Souvenir: croce e delizia per ogni viaggiatore! L'oggetto ideale deve essere caratteristico (per incarnare lo spirito del luogo che stiamo visitando), piccolo (per poter essere stipato in valigia senza rischiare sovrapprezzi salati al rientro) e possibilmente economico (soprattutto se a casa abbiamo tanti parenti ed amici che si aspettano un ricordino).
Se a tutto questo aggiungiamo una passione per le antichità, come orizzontarsi nel mare magnum delle proposte che un paese come il Giappone con la sua millenaria cultura può offrire? Seguendo ovviamente i nostri consigli!
 

Considerando che la semplicità si è sempre trovata al centro del design giapponese, i migliori oggetti d'antiquariato nascono da utensili di uso molto comune che hanno poi sviluppato negli anni un gusto decorativo, diventano oggetti d'arte. Che siano una parte della spada di un samurai o una bella ciotola per la cerimonia del tè, gli oggetti d'antiquariato giapponesi possono costare da poche migliaia di yen a milioni, mantenendo il loro fascino in entrambi i casi.
Ecco cinque suggerimenti per acquistare prodotti con un interessante passato, un prezzo accessibile e una dimensione sufficientemente ridotta per essere inserito con facilità nella valigia!

1) Netsuke
 

A vederli così non si direbbe, ma queste piccole sculture, di solito in avorio o in legno, la cui origine risalirebbe al XV secolo, erano usati come fermagli per assicurare alla cintura del kimono piccoli contenitori, come tabacchiere, pettini, scatole per le medicine o l'astuccio per la pipa tradizionale giapponese. Questo perché i kimono non hanno le tasche e quindi era necessario riporre i piccoli oggetti in appositi inro (contenitori), legati all'obi con una corda e per evitare che scivolassero via, all'estremità opposta della corda veniva attaccato un bottone, cioè il netsuke (da ne, "legna", e tsuke, "bottone").
Con il passare del tempo ci fu un'evoluzione e diventarono un ornamento fino ad assumere nel XVIII secolo la forma tridimensionale: per continuare ad assolvere alla loro funzione, le netsuke furono forate con due buchi attraverso i quali passava il cordoncino in seta con cui fissarle alla cintura del kimono.

2) Tsuba
 

Chi ama i combattimenti all'arma bianca li ha ben presenti ma magari non ne conosce il nome. Lo tsuba è la guardia della spada giapponese ed è posto in fondo alla lama prima dell'impugnatura. Le sue dimensioni possono variare a seconda della spada su cui è montato ed è forgiato usando un'ampia varietà di metalli come ferro, acciaio, ottone, rame e shakudō, che è una lega di oro e rame.
Se nel periodo Muromachi (1333-1573) e nel successivo Momoyama (1573-1603) a causa dei numerosi conflitti gli tsuba, massicciamente prodotti, erano più funzionali che decorativi, quindi più solidi sia nel materiale che nella forma, durante il lungo periodo di pace del periodo Edo (1603-1868), diventarono soprattutto un ornamento ed iniziarono ad essere prodotti usando anche materiali meno resistenti ma più preziosi come l'oro.
 

La sua funzione principale è di contribuire al controllo dell'arma (il dito indice generalmente è tenuto sullo tsuba) e alla protezione della mano, evitando che essa scivoli dall'impugnatura verso la lama.
Il vocabolo "tsubazeriai" identifica una particolare mossa nella scherma nipponica, in cui lo tsuba è usato dallo spadaccino per guadagnare una miglior posizione per il colpo durante uno scontro a spinta fra i due contendenti. Nel linguaggio comune ha perciò assunto anche il significato di "essere in aspro conflitto".

3) Kiseru
 

Ritratta in numerosi dipinti e ukiyo-e, è la pipa tradizionale giapponese. Differisce da quelle occidentali per la forma molto più fine: il forneletto (gankubi) ha dimensioni molto ridotte ed è di metallo così come il bocchino (suikochi); ad unire i due un cannello in legno o bambù detto rao. Il filamentoso tabacco usato, detto kizami, fu introdotto e diffuso dai portoghesi, mentre l'uso successivo della pipa come arma è opera originale del Sol Levante.
Iniziata nel XVI secolo, si affermò come usanza in quello successivo: infilate nelle cinture, come una spada, arrivarono a misurare 100-120 cm di lunghezza, al posto dei canonici 15-20 cm. Durante il Periodo Meiji, con l'apertura verso l'Occidente e l'affermarsi delle armi da fuoco, molti intarsiatori di spade, rimasti senza lavoro, si dedicarono alla decorazione delle pipe.

4) Ceramiche
 

Il Giappone ha una lunghissima tradizione per quel che riguarda ceramiche, porcellane e vasellame vario: le prime testimonianze infatti risalgono addirittura al Neolitico! Se poi ci aggiungiamo l'amore per la cerimonia del tè, non stupisce che si possano trovare tantissimi negozi per tutte le tasche.
Fondamentalmente esistono due correnti: la terracotta semplice e non smaltata, ispirata al Buddismo Zen e di solito di fattura artigianale, e quella invece influenzata dalla tradizione cinese con decorazioni complesse dai colori vivaci. Molto importante poi è l'area di provenienza: località come Hagi, Arita e Satsuma sono molto famose per i loro stili unici e considerate fra le migliori del paese.
 

Da non dimenticare poi il concetto di wabi-sabi, cioè la preferenza per l'imperfezione: le creazioni perfette sono considerate fredde, mentre un difetto ricorda il deterioramento naturale, quindi una ceramica sarà più preziosa quanto meno perfetta.

5) Kintsugi o Kintsukuroi
 

Di quest'arte ne avevo già parlato tempo fa: il termine con cui si indica questa tecnica significa letteralmente "riparare con l'oro", e consiste nell'utilizzo di oro o argento liquido o lacca con polvere d'oro per riparare oggetti in ceramica (in genere vasellame), usando il prezioso metallo per tenere assieme i frammenti. In questo modo si ottengono oggetti preziosi sia dal punto di vista economico (grazie alla presenza di metalli preziosi) che da quello artistico perché ogni ceramica riparata presenta un intreccio di linee dorate unico ed irripetibile dovuto alla casualità con cui la materia può rompersi.
Sembra che la sua origine risalga al XV secolo, quando lo shogun Ashikaga Yoshimasa rispedì in Cina alcune teiere cinesi danneggiate per farle riparare. Ma quando gli oggetti tornarono, si scoprì che erano stati rimessi insieme malamente con orribili cuciture di metallo. Da qui iniziò una gara fra gli artigiani giapponesi per ricercare una nuova tecnica di saldatura che rendesse gli oggetti rotti persino più belli di quelli nuovi.
 

Esistono diverse tecniche di restauro: si va dall'uso di polvere d'oro e resina o lacca per fissare i pezzi rotti con solo un minimo di sovrapposizione a sostituire interamente un pezzo di ceramica mancante con una colata di oro. Oppure si usa un pezzo di ceramica uguale per forma ma completamente diverso per colore creando un effetto patchwork o ancora si utilizzano punti in metallo.

Ma dove comprare questi oggetti? Ecco alcuni indirizzi che potete trovare a Tokyo.

1) Wasendo: a pochi minuti dall'uscita A4 della stazione della metro di Asakusa troverete questo negozio aperto da ormai 55 anni e ricolmo di piccoli oggetti, come monete, madaglie, stampe e netsuke.
2) Antique Mall Ginza: un centro commerciale tutto dedicato all'antiquariato, con molti negozi fra cui scegliere, a pochi minuti a piedi dall'uscita 10 della stazione Ginza-itchome.
3) Antique Life Jin: se siete amanti più del vintage che dell'antico e avete un budget ridotto, scegliete questo negozio a pochi minuti dalla stazione di Shimokitazawa.
4) Akariya: se invece il budget non è un problema fermatevi qui, vicino alla stazione di Sangubashi.
 

Entrare in un negozio vi mette ansia? Ci sono diversi mercatini che potrebbero fare al caso vostro! Ricordate però di controllare sempre su internet le date (che possono essere variabili, in dipendenza anche delle condizioni meteo), di portare con voi solo contanti e di andare presto per trovare i pezzi migliori (oppure tardi per ottenere sconti maggiori: questi mercati sono gli unici luoghi in cui è lecito contrattare un po' sul prezzo).
Fra i più quotati ci sono il Mercato di Oedo che si svolge una volta al mese al parco Yoyogi, il Mercato di Akasaka presso le Ark Hills, la Fiera del Santuario di Hanazono che si tiene 2-3 volte al mese di domenica dalle 9 alle 16, il Mercato delle pulci del Santuario di Nogi che si svolge la quarta domenica di ogni mese, il Mercato Tokyo Nomi no Ichi che si tiene solo due volte all'anno così come il Mercato Boroichi, a Setagaya da oltre 400 anni.

Buona ricerca!

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Fonte consultata:
TokyoCheapo