"Quindi questo significa che...non devo più andare a lavoro?" - Akira Tendo
 
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Il tema dell’apocalisse zombie è sicuramente quello che, sui vari media dell’intrattenimento, è stato maggiormente sfruttato se non proprio abusato.

Abbiamo visto film, serie tv, romanzi, giochi e ovviamente fumetti di ogni tipo trattare l’argomento dei morti viventi in ogni possibile veste. Quasi tutte queste incarnazioni del tema partivano però dall’assunto che i personaggi umani della storia giudicassero la venuta degli zombie una vera e propria catastrofe, un punto di non ritorno con le loro vite precedenti che alla fine, se pur normali, venivano sempre rimpiante.

E se invece il protagonista di una storia zombie finisse per essere felice di quanto successo? Sembra assurdo ma è quanto accade a Akira Tendo, giovane impiegato ormai al limite del crollo fisico e emotivo e protagonista del titolo del momento, ovvero quello che da noi è conosciuto con il titolo Zombie 100 - Cento cose da fare prima di non-moriremanga sceneggiato da Haro Aso di Alice in Borderland e disegnato da Kotaro Takata, edito in patria da Shogakukan e da noi per J-Pop Manga. Titolo del momento perché oltre al manga, è in corso anche una serie anime (da noi su Crunchyroll) e dal 3 agosto ne è disponibile anche il film live action su Netflix, di cui parliamo in questa recensione.

Torniamo al nostro protagonista che dicevamo essere ormai al limite dei pensieri suicidi, questo perché lavora da tre anni in una "black company", espressione giapponese usata per identificare quelle aziende che costringono i propri dipendenti a lavorare in condizioni degradanti. Costretto a passare giornate intere seduto alla scrivania, senza dormire e mangiare, senza ferie o straordinari pagati, senza nessun rispetto e considerazione da parte dei propri superiori, Akira è ormai al centro di un circolo vizioso. Pur comprendendo logicamente che l’unica soluzione per la propria salvezza è il licenziamento, egli non riesce a uscire dal muro di oppressione che il suo posto di lavoro gli ha creato intorno. Ma una mattina, mentre si avvia verso l'ufficio, scopre che la città è stata invasa dagli zombie. Ci mette qualche minuto, ma poi quella situazione assurda invece di paralizzarlo per il terrore gli suscita una sensazione di gioiosa liberazione: non deve più andare al lavoro!
 
Trailer del film su Netflix
 


La vita che conduceva prima e che lo stava portando all’autodistruzione ormai è giunta al capolinea. Domani forse non sarà più vivo e a questo punto perché non godersi quello che rimane della propria vita? Davanti alle immagini devastanti di una Tokyo che sembra diventata un gigantesco set di film horror, Akira non pensa a come salvarsi ma piuttosto a stilare una lista di 100 cose da fare prima di diventare uno zombi. L’attimo fuggente in salsa apocalittica.
Quando in ogni possibile storia zombie la prima accortezza di ogni bravo sopravvissuto diventa quella di trovare quanti più beni necessari possibili, Akira campa alla giornata a seconda di quanto dice la sua lista. Un giorno la priorità è trovare abbastanza salsa barbecue per una giornata di totale indolenza, un altro è il ritrovare uno dei suoi vecchi amici dell’epoca universitaria. Il tutto mettendo a rischio la propria vita con una naturale sfrontatezza da far rimanere di stucco chiunque lo veda all’opera. In particolare a guardarlo con sospetto è la bella e atletica Shizuka Mikazuki, dalla filosofia completamente opposta a quella di Akira: pragmatica e completamente devota alla causa della sopravvivenza fine a se stessa. Lo scontro tra i vari modi di prendere la vita sarà centrale nel film, come lo è nel manga. Siamo infatti di fronte a una commedia in salsa horror che è anche una graffiante satira alla società giapponese come deve essere ogni buona opera zombie che si rispetti (dai tempi del maestro Romero).
 
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Il film riprende pienamente il mood del manga, anche se devo ammettere che fino a ora l'anime resta la trasposizione migliore. Questo perché purtroppo certi elementi troppo "oltre", che contraddistinguono questo tipo di storie, sono molto difficili da riportare dal vivo nonostante non si sia lesinato di make up. Gli effetti speciali non sono sempre ottimali e risultano a volte piuttosto posticci, raggiungendo poi il cringe spinto nella scena dello squalo. Scena che comunque a onor del vero sarebbe  stata difficile da rendere credibile in alcun modo in un film live action (immaginiamoci dovessero un giorno fare lo stesso con DanDadan).
A salvare questa pellicola ci pensano però gli attori, degni di una prova davvero ottimale, a partire da  Eiji Akaso, di cui già si parlò bene nel ruolo di Kiyoshi Adachi in Cherry Magic! Thirty years of virginity can make you a wizard?!. Qui il ragazzo dimostra di non essere solo un belloccio, ma di sapersi calare in un personaggio piuttosto particolare, prima succube salaryman senza speranze e anima spensierata ai limiti della genuina idiozia. 
 
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Ritroviamo l'attore Shuntarō Yanagi, che avevamo già visto su Netflix nei panni del letale Samura Takamura in Alice in Borderland. Qui riacquista per sua fortuna i capelli e interpreta Kenichirō "Kencho" Ryūzaki, l'amico ritrovato di Akira, dandogli una veste comica che lo rende una riuscitissima spalla e co-protagonista.
 
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L'anello debole del trio che si va a formare forse è proprio la componente femminile con l'attrice Mai Shiraishi. La ex idol interpreta la rigida Shizuka, ma francamente rimane piuttosto monocorde per tutto il corso delle due ore di film. Peccato, perché è un personaggio che evolve durante la storia proprio in virtù dei suoi due "scapestrati " compagni di viaggio.
 
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E poi ci sono loro, gli zombie, brutti, orrendi ma anche involontariamente comici. Non fatevi ingannare dai temi "da commedia", il film non lesina scene e momenti piuttosto truculenti, nel pieno stile del genere. Divertente, per chi conosce la capitale giapponese, vederli correre e divorare gente per le strade e i palazzi famosi di Tokyo, da Shibuya a Kabukichō.
 
Il film live action di Zom 100 (come viene abbreviato dagli addetti ai lavori e dai fan) è un survival atipico e fuori di testa, degna trasposizione del manga originale grazie ad una regia, quella di Yusuke Ishida, e a una prova attoriale che riescono a centrare il mood generale dell'opera (come la canzone stessa del film, ‘HoriZOM,’ di Ren), pur tra le tante difficoltà che una trasposizione dal vivo di un titolo del genere può creare.
Anche gli effetti speciali hanno alti e bassi, può essere davvero un ottimo entry level alla lettura del manga. Per scoprire così che i veri mostri a volte sono già nelle nostre realtà, senza che serva un'apocalisse zombie per stanarli!