Possono essere delicate e preziose oppure semplici e tutte d'un pezzo: le bambole giapponesi sono un un vanto dell'artigianato tradizionale nipponico. Vari sono i tipi di bambole che si possono trovare in tutto il paese. Vediamo quindi le differenze e le peculiarità di quelle principali.

Bambole Hakata
Queste bambole sono fatte di argilla non smaltata e affascinano grazie ai loro tratti caratteristici e delicati. Sono tipiche di quest'area grazie alla relativa vicinanza di Hakata con il resto del continente asiatico da cui sono arrivate intorno all'anno 1200.
Fu però nel 1600 con la nomina di Nagamasa Kuroda a nuovo signore feudale della prefettura di Fukuoka che furono riuniti molti artigiani per costruire il castello di Fukuoka Maizuru e tra questi c'era la persona a cui si attribuisce la creazione delle prime bambole Hakata: Soshichi Masaki III, un artigiano di tegole di argilla.
 


Soshichi Masaki usò l'argilla delle tegole del tetto per creare sia maschere teatrali Noh (chiamate omen) che bambole (chiamate Soshichi-yaki); le più belle furono regalate a Nagamasa Kuroda e da allora furono considerate come le prime bambole Hakata prodotte. A quel tempo, le bambole Hakata erano oggetti di alta qualità, non alla portata delle persone comuni.
Ma intorno al 1818-1830, un artigiano di nome Kichibe Nakanoko iniziò a produrre bambole dipinte non smaltate realizzate appositamente per tutti. Grazie a Nakanoko e a Buhei Shirouzu, suo contemporaneo, le bambole Hakata divennero famose in tutto il Giappone.
 


Quando nella seconda metà del 19° secolo, il Giappone aprì i suoi confini al resto del mondo, poté partecipare all'Esposizione Universale di Parigi: assieme a molti oggetti d'antiquariato e artigianato tradizionale giapponesi, furono esposte anche le bambole Hakata. Accolte con molto interesse e favore, apparvero in seguito anche in altre mostre internazionali, come l'Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne del 1925 a Parigi, in cui Yoichi Kojima vinse una medaglia d'argento per la sua creazione chiamata Tre Maiko. Da lì in poi le bambole Hakata divennero famose in tutto il mondo.
 

Le più famose raffigurano bellissime donne dalle espressioni molto realistiche, catturando perfettamente la bellezza delle donne giapponesi attraverso i secoli, grazie allo splendore della pelle e alle linee sinuose dei kimono con cui sono abbigliate.
A differenza della maggior parte delle bambole di argilla prodotte in Giappone, realizzate con un unico stampo in due parti, le Hakata hanno le mani, le dita e altre parti fini scolpite separatamente e quindi attaccate successivamente al corpo principale. Questo è ciò che permette loro di essere così profondamente espressive.
 


Le bambole Hakata sono realizzate in argilla bianca e sono prodotte principalmente nell'area di Hakata della prefettura di Fukuoka, nel nord del Kyushu. Dopo aver creato un modello della bambola, l'artigiano utilizza il gesso per creare uno stampo, riempito poi con argilla e cotto senza smalto. Successivamente, la bambola è dipinta usando il gofun (una polvere bianca ottenuta da conchiglie cotte, utilizzata anche nei dipinti tradizionali giapponesi), la tempera e pigmenti minerali naturali. Ancora oggi, tutto il processo di pittura, compreso quello delle espressioni facciali, è fatto a mano.
Le bambole Hakata sono disponibili in molte varietà diverse: dalle belle donne (bijin mono), ai soggetti del teatro tradizionale giapponese kabuki e noh (kabuki mono e noh mono), alle figure di bambini (wappa mono).
Particolarmente popolari sono le Fukusuke che rappresentano un uomo con una grande testa inginocchiato in stile "seiza" e le Fukujo, la versione femminile del Fukusuke, considerate portafortuna.
 


Fino a circa 50 anni fa, le bambole Hakata erano comprate come souvenir o regalate per celebrare la nascita di un bambino ed erano collocate nei "tokonoma" o nei "kazaridana", luoghi delle case tradizionali preposti proprio a tale scopo. Al giorno d'oggi però la maggior parte delle persone vive in appartamenti in stile occidentale quindi anche le bambole hanno iniziato ad evolversi senza perdere il loro valore tradizionale.
Ad esempio ora tendono ad avere dimensioni molto più piccole in modo che possano essere esposte anche nelle case moderne e i soggetti ritratti sono fra i più disparati, inclusi anche personaggi di anime popolari. Nel 2020 poi, nel bel mezzo della pandemia di COVID, sono state create delle bambole Hakata a forma di Amabie, yokai del folklore giapponese che si dice possa proteggere e far guarire le persone malate.


Bambole Hina
 

In Giappone il 3 marzo è detto "Momo no Sekku", che significa "Festival delle pesche", ma in realtà è più conosciuto come "Hinamatsuri", un giorno per pregare per la felicità e la salute delle bambine. In questo giorno svoglono un ruolo fondamentale le bambole Hina.
Le origini esatte delle bambole hina rimangono sconosciute. Circa 11.000 anni fa, furono realizzate in argilla le prime bambole a forma umana e si ritiene che da queste si siano gradualmente sviluppate le bambole hina. Non è chiaro esattamente per cosa fossero usate queste figurine di argilla, ma si pensa che probabilmente servissero per riti magici.
 

La situazione cambiò durante il periodo Heian (794-1192), quando l'aristocrazia iniziò a usare bambole di carta a forma umana chiamate "hitokata" e "katashiro".
Toccando queste bambole, si riteneva che tutta l'energia negativa sarebbe stata trasferita a loro. Immergendole poi nei fiumi o nel mare, si poteva lavare via tutta la sfortuna dalla persona secondo un'usanza chiamata "nagashi-bina".
Nella stessa epoca però, c'erano anche altre due bambole chiamate "amagatsu" (maschili) e "hoko" (femminili). Esse avevano le stesse proprietà "magiche" delle katashiro e delle hitokata, ma erano poste accanto ai bambini per fare in modo che qualsiasi sfortuna o malattia andasse a loro e non ai piccoli.
 

Queste bambole vanno in coppia: una rappresenta un maschio ed è detta "obina", l'altra raffigura una femmina ed è chiamata "mebina". Messe assieme diventano "dairibina" o "odairisama" e rappresentano l'imperatore e l'imperatrice. Le bambole sono divise in due categorie principali: "kimekomi-ningyo" e "ishogi-hina-ningyo".
 

Kimekomi-Ningyo
Queste bambole sono realizzate creando prima una forma in legno o argilla, poi intagliando le pieghe e le rughe del kimono nello stampo, quindi infilando i bordi del tessuto nelle scanalature. In questo modo si ottengono bambole note per la loro forma rotonda. Gli occhi della bambola sono dipinti a mano, quindi le sue espressioni possono variare da artigiano ad artigiano.

Ishogi-Hina-Ningyo
Questo tipo è molto popolare a livello nazionale ed è realizzato sovrapponendo il kimono ad una base di legno o paglia. Queste bambole hina sono famose soprattutto per i loro volti maturi e realistici che assomigliano molto a un vero viso umano.
 

Per l'Hinamatsuri queste bambole sono disposte su una sorta di altare a più piani: abbiamo il "nanadan kazari" (a sette livelli) o il "jugonin kazari" (a quindici livelli).
Un panno rosso chiamato "himosen" copre la struttura e l'obina e la mebina sono posti sul livello più alto. A lato abbiamo le “Bonbori” (lanterne di carta) e dietro un “byobu” dorato (paraventi che servono come tramezzi o decorazioni).
Al secondo livello si trovano le “sannin-kanjo”, le tre dame di corte che assistono l'odairisama. Il terzo gradino ospita i "gonin-bayashi", i musicisti maschi che suonano la musica tradizionale giapponese chiamata "gagaku". Al quarto piano ci sono i militari: il generale maggiore della guardia imperiale chiamato "udaijin" e il tenente generale detto "sadaijin". Il quinto gradino è per i lavoratori del posto detti "shicho".
 

Il sesto e il settimo livello non hanno bambole, ma "yome-iri-dogu", cioè strumenti e mobili come le credenze di cui la figlia avrà bisogno quando si sposerà e andrà a vivere nella casa del marito. Tutte queste decorazioni sono realizzate con le stesse tecniche che si usano per gli oggetti reali, fin nei minimi dettagli.
L'obina tiene una spada, la mebina tiene un ventaglio così come ognuna delle altre bambole ha in mano un oggetto in miniatura legato alla sua professione. Le piccole spade possono anche essere rimosse dai loro foderi. L'abbigliamento che indossano è un'accurata ricostruzione dei vestiti formali degli aristocratici del periodo Heian (794 – 1192). La splendida veste a 12 strati dai colori vivaci che adorna la mebina si chiama "itsutsuginu-karaginumo" (noto anche come "juni-hitoe") e arrivava a pesare tra i 10 e i 20 chilogrammi.
 

Ancora oggi quando nasce una bambina è tradizione regalare le bambole Hina. Molte sono le persone che prestano particolare attenzione al volto della mebina, perché anche se l'artigiano usa lo stesso stampo per forgiare le sue bambole, i minimi dettagli come la forma degli occhi, le ciglia, le sopracciglia e i capelli possono essere fatti a mano. Per questo motivo si dice che non esistano due bambole Hina uguali.
 

Molto importante è non lasciare le bambole Hina in mostra dopo il 3 marzo, altrimenti la propria figlia rischerà di non sposarsi. Questa credenza popolare e il fatto che la dimensione degli appartamenti rende difficile esporre un intero set, rendono molto popolari le bambole hina "shinno-kazari" che sono composte solo di obina e mebina messe in una custodia trasparente, il che le rende facili da acquistare e facili da pulire.

Bambole Kokeshi
Le Kokeshi sono bambole in legno. Di solito hanno una testa rotonda e un corpo cilindrico e sono dipinte in un'ampia varietà di motivi, che differiscono a seconda della regione di provenienza. Ne esistono due tipi principali: le tradizionali "dento kokeshi" sviluppate nella regione del Tohoku secoli fa e le "sosaku kokeshi" con design più moderni.
 

L'origine della parola "kokeshi" non è certa, anche a causa del fatto che diverse regioni hanno chiamato le bambole con nomi diversi nel corso degli anni. Per alcuni erano "kogesu", che deriva da "keshi-ningyo" (letteralmente "bambole di papavero"), cioè piccole bambole di legno che indossavano costumi di stoffa. Per altri erano le "kideko", che deriva da "deku", sempre bambola di legno ma con una forma diversa. Nel 1940 però si decise di unificare tutte queste denominazioni sotto il termine di "kokeshi".
 

Ci sono anche molte teorie sull'origine delle bambole stesse: di sicuro sono apparse per la prima volta nel periodo Edo (1603 - 1868) intorno al 1850, quando i kijishi (i falegnami) iniziarono a trasferirsi nelle città termali.
Con il legno che avanzava e che era inutilizzato iniziarono a costruire le prime bambole kokeshi che attirarono l'attenzione dei contadini che visitavano le terme e divennero rapidamente souvenir popolari fino a diventare amati giocattoli per bambini e portafortuna.
Ma poi arrivò il periodo Taisho (1912-1926) e con esso un afflusso di giocattoli stranieri che soppiantarono le kokeshi.
 

Nel 1928 però Tomiya Amae pubblicò la Kokeshi Hoko no Hanashi, la prima rivista interamente dedicata alle bambole kokeshi, facendo così riscoprire ai giapponesi la loro bellezza e il loro valore tradizionale. Con il boom economico del dopoguerra (1954-1970), i giapponesi iniziarono a viaggiare per tutto il paese, comprese le città termali nella regione del Tohoku dove le kokeshi erano ancora proposte come souvenir. In questo modo conobbero una seconda giovinezza.
Nel 1981, il "kokeshi tradizionale Miyagi", che comprende i cinque stili di Naruko, Hijiori, Sakunami, Togatta e Yajiro, è stato designato come artigianato tradizionale giapponese dal Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria.
 

Ogni bambola kokeshi è diversa a seconda della regione, dall'aspetto al modo in cui sono realizzate. Dallo stile tsukuritsuke, dove la testa e il busto sono modellati partendo da un unico pezzo di legno allo sashikomi, in cui testa e busto sono ottenuti separatamente e poi uniti con un piolo. Infine, c'è lo stile hamekomi, le cui teste girano e producono anche suoni.
Di solito il legno usato è l'acero dipinto, particolarmente apprezzato per il suo colore brillante, nonché per la sua durezza e durata, e il corniolo, più bianco e con una grana molto più fine, quindi più morbido e sebbene meno resistente più facile da modellare.
 

Per ottenere una kokeshi si parte dal "kitori": un albero essiccato è tagliato a pezzi grandi quanto il prodotto finale. Quindi, il pezzo di legno è posizionato all'interno di un tornio e con una pialla lo si modella. La bambola così sagomata è levigata con carta vetro, poi dipinta con disegni e motivi dando vita alle strisce "Rokuro-sen" realizzate mentre si fa girare il tornio (il "rokuro" in giapponese).
Le kokeshi tradizionali sono suddivise in 11 tipi, ognuna con una forma e un design diverso a seconda della regione di provenienza.
 

Kijiyama (Prefettura di Akita)
Realizzate con un unico blocco di legno, hanno un nastro rosso dipinto sulla testa, mentre il corpo è adornato con kimono dipinti con fiori di crisantemo o strisce verticali. Le bambole sono facilmente identificabili avendo torsi più spessi e teste più piccole.

Naruko (Prefettura di Miyagi)
Questo stile si è sviluppato intorno al Naruko Onsen a Osaki, che è anche il luogo di origine di altri due importanti stili di bambole kokeshi: Tsuchiyu e Togatta. Queste bambole sono realizzate in stile hamekomi e la loro testa emette un suono acuto quando viene girata. Il busto è spesso dipinto con motivi di crisantemi ed è leggermente più stretto al centro.

Sakunami (prefettura di Miyagi)
Questo stile si è sviluppato intorno a Sakunami nella zona di Sendai. Le bambole Sakunami sono realizzate nello stile sashikomi e sono riconoscibili per il loro busto più stretto sul fondo, in modo che i bambini potessero tenerle più facilmente in mano, e la parte superiore della testa piatta. Il motivo con cui spesso sono colorate è detto kanigiku (crisantemo granchio) perché sono motivi floreali di crisantemo che ricordano in qualche modo i granchi.
 


Yajiro (prefettura di Miyagi)
Questo stile si è sviluppato intorno alle Kamasaki Onsen a Shiroishi. Realizzate in stile sashikomi, le teste di queste bambole sono piuttosto grandi e decorate con linee colorate che ricordano dei cappelli.

Togatta (Prefettura di Miyagi)
Realizzate in stile sashikomi, le bambole Togatta hanno corpi lunghi e verticali e sono riconoscibili dai loro grandi occhi a forma di luna crescente. Le parti superiori delle loro teste sono decorate con immagini di fiori rossi, mentre i loro corpi hanno solitamente disegni di fiori di crisantemo o prugna.

Zao (prefettura di Yamagata)
Questo stile si è sviluppato presso le Zao Onsen a Yamagata. Realizzate in stile sashikomi, le bambole Zao hanno corpi spessi e teste ornate di capelli rossi. I corpi sono decorati con crisantemi o fiori di sakura.
 


Hijiori (prefettura di Yamagata)
Nato vicino alle Hijiori Onsen nel villaggio di Okura, distretto di Mogami, questo stile è derivato dalle bambole Naruko e Togatta ed è realizzato in stile sashikomi. Le bambole Hijiori più grandi hanno inseriti nelle teste dei fagioli azuki, in modo tale da suonare quando sono scosse. Le labbra sono ben definite e gli occhi hanno la forma di luna crescente.

Yamagata (Prefettura di Yamagata)
Questo stile si è sviluppato intorno alla città di Yamagata. Realizzate in stile sashikomi, hanno corpi snelli e dritti decorati con motivi floreali di sakura o prugna.

Nambu (prefettura di Iwate)
Realizzate in stile hamekomi, sembra che queste bambole siano state modellate sul ciuccio di un bambino. Per questo motivo, le bambole non sono colorate e non hanno decori ma le loro teste oscillano.
 


Tsuchiyu (prefettura di Fukushima)
Realizzate in stile hamekomi, hanno disegni a occhi di serpente dipinti sulla sommità della testa. I loro corpi sono dipinti mentre si muovono sul tornio. Per ottenere un effetto diverso, alcune bambole Tsuchiyu sono anche dipinte con la tecnica del “tornio inverso” in cui come dice il nome stesso il tornio è fatto girare nella direzione opposta.

Tsugaru (prefettura di Aomori)
Realizzate in stile tsukuritsuke, sono le più recenti.
 

Negli ultimi anni sono state create bambole sosaku kokeshi che si discostano dalla tradizione, consentendo una gamma più ampia di espressioni e talvolta realizzate a somiglianza anche di personaggi di manga e anime popolari. Nel 2010, il Giappone ha persino inventato il termine "Kokeshi Joshi" per descrivere giovani donne con una passione per queste bambole. Esiste anche l"Akari Kokeshi" che si illumina muovendola e che può essere utile in caso di black out.

Fonte consultata:
BecosTsunaguJapan