Molti di voi conosceranno le onsen: non c'è manga o anime che non abbia almeno un capitolo od un episodio dedicato alla gita collettiva alle terme (che spesso è la scusa perfetta per mostrare le grazie delle protagoniste femminili, per siparietti comici e per struggenti dichiarazioni d'amore).
Ma i sento? Sebbene si somiglino molto, soprattutto nelle regole da seguire, sono qualcosa di profondamente diverso e ben radicato nella cultura nipponica, sebbene il loro numero sia in costante diminuzione. Scopriamo quindi insieme un altro pezzo di cultura giapponese.
 

I sento fanno la loro primissima apparizione durante l'epoca Nara, quando i grandi templi iniziarono a costruire degli Yuya (sale da bagno) all'interno del loro perimetro e li misero a disposizione della popolazione gratuitamente, assieme a dei bagni di vapore, con lo scopo di aiutare la diffusione del buddismo.
Un'altra testimonianza è presente nell'antica raccolta intitolata "Konjaku monogatari shû", scritta nel XII secolo, in cui si può leggere la seguente frase: "fu invitato a farsi un bagno ad Higashiyama"; è quindi molto probabile che durante il periodo Heian (794-1185) ci fossero a Kyoto dei bagni pubblici. Infine in varie opere letterarie è presente il termine "yusen" che indica il costo di entrata ai bagni; se ne deduce che il prototipo dei sento era sicuramente presente al più tardi in epoca Kamakura (1185-1333), quindi si parla di più di 700 anni fa.
 

Ma la vera diffusione capillare dei sento si ebbe (come per la maggior parte delle cose) nel periodo Edo (1603-1868), in cui diventarono di uso quotidiano. Il primo bagno pubblico a Edo (l'attuale Tokyo) fu aperto nel 1591; un anno dopo l'insediamento di Tokugawa Ieyasu nel castello della città, Ise Yoichi, un commerciante che vedeva lontano, costruì un sento vicino al ponte dove adesso sorge la Banca del Giappone, nel quartiere di Chiyoda, in pieno centro di Tokyo.
Dieci anni più tardi il successo fu tale che i sento si potevano trovare in ogni angolo della città e nel 1810 ne furono contati almeno 523! Ne esistevano fondamentalmente di due tipi: misti e divisi per sesso; i primi erano più diffusi nella regione del Kansai, mentre ad Edo, nonostante la loro popolarità, erano meno numerosi.
 

I sento misti erano convenienti soprattutto per i proprietari, che con una sola struttura potevano soddisfare un maggior numero di clienti. In alcune strutture poi era prevista anche la figura della "yuna", incaricata di aiutare gli uomini a pulirsi; il tutto venne però presto visto come un attacco alla moralità e lo shogunato vietò i bagni misti e limitò il numero delle yuna, ma presso i ceti più poveri queste leggi non furono mai totalmente rispettate.
Esisteva poi una seconda suddivisione, più tecnica: i sento potevano essere definiti "furuya" se prevedevano il vapore o "yuya" se c'era una grande vasca comune. La seconda alla lunga prese il sopravvento sulla prima e i furuya andarono a sparire; di essi rimase solo il nome, accorciato a "furo" per indicare genericamente il bagno.
 

Se in epoca Edo i sento erano costituiti da stanze molto scure, a volte prive di finestre per evitare la fuoriuscita del vapore, a partire dal periodo Meiji (1868-1912) le strutture furono migliorate. I soffitti diventarono alti per facilitare la ventilazione e si crearono angoli per potersi spogliare in tranquillità.
Inoltre, a seguito delle critiche degli Occidentali che iniziavano a visitare il paese, i bagni misti furono definitivamente chiusi; nel 1877 a Tokyo nel quartiere di Kanda, fu inaugurato il primo kairyô-buro, cioè un sento costruito seguendo le nuove direttive. Da allora la struttura base dei bagni pubblici non subì più grosse modifiche e la popolarità dei sento continuò a crescere: nel 1908 nella sola Tokyo se ne contavano 1.217 che nel 1968 salirono alla cifra record di 18.325, sparsi su tutto il territorio dell'arcipelago.
 

Se altrove non si sviluppò uno stile architettonico particolare, a Tokyo e dintorni spesso i sento furono costruiti per rassomigliare nella facciata ai templi e ai santuari; questo stile, detto miyazukuri, fiorì proprio qui e non altrove perché quando la città iniziò la ricostruzione dopo il terribile terremoto del Kanto nel 1923, i falegnami specializzati nella realizzazione degli edifici religiosi, misero le loro conoscenze al servizio dei nuovi sento, in modo anche da incoraggiare la popolazione stremata.
I bagni furono perciò adornati di tetti in stile karahafu, cioè con un timpano ondulato sulla facciata principale; questi tetti erano considerati come il simbolo della strada verso il paradiso perché erano usati per ornare oltre ai templi e ai santuari anche i bordelli. I karahafu rappresentano perciò lo stile dei sento di Tokyo e nel resto del paese non si sono sviluppate tendenze architettoniche analoghe.
 

Ma non è la sola differenza che si può trovare nei sento della regione di Tokyo rispetto al resto del paese. Gli spogliatoi hanno alti soffitti, nei cortili interni ci sono di solito piccoli giardini e l'interno dei bagni è decorato con grandi affreschi.
Uno dei soggetti più rappresentati è il monte Fuji: fu dipinto per la prima volta nel 1912, quando il proprietario del Kikai-yu a Kanda ingaggiò Kawagoe Kôshirô per abbellire il suo sento e far felici i bambini dei clienti. Il pittore era originario di una regione vicina alla prefettura di Shizuoka, ove svetta il Fuji, e quindi decise di usarlo come soggetto dell'affresco.
Ovviamente la moda dilagò velocemente, anche perché ai clienti sembrava così di stare davvero all'aperto, presso qualche rinomata onsen. Ed è anche per questo che nei sento della regione di Tokyo la vasca è collocata sul muro in fondo, mentre nel resto del paese è molto più facile trovarla al centro della stanza.
 

Nei giardini era spesso collocato un laghetto con le carpe, da sempre simbolo benaugurante. Dove non era possibile costruire un laghetto, si riportavano sulle piastrelle, usando le rinomate porcellane Kutani. Ovviamente questi abbellimenti non erano essenziali, ma la loro massiccia presenza soprattutto a Edo e dintorni era probabilmente dovuta al gusto per l'ostentazione tipico degli Edokko (così erano chiamati gli abitanti della capitale). Inoltre creare un ambiente ludico al riparo da sguardi indiscreti, contribuiva a far dimenticare ai clienti del sento le preoccupazioni della vita quotidiana.
 

E al giorno d'oggi? Esistono ancora i sento? Il loro numero è calato drasticamente (ad aprile 2016 eravamo intorno alle 2.600 unità, secondo la Federazione nazionale dei sento) soprattutto perché le case ricostruite nel dopoguerra sono state tutte attrezzate di bagno interno alla casa, dotato di tutti i confort.
Ma, come tutti i settori che conoscono una crisi, i proprietari non si sono persi d'animo e ora sono di gran moda quelli che vengono definiti "super sento". Mediamente più cari degli altri (il biglietto d'ingresso dei bagni pubblici classici è spesso fissato da ordinanze comunali, ad esempio a Tokyo è di 460 yen per persone con più di 12 anni), offrono però servizi maggiori. Alcuni hanno all'interno ristoranti o comunque sale comuni dove potersi rilassare con tutta la famiglia.
 

Ma i sento classici non sono stati a guardare: grazie anche a sovvenzioni pubbliche, molti sono stati restaurati, puntando proprio sul loro lato tradizionale. L'ingresso ora somiglia maggiormente alla hall di un albergo e c'è la possibilità di bersi una bevanda fresca finito il bagno oppure di usufruire anche di un roten buro, la vasca all'aperto, o di una sauna.
Per un giapponese fare il bagno non è solo un mezzo per contrastare un clima caldo e umido, ma anche per purificare corpo e anima dalle preoccupazioni della vita quotidiana. Non tutto è perduto quindi, soprattutto quando si leggono storie come quella di Tanaka Mizuki, classe 1983, che ha deciso di diventare pittrice di affreschi dei sento.
 

Al momento infatti sono solo tre le persone che si dedicano a questa attività: Maruyama Kiyoto, 81 anni, Nakajima Morio, 71 anni e appunto Tanaka Mizuki che, diplomata in storia dell'arte all'università Meiji Gakuin di Tokyo, dal 2003 è diventata l'allieva di Nakajima Morio. Incuriosita dagli artisti moderni Fukuda Miran e Tabaimo e dalle loro opere sui sento, Mizuki si è recata per la prima volta nella sua vita in un bagno pubblico e lì, immersa nell'acqua calda, ha avuto una rivelazione.
"Nei bagni pubblici il tempo scorre in maniera diversa. Quando si entra in un antico sento, si ha la sensazione di varcare la soglia di un mondo a parte. Contemplando il Monte Fuji immersi nell'acqua calda tornano alla mente ricordi d'infanzia. Si conoscono gli abitanti del quartiere e si fanno incontri sorprendenti. In una sola ora è come se ci si trasformasse in grandi viaggiatori".
Con questa dichiarazione d'amore il futuro dei sento è decisamente più roseo.

Fonti consultate:
Nippon
Nippon 2