Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a titoli per bambini, con Chibi Devi, Shokupan Mimi e Pretty Cure All Stars New Stage.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


7.0/10
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Tratto dal manga di Hiromu Shinozuka, "Chibi devil" racconta la storia di Honoka, una quattordicenne dolce ma piuttosto timida e con la testa tra le nuvole. Honoka non è propriamente una ragazzina felice: le compagne di classe la maltrattano e vive assieme alla zia, con la quale non riesce ad avere un rapporto aperto e comunicativo. Un giorno, come per magia, Honoka trova nel suo letto un bambino con una coda e delle piccole ali da diavolo: da quel momento la protagonista, con l'aiuto del compagno di classe Shin, s'impegnerà a prendersi cura del piccolo Mao-chan come se fosse una vera mamma.

E' immediatamente evidente dal chara che "Chibi devil" è un anime ad alto contenuto zuccheroso, rivolto principalmente alle bambine (la rivista su cui il manga è serializzato si rivolge a un target di bambine delle elementari); il design è semplice e delicato, i colori sono accesi e brillanti, i personaggi hanno occhi grandissimi ed espressivi. Insomma, il cast è ricco di personaggi dall'aspetto fortemente "kawaii" e puccioso. Carinissima la sigla iniziale, semplice e breve, entra immediatamente in testa.
Passando alla trama, essa non può che ricordare all'istante il più famoso "Ufo baby", con il quale "Chibi devil" condivide i temi della "maternità", del "prendersi cura" e della famiglia. Nonostante i temi di fondo siano uguali, le due opere trattano gli argomenti in maniera totalmente differente, difatti "Ufo baby" elabora le tematiche in modo più profondo e complesso, avvalendosi di un cast di personaggi molto più ampio e di una loro caratterizzazione più attenta. E' necessario ricordare che "Ufo baby" si rivolge a un target leggermente più alto e la serie si compone di settantotto episodi da venticinque minuti ciascuno, mentre "Chibi devil" ha a disposizione solo quindici episodi della durata di circa cinque minuti. Se dovessimo paragonare le due serie certamente "Ufo baby" vincerebbe a mani basse, ma un paragone del genere sarebbe ingiusto e inutile, proprio in virtù delle caratteristiche di cui parlavo prima.

Essere mamma non è facile nemmeno per donne adulte e mature, figuriamoci per una quattordicenne insicura come Honoka che per di più si trova a occuparsi di un bambino molto piccolo e dotato di poteri speciali (a seconda di come viene vestito, il piccolo diavolo può sputare fuoco o lanciare fulmini). Nel corso della serie però, grazie all'aiuto di Shin - che farà da papà a Mao-chan -, del direttore dell'asilo dei diavoletti e delle mamme di altri piccoli diavoli, Honoka riuscirà a prendersi cura di Mao-chan come una vera madre, migliorando se stessa, i rapporti con la zia e imparando sulla propria pelle cosa significhi essere responsabile della vita di un altro essere vivente.
Un'esplosione di dolcezza e di buoni sentimenti insomma, ma se l'intento era quello di far sorridere lo spettatore e di fargli venire i lucciconi agli occhi per tanta pucciosità… allora il bersaglio è stato centrato in pieno!



7.0/10
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"Shokupan Mimi" è una serie anime composta da 16 episodi della durata di trenta secondi ciascuno.
La protagonista indiscussa è proprio Mimi, ovvero una fetta di pancarré, che è contornata da diversi amici come il panetto di burro Butter-chan, Hammy il prosciutto appassionato di pettegolezzi (abbiamo un prosciutto curioso!) e infine Puchitoma-chan, il piccolo pomodoro.
Il sogno di Mimi-chan, la fetta di pancarré più kawaii che ci sia, è quella di diventare popolare ed essere alla moda, perciò nel corso degli episodi si ritroverà al centro di numerose avventure, spesso assieme ai suoi amici, che le concederanno il loro supporto.

La nostra frivola Mimi vorrà farsi bella per il suo innamorato, vorrà preparare una torta alle fragole, vorrà truccarsi per essere alla moda, vorrà tentare di dimagrire, vorrà provare ad abbronzarsi e, molto spesso, tutto ciò darà effetti piuttosto disastrosi che ci strapperanno un grosso sorriso. Perché vedere la dolce Mimi mentre è alle prese con queste catastrofiche esperienze è davvero divertente, anche se le scene sono molto brevi risultano comunque efficaci.
Contrariamente a quanto si evince attraverso il suo aspetto esteriore tipicamente tenero, Mimi-chan in alcune situazioni getta la maschera da brava e dolce fetta di pancarré, e possiamo scoprire il suo più torbido e orripilante segreto, ovvero che è dedita al masochismo: le piace farsi tostare fino a bruciarsi, gettarsi a capofitto in una pentola di olio bollente che ha la funzione di vera e propria piscina in cui sguazzare allegramente, lasciarsi pressare da una piastra con il chiaro intento di dimagrire e grattugiarsi volontariamente.
La cosa straordinariamente comica è che la nostra prode eroina continua a sorridere e a emettere una serie di gridolini stupra-orecchie, anche se ha appena subito un'ustione di quarto grado e dovrebbe essere trasportata in ospedale.
I disegni sono perfetti per questo genere di anime, si adattano molto bene ed evidenziano il lato dolcissimo di Mimi, rendendo sia lei sia i suoi amici ancora più kawaii di quanto già lo siano attraverso il doppiaggio che a tratti, per alcuni personaggi, può forse risultare fastidioso a qualcuno.

"Shokupan Mimi" risulterà una serie anime assai piacevole per tutti coloro che sanno apprezzare le scene semplici e immediate, ma anche per chi desidera osservare una frivola fetta di pancarré dedita a insane pratiche autolesioniste, nonché chiaramente affetta da manie di protagonismo e da personalità multiple.



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"Eien no tomodachi", "Un amico per sempre". Così inizia questo "Pretty Cure All Stars New Stage", quarto "filmone crossover" per le maghette combattenti Toei.
Un amico per sempre è quello che vorrebbe Ayumi, la new entry introdotta per la prima volta in questo lungometraggio. E' una ragazzina estremamente timida, che non riesce però, a causa della timidezza, a trovare il coraggio di fare quel primo passo che la porterebbe a trovare nuovi amici. Questo, almeno, finché non incontra una creaturina misteriosa che la ragazzina battezza Fu-chan. Da quel momento, la sua vita è destinata a cambiare, incrociandosi con quella delle leggendarie guerriere Pretty Cure, che Ayumi adora e ammira sin da piccola.

Il personaggio di Ayumi è la chiave di volta che differenzia questo quarto "crossover" da quelli che l'hanno preceduto. Per la prima volta nella saga, infatti, si dà maggior spazio non ai personaggi canonici ma a uno introdotto unicamente nel film. "Pretty Cure All Stars New Stage" è innanzitutto la storia di Ayumi, le Pretty Cure canoniche stanno sullo sfondo e hanno un ruolo più marginale.
Una storia, quella di "Pretty Cure All Stars New Stage", che, ancora una volta, ha come suo centro l'amicizia nelle sue varie forme. La timida Ayumi, che non riesce a farsi degli amici, incontra il misterioso Fu-chan, residuo di un antico nemico affrontato dalle Pretty Cure, e instilla nella malvagia creatura un sentimento che non aveva mai provato e che, purtroppo, interpreterà a modo suo, portando ancora una volta scompiglio e distruzione. Sullo sfondo, le cinque Pretty Cure della serie Smile incontrano le quattro della serie Suite, in un divertente passaggio di consegne che ha il dolce sapore di un'amicizia che sboccia per la prima volta e che, appunto, sarà destinata a durare per tutta la vita.

Questo quarto All Stars è un grande omaggio alle Pretty Cure musicate da Yasuharu Takanashi. Tantissimi, infatti, i rimandi alle serie dalla sesta, Fresh, alla nona, Smile. Si va da personaggi-comparsa a divertenti folletti, passando per tutte le trasformazioni e i principali attacchi, con relative, splendide, musiche di accompagnamento. Un viaggio a ritroso in un mondo di eroine colorate, musiche epiche, buffi folletti e sentimenti fortissimi.
I fans che hanno seguito con passione le storie di Love, Tsubomi, ma soprattutto, Hibiki e Miyuki, non potranno che gioire.
Gioiranno un po' meno i fans di Nagisa, Saki e Nozomi, in quanto i personaggi delle serie dalla prima alla quinta non riusciranno a trovare grande spazio nel film, finendo per limitarsi a una "comparsata" di un paio di scene dove non avranno neppure battute, e non avranno citazioni di altri personaggi o folletti né delle musiche a loro relative (curate da un altro compositore e non da Takanashi). Se, da un lato, questo contribuisce ad aumentare l'aura di leggenda che le ammanta, dall'altro scontenterà, però, lo zoccolo più duro dei fans di vecchia data.

E' un Pretty Cure più introspettivo, che si sbilancia maggiormente sul lato del sentimento che su quello dell'azione. Stavolta, infatti, il nemico avrà un carattere ben definito, ma il combattimento finale sarà poco spettacolare, rapido e praticamente indolore, ben lontano dai livelli di spettacolarità dei film precedenti, che si ritrovano nei combattimenti (con animazioni preimpostate e riprese dalle serie tv) delle Pretty Cure contro i suoi gregari.
Sempre ottimo dal punto di vista grafico, musicale e del doppiaggio, il film si lascia guardare ed emoziona parecchio, ma paga lo scotto di avere troppi personaggi e di non saperli (o non volerli) gestire, concentrandosi solo su una minima parte di essi e non riuscendo neppure a sfruttare appieno l'importante risvolto che si avrà durante lo scontro finale. Da segnalare, fra i difetti, anche un piccolo errore nell'incipit, che mina l'intento degli autori di inserirlo in una supposta continuity della serie All Stars. Il combattimento mostrato all'inizio, infatti, vuole rifare il primo film All Stars, dove le guerriere hanno battuto la vecchia forma di Fu-chan. Peccato che si mostrino, coinvolte nello scontro, anche guerriere delle serie successive al primo All Stars, e perciò lì assenti.
Rimane comunque un film assai gradevole, capace di donare emozioni ai suoi spettatori e che comunque farà la gioia dei fans di Pretty Cure, soprattutto se le loro eroine preferite sono quelle delle serie più recenti.