Quando si visita un luogo per la prima volta (ma anche per la seconda o la terza), si tende a volgere lo sguardo ad altezza d'uomo o ancora più spesso verso l'alto. Ma a volte anche guardando in basso, per terra, si possono trovare piccole sorprese (e non di quelle che pensate voi, brutte e maleodoranti) davvero affascinanti. Avreste mai immaginato che i tombini potessero essere tanto belli da valere una foto? In Giappone potrebbe capitarvi anche questo!
 

Anche se nel Sol Levante le fogne esistono fin dal periodo Yayoi, quindi circa 2.200 anni fa, i primi sistemi fognari moderni risalgono al tardo 19° secolo e furono costruiti grazie anche all'assistenza di ingegneri stranieri. Probabilmente è per questo motivo che i tombini in giapponese sono detti manhoru, dalla parola inglese manhole. All'inizio i disegni geometrici erano copiati da quelli occidentali ed erano adottati soprattutto per migliorare l'aderenza delle ruote ed evitare brutti scivoloni e cose e persone, in particolar modo in caso di pioggia.
Intorno al 1950, le principali città svilupparono disegni geometrici originali per i loro tombini e li esportarono anche in altre parti del paese, dando vita al "Tokyo design" o al "Nagoya design" a seconda della provenienza degli ingegneri che si occupavano dei lavori.
 

Il merito di aver concepito disegni particolari come quelli che vedete nelle foto di questo articolo va a Yasutake Kameda, un impiegato del Ministero delle Costruzioni. All'inizio degli anni 80 infatti, solo il 60 per cento delle famiglie giapponesi era collegato ai sistemi fognari municipali, quindi per aumentare l'accettazione di queste opere pubbliche costose, per lo più sotterranee e in gran parte sottovalutate, Yasutake Kameda pensò di rendere più attraente l'unica parte visibile e cioè il tombino!
In particolare, egli incoraggiò le città, i paesi e i villaggi di tutto il Giappone a sviluppare disegni che esaltassero le caratteristiche e il fascino locali. Per cui iniziarono a comparire sui manhoru alberi, fiori, animali, castelli, tradizioni e ovviamente si generarono gruppi di appassionati, che ora spopolano sul web con gallery di foto, esattamente come la nostra qui sotto!
 

E voi? Li avete mai visti?

Fonti consultate:
FastJapan
TheJapanTimes