Nel bene e nel male la scuola occupa una fetta consistente della vita di ognuno di noi e la cosa vale per quasi tutte le parti del mondo. Il Giappone ovviamente non fa eccezione e ci è già capitato di parlarne qui su Animeclick: abbiamo scoperto la storia delle uniformi e che gli edifici scolastici che vediamo in anime e manga esistono anche nella realtà. Vediamo allora di approfondire l'argomento per capire come è strutturato il sistema scolastico giapponese, con le sue curiosità e anche i suoi lati negativi. 
 

Approssimativamente, la scuola è obbligatoria dai 6 ai 15 anni e l'anno scolastico inizia il 1 aprile.
Il primo corso è la shogakko (cioè l'equivalente delle nostre elementari): dura sei anni e se è pubblica non necessita di esame d'ammissione e non ci sono tasse da pagare. Anche i libri sono forniti dalla scuola così come la divisa. Stessa cosa per la chuugakko (cioè le nostre medie), anche se qui la divisa diventa a carico della famiglia, che paga anche per i pasti e le eventuali gite scolastiche.  Dopo tre anni si passa al koukou cioè il liceo che dura un altro triennio e da cui si può accedere alla daigaku cioè l'università.
 

Molte famiglie però puntano a fare ammettere i loro figli all'interno di scuole private fin da subito perché queste garantiscono molte più possibilità di entrare in licei prestigiosi e avere una migliore carriera anche dal punto di vista lavorativo. In questi casi le rette possono avere costi davvero elevati.
Che siano quindi scuole pubbliche o private, in Giappone il tasso di scolarizzazione negli anni obbligatori è uno dei più alti del mondo con un valore che si attesta attorno al 99,8%. I bambini stranieri non sono obbligati ad andare a scuola, ma se decidono di frequentare una struttura giapponese, hanno anch'essi diritto ai benefit gratuiti dalle elementari alle medie.
 

Finiti i primi due corsi, a 15 anni non c'è più l'obbligo di frequentare la scuola e si aprono diversi scenari. Oltre ai classici licei, ne esistono anche di più specializzati: agricoli, industriali, commerciali e professionali in cui si mescolano lezioni di cultura generale ad altre di formazione tecnica specializzata. Nonostante non sia più obbligatorio, il 98,1% dei diplomati alla chuugakko si iscrive ad una scuola superiore e prosegue gli studi; alcuni lavorano e studiano grazie a corsi serali o per corrispondenza.
 

Recentemente poi sono nate scuole che uniscono chuugakko e koukou: con il loro programma organizzato su 6 anni e una preparazione minuziosa per affrontare l'esame di ingresso per le università, attira molti ragazzi. Anche perché per molte aziende giapponesi la laurea è il requisito base per cercare nuovi impiegati; calcolando che nel 2015 solo il 56,5% dei diplomati liceali è riuscito a passare l'esame per l'università, si può capire quale sia la pressione, la difficoltà e lo stress legati ad esso. Malgrado questo però, il 97% dei liceali che hanno cercato subito un lavoro invece di continuare gli studi ha avuto successo. L'università può durare da due a quattro anni, a cui possono seguire altri due anni o tre anni per ottenere un dottorato.
 

Esistono poi scuole professionali per i liceali che hanno in mente una ben specifica carriera: che si voglia diventare cuochi, infermieri. agricoltori, costruttori oppure si voglia lavorare nel campo degli anime e manga, del design, dei videogiochi, del cinema, del teatro o dello sport, il ventaglio di opzioni fra cui scegliere è molto ampio. Alcune hanno ottenuto una fama internazionale come la Mode Gakuen (specializzata nel campo della moda), la HAL per gli anime e i videogiochi e la Kuwasawa Design School appunto per il design.
 

Ma com'è la giornata tipo di uno studente? Generalmente si va a scuola dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 15:30, più un sabato su due con orario ridotto dalle 8:30 alle 12:00. Terminate queste ore di solito iniziano le attività dei club, a cui è bene che ciascun allievo si iscriva.
In più alcuni frequentano anche i juku, corsi supplementari che possono svolgersi anche all'interno della scuola stessa e che possono durare fino a tardi: non è raro incrociare studenti alle 20, alle 21 e anche alle 22.... Le vacanze comprendono un mese ad agosto, 15 giorni intorno a Natale e Capodanno e tre settimane a marzo, prima dell'inizio del nuovo anno scolastico.
E le pulizie? Si chiamano soji e le fanno i ragazzi, a turno, divisi in gruppi, fin dalle elementari! Si pulisce tutto: interni ed esterni, piscine comprese. Ecco un esempio:
 

Tutto oro quello che luccica? Purtroppo no. Una delle piaghe maggiori all'interno del sistema scolastico giapponese è il bullismo. Se da sempre i più forti fisicamente all'interno della scuola hanno sopraffatto i più deboli, ora, nell'era di internet, degli smartphone e dei social network, chiunque si senta frustrato può sfogarsi, denigrando e svilendo gli altri. La sfida per genitori e insegnanti è quella di crescere individui capaci di gestire lo stress senza ricorrere al bullismo.
 

Se l'aggressione fisica della vittima è più frequente da parte dei maschi, l'aggressione relazionale è invece più diffusa fra le ragazze, ma non per questo è meno deleteria: si isola la vittima, attraverso pettegolezzi infamanti, esclusioni dai gruppi e il rifiuto di rivolgerle la parola. Questo mina la sicurezza di sé in un'età tanto difficile quanto quella adolescenziale. Aggiungiamo poi che in una società come quella giapponese ove il gruppo è più importante del singolo ed è fondamentale avere un proprio posto all'interno di quel gruppo, qualunque forma di maltrattamento che mina questo tipo di relazione è fonte di angoscia e può avere un effetto catastrofico.
 

Questo porta anche ad una reazione delle vittime di tipo introspettivo, cioè la vittima si colpevolizza e invece di reagire e pensare alla vendetta, tende a chiudersi in se stessa, cerca in tutti i modi di correggere ogni minima imperfezione nella speranza di essere così accettata dal gruppo e se ciò non avviene si può arrivare al gesto estremo del suicidio.
Un'inchiesta governativa condotta da aprile 2011 a marzo 2012 ha riportato 39 suicidi alle medie (27 ragazzi e 12 ragazze) e 150 al liceo (106 maschi e 44 femmine); in media i ragazzi sono più a rischio. Questo perché mentre le ragazze tendono a parlare di più con le loro compagne e quindi riescono maggiormente a chiedere aiuto, i ragazzi cercano di risolvere il problema da soli, non confidandosi con nessuno. Se non riescono a trovare una soluzione, si colpevolizzano arrivando al suicidio.

Fonti consultate:
Nippon-Le système scolaire japonais
Dozodomo
Nippon- Les causes des brimades dans les écoles japonaises