Siamo al Katagames 2015, terza edizione di una fiera che ha come oggetto i film, i telefilm, i manga, anime, videogames, doppiaggio, cosplay, e chi più ne ha e più ne metta, che per il terzo anno prende luogo a Catania. 

Noi di AnimeClick abbiamo avuto l'enorme piacere di poter intervistare Giada Robin, la cosplayer italiana più famosa nel mondo, ospite d'eccezione della kermesse. 
 

AnimeClick: 
Partiamo dal tuo nome: sappiamo bene perché ti chiami così, ovviamente è  un tributo a Nico Robin di One Piece. Personalmente è sempre stata la mia preferita della ciurma, dato che oltre ad essere estremamente bella, ha molta voglia di sapere ed è dotata di una grande intelligenza. La senti in qualche modo vicino a te?

Giada Robin:
Sì! Non è un caso se il mio primo cosplay sia stato Nico Robin, perché sono sempre stata appassionata, oltre di anime e manga, di storia e infatti volevo fare l’archeologa e girare il mondo! Non sono riuscita a far questo mestiere ma sono riuscita quasi a viaggiare per il mondo. Mi sento un po’ legata a lei, oltre che per l'archeologia, ci accomuna questo amore per avventure, avere degli amici con cui condividerle. Il bello del cosplay è che conosci tanta gente, nuovi posti... vivo delle “Bizzarre Avventure”! Infatti un personaggio che vorrei fare, ma che non ho mai fatto nonostante sia semplicissimo, è un'altra archeologa: Lara Croft! Del resto sono cresciuta con Tomb Raider, Crash, Pokémon... e con questo continuo ancora a giocarci!

AnimeClick:
Parliamo ora di questo tuo stile di vita. Sicuramente in tantissimi lo invidiano, come hai detto tu viaggi molto, fai molte conoscenze... ma sicuramente ci saranno anche dei lati negativi, parlaci un po’ di questo lato nascosto.

Giada Robin:
Intanto molte fiere, in Italia e all’estero, non sono per nulla organizzate bene. Possono nascere troppo spesso dei problemi, con gli organizzatori o con la gente in fiera. Non sempre è facile, può diventare stressante stare in cosplay tutto il giorno, come per ogni cosplayer, alle volte non puoi neanche mangiare, alle volte devi trasportare ali che pesano tantissimo, a volte non puoi toccare le cose perché hai l’acquacolor.
I viaggi lunghi sono naturalmente molto stancanti, oltre la distanza c’è anche il fuso orario, gli scali, la confusione, a me è anche capitato di rimanere bloccata in aeroporto per tre giorni perché avevo perso la coincidenza, a causa del ritardo del volo precedente. Ed è inutile dire che "non c’è differenza tra una ragazza ed un ragazzo", perché per una ragazza viaggiare da sola è molto più pericoloso rispetto ad un ragazzo.

AnimeClick:
Certa gente può anche scambiare il tuo ruolo con una "eccessiva accessibilità"

Giada Robin:
Io quando viaggio sono la persona più irriconoscibile del mondo, quando faccio cosplay sono iper truccata, indosso lenti, parrucche e sono vestita abbastanza sexy... ma nella vita di tutti i giorni, ovviamente non mi vesto così e sono la ragazza più tranquilla del mondo, con magliette di Gengar, Joker... insomma, magliette normalissime. Ma alla fine se qualcuno vuole darti fastidio lo fa e basta.

AnimeClick:
Sei ancora molto giovane, cosa ti aspetti dal futuro? Quali sono le tue ambizioni?

Giada Robin:
Non ho veramente chissà quali obiettivi, io ho iniziato a fare cosplay esattamente come tutti, per me è una semplice passione che poi si è evoluta in qualcosa di più ed è una soddisfazione, amo quel che faccio. Ok ci sono pregiudizi... “lo fa solo per farsi vedere”, “non è una cosplayer ma una modella”, “non conosce i personaggi che fa” ma io comunque continuo ad andare avanti, mostrandomi sempre pronta... non so cosa accadrà ma sono davvero felice per quel che vivo.
 
 

AnimeClick:
Qual è invece un cosplay che hai indossato e che ti ha fatto dire “NON LO VOGLIO FARE MAI PIU’!”

Giada Robin:
Misa Amane di Death Note. Io adoro Death Note, ma da Misa stavo davvero male. Quando si fa cosplay consiglio sempre di vestirsi di qualcosa che ti faccia sentire bene, devi essere sicuro di quello che indossi, si vede sennò subito che sei a disagio. Da Misa non mi sentivo a mio agio perché io a 17 anni avevo un “corpo maturo”, mentre Misa era la classica loli magra e senza forme, io ero già molto formosa. Bionda poi non mi ci vedo.

AnimeClick:
Magari potevi fare il “Gender Bender” di L!

Giada Robin:
Io l’ho fatto L! Ti dico della mia filosofia per fare i cosplay maschili. C’è una differenza sostanziale: se il personaggio hai dei lineamenti abbastanza femminili, è magro, ha dei vestiti larghi, un’armatura col quale cammuffare la tua femminilità allora lo faccio così com’è; ad esempio ho fatto Griffith di Berserk, Loki di Avengers eccetera... sono personaggi che fisicamente sono femminili, basta un po’ di make up per renderti un viso androgino e ce la fai a cammuffare, ti fasci il seno e riesci... anzi hai le fangirls che ti vengono dietro e ti urlano “che figo! Che figo!” per poi rimanerci male quando vedono che sei una ragazza! Però quando sono personaggi troppo mascolini, molto fisicati allora preferisco fare una versione molto femminile perché se sono fisicati... io li faccio fisicati a modo mio... ovvero, se loro hanno i pettorali... io li ho pure!

AnimeClick:
Ultima domanda, molto semplice: cosa vuol dire per te il cosplay.

Giada Robin:
Il cosplay prima di tutto è un’arte a 360° perché tu parti dalla passione che hai verso il tuo personaggio per poi fare un costume, cerchi comunque di realizzarlo o qualcuno che te lo faccia o ancora interpretarlo per una scena... quindi c’è un po’ di tutto: sartoria, recitazione, doppiaggio in certi casi, fotografia. A parte la parte artistica vi è anche la parte sociale e comunicativa, fare amicizia, incontrare tante persone... io amo realizzare un costume, metterci tanta passione ed impegno, ma è stressante perché magari ti ritrovi lo stesso giorno in fiera a dover rattoppare una manica o a doppiare la scenetta per il giorno dopo, però la cosa più bella è quando sei in fiera la gente ti riconosce e ti fa le foto. È molto appagante!