I Gemelli Oliver sono un nome che probabilmente non averte mai sentito, ma negli '80 questi due fratelli inglesi del Wiltshire erano tra i più famosi game designer del Regno Unito, con alle spalle uno storico di tutto rispetto compresa la creazione del franchise di Dizzy, una serie platform di culto tutt'ora attiva dopo più di trent'anni.
Tra le loro opere più famose rientra sicuramente Ghost Hunters, titolo horror platfor-shooter del 1987 uscito in molteplici versioni per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum: Ricordato dai nostalgici per la sua qualità e finezza contestualizzato al periodo storico.

Ormai sulla soglia dei sessant'anni e con un ricco baglio di ricordi, i gemelli Oliver hanno infine deciso di mettere in cantiere dei remake dei loro lavori più apprezzati, primo tra i quali proprio Ghost Hunters. Sfortunatamente senza un budget adeguato e soprattutto uno studio di sviluppo, i due fratelli hanno voluto nuovamente intraprendere il ruolo di pionieri abbracciando appieno e con fiducia la nuova tecnologia del futuro: l'intelligenza artificiale generativa. Inutile dire che il risultato è stato un DISASTRO.
Dimenticatevi i bug di Mind's Eye o i balconi di Leggende Pokémon: Z-A, Ghost Hunters Remake è indubbiamente il peggior videogioco dell'anno.
Ammirate come un platform sia stato trasformato misteriosamente in un titolo full motion video frammentato da fasi shooter senza alcun elemento ludico parvenza di sfida. Godete alla visione dei due protagonisti che cambiano improvvisamente aspetto tra una scena e l'altra, compreso il design dell'armi impugnate. Aprite le orecchie per il soave ascolto del meraviglioso comparto audio con le voci robotiche senz'anima con un inglese che passa dall'accento britannico a quello americano senza soluzioni di continuità.


Ghost Hunters non è un videogioco: è un esperienza. Un fulgido esempio e un monito per il danno che l'uso intensivo e indiscriminato dell'intelligenza artificiale, una tecnologia ancora acerba e non regolamentata, potrà causare all'industria videoludica tutta. Ormai da mesi aziende come Microsoft, EA e Ubisoft continuano a rilasciare comunicati entusiasti riguardanti l'implementazione dell'IA nei loro team, mentre con l'altra mano firmano ordini con centinaia di licenziamenti. La situazione si sta facendo sempre più drammatica e quando tutti questi CEO e Producer si renderanno conto che quella tecnologia è solo una bolla pronta ad esplodere sarà già troppo tardi.

Se volete comunque rallegrarvi la giornata Ghost Hunters è scaricabile gratuitamente su RichCast, la piattaforma personale del gemelli Oliver.
Fonte consultata:
Timeextension
Tra le loro opere più famose rientra sicuramente Ghost Hunters, titolo horror platfor-shooter del 1987 uscito in molteplici versioni per Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum: Ricordato dai nostalgici per la sua qualità e finezza contestualizzato al periodo storico.

Ormai sulla soglia dei sessant'anni e con un ricco baglio di ricordi, i gemelli Oliver hanno infine deciso di mettere in cantiere dei remake dei loro lavori più apprezzati, primo tra i quali proprio Ghost Hunters. Sfortunatamente senza un budget adeguato e soprattutto uno studio di sviluppo, i due fratelli hanno voluto nuovamente intraprendere il ruolo di pionieri abbracciando appieno e con fiducia la nuova tecnologia del futuro: l'intelligenza artificiale generativa. Inutile dire che il risultato è stato un DISASTRO.
Dimenticatevi i bug di Mind's Eye o i balconi di Leggende Pokémon: Z-A, Ghost Hunters Remake è indubbiamente il peggior videogioco dell'anno.
Ammirate come un platform sia stato trasformato misteriosamente in un titolo full motion video frammentato da fasi shooter senza alcun elemento ludico parvenza di sfida. Godete alla visione dei due protagonisti che cambiano improvvisamente aspetto tra una scena e l'altra, compreso il design dell'armi impugnate. Aprite le orecchie per il soave ascolto del meraviglioso comparto audio con le voci robotiche senz'anima con un inglese che passa dall'accento britannico a quello americano senza soluzioni di continuità.


Ghost Hunters non è un videogioco: è un esperienza. Un fulgido esempio e un monito per il danno che l'uso intensivo e indiscriminato dell'intelligenza artificiale, una tecnologia ancora acerba e non regolamentata, potrà causare all'industria videoludica tutta. Ormai da mesi aziende come Microsoft, EA e Ubisoft continuano a rilasciare comunicati entusiasti riguardanti l'implementazione dell'IA nei loro team, mentre con l'altra mano firmano ordini con centinaia di licenziamenti. La situazione si sta facendo sempre più drammatica e quando tutti questi CEO e Producer si renderanno conto che quella tecnologia è solo una bolla pronta ad esplodere sarà già troppo tardi.

Se volete comunque rallegrarvi la giornata Ghost Hunters è scaricabile gratuitamente su RichCast, la piattaforma personale del gemelli Oliver.
Fonte consultata:
Timeextension
Concordo, non possiede anima, sembra tutto fatto dalla medesima persona (AI), ma soprattutto infastidisce che ormai te la trovi dappertutto, un conto è utlizzarla in maniera moderata come strumento per migliorare un lavoro fatto con le proprie forze, talento, capacità, un altro è che faccia tutto l'AI e di tocco umano non vi sia traccia alcuna.
Varrebbe per qualsiasi cosa/stile, anche realizzata da esseri umani.
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