"Se New York è una mela, Tokyo è un melograno. [...]
Perchè snocciola chicchi d'un rosso succoso a ogni cambio della metro.
Tanti piccoli semi, ognuno con una forma simile eppure distinta, incastrati tra branchie di legno.
Sono città nella città, collegate da una lunga collana di rotaie.
Basta spaccare il guscio per scoprirle, una a una, separate da linee invisibili di confine.
"
 
Tokyo Orizzontale- Laura Imai Messina-Ed.Piemme
 
 
Shinjuku
 

Se Tokyo avesse un cuore, questo si troverebbe a Shinjuku. Con i suoi 310.000 abitanti racchiusi in soli 18 km², con la stazione ferroviaria più frequentata al mondo (ogni giorno vi transitano oltre tre milioni e mezzo di pendolari) Shinjuku racchiude in pochi chilometri i diversi volti della capitale del Giappone: a ovest c'è Nishi-Shinjuku, dove spiccano i grandi grattacieli, sedi dell'amministrazione e delle grandi ditte; ad est invece c’è l’area dei divertimenti notturni, dominata dalle luci al neon, dai suoni e dalle strette stradine in cui si celano le peggiori (e le migliori) bettole.
Bianco e nero, luce e buio, serietà e divertimento sfrenato, yin e yang, legalità e crimine: a voi la scelta. Quale Shinjuku volete vedere?
 

II primo nucleo del quartiere risale al 1698, nel cosiddetto periodo Edo, quando Naito Shinjuku (dal nome del daimyo il cui palazzo si trovava in quest'area) si sviluppò come nuova stazione sulla Koshu Kaido.
Iniziò a prendere la forma che ha ora dopo il 1923, quando fu risparmiata dalla distruzione che provocò il grande terremoto del Kanto, essendo un'area sismicamente stabile; per questo ora qui si concentra la maggior parte dei grattacieli di Tokyo.
 

Se amate stare con il naso all'insù, qui avrete l'imbarazzo della scelta: oltre al Tokyo Metropolitan Government Office nella Nishi-Shinjuku potete ammirare le torri di Kenzo Tange e il Mode Gakuen Cocoon Tower con il suo stile architettonico inconfondibile e che ospita in 50 piani, scuole in grado di contenere oltre 10.000 studenti ed una libreria molto fornita.
 

Se invece volete che i grattacieli facciano da sfondo alle vostre foto, potreste recarvi allo Shinjuku Gyoen, uno dei parchi più belli di Tokyo. Ambientazione de "Il giardino delle parole" di Makoto Shinkai, antica residenza della famiglia Naito, fu donato alla città e aperto al pubblico solo nella metà del secolo scorso, per l'esattezza nel 1949.
Chiuso il lunedì, l'orario di ingresso va dalle 9:00 alle 16:30 (ultimo ingresso alle 16:00) e il biglietto costa 200 yen (meno di 2 euro). Nei suoi 58 ettari potrete trovare tre giardini (uno in stile giapponese, uno in stile inglese e uno in stile francese) e 1.500 ciliegi che durante l'hanami attirano migliaia di visitatori.
 

Di giorno Shinjuku è famosa per ospitare la sede del Palazzo del Governo Metropolitano di Tokyo, uno dei più alti edifici della capitale, dove viene gestita l'amministrazione politica e pubblica. Questo grattacielo ha in cima un ottimo osservatorio gratuito, che permette, con i suoi 243 metri, una vista incomparabile della città dall'alto.
Shinjuku è poi soprattutto un cruciale crocevia del trasporto urbano, grazie alle sue tre linee della metropolitana, due linee urbane ferroviarie private e diverse linee ferroviarie della JR. È anche la sede di una grossa concentrazione di cinema, hotel, bar e grandi magazzini.
 

Fra questi ultimi, avete solo l'imbarazzo della scelta: da Isetan (con i suoi 100 anni di storia è uno dei più antichi department stores della capitale e offre 10 piani di negozi) a Takashimaya (aperto nel 1996, consiste di 15 piani, con annessi ristoranti) da Odakyu (16 piani appartenenti ad un colosso che opera anche nel ramo dei trasporti con la linea Odawara Express che collega Shinjuku ad Odawara) a Yodobashi Camera e Bic Camera (fra i più grandi negozi di elettronica del paese).

Di notte invece andate verso est e fatevi attirare come falene dalle luci intermittenti di Kabuki-cho: il distretto a luci rosse che deve il suo nome ad un teatro kabuki che non fu mai costruito.
La sua ascesa in questo settore risale al 1872, anno in cui furono revocate le leggi che regolavano i rapporti con geisha e prostitute. Con la Seconda Guerra Mondiale il quartiere fu raso al suolo dai bombardamenti e durante la ricostruzione si cercò di cambiare la sua immagine trasferendo qui il teatro Kabuki-za di Ginza, distrutto da un incendio. Ma il progetto non andò mai in porto ed al quartiere del teatro restò solo il nome.
 

Se di giorno Kabuki-cho potrebbe sembrare un quartiere come tanti altri, forse solo un po' più sonnacchioso, quando cala il buio svela il suo vero volto: migliaia di luci, musiche assordanti che escono da insoliti locali, ragazzi (i cosidetti host) con eccentriche capigliature bionde che offrono compagnia davanti ad un costosissimo drink, love hotel, sale di pachinko, bar per tutti gli orientamenti sessuali, karaoke, izakaya, kyabakura, cioè club cabaret dove spennare uomini e donne, locali di strip-tease e soap lands dove la prostituzione non si nasconde poi troppo.
Il tutto gestito in maniera discreta dalla yakuza che si occupa anche della sicurezza del quartiere, per non attirare troppo l'attenzione.
 


Un luogo perfetto dove ambientare le vicende del manga Gintama scritto da Hideaki Sorachi e di City Hunter scritto da Tsukasa Hojo. Separato da Kabukicho, ma con alcuni confini in comune con Shinjuku, potrete trovare Shinjuku Ni-chome il centro LGBTQ di Tokyo.
Qui sono molto popolari anche le sale da massaggio, gli host club e le librerie gay.
 

Se l'atmosfera di Kabuki-cho è troppo caotica per voi, potreste provare a percorrere le strette viuzze di cui si compone Golden Gai: se vista dall'alto potrebbe sembrare una bidonville essendo composta principalmente da edifici ad un solo piano, una volta che vi infilerete nei suoi vicoli troverete un'alta concentrazione di piccoli bar, bettole ed izakaya minuscoli; sembra che siano più di 200!
Ogni locale infatti può contenere al massimo 6 persone, di cui 5 saranno clienti abituali da almeno un paio di decenni. Potrebbe non essere facile essere accolti se non si è presentati da un avventore affezionato, soprattutto nei locali più vecchi, quindi se non sapete la lingua è meglio tentare la sorte in quelli che espongono insegne in inglese.
Stesso discorso vale per Omoide Yokocho, altro dedalo di ristoranti situato al margine della stazione di Shinjuku.

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Fonti consultate:
Wikipedia
ItalianJapan
Kanpai
JapanGuide