Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con i manga La figlia dell'otakuLove Hina e Ga-Rei.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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"La figlia dell'otaku" (questa la traduzione del titolo giapponese) è un manga che si rivolge ad un pubblico di otaku di una certa età, uomini abbastanza grandi da essere interessati a tematiche parentali e possibilmente fan nostalgici delle prime opere di Rumiko Takashi. Io ho risposto all'appello e non sono rimasto deluso. Se siete degli estimatori di Cara dolce Kyoko questa serie vi farà scompisciare dalle risate viste le innumerevoli citazioni alla serie classica.

I protagonisti sono dei mangaka che vivono in un pensionato praticamente identico a Maison Ikkoku. Questa è una serie corale in cui anche i personaggi cosiddetti secondari hanno un notevole spazio loro riservato, cosa che ho molto apprezzato. Il mio personaggio preferito è il sensei, trentottenne otaku della vecchia guardia, fan sfegatato di Rumiko Takahashi e disegnatore di shojo per bambine delle elementari. È troppo simpatico, basso, con la pancia, sempre vestito con la vestaglia tradizionale giapponese e orgogliosissimo di essere ancora vergine alla sua età. Il secondo personaggio più simpatico è Taeko, fac-simile di Kyoko Otonashi, dolcissima, totalmente priva di malizia e dotata di un seno di tutto rispetto (tenete però conto che in questa serie il fan service praticamente non esiste, per cui non si vedrà molto). Andando avanti con la serie, in un lungo flashback che occupa tutto il settimo volume viene narrato il passato del Sensei e di Taeko: ne scoprirete delle belle, non anticipo nulla ma ci saranno delle sorprese incredibili.
Un altro personaggio molto simpatico è quello di Haruka, giovanissima assistente del sensei e autrice di dojinshi pornografici. Haruka ha 63 centimetri di seno (contro i 91 di Taeko!), gli occhiali, ed è incapace di parlare con gli sconosciuti senza nascondersi dietro le spalle di qualcuno che conosce. In più ha un caratteraccio, ma anche lei è capace di innamorarsi, come vedremo nel proseguo della serie.

Il protagonista è Kota, ha 26 anni, anche lui assistente del sensei ed autore di doujinshi, nonché lo stereotipo dell'otaku. A 16 anni, ai tempi della scuola, è stato praticamente violentato da una studentessa più grande di lui che è rimasta incinta. Da allora non ha più avuto alcun contatto con il genere femminile. Dopo dieci anni si trova a doversi occupare della figlia, Kanau, della cui esistenza non era neppure a conoscenza. Le situazioni comiche si sprecano: per esempio lui vuole guardare cartoni animati con la bambina per tutto il giorno, ma la piccola gli dice che lei ormai è troppo grande per guardare le serie che piacciono a lui (ma di notte lui si "redime" guardandosi le serie pornografiche mentre la bimba dorme ...).

È chiaro che questo è un manga umoristico prima che realistico ed in quanto tale si differenzia notevolmente da opere quali "My Girl" o "Usagi Drop", che trattano una situazione simile (la paternità improvvisa) in maniera più seria; questo non vuol dire che non ci siano momenti seri in "Otaku no musumi-san". Per esempio, nel secondo volume Kanau si ammala mentre il padre è in fila per comprare dei doujinshi e deve scegliere tra la salute della figlia e l'istinto del collezionista otaku. Comunque nel complesso è un'opera che fa molto più ridere che piangere. Un altro punto di forza è che col tempo sia la storia che i disegni migliorano. Il mio voto è 8.5, un po' sotto Genshiken ma sempre una buona opera sul mondo degli otaku giapponesi.




9.0/10
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Quando si parla di Love Hina viene da pensare a ecchi e harem, tuttavia Love Hina prima di essere ecchi e harem è una storia d'amore veramente romantica e ben costruita.
Serializzato tra il 1998 e il 2001 su Weekly Shounen Magazine ed edito da Kodansha, Love Hina fa della demenzialità il suo punto forte: i momenti comici sono davvero tantissimi e si trovano praticamente in ogni tavola e, anche se alcune gag sono riproposte per tutta la durata del manga, non stancano mai. Anche le scene comiche, come la storia d'amore, sono ben costruite e il punto forte è la loro assurdità.

La trama a prima vista sembra essere quella di un comune ecchi di serie B, ma non lasciatevi ingannare, Love Hina è un manga che merita tantissimo, e le scene ecchi più che per fanservice sono proposte per la comicità.
Urashima Keitaro, il protagonista, è un ragazzo che è già stato bocciato due volte all'esame per entrare alla Todai, l'università più facoltosa di Tokyo. Dopo la seconda bocciatura viene cacciato di casa dai genitori, così si trasferisce nel ryokan (albergo tradizionale giapponese) Villa Hinata di proprietà della nonna, ma quando arriva scopre che il ryokan è stato trasformato in un dormitorio femminile. Le ragazze che abitano a Villa Hinata, fraintendendo la situazione, pensano che Keitaro sia uno studente della Todai, così gli offrono ospitalità nel dormitorio, pensando che un laureando alla Todai sia un bravo ragazzo, ma, a seguito di alcuni episodi sfortunati, le ragazze etichettano Keitaro come un porco maiale e inoltre scoprono che in realtà non è stato ammesso alla Todai, così lo cacciano. Fondamentale sarà l'intervento della nonna del protagonista che decide di lasciare la proprietà del dormitorio al nipote, così Keitaro torna a Villa Hinata in qualità di manager e la storia ha inizio.
Il motivo per cui Keitaro insiste così tanto nel voler entrare alla Todai è una promessa fatta da piccolo a una bambina (di cui ha solo un ricordo sfocato). I due bambini si sono promessi che da grandi sarebbero entrati alla Todai insieme e avrebbero trovato la felicità, infatti si dice che se due persone che si vogliono bene vanno insieme alla Todai saranno felici per sempre. Questa promessa è un fatto molto profondo che verrà ricordato per tutta la storia.

I personaggi sono tutti ben caratterizzati e hanno tutti un ruolo nella storia, non c'è nessun personaggio che può essere considerato "inutile". Man mano che la storia si evolve scopriamo sempre più particolari sulle abitudini e sul passato delle inquiline di Villa Hinata. L'autore riesce a descrivere benissimo tutti i personaggi, tanto che non si fa alcuna fatica a pensare che possano esistere veramente e si finisce col conoscerli perfettamente, come se li avessimo incontrati davvero.
Le abitanti di Villa Hinata sono varie: c'è la scansafatiche che non ha voglia di lavorare, è costantemente senza soldi e passa il tempo a bere sake, ci sono ben due tsundere, una delle quali è una "kendogirl", la ragazza pucciosa e la pazza scatenata. Poi con l'avanzare della storia verranno proposti nuovi personaggi, sempre tutti ben caratterizzati.

I disegni ad una prima occhiata possono sembrare abbastanza semplici, ma guardandoli con attenzione si vede quanto siano perfetti nei dettagli. Il chara design è ottimo, gli sfondi sono sempre disegnati con particolare attenzione. L'autore riesce sempre a imprimere perfettamente le emozioni dei personaggi sul loro viso, in particolare le scene romantiche sono a mio parere le più curate e d'effetto.

La storia, come già detto, può sembrare banale, ma in realtà l'autore ha sempre delle grandi idee per movimentarla, rendendola del tutto imprevedibile. Molte situazioni sono assurde e irreali, tuttavia è anche questo il bello di quelle scene. Si passa così dal romanticismo al demenziale, dallo slice of life ai combattimenti (con la spada, a mani nude o addirittura con la forza spirituale!), inoltre sono presenti diverse citazioni da altri manga come Berserk e Lupin. Insomma con Love Hina non ci si annoia mai.

L'edizione Panini presenta il manga con sovraccoperta ma senza pagine a colori, la qualità della carta è buona, non è per niente trasparente, il difetto però sta nell'inchiostro che rimane sulle dita e macchia. Alla fine di ogni volume ci sono delle pagine extra che presentano gli sketch dell'autore o delle interviste. La traduzione nel complesso è buona, alcuni termini potevano essere lasciati, tuttavia mi ha lasciato soddisfatto anche per la presenza di buone note esplicative. Le onomatopee originali non sono state rimosse, però di fianco è stata inserita la traduzione in piccolo in italiano. Come quasi tutte le edizioni Panini presenta alcuni errori di editazione (ad esempio delle frasi nel balloon sbagliato).
Il costo di questa edizione è 5,90 €, che per questa qualità poteva tranquillamente essere più basso, tuttavia per Love Hina si può tranquillamente pagare.

Riassumendo: Love Hina è un manga bellissimo dall'inizio alla fine che non scade mai nel banale e che non annoia mai. Di difetti non ne ho proprio trovati, ma se proprio vogliamo fare i pignoli possiamo dire che nel volume 11 la storia scende un po' (ma poco) per l'assenza di quasi tutto il volume del protagonista maschile.
In conclusione consiglio questo manga a tutti, dagli appassionati di shounen di combattimento alle ragazze che impazziscono per le storie d'amore, dagli amanti dell'ecchi e della demenzialità agli appassionati di slice of life.




7.0/10
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Concepito dalla mente dell’autore <i>Hajime Segawa</i>, <b>Ga-Rei – Il Divoratore di Spiriti</b>, è un manga del 2005, di genere shounen in cui l’azione e la componente sovrannaturale sono preponderanti.

Arrivata in Italia pubblicata da Planet Manga, fra l’Aprile del 2009 e il Gennaio del 2011, quest’opera è il primo lavoro dell’autrice ad essere stato serializzato in Giappone e dopo il successo ricevuto ne è stato prodotto anche un anime dal titolo “Ga-Rei: Zero”, che funge da prequel a tutte le vicende (anime inedito in Italia, e non essenziale per la lettura del manga).

Protagonista della storia è <i>Kensuke Nimura</i>, un giovane studente del liceo, il cui destino cambia drasticamente dopo l’incontro-scontro con una ragazza fuori dal comune, <i>Kagura Tsuchimiya</i>.
In verità, lo stesso Kensuke non è del tutto normale, difatti il ragazzo fin dall’infanzia è in grado di vedere gli spiriti dei defunti. Questa particolare capacità gli rende la vita molto difficile e gli impedisce di godersela come un normale liceale. L’ingresso in scena di Kagura, che condivide anch’ella questo strano potere, non fa altro che “vivacizzare” ulteriormente le giornate di Kensuke. Dalla fortuita conoscenza di questi due ragazzi ha inizio l’epopea di Ga-Rei.

La trama del manga ruota intorno alle avventure di Kensuke e Kagura, dopo che quest’ultima rivela, al sorpreso e confuso ragazzo, di essere un’agente dell’”Ufficio contromisure disastri ecologici e sovrannaturali” del Giappone e decide di arruolarlo. Kensuke entrerà nell’agenzia governativa e si dedicherà anima e corpo, insieme alla bella Kagura, a debellare gli spiriti maligni che infestano le strade di Tokyo e non solo.
Nel corso dei volumi, la storia evolverà in maniera profonda e la trama acquisirà uno spessore più maturo e definito, così come ogni suo personaggio chiave. Se i primi capitoli sanno di già visto, il resto del manga è di tutt’altra pasta.

Il tratto dell’autore bene si sposa coi ritmi della narrazione, freddo e rude nelle scene cruente, approssimato e confuso nei momenti di caos, e solenne e distinto negli attimi fondamentali che segnano gli eventi. Alcune tavole sono molto espressive, tanto da trasportare il lettore nel vivo della storia.

Duelli, sentimento, scelte difficili, forza di volontà, ma soprattutto destino, questo è Ga-Rei. Un’esperienza da vivere fino all’ultimo respiro. Voto: 7

Consiglio ai futuri lettori di Ga-Rei, di recuperare lo <i>Special</i>, albo anch’esso pubblicato dalla Planet Manga e che va inserito tra il 7° e l’8° volume della serie. Questo è concretamente importante ai fini di una completa fruizione dell’opera.