Il sushi è sicuramente il piatto nipponico più popolare al di fuori dell'arcipelago e anche da noi si può trovare facilmente soprattutto nelle formule "all you can eat". Ma siete sicuri di sapere come si deve affrontare un piatto a base di sushi? E se aveste la fortuna di sbarcare in Giappone, siete sicuri che le regole siano le stesse? Ecco una breve guida per orientarvi e fare un figurone con i vostri commensali!
 

Prima di tutto occorre distinguere fra i sushi-ya e i kaiten sushi-ten. I primi sono i ristoranti classici di sushi, di solito di fascia medio alta come conto finale. Al loro interno l'arredamento prevede un bancone dove i clienti si siedono e possono ammirare da vicino il cuoco che prepara i piatti proprio davanti al cliente. Si raccomanda sempre di informarsi prima su orari e di prenotare per godersi meglio l'esperienza; alcuni di questi ristoranti non consentono l'ingresso ai bambini, quindi anche in questo caso controllate prima.
 

Il kaiten sushi ten ha un'atmosfera molto più informale e casual che ben si adatta a famiglie, amici e anche grandi gruppi di commensali. La sua caratteristica principale è quella di avere un nastro trasportatore che presenta vari tipi di sushi, disposti su piccoli piatti.
I clienti possono quindi scegliere quale piatto prendere in base ai propri gusti e i prezzi per cibo e bevande sono ragionevoli. Inoltre molti offrono anche curry, ramen, patatine fritte e una grande varietà di altri cibi e dessert, in modo da accontentare tutti i palati. Anche qui però occorre sapere alcune piccole regole per non avere brutte sorprese.
 

Prima di tutto, come si fa ad ordinare? In un kaiten sushi il metodo più comune è quello di servirsi liberamente afferrando qualsiasi piatto di sushi che transiti sul nastro trasportatore. Di solito però è possibile anche ordinare a voce ai camerieri altre cose, presenti sul menù ma non sul nastro, come ad esempio le bevande.
O ancora l'ordinazione può essere fatta tramite tablet. La cosa bella è che si può scegliere comnodamente il sushi preferito o anche il più fresco (quelli più gettonati hanno un ricambio ovviamente più frequente).
 

Sui prezzi occorre prestare attenzione: spesso acqua e tè verde sono gratuiti e ci si può servire liberamente. I singoli piatti invece possono avere prezzi diversi anche se spesso il conto è calcolato in base al numero di piatti consumati, perché di base le portate che escono sul nastro trasportatore hanno tutte lo stesso prezzo.
Inoltre ricordate le buone maniere: anche se un kaiten sushi è immerso in un'atmosfera rilassante e divertente, non per questo si può essere maleducati! Quindi scegliete con cura quello che volete prendere dal nastro perché dopo che lo avrete toccato non si può "restituire" e non prendete più di quello che desiderate consumare: il cibo non va sprecato! E se avete il raffreddore state attenti a non tossire o starnutire in prossimità del nastro.....
 

Se invece siete in un sushi-ya e dovete ordinare, stupite il cuoco chiedendo i vari tipi di sushi nell'ordine più corretto per godere al meglio del pasto.
Infatti di solito si inizia con il sushi dal gusto più leggero (per non saziarsi subito) e quindi con un pesce bianco come tai (orata), hirame (Paralichthys olivaceus) o kohada. Successivamente, è possibile passare alla akami (carne magra) o toro (parte grassa) del maguro (tonno) e poi proseguire con sushi con condimenti ricchi di sapore come ikura (uova di salmone), uni (ricci di mare) o anago (grongo) e terminare con il tamagoyaki (omelette arrotolata).
 

Per assaporare meglio il gusto di ogni ingrediente, si consiglia di aggiungere un pochino di shoyu (salsa di soia) ai singoli pezzi. Non versate la salsa sul sushi ma fate il contrario.
Esistono delle tecniche a seconda del tipo di sushi che si sta per mangiare: per il Nigiri Zushi (Sushi semplice in cui i condimenti come i frutti di mare sono collocati sopra il riso) si capovolgono per immergerli. Invece per il Gunkan Maki (Sushi con alga nori ad avvolgere il riso) è meglio usare lo zenzero affettato e marinato come un pennello per spalmare la salsa di soia.
Se non riuscite ad afferrarlo con le bacchette, potete usare le mani, l'importante è mangiarlo in un solo boccone per non sfasciare la forma realizzata con tanta cura. Se è l'ora di punta, siate concisi e precisi con gli ordini e evitate di chiedere selfie o altro ai cuochi: lavorando per la maggior parte del tempo a mani nude li mettereste in difficoltà a livello di norme igieniche.
 

Per chiudere un mini vocabolario di alcuni termini che potreste dover usare in una sushi-ya:
Neta: si riferisce ai condimenti per il sushi
Shari: con questo termine si indica il riso condito con l'aceto usato per il sushi.
Gari: è lo zenzero sott'aceto servito con il sushi. Ha proprietà antimicrobiche, caratteristica utile visto che si mangia pesce crudo. Aiuta anche a rimuovere l'odore di pesce e purifica il palato.
Murasaki: sinonimo di shoyu.
 

Hikarimono: con questo termine si indicano le fette di pesce che hanno ancora la loro lucente pelle color argento attaccata. Tra di essi troviamo kohada, aji (sugarello), sanma (luccio), iwashi (sardina) e molti altri.
Namida: anche se letteralmente significa "lacrime", in realtà è un termine tipico dei sushi-ya che indica il wasabi. Questo perché a causa del suo gusto piccante, può arrivare a far piangere il cliente.

Fonte consultata:
SavorJapan