Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

Nell'appuntamento di oggi abbiamo modo di mettere a confronto recensioni con pareri divergenti. Oggetto è il recente anime di fantascienza N°6. A seguire, per restare in tema, un parere sul corto Pale Cocoon.

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8.0/10
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Anno 2013: Shion è un dodicenne, particolarmente intelligente e dotato, che vive all'interno di una città chiamata "No.6".
Le sue giornate sembrano scorrere tranquille, serene e prive di particolari emozioni finché il giovane non si trova ad aiutare un suo coetaneo di nome Nezumi ("topo") intento a sfuggire agli agenti della Pubblica Sicurezza. L'aver dato asilo a un fuggiasco fa sì che Shion venga cacciato da Cronos, il quartiere elitario della città, e relegato a Lost Town.
Qualche anno dopo, in seguito a un incidente che lo vede coinvolto in prima persona, Shion si ricongiunge a Nezumi e i due si ritrovano così a vivere insieme nei bassifondi siti oltre le mura di cinta che separano No.6, "la città sacra", dal resto del mondo. Shion viene quindi a conoscenza dei terribili segreti che si celano dietro l'apparente perfezione della sua città natale.

A livello tecnico l'anime è molto buono, i disegni e le animazioni sono di ottima fattura, stesso dicasi per le musiche.
La narrazione è scorrevole, gli episodi si susseguono senza intoppi, aggiungendo di volta in volta nuovi elementi riguardanti le cospirazioni del governo di No.6 e i due protagonisti (Nezumi in particolare), i quali, a poco a poco, approfondiscono sempre più il loro rapporto anche in direzione romantica e affettiva.
A mio dire l'elemento più interessante di questa storia, al di là degli intrighi e delle cospirazioni, è sicuramente la presa di coscienza di Shion del mondo che esiste al di fuori della sua città, un luogo crudele e difficile, in cui la disperazione e la forza fisica sono il motore propulsivo delle azioni di ogni persona. Lui che ha sempre vissuto in un ambiente sicuro e confortevole, in balìa di emozioni sterili e potremmo dire "anestetizzate", scopre il vero se stesso e le mille sensazioni, positive e non, che come essere umano è in grado di provare. Allo stesso tempo anche Nezumi cambia; travolto dalla tenerezza e dall'ottimismo fin troppo ingenuo di Shion, apre il suo cuore a colui che anni prima lo aveva salvato da morte certa, donandogli la speranza e la forza di continuare a vivere.

Purtroppo l'anime copre solo tre dei nove romanzi da cui la storia è tratta, offrendo quindi un finale incompleto e fin troppo frettoloso, forse eccessivamente drastico e crudele, ma che per i miei gusti è stato comunque soddisfacente ed emozionante. Ciò non toglie che io speri fortemente in una seconda serie che prenda in esame i romanzi restanti.
Personalmente ritengo che la bellezza di quest'anime stia negli ideali di Shion, in quella sua determinazione ad abbattere i muri, ideali e non, che separano le cose e le persone, ed è questo un simbolismo di cui troviamo riscontro proprio nel finale.
Mi riesce difficile dare un voto a "No.6", perché nonostante i suoi difettucci, riassumibili soprattutto nel finale, è un anime che ha saputo incuriosirmi, coinvolgermi ed emozionarmi. Forse i temi quali il confronto tra la città avida e malvagia e la purezza della natura, o le cospirazioni dei potenti alle spalle del popolo possono sembrare non originalissimi, ma ritengo che siano argomenti sui quali, soprattutto al giorno d'oggi, dovremmo fermarci più spesso a riflettere.



4.0/10
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Stiamo assistendo a un curioso fenomeno da quando la crisi economica incide sul budget delle produzioni nella realizzazione di serie animate, rendendole sempre più corte. Negli ultimi due anni è da rilevare il proliferare di titoli da 11/12 puntate, a cui però viene data la rilevanza e la visibilità di serie più lunghe e strutturate generando un'aspettativa che il più delle volte viene frustrata dalla sostanza delle opere in questione, l'insuccesso delle quali viene spiegato con la brevità, vera mannaia di una qualsivoglia articolazione di una trama interessante. Cosa fare allora per non rinunciare a una storia avventurosa capace di attrarre un buona fetta di otaku pur con poco tempo per svilupparla? Semplice, impostare la narrazione sull'indefinito, la facile ricetta del criptico calderone che fa anche molto "chic". Ed ecco il prototipo di questa astuta mossa commerciale, "No.6", serie animata di 11 puntate realizzata dallo studio Bones e portata sugli schermi nipponici nel luglio del 2011.

Tratta da una serie di romanzi di cui sinceramente non ho mai sentito parlare, la trama , ambientata in un futuro neanche troppo lontano, porta in scena una città che è la realizzazione concreta dell'Utopia di Moore, in cui tutto sembra procedere alla meraviglia senza più attriti e ingiustizie; ma ovviamente non è tutto oro quello che luccica e sin dal primo episodio si capirà che oscure trame si muovono al di là del palcoscenico e spetterà a un ragazzo, Shion, riuscire a smascherarle, una volta svegliatosi dal torpore in cui versava a causa della vita fasulla fino ad allora condotta grazie all'incontro con il suo coetaneo Nezumi in fuga e ferito.
Da un incipit poco originale c'è comunque una trama a prima vista interessante, ma "No.6" è come la città che ne porta il nome, un bel palcoscenico senza nulla dietro. Non sono di quelli dall'accusa facile di poca originalità, comprendo perfettamente che al giorno d'oggi è davvero impossibile sviluppare qualcosa di nuovo, quindi ben venga la riproposizione, a patto che sia funzionale a una trama piacevole. Questo titolo invece snocciola tutti i cliché del genere "complottistico" in maniera pressoché sterile con l'obiettivo neanche troppo velato di generare l'attenzione dello spettatore, soprattutto al termine di ogni episodio. Durante tutte le undici puntate ci vengono fatte intendere un numero imprecisato di situazioni e trame degne del miglior romanzo di genere ma una volta giunti al finale, anche questo volutamente ruffiano, si lascia lo spettatore con un bel pugno di mosche. "No.6" potrebbe essere riassunto così: la fiera del vorrei ma non posso!

"No.6" vorrebbe essere un titolo di fantascienza sociologica e di grandi cospirazioni, vorrebbe accontentare anche le amanti dello yaoi ingenerando una serie di situazioni al limite ma senza mai cadere nell'esplicito; insomma alla fine della giostra non resta che un prodotto che non è né carne né pesce e non sarà di certo un finale alla " The Wall" dei Pink Floyd ad allontanare il senso di fastidiosa presa in giro che procede con l'andare avanti delle puntate grazie anche a un personaggio principale di una ancora più deprecabile inconsistenza.
Alla fine non saprei a chi consigliare la visione di questo titolo, perché pur di accontentare un po' tutti i palati alla fine si finisce con il non accontentare nessuno. Il mio voto è lo stesso di "Nabari" - anime in cui vedo un'incredibile somiglianza nella coppia di protagonisti - e cioè 4.



9.0/10
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"Pale Cocoon" è la dimostrazione di come sia possibile creare un piccolo capolavoro senza scaturire in una serie di episodi, ma anzi relegandosi a un semplice OAV sperimentale.

In un lontano futuro la Terra non è che un ammasso rugginoso e del tutto inabitabile a causa dell'uomo e della sua infantile e irrazionale sete di conquista e di progresso. Progresso: questa parola dovrebbe acquisire un significato ben diverso da come lo intendiamo solitamente, poiché presto o tardi potrebbe tramutarsi nella causa principale dell'estinzione umana, e non solo, sulla Terra.
L'umanità, o quel che ne rimane, è costretta a vivere in una struttura costruita come una sorta di ultima spiaggia che tuttavia ha più l'aspetto di un'enorme prigione costituita da tubature, ascensori e tralicci testimoni di una tecnologia forse un tempo avanzata, ma ora a malapena funzionale. Per non dimenticare e per lasciare una traccia di ciò che una volta era l'umanità, alcune persone si dedicano a un lavoro che a prima vista potrebbe risultare inutile e malinconico, ma che cela un grande significato, specie nei confronti dello spettatore, ovvero ricercatori di eventi passati immortalati su pellicola, su video o registri audio.

Il significato di tutto ciò va ricercato nell'ormai vana speranza dell'essere umano di tornare un giorno su quel pianeta una volta blu e rigoglioso. L'essere umano non impara mai dai propri errori, tende anzi a ripeterli, a volte anche inconsciamente, fino a quando, per cause di forza maggiore, la realtà non gli viene sbattuta in faccia. "Pale Cocoon" è un messaggio rivolto a tutti noi, un'avvisaglia di ciò che potrebbe accadere se non ci impegniamo a rendere il mondo un posto migliore, rispettando i nostri simili e il luogo in cui viviamo, la Terra.
Tecnicamente troviamo disegni uniti a una grafica computerizzata perfettamente in sintonia gli uni con l'altra, e capaci insieme di regalarci una splendida e realistica riproduzione di un'umanità oramai in declino imprigionata dai suoi stessi errori. Anche gli effetti audio rendono bene, anche se a volte i momenti di silenzio sembrano dare maggiore tonalità alle situazioni.

Al giorno d'oggi i vari mezzi di comunicazione ci imbottiscono la testa di falsi perbenismi e di consigli sul rispetto dell'ambiente tramite risparmio energetico e rifiuti indifferenziati. In realtà l'uomo, se abbastanza maturo da capirlo da solo, dovrebbe fare, se non il possibile, almeno lo stretto necessario alla sopravvivenza sua e dei suoi simili tramite piccoli accorgimenti. Invece di infantili e ridicoli slogan pubblicitari, perché non trasmettere questo corto? Di certo risulterebbe infinitamente più utile dell'immondizia che gira da qualche anno per la televisione, e magari potrebbe fare ragionare qualche menefreghista.