunque. Lo fa attraverso tanti espedienti, che aiutano il lettore ad immergersi pienamente nell'atmosfera, a metà strada tra sogno e realtà, che si respira pagina dopo pagina.
Quando si è piccoli non si capisce l'importanza di godere appieno di certi momenti, ma cosa succede se una volta diventati adulti, consapevoli di ciò che si è perso, si possa nuovamente riviverli?

I personaggi sono tutti ben ideati anche se la loro caratterizzazione non è in ogni caso impeccabile. Alcuni sarebbero potuti essere certamente sviluppati in modo più approfondito, mentre il protagonista è pennellato con mille sfumature, proprio grazie alla sua duplice condizione.
Mirabile, come sempre, anche la rappresentazione della società giapponese.
La storia parte dai giorni nostri per poi "saltare" indietro negli anni sessanta, con un passaggio attraverso i ricordi del Giappone del dopoguerra. E' davvero interessante notare le differenze socio/culturali tra le varie epoche, anche perché l'autore è molto bravo a descriverle rendendole ben evidenti.
Taniguchi inoltre fa uso di tecniche cinematografiche, allorché si trova a rappresentare i balzi nel tempo, rendendo la narrazione decisamente più coinvolgente.

Probabilmente il finale poteva essere più curato; l'idea di base è molto buona, ma la sua esemplificazione appare sbrigativa, lasciando lo spettatore spaesato. Si ha la netta sensazione di un qualcosa di troncato: un po' fastidioso.

Jiro Taniguchi non è certamente uno dei miei autori preferiti e spesso non riesco a comprenderne la straordinaria fama. Non c'è dubbio però che "Quartieri lontani" sia uno splendido manga, ben scritto e dagli ottimi contenuti, uno di quelli che mi piacerebbe tanto far leggere a chi si ostina ancora a dire che i fumetti son roba da piccini, dimostrando che una buona graphic novel non ha nulla da invidiare ad un romanzo o ad un film.

I disegni sono quelli estremamente curati di Taniguchi, quello che però trovo limitante è che i suoi personaggi, a mio parere, risultano spesso imbalsamati. Le espressioni e le movenze sono abbastanza forzate, congelate, poco naturali. Si ha sempre la percezione che l'autore non riesca a rappresentare del tutto il dinamismo e la plasticità di un corpo umano.

L'edizione della Coconino Press è semplicemente pessima. Stento ancora a credere che qualcuno abbia potuto pensare di accorpare i due volumi originali in un unico illeggibile, intrasportabile, mastodontico volume. Il verso di lettura, come se non bastasse, è stato ribaltato.

Il mio voto reale è 8.5


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Evangelion0189

Volumi letti: 1/2 --- Voto 9
Tra i seinen meglio quotati degli Anni Novanta si annoverano diverse opere dell'acclamato autore contemporaneo Jiro Taniguchi. Una di queste è In una lontana città, opera in due volumi edita in Italia dalla Coconino Press prima in una versione identica all'originale, poi in un'edizione di lusso in un corposo volume unico di grande formato dal titolo Quartieri lontani. Il costo del tomo in questione è notevole (si aggira attorno ai 20 € circa), ma si tratta di denaro ben speso considerata anche l'elevata qualità della carta e della stampa. Scritto e disegnato tra il 1998 e il 1999, Quartieri lontani riprende alcuni dei temi più cari all'autore; ma accenniamo brevemente alla trama.

Protagonista della nostra storia è Hiroshi, tipico salaryman giapponese di mezza età la cui vita scorre normalmente giorno dopo giorno. In uno dei suoi spostamenti quotidiani in treno accade l'inaspettato: per una strana casualità Hiroshi sale sul mezzo diretto al suo paese natale, trovando improvvisamente immerso in un turbine di ricordi della sua infanzia. Giunto al cimitero in cui sono seppelliti i suoi genitori, e in particolare la madre, Hiroshi si addormenta sfiancato dal viaggio. Al suo risveglio, e Taniguchi ce lo mostra come se stessimo guardando attraverso gli occhi del protagonista, Hiroshi si ritrova in divisa scolastica e straordinariamente ringiovanito. In pratica è tornato indietro nel tempo: ma si tratta di un sogno o della realtà? Per forza di cose tocca a Hiroshi scoprirlo: il suo involontario tuffo nel passato lo porta quindi a rapportarsi con le persone della sua infanzia con la consapevolezza però di un uomo adulto nel corpo di un ragazzino, tra l'altro scoprendo, da un lato, la meraviglia di un fisico di nuovo giovane e scattante, dall'altro affrontando i problemi lasciati in sospeso con i suoi amici e i suoi genitori. Ma in questo modo non modificherà il futuro? Nell'incertezza a Hiroshi non resta che agire comunque... Alla fine della storia l'autore ci regala un inaspettato colpo di scena davvero ben riuscito.

Personalmente considero Quartieri lontani una sorta di rivisitazione delle tematiche già viste in Al tempo di papà, il tutto attraverso "il viaggio nel tempo". Due opere comprimarie ma nondimeno diverse, dunque. Anche qui il disegno di Taniguchi è esente da critiche di sorta: le vignette suggeriscono riprese simili a quelle cinematografiche, tuttavia sono sempre congegnate in modo semplice e chiaro. I dialoghi e le vicende trattate sono di genere tipicamente slice of life, ma non per questo tediose, anzi: non risulta particolarmente difficile immedesimarsi in Hiroshi e in tutti gli altri personaggi credibili nei loro problemi di tutti i giorni. Insomma, Quartieri lontani conferma ancora una volta il genio narrativo di Taniguchi e leggerlo è un vero piacere per gli occhi e la mente.


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Ouma shu

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Il mondo della realtà diventa sempre più labile, come il vago ricordo di un lontano passato.

Il tempo ci fa solo credere di essere diventati adulti... Essere adulti significa essere legati da catene che imprigionano anche il cuore dei bambini, che è libero.

Premetto che questa è la mia prima recensione; ho voluto scegliere uno dei manga che mi ha colpito di più, uno dei manga che mi ha lasciato di più, nonostante ci siano già diverse recensioni su quest'opera, volevo comunque dare il mio contributo.
Taniguchi, un disegnatore, un poeta, un artista universale. Quartieri Lontani è un'opera con grande significato intrinseco, un'opera dal valore a mio avviso inestimabile, qualcosa che tutti dovrebbero leggere.

Storia
La vita, si sa, non ci dà tante possibilità, ciò che è fatto rimane tale, il passato non si cambia. Ebbene, in questo manga ci si troverà a seguire le vicende del 48enne Hiroshi Nakahara, persona modesta; ha messo su famiglia, la sua vita è normale, ordinaria, senza emozioni forti, senza esperienze particolari… Hiroki prende, inavvertitamente, il treno sbagliato, si ritrova nella direzione della sua città natale, arrivato lì si accorge di trovare il luogo proprio come nei passati giorni della sua infanzia, senza variazioni. Successivamente si renderà conto di essere tornato nella realtà in cui era solo un adolescente: l'unica differenza dal passato è che lui, ormai, ha la piena consapevolezza e maturità di una persona adulta, quindi, ovviamente, vede tutto con occhi diversi.
Il fulcro di questo manga sono le riflessioni e i pensieri di Hiroshi che, tornato quindicenne, cerca di godersi quei momenti tanto strani e particolari che stanno caratterizzando la sua "nuova" vita. Verremo catapultati in questa magica dimensione che ci farà immedesimare come non mai, mi sono emozionato (e immedesimato) io che, insomma, sono abbastanza giovane, immagino i lettori adulti come possano apprezzare una lettura di questo tipo. Hiroki sarà più bravo a scuola, in tutte le materie e una ragazza che in passato non lo aveva mai neanche notato, chiede a lui di farle da insegnante di Inglese; Hiroki rivivrà il sentimento, a lui così lontano, dell'amore da adolescente, vorrà provare anche a modificare il corso degli eventi che hanno segnato la sua vita… Nulla sarà mai scontato o banale, ogni cosa sarà piena di significato (non vado avanti per evitare spoiler, il resto lo scoprirete leggendo). Il senso che secondo me Taniguchi vuole mettere in evidenza (con metafore, chiaramente) è che, nonostante si possa migliorare, si possa crescere, si possa raggiungere obiettivi che sembravano inavvicinabili, il passato non si può cambiare, ogni azione da noi compiuta ha irreversibilmente condizionato (e caratterizzato) la nostra vita, in senso positivo o negativo.

Disegni
Sui disegni c'è veramente poco da dire, sono straordinari, come tutti quelli di Taniguchi, i personaggi disegnati alla perfezione, particolareggiati fino all'ultimo in ogni loro espressione che ci fa capire il loro stato d'animo, l'autore stesso ha più volte ammesso di mettere nelle sue tavole più dettagli possibili, forse anche troppi, a detta sua. Gli scenari sono anch'essi ben fatti, danno un bellissimo senso di profondità allo spazio.

Edizione
Io ho l'edizione Rizzoli di 17.90 euro. Non l'ho trovata male nella presentazione, anzi, mi sembrava più che ottima (anche a giudicare dalla buona qualità della carta); l'unico ma fondamentale difetto è che il manga è stato ribaltato per la lettura occidentale e, in alcuni dialoghi, le vignette non sono posizionate in modo corretto, sicuramente soffre di questo problema, rilevante. Appena possibile vorrei procurarmi l'edizione unica Coconino da 19,90 euro per fare un confronto.

Considerazioni finali
Manga che merita tantissimo, è poesia pura, lo capirete leggendolo. Il voto è 10. Consigliato a tutti coloro che vogliono una lettura tranquilla e profonda, che di certo, se saprete cogliere, non vi lascerà delusi!


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__HellGirl__

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Hiroshi Nakahara è un uomo apparentemente felice: a quarontotto anni è sposato e ha due figlie, un lavoro stabile e una situazione economica discreta ma ciò non gli basta poiché in cuor suo si sente privato di qualcosa che va al di là di tutto ciò che già possiede, pertanto sfoga nell'alcool il suo dispiacere. Le sue giornate scorrono nella più totale monotonia, non accade mai nulla che possa smuovere i suoi sentimenti, e se molti definirebbero la sua vita come "calma" ai suoi occhi appare solamente come un enorme alone di tristezza definibile "normalità". Durante una delle sue tante giornate trascorse al lavoro, invece del solito ritorno a casa, sale sul treno sbagliato che lo riporta nella sua città natale: Kyoto. Come se le gambe avessero volontà propria, Hiroshi si dirige alla tomba della defunta madre e fra lacrime ed un'improvviso calar del buio, il suo corpo muta, assumendo un aspetto infantile che altri non è lui a quattordici anni. Il paese è ritornato quello di una volta: niente grattacieli, nessun treno, e i volti dei vicini sono ancora lì pronti a salutarlo come nel lontano 1964 usavano fare. La sorellina di sei anni gioca e fa i capricci, non è più sposata con tre figli, no, ora lei è piccola e anche il resto della sua famiglia è ancora riunita al tavolo al completo pronta a cenare allegramente. Il padre non è ancora andato via per chissà dove, e la nonna è sempre nel piccolo salotto a tessere le fila di abiti raffinati, destinati alla sartoria di famiglia. Ma soprattutto, la madre è viva. Lei è ancora lì. Hiroshi ha quarantotto anni, ma è intrappolato nella sua giovinezza e la sua mente è accarezzata da un desiderio insolito: e se le cose fossero andate diversamente? Gli amici di una volta, la scuola di una volta e anche i ricordi di una volta riprendono vita permettendo a Hiroshi di cogliere l'importanza di un valore spesso trascurato: quello della famiglia.

La Coconino Press porta in Italia in un unico albo uno dei capolavori del famoso autore Jiro Taniguchi, noto per le sue precedenti opere di genere "seinen", la storia di "Quartieri Lontani", anche chiamato nella prima edizione della casa editrice "In una lontana città" (Harukana Machi-E).

L'autore usa un tratto maturo, dettagliato, e ampiamente curato per darci la possibilità di cogliere ogni singolo particolare della storia, anche il più piccolo ed insignificante. Quando si parla d'ironia, "Quartieri Lontani", tende a velarla grazie ad un po' d'amarezza di cui l'intera vicenda è impregnata, quasi si volesse creare un effetto "vedo-non vedo" che dona a quest'opera un senso di nostalgia ad ogni pagina girata. Per quanto si possa essere giovani, e per quante esperienze una persona possa aver compiuto, questa emozionante storia susciterà sempre un po' d'amarezza pronta a far ricordare al lettore gli anni trascorsi sia in felicità che in tristezza, gioia e dolore. Il personaggio di "Hiroshi" è semplice da capire perché tutti noi possiamo un po' immedesimarcisi per alcuni lati del suo essere, quali la debolezza mostrata di fronte ad una grande tentazione, oppure il forte desiderio di voler cambiare e rimediare ai danni fatti, ma seppur tentando nulla pare cambiare, ma tutto ciò fa parte della vita, e Jiro Taniguchi ce ne mostra in abbondanza in questa storia.

Al termine dell'albo mi sono resa conto di quanto una semplice opera come questa possa far risvegliare ricordi trascurati, oppure sistemati nel classico cassetto del dimenticatoio che risiede nella mente di tutti noi. I sogni che avevamo da bambini, forse, sono ancora intatti ma inutilizzabili, oppure sono stati scartati a causa della società che ci ha costretti, inevitabilmente, a compiere delle scelte difficili. Ma sicuramente, la decisione di crescere, di divenire adulti, è stato il passo più arduo da compiere per chiunque. La storia fa riflettere, pertanto è un ottimo prodotto e merita d'essere letto almeno una volta per coglierne la bellezza, o anche la raffinatezza, con cui l'autore ha saputo immettere delle forti emozioni fra le pagine di quest'opera.

In conclusione, "Quartieri Lontani", è un albo di alto livello per tanti fattori oggettivi quali la trama, il disegno, ma anche per la narrazione scorrevole e semplice, ma soprattutto per le innumerevoli sensazioni che lascia al lettore dopo aver letto la parola "fine".
Voto: 9


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riko akasaka

Volumi letti: 1/2 --- Voto 9
Vi è mai capitato di guardare indietro e chiedervi come sarebbe cambiata la vostra vita se certe azioni fossero state diverse? E se vi succedesse di rivivere un periodo importante, che influenzerà la vostra intera esistenza, come vi comportereste?
Hiroshi Nakahara è un impegnato uomo d'affari quasi cinquantenne, complice una sbronza colossale sbaglia treno e torna al paese natio. Hiroshi approfitta della svista per visitare la tomba della madre, ma proprio mentre è al cimitero, succede qualcosa di inspiegabile: il tempo torna indietro e si ritrova nell'estate dei suoi quattordici anni. Rivivere l'adolescenza con le conoscenze e l'animo di un adulto si rivelerà inaspettatamente piacevole; contando sulla propria maturità di pensiero il protagonista non si lascia minimamente scalfire dai problemi tipici di quell'età incerta e si può godere solo il meglio di quest'avventura, anche se il suo modo di fare stravagante stupirà e farà preoccupare più di una persona. La sua diversa visione della vita rispetto al se stesso ragazzo porta Hiroshi a cambiare involontariamente i fatti del passato e così si fa strada in lui l'idea di riuscire ad impedire al padre di abbandonare la famiglia, fatto che lui sa succederà quell'estate di tanti anni fa. Poco importa se Hiroshi ce la farà o meno perché "In una lontana città" rappresenta soprattutto la metafora della volontà di fuggire dalla realtà, l'insoddisfazione del proprio stato può spingere a rimpiangere certe azioni del passato, ma l'importante è saper cambiare quel che di sbagliato c'è nel presente cercando di trarre insegnamento dall'esperienza. Scappare da ciò che ci rende infelici può essere la via più facile ma non risolve nulla, è più saggio fermarsi un attimo e pensare con lucidità alla propria esistenza proprio come fa il protagonista bloccato nel passato.
Da sempre sono affascinata dalla teoria delle dimensioni parallele e trovo il viaggio temporale di Hiroshi veramente ben costruito, piacevole da leggere come uno slice of life, disegnato egregiamente e assolutamente da consigliare.


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Akeiron

Volumi letti: 1/2 --- Voto 8
"Quartieri lontani", o "In una lontana città" che dir si voglia, è un lavoro di Jiro Taniguchi dal quale mi aspettavo molto, ma molto di più.

L'autore è chiaramente quotato nel campo dei fumetti un po' seri, che ambiscono a qualcosa di più che far passare qualche mezz'ora di svago. Dovrebbero essere, quindi, dei fumetti che ti fanno pensare o emozionare di non facili e banali emozioni.

La cifra di quest'opera è fondamentalmente una riflessione sul tempo che passa. Capitano a tutti periodi in cui ci si ritrova a pensare che forse non sarebbe male riscrivere il proprio passato, specie se pieno di sbagli o di occasioni mancate. Con sfumature un po' kierkegaardiane (mi do un tono facendo il colto), il quarantottenne Nakahara sta perdendo il contatto da una realtà che, a causa delle decisioni prese durante la propria vita, è diversa da quella ideale che si immaginava quando era giovane. Questa fuga è metaforicamente rappresentata con il suo viaggio indietro nel tempo, con la temporanea illusione di poter cambiare ciò che si è stati, e quindi ciò che si è.
La malinconia nasce dall'accettazione del concetto che il tempo delle scelte implica la fine di quel tempo del possibile tipico dell'infanzia e dell'adolescenza, e che ciò è inevitabile.

Quartieri lontani è sicuramente è un'opera di piacevole e veloce lettura, ben sceneggiata, con sprazzi di introspezione. Però, da un lato i disegni non sono eccezionali e non incontrano una mia particolare predilezione per l'autore in questione, e le emozioni o i pensieri che suscita questo fumetto non mi paiono così memorabili come mi aspettavo. Il finale parla di normalità e risolve i temi in un piatto buon senso. Do comunque un voto lusinghiero che è da intendersi tirato al massimo, semplicemente perché dare 7 mi sembrava poco.

Si aggiunga però che l'edizione da 19 euro della Coconino non vale i soldi che costa, anche e soprattutto perché svariate pagine riportano i dialoghi non adattati correttamente dall'orientale all'occidentale. Si tratta di un difetto inaccettabile, anche in considerazione del fatto che bastava non ribaltare le tavole per evitare di incorrere in pasticci di questo tipo.


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obo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Quando la monotonia di una vita ordinaria e senza emozioni vi travolge, cosa dareste per poter tornare indietro nel tempo e cambiare le cose? Il racconto prende spunto da questa domanda.

In un momento di sconforto Hiroshi Nakahara inconsciamente sale sul treno diretto alla propria città natale. Una volta arrivato i ricordi affiorano alla mente e camminando camminando si ritrova davanti alla tomba della defunta madre; chiude gli occhi, inizia a pregare e senza un motivo apparente quando li riapre è catapultato indietro nel tempo nel corpo dei suoi 14 anni conservando però tutti i ricordi di lui adulto. Grazie a questa seconda occasione che il fato gli concede cercherà, forte di una maggiore maturità e della conoscenza dei fatti che accadranno, di dare un taglio diverso alla propria vita passata.

La malinconia di trovarsi ingabbiati nella propria vita e non poter far nulla per uscirne diventa la rampa di lancio per parlare di cambiamenti, di una storia nella quale Taniguchi, grazie alla domande e riflessioni che il protagonista si (ci) pone, fa trasparire il messaggio che è necessario rincorrere i propri sogni, far di tutto per realizzarli e non accontentarsi.
È una storia che aiuta a focalizzarsi sulle piccole e belle cose importanti nella vita di tutti noi quali le amicizie, l'amore, la famiglia; cose che, per quanto banale, spesso si danno per scontate portandoci ad una condizione di infelicità dovuta alla ricerca di un qualcosa non ben definito, quando la felicità sta proprio li vicino. Una storia nella quale la fuga non è contemplata come possibile soluzione ai problemi della vita, ma per risolverli bisogna guardare dentro se stessi, farsi coraggio e tornare nella propria personale "lontana città".

I disegni sono molto ben fatti e dettagliati e il tratto più realistico è lo stile giusto per una storia di questo stampo.
Unica pecca dell'edizione italiana con lettura da sinistra a destra (ho l'edizione Rizzoli) è la confusione che spesso si genera durante la lettura a causa dei balloon che per forza di cose son stati pensati e disegnati per una lettura da destra a sinistra.

È un manga tranquillamente paragonabile ad un romanzo, che personalmente consiglio di leggere a qualsiasi persona che abbia voglia di affrontare una storia più intima, per i temi trattati e il modo emozionante e delicato di trattarli.


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BinaryDigit

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Un 48enne così medio che più medio non si può, con il vizio di alzare il gomito ogni tanto, un giorno come un altro sbaglia il pendolare per tornare a Tokyo e si ritrova sulla strada verso la sua città natale. Decide allora di passare dal cimitero a pregare di fronte la tomba della madre, e come per magia si ritrova catapultato nella sua adolescenza. Hiroshi Nakahara, e con lui tutti coloro che avranno la fortuna di inciampare in quest'opera intrisa di un realismo e di una melanconia disarmanti, viaggeranno lungo i sentieri che sono nascosti più profondamente nella nostra anima.

Ad essere sincero, e spero che questa mia confessione sia sufficiente a spingere chiunque alla lettura di questa meraviglia, sono ormai una decina d'anni che leggo ogni genere di manga ma nessuno mai mi aveva spinto a scriverne una recensione come sono invece riusciti i due volumetti di Jiro Taniguchi, autore del quale non mi lascerò più sfuggire neppure una goccia d'inchiostro. Un 10 non è mai stato così meritato (purtroppo oggigiorno è un pochino inflazionato).


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Ironic74

Volumi letti: 1/2 --- Voto 9
Ci sono delle storie, siano esse scritte, disegnate o riprese da una telecamera, che per loro natura trascendono i personaggi e le ambientazioni in cui sono collocate e diventano universali; questo perché si focalizzano a descrivere una o più di quel magnifico e a volte sconosciuto labirinto che sono le emozioni umane. Penso sia questo il motivo del successo internazionale del manga "Quartieri lontani" di Jiro Taniguchi, anche e soprattutto in un'area culturale come quella francofona, perennemente con la puzza sotto il naso e atavicamente sospettosa di ciò che viene da fuori dei suoi confini linguistici: a maggior ragione se trattasi di qualcosa giudicata popolare come il manga. In effetti c'è un imbarazzo, quasi un rifiuto, a etichettare quest'opera così, anche nelle edizioni italiane, come se appellarlo in cotanto modo sia sminuente per l'opera e per il pubblico a cui vorrebbe essere indirizzata.
Chi come me non si fregia di essere un intellettuale, invece, può notare come "Quartieri lontani", per argomenti trattati, tratto grafico e maturità stilistica non è un semplice manga inteso come prodotto di puro intrattenimento, bensì una delle rare opere prodotte da mente umana che riesce a scavare nell'animo umano per donare al lettore una visione privilegiata del suo io interiore.

L'autore coglie uno dei grandi desideri dell'uomo, in particolar modo di colui che è giunto all'età dei bilanci, e cioè quello di riavvolgere il nastro temporale non solo per poter rivivere dei momenti felici ma anche per poter rispondere ad una fatidica domanda: Sapendo noi ciò che è stata la nostra vita, se ci venisse data la possibilità di tornare al passato, saremmo noi in grado di cambiarlo in meglio?
Ad Hiroshi, il protagonista della storia, questa possibilità viene data con suo ovvio grande stupore. Il classico working man giapponese, un automa del sistema ormai disincantato da tutto e tutti, anche dalla sua stessa famiglia, la cui unica e saltuaria via di fuga rimane il bere, viene trascinato agli anni '60, ai suoi 14 anni. Anche nel rigido sistema scolastico giapponese dell'epoca, il protagonista riscoprirà un piacere quasi del tutto dimenticato che va al di là del ritrovato vigore fisico e della spensieratezza tipici della gioventù, e cioè quello di sentirsi davvero vivo. Hiroshi, per una magica alchimia, non solo riveste di nuovo i panni del lui ragazzino, ma soprattutto mantiene la consapevolezza e l'esperienza dell'uomo di 48 anni: praticamente il massimo!
Tutto inizierà a cambiare intorno a lui grazie a questa situazione, ed egli comincerà a vivere un periodo diverso, migliore e prima sottilmente poi piano piano in maniera più decisa si farà strada in lui la cognizione del potere che ha e della grande chance che ha a disposizione per cambiare davvero il suo passato: fermare il padre, andato via di casa in quegli anni senza uno straccio di spiegazione.
Ci riuscirà? Può davvero un uomo modificare il proprio passato? Taniguchi ci da l sua interpretazione facendoci comprendere che, nonostante tutto, il passato è un grande maestro che deve insegnarci come evitare il ripetersi di certi errori e ad avere maggior cura e rispetto del proprio presente.

Dal punto d vista grafico si può notare un tratto semplice, essenziale che da molta enfasi alle emozioni e ai primi piani. Un disegno in cui la cura dei fondali è però davvero impressionante, ricostruendo su carta, con minuziosi particolari, un mondo scomparso: il Giappone appena uscito dalla guerra.
Una menzione sull'edizione integrale della Coconino Press, edizione molto semplice che però dà la possibilità al lettore di avere in un unico volume tutte le 400 pagine di questo splendido fumetto con in più un'intervista all'autore. Un modo direi adeguato per avvicinarsi a questo grande artista e alle sue opere, in attesa del suo sbarco al Lucca Comics 2012.


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Tormi

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Quartieri Lontani è un manga seinen scritto e disegnato dal maestro Jiro Taniguchi. In Giappone è stato pubblicato presso la Shogakukan nel 1998, mentre in Italia è stato pubblicato sia dalla Rizzoli sia dalla Coconino Press in due formati: il formato due volumi singoli e il superformato da ben 420 pagine.

La storia parla di Hiroshi Nakahara, un uomo di Tokyo di 48 anni che, dopo una sbronza dopo un viaggio di lavoro, si ritrova, in modo casuale, sul treno che lo porta verso il paese natio Kyoto. Qui Hiroshi decide di andare a far visita alla tomba della madre morta qualche anno prima.
Appena arrivato sul luogo però Hiroshi, quasi come fosse un sogno, si ritrova nel corpo di se stesso di quattordici anni, quando frequentava la seconda media e quando la sua famiglia era ancora unita e felice.
Da qui Hiroshi vive e rivive episodi del passato ma da un nuovo punto di vista, cioè lui da adulto. Questi saranno punti di partenza per una profonda analisi introspettiva che lo porteranno a riflettere sulla sua famiglia e sul suo futuro essere padre e marito.

10 alla storia. Sicuramente una delle più belle e poetiche che abbia mai letto in tutta la mia vita. E qui è davvero bravo l'autore che, oltre a fare un'analisi profonda della psicologia del personaggio, porta anche a noi, lettori, una profonda riflessione, che sicuramente non fa mai male.
9,5 ai disegni. Le tavole sono le solite di Taniguchi, prefette in ogni minimo particolare. Personaggi e ambientazioni come sempre dettagliatissimi e stupendi. L'unica cosa che diciamo "odio" di questo autore è la somiglianza tra tutti i suoi protagonisti, che possono far confondere il lettore.
9,5 al volumone della Coconino Press, sicuramente ottimo sotto ogni punto di vista carta molto spessa e lucida e brossatura fenomenale. L'unica cosa che non è andata giù è la carta di copertina, che avrei preferito liscia e luminosa e non la solita cartonata ruvida.
10 alla copertina, che esprime al meglio una parte fondamentale dell'opera cioè la felicità dal ritornare, per poter rivivere momenti felici, nel proprio paese natio.

Voto globale: 10-
Davvero un'opera straordinaria sotto ogni punti di vista, la consiglio agli amanti di Taniguchi e agli amanti di manga psicologici e di spessore.


 3
micheles

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Questo è stato il primo manga di Taniguchi che ho letto. Mi aspettavo una grande opera, avendone sentito parlare molto bene, ed in effetti è stato più o meno come me l'aspettavo. Si tratta di un'opera impegnata, che affronta temi seri quali il senso della vita, il tempo che passa, il rapporto padre-figlio, la famiglia, ed altro. Un'opera intimista in cui l'azione è quasi del tutto assente.

Taniguchi è sicuramente molto bravo sia come disegnatore che come sceneggiatore. C'è solo una cosa che non mi piace troppo di lui, ed è il fatto di essere troppo occidentale nel tratto e nelle sceneggiature. "In una lontana città" è ambientata nel Giappone degli anni sessanta, con molti riferimenti alla società giapponese di quegli anni e vari accenni al periodo del dopoguerra che fanno tornare in mente "Una tomba per le lucciole". Eppure, nonostante ciò, Taniguchi mi dà l'impressione di un autore occidentale più che un autore giapponese. Non mi sorprende per nulla che i francesi abbiano tratto un film dal manga ambientandolo in Europa: secondo me l'adattamento è perfettamente fattibile, perché non vedo nulla di essenzialmente giapponese in quest'opera. Non vedo problemi a riambientarla in Europa senza snaturarla.

Mi viene naturale paragonare il Jiro Taniguchi de "In una piccola città" con il Naoki Urasawa di "20th Century Boys" visto che entrambe le opere sono un omaggio al Giappone del passato. Tra i due, Urasawa mi pare di gran lunga il più giapponese. Io personalmente riesco a capire le opere di Urawasa meglio di quelle di Taniguchi. La ragione può essere anche generazionale, perché Tanigushi è abbastanza vecchio da essere mio padre e quindi lontano da me come età, mentre invece Urasawa potrebbe essere un mio fratello maggiore. Un altro motivo può essere il fatto che Urasawa è più vicino alla cultura popolare: "20th Century Boys" è infarcito di citazioni da manga ed anime d'epoca che sono stati trasmessi per la maggior parte anche in Italia, seppure qualche anno dopo, referenze che mi trovano a mio agio. Sarebbe impossibile riambientare "20th Century Boys" in Europa. Infine, Urasawa è sicuramente più vicino al registro avventuroso che a quello intimista.

Insomma, io sono un partigiano di Urasawa, comunque vedrò di leggere anche altre opere di Taniguchi, tanto per non un avere un giudizio troppo sbilanciato.


 5
Turboo Stefo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Jiro Taniguchi, già conosciuto per numerose opere di alto livello quali Uno zoo d’inverno e Al tempo di papà, decide di portarci in un viaggio che sembra un misto tra fantascienza, mistico e introspezione psicologica lasciando al lettore la scelta che più l’aggrada grazie anche al finale ambiguo.

Nakahara è un uomo che ha raggiunto una fase decisiva per chiunque, la mezza età, un periodo in cui molte persone cominciano a tirare le somme sulla loro vita, su quello che hanno compiuto e che intendono fare, e proprio la simbologia di quest’uomo che si perde nella caotica stazione di Kyoto e che torna per errore verso il paese natale rappresenta pienamente la situazione confusa che sta affrontando interiormente. Dato che oramai il treno ha compiuto il suo viaggio il nostro viaggiatore errante decide di visitare la tomba della madre, e qui inizia l’altro viaggio, quello nel tempo, che riporta la mente e la psicologia di un quarantottenne nel corpo di un quattordicenne.
La storia dopo la piccola forzatura iniziale (un uomo che si perde così facilmente è utile solo come metafora) procede linearmente con ritmi pacati e malinconici che cattureranno il lettore isolandolo quasi completamente dagli stimoli esterni. I dialoghi e i pensieri saranno ovviamente la parte centrale della vicenda, riusciranno a farci immedesimare a tal punto che quasi sentiremo le stesse sensazioni del corpo ringiovanito, nel complesso i testi saranno semplici, brevi e diretti in modo da fornire una comprensione immediata del tutto.

I disegni sono nel pieno stile, leggermente statico, dell’autore, un tratto deciso e pulito e fondali curatissimi in ogni dettaglio, Taniguchi si diletta a curare persino le piastrelle o le etichette delle bottiglie in un bar, la sua minuziosa cura dei dettagli e sempre presente. Sempre presente la profondità degli sguardi, i volti saranno espressivi, ma quello del ragazzo varrà più di tutti gli altri, semplicemente osservandolo capiremo se chi parla è l’uomo o il giovane.

In Italia l’opera ha visto la luce in tre differenti edizioni, la prima in due volumetti separati firmati Coconino Press e successivamente raccolti con il nome di “Quartieri lontani”, oppure esiste anche l’edizione della Rizzoli che dà alla luce un prodotto dalla qualità ambigua: materialmente parlando è ottimo, sovraccoperta fissata al dorso e carta dall’adeguata grammatura, ma a livello di stampa si riscontrano alcuni problemi come gli effetti moiré in alcuni retini e una fedeltà non sempre precisa ma sfocata dei disegni. Ancor più grave è la confusione delle tavole, il senso di lettura potrebbe essere come l’originale, Taniguchi ha espresso numerose volte la volontà di ribaltare l’opera per l’Europa, però numerose vignette dovranno essere lette da destra a sinistra e questo oltre che a confondere anche il lettore più esperto rende anche lecito chiedersi in che modo sia stato ribaltato l’orientamento.

Una storia che invita a riflettere su messaggi semplici, quante persone non hanno mai rivoluti vivere la giovinezza per correggere alcuni errori o semplicemente riviverla spensieratamente? Su questa idea verte il tutto con i relativi moniti, quali che è impossibile cambiare il passato e che dobbiamo esser felici di quello che abbiamo, ma la tematica principale dell’opera è quella narrata ed ampiamente espressa.
Un Taniguchi diverso dal solito, più diretto e meno profondo, che principalmente si impegna nell’intrattenerci, e lo farà perfettamente. Una storia coinvolgente e malinconica, consigliata a chiunque abbia voglia di leggere un’opera delicata e in grado di catturare.


 4
Nina

Volumi letti: 1/2 --- Voto 10
Non vi sono molte opere che, una volta terminate, lasciano nel lettore un senso di totale appagamento, accompagnato da un vortice di emozioni difficile da fermare. Taniguchi ad ogni sua opera scatena questo vortice e riesce a conquistare ogni lettore grazie anche a delle immagini stupende.
"In una lontana città" si è rivelato il racconto più bello tra quelli che ho letto dell'autore, non solo per la storia in sé, ma per l'abilità con cui il maestro rappresenta le emozioni sulla carta. È una storia di crescita, una storia sulla vita e sullo scorrere del tempo che, come dice il protagonista, "ci fa solo credere di essere diventati adulti".

Il protagonista, Hiroshi Nakahara, padre di famiglia 48enne di ritorno da un viaggio di lavoro, prende per sbaglio un treno per la sua città natale Kuraioshi e, una volta arrivato al cimitero del paese, sviene davanti alla tomba della madre. Una volta risvegliato si renderà conto di essere tornato all'epoca in cui aveva 14 anni, quando frequentava la seconda classe delle medie, e quando suo padre era ancora in casa. Ora ha la possibilità di cambiare il corso della storia, di scoprire i motivi che hanno spinto il padre ad abbandonare la famiglia. Ma c'è sempre un dubbio: cosa succederà al futuro/presente se il passato viene modificato?
Hiroshi coglierà l'occasione per rivivere la sua giovinezza riassaporando le emozioni di un giovane ragazzo pronto ad affacciarsi nel mondo degli adulti. Con la sua esperienza saprà cogliere ogni minimo dettaglio che un tempo si era lasciato sfuggire.

L'attenzione ai particolari è parte anche dello stile dell'autore, delicato, realistico ma estremamente dettagliato. Non possiamo non soffermarci su alcune tavole veramente affascinanti, soprattutto i paesaggi studiati fin nei minimi dettagli e i volti delle persone con la loro espressività.
"In una lontana città" fu pubblicato nel 1998 sulla rivista "Big Comics" in Italia è stato pubblicato in due edizioni. L'edizione della Rizzoli, seppur ottima per quanto riguarda la carta usata e la rilegatura, che rende il volume estremamente maneggevole, pecca in un punto direi cruciale per la lettura. La disposizione dei ballons e quindi dei dialoghi all'interno delle scene è completamente sbagliata. Penso sia un problema riconducibile alla lettura occidentale visto che molti dialoghi sono proprio ribaltati. Il lettore è costretto a leggersi tutto il dialogo e poi a rimetterlo in ordine, cosa che trovo dannosa anche per lo scorrere della storia.
Se tralasciamo questo neo, consiglio a tutti di leggere questa storia, soprattutto a chi non ha mai letto opere di questo autore.
Consiglio: Non fatevi spaventare dal prezzo.


 3
bettyboop

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Un'opera eccezionale! Mi sono avvicinata a Taniguchi a causa della pubblicità fatta dalla Planet Manga con la "Taniguchi Collection", però ho scelto di prendere questo volume sulla base delle recensioni e perché per istinto mi ispirava di più la storia.
Devo dire che l'edizione Rizzoli mi ha deluso non poco. Mi aspettavo un trattamento serio, come in effetti sembra di trovare dalle prime sfogliate (carta bianca, impostazione piacevole delle tavole), ma andando avanti purtroppo ho riscontrato in più di una decina di pagine errori nella disposizione dei baloon che mi hanno irritato un bel po', soprattutto quando ci si immerge completamente nella lettura.
Ma, tornando all'opera, posso dire che è la prima opera "seria" a fumetti che leggo (Nausicaa, pur essendo un capolavoro, non mi sento di definirla tale). I disegni puliti rendono molto credibile la narrazione di eventi assolutamente realistici, per non parlare dei personaggi, in primis il protagonista che non sembra nemmeno un essere di carta, ma un attore in carne e ossa, anche nella resa delle espressioni.
Ma merito primario va alla storia, in cui ho riscontrato (per la prima volta in un manga) una maestria di regia abbinata ad intensità di racconto che non mi sarei mai aspettata da un fumetto realistico di questo tipo (privo di un eroe carismatico o di situazioni surreali che catturano più facilmente l'attenzione).
In sostanza, questa è un'opera meravigliosa, e per chiunque legge fumetti è d'obbligo, se non questa, almeno questo autore.


 3
kitaniano

Volumi letti: 1/2 --- Voto 10
Meraviglioso! Taniguchi è davvero un grande e "In una lontana città" è un capolavoro.
Il protagonista, per uno strano salto nel tempo dopo una ubriacatura, si ritrova vivere a la propria adolescenza. Cambiano molte cose a scuola e soprattutto nel rapporto con la più bella della classe. E in famiglia può conoscere meglio i suoi genitori e soprattutto capire il motivo per il quale suo padre ha abbandonato a un certo punto la famiglia. Un viaggio nel proprio passato che alla fine farà capire tante cose al protagonista. Una riflessione sul tempo e i valori, descrizioni di vita quotidiana fatte con quel tratto splendido tipico di Taniguchi. Da possedere assolutamente!

Maison72

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Jiro Taniguchi è un grande mangaka, e da noi in occidente probabilmente rappresenta uno dei maggiori esponenti del genere seinen di alto livello. Le sue opere sono spesso pubblicate dalla Panini Comics e dalla Coconino Press.
L'edizione di "In una Lontana Città" è di quest'ultima casa editrice, davvero ben fatta in due splendidi volumi da collezione, ottimamente rilegata e con due belle copertine a colori. L'unico rammarico è il ribaltamento delle tavole che, anche se voluto dallo stesso autore, mi ha lasciato un po' perplesso, in quanto preferisco la più fedele lettura alla giapponese.

Qui la storia è incentrata su Hiroshi Nakahara, un adulto quarantottenne del 1998 con moglie e due figlie a carico. Questi dopo una sbornia serale, si ritrova nel suo stesso corpo di ragazzino di quattordici anni nel 1964.
Ora il protagonista ha la possibilità di rivivere la propria adolescenza con la sua famiglia, e di poter conoscere da vicino la storia dei suoi genitori ed in particolar modo il motivo per il quale suo padre ha abbandonato la famiglia senza un motivo apparente.
Non voglio svelarvi la trama per non rovinarvi la lettura, vi anticipo solo che questa escursione nel passato ha lo scopo di far diventare cosciente il protagonista della situazione familiare in cui versa nel presente ed affrontare così i suoi problemi, senza fuggire da essi.

Il tratto di Taniguchi è splendido, vi troverete ad ammirare moltissime vignette per i loro tratti fini ed eleganti. Le espressioni facciali dei personaggi sono azzeccate e rivelatorie dei loro sentimenti.
Taniguchi con una trama delicata e raffinata ci mostra il percorso di maturazione interiore di Hiroshi senza cadere nella retorica o nel facile buonismo.
Spesso la trama è un intreccio di azioni narrate nel passato con altre riprese nel presente, in modo da porre in risalto le varie analogie fra le situazioni.
Il finale è un po' scontato, forse affrettato, ma comunque non intacca l'alto spessore generale dell'opera.
Taniguchi ci fa capire che non si può modificare il passato con tutti gli eventi che ci hanno formato, ma si può andare a recuperare quei valori e significati che ci permettono di superare un problema nel presente, e che spesso trova le sue radici nella nostra adolescenza. Lo stesso autore sottolinea la necessità di essere padroni della propria vita, di essere fedeli a se stessi, altrimenti si vanno a creare situazioni e relazioni che il tempo farà crollare.
Il conformismo o l'altruismo da soli, per Taniguchi, non sono sufficienti per creare una famiglia equilibrata e durevole; è indispensabile una scelta consapevole, e non il semplice adeguarsi alle esigenze delle persone che ci circondano.
Una lettura consigliata, a mio avviso, ad un pubblico adulto ed esigente in grado di apprezzare opere di questo livello, e che può permettersi il costo sopra la media dei due volumi.


 6
Kotaro

Volumi letti: 2/2 --- Voto 9
Com’è la vita di un quattordicenne nel Giappone degli anni ’60?
Molto dura, senza dubbio! Una vita quasi completamente assorbita dalla scuola, dove compito principale del ragazzo è studiare e prepararsi duramente alle scuole superiori e all’ingresso nel mondo del lavoro, dove non gli è permesso fumare, bere, andare a mangiare nei ristoranti da solo, dove il ragazzo è completamente soggetto alla patria potestà e dove non gli è permesso esprimere pienamente se stesso e sentirsi veramente felice.
Hiroshi Nakahara forse tutto questo lo ha dimenticato. In fondo lui ormai è il classico uomo in carriera a cui Jiro Taniguchi ci ha abituati nei suoi manga: grande e grosso, con gli occhiali, con perennemente addosso camicia, giacca e cravatta, completamente assorbito dal lavoro, a tal punto da non potersi dedicare alla propria moglie e alle proprie figlie, sempre in viaggio per lavoro da un capo all’altro del Giappone.
C’è davvero qualcosa che renda felice quest’uomo? Se fossimo in “L’uomo che cammina” Hiroshi sfogherebbe la monotonia della sua vita cercando in lungo e in largo tutto ciò che di buono gli può offrire il mondo, se fossimo in “Gourmet” lo farebbe affogando i suoi dispiaceri nel cibo e se fossimo in “Benkei a New York”, ahimè, uccidendo persone su commissione.
Invece, se a prima vista, l’attacco di “In una lontana città” può ricordare quello di altre opere dell'autore, la storia prende totalmente un’altra piega.
Quello che per Hiroshi inizialmente era un semplice viaggio di lavoro a Kyoto, si trasformerà ben presto in un viaggio nel passato, alla ricerca della felicità perduta, molto più complesso di quanto potesse immaginare.
Intontito dai postumi della sbornia della sera precedente, infatti, l’uomo sbaglia treno e finisce a Kurayoshi, città in cui ha vissuto la sua adolescenza e che ormai non ha proprio più nulla di quel tempo, anche se continua ad essere piena di ricordi.
Complici i fantasmi del passato, Hiroshi comincia a pensare alla sua famiglia, al padre che lo ha abbandonato quando frequentava la seconda media, alla madre morta recentemente, e decide di andare a fare una visita alla tomba di famiglia.
Una visita molto particolare. Infatti l’uomo finisce per addormentarsi davanti alla tomba, ma al suo risveglio il suo corpo si è fatto più leggero, è guarito dalla miopia, ha addosso un’uniforme scolastica, e intorno a lui si respira un’atmosfera diversa… è tornato inspiegabilmente indietro nel tempo, agli anni ’60, quando aveva 14 anni e frequentava la seconda media!
(Ri)comincia così l’avventura di Hiroshi Nakahara, quattordicenne degli anni ’60 con la mente di un quarantottenne degli anni ’90, costretto a ripetere le proprie esperienze del passato. Tutto lo lascia sorpreso: il vedere la sua famiglia ancora unita, il rivedere i compagni di scuola, come il patito di motociclismo Masao Harada (la cui visione inquieta molto il protagonista, visto che egli è morto durante il liceo!), il futuro mangaka Takashi Hamada e l’aspirante scrittore Daisuke Shimada.
Ma la storia non si ripete mai in maniera ciclica, e il nostro Hiroshi lo capirà ben presto, quando la sua mente da adulto lo porterà ad fare cose che nel reale tempo dei suoi quattordici anni non sarebbero mai successe: fumare, ubriacarsi, essere bravissimo nello studio e nello sport, praticare il catch, conoscere avvenimenti del futuro, inimicarsi quelli che erano suoi amici e, viceversa, diventare amico di quelli che gli erano nemici, avere una relazione con la bellissima e irraggiungibile Tomoko Nagase, bellona della scuola con la quale Hiroshi non aveva mai scambiato una parola.
Forse, pensa Hiroshi, se riesce a cambiare la storia in queste piccole cose, allora il suo ritorno al passato può portarlo a realizzare quello che da piccolo ha fatto molto soffrire lui e la sua famiglia: impedire a suo padre di andarsene.
Con la mente di un adulto nel corpo di un adolescente, Hiroshi si rende conto di quanto la società giapponese tolga ingiustamente ai ragazzi di quell’età, ma si trova anche a lodare quell’età spensierata, senza problemi e scocciature di lavoro, apprezzando quanto di più buono può offrirgli.

L'adolescenza secondo Taniguchi. L'adolesenza fatta seinen e raccontata agli adulti.
Non è un caso, infatti, che Taniguchi scelga di ambientare la sua storia negli anni '60 e non al giorno d'oggi, per calarci nei ricordi dell'adolescenza come l'ha vissuta lui, in maniera sicuramente diversa da come la vivono i ragazzi di oggi, ma non per questo meno intensa.
Un'adolescenza forse meno romanzata, con meno rossori, meno ragazzine innamorate del fascinoso senpai, meno club sportivi, mano eclatanti storie d'amore, ma più calata nel quotidiano, nei malinconici ricordi di un tempo che non c'è più, e che riesce ad affascinare i suoi lettori, siano essi adolescenti o meno, con la sua narrazione realistica e le sue atmosfere poetiche.
Ritornano i temi quotidiani tanto cari al bravo Taniguchi, per una storia che è forse uno dei massimi capolavori della sua produzione, in cui l'elemento fantastico del viaggio nel tempo viene sfruttato come deus ex machina per dare il via ad una vicenda che non mancherà di commuovere e toccare le corde dell'animo del lettore grazie al suo realismo, alle sue atmosfere malinconiche, ai suoi disegni curatissimi sin nei minimi dettagli.
Recentemente ristampato da Rizzoli in un'edizione che condensa i due volumi che compongono la serie in uno solo, quasi a voler formare un lungo, autoriale, romanzo a fumetti, In una lontana città è senza dubbio un'opera più che meritevole, capace di mostrare ai detrattori del fumetto giapponese la sua faccia più autoriale e poetica. Consiglio di approfittare della recente ristampa e calarsi nella lettura, non ve ne pentirete.


 5
Hadrill

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Taniguchi in questo manga fa una riflessione sul tempo che passa, e sui valori della vita, in una una storia malinconica, struggente, ma senza scadere nel sentimetlaismo facile, narrata con sobrietà.
L’arte di Taniguchi sta nell’estrema sintesi e nella vena poetica, che crea una sceneggiatura che riesce ad essere struggente senza rinunciare alla levità, e il disegno, così personale, così poco manga, rivela grande raffinatezza e precisione da calligrafo. Un capolavoro.