Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a titoli del 2007, con il manga Keep Out, l'anime Piano Forest e il live action Koizora.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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7.0/10
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Il biondo e angelico Fuyuki, a prima vista, è quanto di più lontano si possa immaginare da un esperto in antiterrorismo. Sembra appena uscito da un liceo e di sicuro il suo aspetto non è particolarmente rassicurante. Non per niente, è l'uke della situazione… Sorvolando questo piccolo particolare, possiamo goderci la storia.
Il nostro biondino, stavolta, per quanto non sia nel suo solito genere, deve proteggere Kagami, presidente di una grossa società. Costui, ovviamente un bel pezzo di fig…liolo, gli rende il lavoro molto difficile, dato che è fissato su di lui e non perde occasione per fargli avances di ogni tipo. E possiamo capirlo: al suo posto, probabilmente, lo faremmo anche noi. Hirotaka Kisaragi sa come disegnare dei bei ragazzi, non c'è alcun dubbio.
Ovvio che, come da cliché del genere, Fuyuki sarà dapprima riottoso, per poi farsi sempre più irretire dal fascino di Kagame lungo l'arco della storia.
D'altronde, Kagame è bello, carismatico, ricco, gentile e innamorato: quale pecca potremmo trovargli? Forse, giusto giusto che è un pelino troppo protettivo: riuscirà a conciliare questo lato del suo carattere con il mestiere dell'uomo che ama? Del resto, come viene più volte sottolineato, Kagame si trova in una posizione in cui non può dimostrare preoccupazione o debolezze, e necessita di qualcuno cui appoggiarsi.
Lungo lo svolgersi della storia assistiamo alle vicissitudini amorose della coppia principale e di una secondaria, il tutto condito con un pizzico di suspense, azione, dramma familiare. Scopriremo perché Kagame sia così diretto ed insistente nell'inseguire ciò che desidera, e le motivazioni che hanno spinto Fuyuki, che certo non possiede le physique du role, ad intraprendere una carriera nell'antiterrorismo. Bisogna riconoscere un lodevole tentativo di dotare almeno personaggi principali di un background caratteriale e di vissuto che conferisce loro un certo spessore. In un lavoro così breve, non è cosa da poco.
Ci viene addirittura fornito, in chiusura del volumetto, un piccolo racconto di qualche pagina, che ci narra maliziosamente la storia di certi cioccolatini afrodisiaci… stavolta, lasciando purtroppo il comparto visivo all'immaginazione di chi legge!
Ebbene, che dire: "Keep out" mi è parso un lavoro sapientemente dosato nelle sue parti comiche, sentimentali e drammatiche, sostenuto da disegni molto gradevoli e dialoghi tutto sommati apprezzabili.
In definitiva, una lettura piacevole, senza troppo impegno, ma adatta a passare un po' di tempo in gradevole relax.



8.0/10
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Non posso esimermi dal dire che adoro il pianoforte, amo la musica classica e lo strumento che in assoluto più mi piace è proprio il piano.
Con una premessa come questa è difficile per me dare un voto solo a quest'anime che trasporta sul piano emozionale non solo con la musica, ma anche con la storia tratteggiata con decisione ma anche con delicatezza.
Così si entra nei meandri della foresta di note ed emozioni che questo film di Masayuki Kojima nel 2007 ha regalato alla platea che ha avuto modo di guardarlo.

Da un punto di vista tecnico i disegni sono curati, forse un po' carenti i fondali, soprattutto all'inizio del film, che recuperano però nel finale, dove una maggiore cura dei dettagli, e migliori giochi di luce garantiscono una visione dell'anime godibile e un'immersione nei momenti più intensi dello stesso pressoché totale.
Le musiche richiamano un vasto repertorio di musica classica, e accompagnano con suoni orchestrali le scene di vita quotidiana, lasciando alla pulizia tecnica del pianoforte le scene in cui è lui il protagonista.

"Il Piano nella foresta", o "Piano no mori", o "Piano Forest", è il protagonista silenzioso di questa storia che vede contrapposta la tecnica e l'impegno al talento puro, una contrapposizione che porterà tutti e due i protagonisti a scontrarsi sulla tastiera di un pianoforte, imparando molto l'uno dall'altro, lasciando lo spettatore commosso dalla prova d'amicizia, dalla volontà dei due di prevalere, dalla capacità di stupire. Ma è il pianoforte nella foresta a scegliere il suo pianista, a insegnargli le note, a comprenderne il talento, ad accoglierlo in quel palcoscenico naturale e bellissimo, guidato da una sorta di magia della musica che permette solo al prescelto di suonare, di abbracciare la melodia bellissima e intensa che il piano sa donare, fino a lasciare il posto (presto direi) alla dimensione umana della vicenda, finendo forse in secondo piano, pur comunque spesso richiamato e ricordato dal giovane protagonista.

È così che si scopre la tracimante e sprizzante voglia di vita di Kai, che si contrappone alla morigerata vita del talentuoso ma tecnico Shuhei, e ancora l'incapacità del primo di affidarsi alla tecnica e allo studio, e l'incapacità di divertirsi suonando del secondo… Così alla fine si trova un punto di contatto tra i due, che va oltre le note e che si esprime in un equilibrio compensativo, una crescita di entrambi i talenti, e quel sorriso che pervade l'animo.

Il finale è un delicato omaggio alla ricerca del luogo ove ognuno di noi cerca se stesso, e si sente felice.
"Piano Foresti" è indubbiamente un anime pregiato, ben fatto, curato, e da consigliare a chi ama la musica, oppure a chi vuole semplicemente godere un film interessante e senza cali di tono.



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"Devi cercare di essere sempre felice."
Vi è mai capitato di dimenticare come si fa, e di inseguire ciecamente un desiderio anche se il modo per raggiungerlo non comporta necessariamente la felicità? Molti sono i pensieri che passano per la testa, molti di essi sono semplici capricci a cui non crediamo per davvero. Poi c'è un pensiero che passa e lascia un'immagine forte - forte perché inaspettatamente ti emoziona -, e allora la rievochi, e ogni volta sempre di più è un piacere. Talvolta, quando i tuoi occhi sembrano scorgere la realizzazione in carne e ossa di questo pensiero, allora è probabile che il tuo corpo abbia un fremito, e il tuo cuore perda un battito e il respiro si trattiene. E giù, quel pensiero nato fra tanti insignificanti suoi simili scende giù dritto al cuore, e si ferma lì come un'ossessione, un desiderio da cui dipende la tua felicità. Quel pensiero, quel desiderio, quella cosa, diventa così importante da dimenticare come hai vissuto finora la tua vita. Tanto per cominciare le funzioni vitali hanno degli sbalzi clinicamente straordinari, e mentalmente non è possibile che il tuo stato d'animo ruoti attorno a una cosa o, volendo, una persona. Tutto ciò in cui hai creduto prende una nuova dimensione, e l'unico modo per continuare ad avere contatti con la Terra, è prendere contatto con sé stessi prima che con lui.

Il lui di questa storia, il lui protagonista di Koizora, il lui di Mika, il lui è Hiro. Hiro è un ragazzo semplice, dal sorriso dolce eppure dall'apparenza facilmente giudicabile. Porta i capelli ossigenati, la sua ex ragazza è una teppista e sua sorella una motociclista. Fa paura e non è ciò che cerca Mika, che è una ragazza timida e tranquilla. Ragionevolmente lei ritiene opportuno evitare ragazzi "vivaci"; tutti cerchiamo sicurezze! Ma qualche parte dentro di lei fa di testa sua, e Mika non riesce o non vuole dar retta alla testa e a ciò che crede esser più saggio fare. Si lancia in questa storia d'amore che non perde tempo a decollare nonostante tutti i problemi che la insinuano (persone esterne che interrompono la quiete della coppia con minacce, gelosie, violenza e vendetta) vanno avanti. Proseguono con molta ingenuità. I giovani ragazzi sono così infantili e teneri da ragionare in maniera semplicistica e si crogiolano nelle risatine sciocche tipiche di una coppietta felice. Due facce ebeti che si guardano le mani con i loro anellini di coppia, due volti beati che accelerano e strafanno con la sicurezza nel cuore che le promesse fatte verranno tutte mantenute...
E poi più niente. All'improvviso è tutto morto. Chi ci ha creduto di meno o chi di più, cosa importa? Non è doloroso per entrambi rinunciare ai propri sogni e alle proprie sicurezze? Sia per chi lascia andare o per chi è lasciato c'è qualcosa da perdere. Che sia una fetta di quotidianità, o delle braccia pronte ad abbracciarti, o un sorriso per sostenerti. O una persona che crede in te, sempre e comunque, accompagnandoti in tutte le prove che la vita ti porrà dinanzi. Mika non riesce a sopportarlo, e comincia a mettere in dubbio che Hiro ci abbia mai creduto davvero, alla loro relazione. Si domanda se qualcosa di preciso sia andato storto, senza capire che ci sono circostanze che non vanno prese sul personale: Mika non ha nulla di sbagliato, e tormentarsi non fa cambiare l'esito dell'accaduto.
Allora va avanti. Inizia l'università e tra vecchi e nuovi amici incontra una persona per bene, una persone che la sua mente trova perfetta. Ma il suo cuore? E' la mente o il cuore a determinare la nostra felicità? A quanto pare, per Mika la risposta è il cuore.

Sky of love è un film tratto da una storia autobiografica maneggiata in diversi modi - storie per cellulari, manga e drama inclusi. In questa versione mi pare di individuare la dualità fra sentimento e ragione. Nella prima fase della storia, i protagonisti ancora liceali sembrano mettere del tutto da parte la ragione, riuscendo a scavalcare una serie di problematiche notevoli con la tipica tenacia e sconsideratezza della gioventù - in alcuni punti mi ha anche perplesso questa loro quasi "superficialità". Abbiamo poi un momento critico: la separazione. Da parte di Hiro è un passo lontano dal proprio ego, un gesto altruistico indice di quanto l'affetto per Mika superi le proprie volontà e i propri bisogni. Dall'altra parte, Mika riesce a farsi forza e a spostare l'asse della propria vita su sé stessa, e a convincersi che basti così. L'ultima fase vede la maturazione di loro stessi come persone. I sentimenti sono posti dinanzi alla verità, la più cruda e dolorosa, quella che non lascia speranze. Ma ancor più vero è il legame fra Mika e Hiro, che emerge più forte di prima. Allora è tutto più chiaro: non era un capriccio da incoscienti, o almeno non solo quello visto che questo legame non è stato mai lasciato alle spalle per davvero.
Tutto sommato il lungometraggio non è privo di difetti, vista la sua essenzialità nella realizzazione. Le dinamiche - specialmente quelle iniziali - lasciano qualche dubbio, ma in fondo la prima metà del film si fa seguire facilmente vista la rapidità delle scene. La seconda metà invece, evolve come gli stessi personaggi. E' pregna di emozioni, una narrazione straordinariamente struggente. E' inevitabile che vi si annebbi la vista per quella che giudico essere una storia toccante.