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alex di gemini

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
Sono passati sei mesi dalla conclusione di Tsukihime e Shiki si ritroverà imbarcato in una nuova avventura accanto alla misteriosa Shion. La ragazza, vicedirettrice dell'istituto Atlas, è alla ricerca di un pericoloso progenitore in grado di portare la città alla rovina. Ma è anche alla ricerca di una cura per se stessa, dato che è una mezza vampira. Anche Akia, Ciel, e Arcueid entreranno in scena in un manga pieno di difficili combattimenti, ma è meglio non spoilerare troppo.
Realizzare un manga per la Type Moon non è facile, ma realizzarne uno di Melty Blood, che è solo un picchiaduro, è davvero un'impresa impossibile. Eppure Takeru Kirishima riesce dove nemmeno Nasu si sarebbe mai sognato di giungere. Unisce infatti le varie sottorame di Tsukihime e di Melty in modo originale e realizza un sequel logico e ordinato, comprensibile anche da chi sia alla sua prima esperienza nel mondo Type Moon. Ma non solo, dato che realizza scene di grande umorismo, elemento non molto presente nei manga precedenti. Il che non è poco se consideriamo altresì la difficoltà dei temi, soprattutto la difficile ricerca della protagonista Sion che, trasformata parzialmente in un vampiro, è alla disperata ricerca, ormai da anni, di un modo per tornare normale. Mi sono affezionato subito a questo personaggio (e interessato all'istituto Atlas di cui finalmente qualcuno ci parla) e l'ho trovato davvero ben descritto e sfaccettato. Avrei letto tutto il manga solo per gustarmi il capitolo che segna la conclusione della storia di Shion, in cui lei... scusate, ma non posso spoilerare. Il lungo e difficile combattimento contro il vero progenitore, poi, è una vera perla perché è, allo stesso tempo, una scena complessa e raffinata, una vera opera di teatro, molto più profonda di quanto non sembri.
Mitici poi gli ultimi tre volumi, di taglio totalmente umoristico, in cui, a causa di un effetto collaterale provocato dal progenitore, Koaku e Hisui perderanno la "ragione" , si ribelleranno contro Akia e ne faranno di tutti i colori
La grafica è, come facile da immaginare, diversa da quella di Tsukihime, ma, comunque, ottima e forse anche migliore e la regia curatissima. Anche la lunghezza di nove tankobon, divisi tra una serie "seria" di sei e una serie umoristica di tre, risulta adeguata.
In conclusione, è un opera consigliatissima, anche a chi sia a digiuno delle opere della Type Moon.

Voto: 9.


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Stay Night

Volumi letti: 9/9 --- Voto 9
Un buon fantasy seppur a tratti confusionario per chi si affaccia per la prima volta nel mondo di Melty Blood, un ottimo manga per chi come me abbia letto la novel di Tsukihime è giocato al gioco per pc di Melty Blood.
Takeru Kirishima riesce in un impresa di cui persino lo stesso Kinoko Nasu dubitava, ovvero un'ottima trasposizione in formato cartaceo di un gioco picchiaduro, anzi, chiamare questo manga una semplice trasposizione non riesce a dare bene l'idea dell'impresa che è stata fatta e che solo un vero fan della Type-Moon come lo è il mangaka poteva farlo, l'autore riesce ad unire perfino le side-story che andavano in netto contrasto con la storia principale, trasformanndo quest'opera in un must have per chiunque sia piaciuto il gioco originale per PC.
I disegni sono ottimi e hanno reso ancora più sexy le protagoniste regalandole espressioni e movenze che non le si erano mai viste fare, anche il protagonista Shiki però non è da meno e da il meglio di se nelle scene comiche con continue citazioni ad altre opere ed espressioni facciali che non possono non far ridere.


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Izaya_Orihara

Volumi letti: 2/9 --- Voto 6
Melty Blood è un sequel di Tsukihime. Pur essendo un sequel, si può leggere con tranquillità senza aver letto l'opera originale, seppur si perde qualche dettaglio utile, però, persino l'autore, sottolinea ciò.
Da questo fumetto mi aspettavo di trovare una storia simile a quella dei Fate (visto che è comunque Type Moon), invece trovo vampiri, esorcisti, uno strano harem che si gira attorno al protagonista e tante mazzate. Ebbene sì, tante mazzate perché il fumetto in questione è l'adattamento dell'omonima visual novel, che sarebbe, appunto, un picchiaduro. I personaggi, quindi, se la daranno di santa ragione per tutta la storia, senza pensarci due volte. Il genere in sé è più aperto verso lettori che non hanno grandi pretese, in quanto non dà abbastanza sviluppo e caratterizzazione né ai personaggi né alle vicende legate ad essi, solo mazzate di là e mazzate di qua, senza nessun filo logico. È un genere molto anonimo e strano, se da un lato riesce a fare il suo buon lavoro ed ad appassionare per quanto riguarda i videogiochi, per fumetti o anime non lascia niente e non riesce a far amare i personaggi. L'ambientazione, però, è davvero ottima e inquietante, e riesce a coinvolgere il lettore. Anche lo stile di disegno dell'autore è ottimo; molto particolare e sempre curato, senza mai una pecca. L'edizione italiana della Star Comics è ottima, con sovracopertina e prime pagine a colori, e il costo non è nemmeno così tanto eccessivo, 5.90 euro, però non sono riuscito a riscontrarmi nella qualità (inteso come storia e non come edizione)/prezzo, perché giustamente è un pochino esagerato spendere 5.90 euro al mese per un manga di un genere che non piace, e quindi momentaneamente ho lasciato perdere. Consiglio questo manga a chi non ha molte pretese e ha un po' di quattrini in tasca visto il costo dei volumetti dell'opera e l'uscita mensilmente. Lo consiglio, però, dopo la lettura dell'opera originale Tsukihime.


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Yggdrasil

Volumi letti: 9/9 --- Voto 8
Melty Blood è un sequel-non-sequel di Tsukihime. L'ambientazione è la stessa, si svolge chiaramente dopo di esso, ma seguendo un'inesistente "Satsuki route" in cui gli eventi sono andati in modo assai differente da quel che abbiamo visto nel manga di Tsukihime (e la cosa diventerà ben presto chiara).
Meno serio, più caciarone e autoironico del suo predecessore, Melty Blood è quel che ci aspetterebbe da un manga tratto da un picchiaduro: botte da orbi a destra e a manca e personaggi normalmente ragionevoli che non esitano a menare le mani alla minima provocazione. È anche il suo limite: la trama c'è, è divertente, e il cattivo è fantastico (matto come un cavallo), ma è poco più di una scusa per permettere ai fan di vedere i propri personaggi preferiti darsele di santa ragione.