DARLING in the FranXX è una di quelle serie che, nel bene e nel male, riescono a far parlare di sé prima, durante e dopo la messa in onda. Non c'è che dire, anche questo è un risultato, vista la quantità ingente di anime che invece passa quasi inosservata nella programmazione stagionale. Poco importa se, per parlarne bene o male, negli ultimi mesi più della metà del fandom mondiale di animazione giapponese ha discusso, commentato e anche litigato per questo titolo. Tanto di guadagnato per Atsushi Nishigori, alla sua vera e propria seconda prova registica su un soggetto personale (dopo quella sul brand The Idolm@ster).

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Di chi è davvero Darling in the FranXX?

Al di là della questione se la serie sia Trigger o A-1 Pictures, fonte di eterna discussione tra i fan, DarliFra è figlio legittimo del suo regista. Un figlio nato dai suoi tanti contatti e amicizie. Nishigori ha infatti chiamato a sé alcune sue conoscenze, ex-Studio Gainax come lui (per esempio, lo stesso Imaishi); cosa che, dal punto di vista narrativo, non poteva non incidere nei tanti richiami alle serie su cui si è lavorato insieme in passato. Nishigori ha infatti ricoperto tantissimi ruoli alla vecchia Gainax, ma presso la A-1 Pictures ha diretto la sua prima serie, cioè Idolm@ster. Quindi, si può dire che da queste sue esperienze e dai suoi agganci ne è uscita fuori una collaborazione, nonché un anime molto personale, per certi versi molto simile ai titoli mecha del recente passato, per altri versi contaminato da altre esperienze dello staff creativo.

A dipanare comunque i dubbi di chi pensa sia un anime di uno studio piuttosto che di un altro, ci sono le interviste a Wakabayashi che abbiamo sul sito qui e qui. A-1 si è occupata della realizzazione vera e propria dell'anime, quindi ha messo il grosso del personale; inoltre è presente nel comitato di produzione, quindi ha investito il capitale. Trigger, invece, è creditata nella pre-produzione (pianificazione, design, scrittura), ma in pratica è presente più per richiesta e legame con il regista, che per una reale e massiccia partecipazione a questo titolo.

Come nasce l'anime?

Come dicevamo, DarliFra nasce da un’idea di Atsushi Nishigori, concepita già a partire dal lontano 2009, in seguito alla realizzazione di un corto musicale di Gurren Lagann. Il regista ha diverso tempo per sviluppare questo soggetto in piena libertà, un soggetto che ha colpito in una certa misura i produttori, i quali hanno tentato in tutti i modi di concretizzare le idee di Nishigori attraverso un enorme numero di agganci e contatti che lo potessero aiutare a realizzare la serie migliore possibile. Nasce così un team di design principale, composto dallo stesso regista, dal chara designer Masayoshi Tanaka (AnoHana , Highschool of the Dead , Toradora! ,Your Name. )e da Shigeto Koyama (mecha designer), che diviene anche unità creativa. Di seguito, la foto dei tre al lavoro (fonte: Far From Animation).
 
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I personaggi di Darling in the FranXX nascono dall'ingegno di Tanaka, che mette bocca non solo sul disegno, ma anche sulla personalità. In tanti, per esempio, hanno confrontato Zero-Two con l'Asuka di Evangelion; ma la base da cui Tanaka sembrerebbe essere partito viene da più lontano. L'ispirazione è scaturita da un personaggio “femme-fatale” come Lamù! Ci avete mai pensato? Un personaggio con dei piccoli corni e che chiama il protagonista maschile “Darling”...

Dicevamo, DarliFra è un titolo molto dibattuto per mille motivi. Metto subito le mani avanti: non penso assolutamente che siamo di fronte a un capolavoro, neanche a un titolo che farà da spartiacque tra il passato e il futuro; ma non nego di essere tra quelli rimasti affascinati dalle idee molto coraggiose di Nishigori, alcune più riuscite altre totalmente sbagliate, che sicuramente (visto il gran clamore che la serie ha fatto in patria e fuori) potranno essere riprese e perfezionate.

Non è però un caso che le maggiori critiche in rete siano rivolte al regista appunto, perché sono principalmente sue le scelte più controverse. All'inizio avevo snobbato anch'io questo titolo, non lo nego. L'aspetto "pupazzoso" dei mecha e il fanservice esagerato che traspariva dai primi trailer mi avevano convinto a passare avanti, nonostante il genere fosse tra i miei preferiti. Devo dire che con l'avanzare delle puntate non ci si fa più caso, però. Eppure non mi meraviglia l'aver saputo a posteriori che Shigeto Koyama ha realizzato i design dei mecha dopo una singola e peculiare affermazione di Nishigori: E se i robot fossero delle ragazze carine?”. Il regista ha poi amato questo design elegante ma al contempo carino dei FranXX.
 


Troppo fanservice? La simbologia e i temi dietro DarliFra.

Il fanservice è astuto, tutta la serie fa l'occhiolino fin dall'inizio al suo pubblico di riferimento: gli adolescenti maschi. È business, guys! C'è poco da storcere il naso! Si devono vendere bluray e figure, e questo è piuttosto evidente fin dai primissimi episodi.
Interessante come il fanservice sia incastonato all'interno di una non certo poco studiata simbologia voluta dal regista. Ad esempio, le scene maggiormente prese di mira sul web sono state quelle nella cabina di pilotaggio, dove un ragazzo e una ragazza mimavano, in pratica, un amplesso in una posizione piuttosto nota.

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In tutto questo vortice di lussuria non è un caso che i piloti maschi siano chiamati Stami mentre le ragazze Pistilli, rispettivamente la parte fertile maschile e femminile del fiore. Simbologia floreale che ritroviamo in ogni FranXX, che possiede il nome di un fiore. In realtà, per quanto ridicolo, il modo di pilotare il mecha ha una sua logica, che va ripescata nel vero succo della storia di Darling: non si vive da soli, ognuno ha bisogno di un'altra ala per volare.

Il ruolo principale delle ragazze riguarda l’accensione, mentre i ragazzi pilotano i FranXX. Senza le ragazze i FranXX non si accenderebbero, così come senza i ragazzi questi non sarebbero pilotati; senza contare che i robot hanno una propria coscienza, che sembrerebbe essere quella delle ragazze, ma che in realtà è il frutto della fusione di entrambi, maschi e femmine. Da qui è impossibile non collegarsi alla leggenda cinese del Jian, che viene resa nota fin dalle prime battute della serie e che rappresenta, a mio avviso, il filo conduttore seguito da trama e personaggi. Questo uccello mitologico è una creatura dotata di un'ala e di un occhio, costretto a congiungersi con un altro membro della sua specie per poter volare. Come abbiamo appreso, anche dagli special mandati in onda durante la regolare trasmissione della serie, l'obiettivo del regista e del suo staff creativo era proprio dimostrare che ognuno di noi ha bisogno degli altri e in particolare di una persona con cui condividere l'intera esistenza. Da qui una neanche tanto velata denuncia all'individualismo che permea la società odierna, fino a puntare il dito in maniera evidente verso i tanti giapponesi che dimostrano la loro poca propensione di fronte alle relazioni amorose e all'avere una famiglia.

Che dire? Un impegno non da poco, forse un pelo troppo profondo per una serie che parte dal presupposto di intrattenere e vendere, ed è in questa doppia veste che Darling in the FranXX tende ad affondare in più di una occasione.

La trama e i personaggi.
 
La storia è ambientata in un lontano futuro, in cui la Terra è ormai devastata da un conflitto contro delle entità denominate "Stridiosauri". L’umanità si è stabilita in città fortificate mobili. A combattere i nemici sono dei bambini destinati solo a questo impiego. La loro vita ha il solo scopo di portare a termine le missioni assegnate pilotando i robot FranXX; non vivono con il resto degli umani, ma in una specie di parco separato, dove non hanno nessun contatto con gli adulti, se non con i loro tutori (Hachi e Nana). Questi ragazzi non hanno nomi, ma solo codici che ne testimoniano le capacità. Guidare un FranXX per loro vuol dire esistere.

Il codice 16, Hiro, una volta era ritenuto un prodigio; tuttavia, col passare del tempo, è rimasto indietro rispetto ai suoi coetanei, tanto che ora la sua esistenza è ritenuta non necessaria. Non pilota più un FranXX e ciò equivale appunto a cessare di esistere. Questo fino all'incontro con la misteriosa Zero Two, dalla cui testa spuntano due corna e che entra nella vita del ragazzo sconvolgendola. Per la giovane donna dai lunghi capelli rosa, Hiro è il suo "Darling", unico vero copilota per colei che di solito riesce a succhiare la linfa vitale anche ai piloti più abili, che di conseguenza, guidando un FranXX insieme a Zero Two, finiscono per morire.

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Tutta la parte iniziale dell'anime ruota, in primis, intorno ai due protagonisti, mantenendo il mistero sull'interesse di Zero Two per Hiro, e mostrando la coppia a mano a mano crescere prima come duo di piloti e poi come partner, fino alla puntata chiarificatrice di metà stagione (tra le più belle, a mio parere), che vede i due ragazzi finalmente trovare la giusta sintonia necessaria per affrontare i nemici e la vita stessa.

I due protagonisti hanno intorno una schiera di personaggi, la Squadra 13, composta da altri piloti di FranXX, con a capo la leader Ichigo. Dagli special abbiamo appreso che questi personaggi dovevano essere un valore aggiunto alla serie, quasi come ulteriori protagonisti. Ognuno ha in effetti la sua storia, e ognuno meriterebbe un approfondimento, che renderebbe questa recensione però troppo lunga e pesante. Tuttavia, devo dire che, seppur alcuni abbiano colpito l'immaginario e il cuore dei fan (ma anche suscitato antipatia in certi casi), sicuramente essi sono stati trattati in più occasioni troppo superficialmente. Se escludiamo il binomio Ichigo/Goro e in parte Kokoro/Mitsuru, gli altri in pratica sono degli onesti comprimari. Tutti, in effetti, meritavano maggiore spazio e approfondimento, magari sfruttando di più quelle puntate centrali di puro slice of life, che a più di uno spettatore non sono piaciute granché.

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La prima parte di DarliFra si chiudeva lasciando aperte tante questioni e misteri. La paura iniziale era che il tutto non fosse raccontato nel modo giusto. Senza fare spoiler, devo dire che quasi tutto è stato svelato più o meno all'inizio della seconda parte, sicuramente più tardi di altri titoli, ma in maniera esaustiva. Eppure è proprio nel secondo blocco di episodi che troviamo la parte più criticata dell'anime: gli avvenimenti, infatti, cominciano a svolgersi con gran rapidità e con bruschi cambi di fronte. I cattivi (altra nota dolente della storia) diventano di colpo buoni e i buoni cattivi, fino all'improvvisa virata "spaziale" delle ultimissime puntate, che ha fatto gridare al plagio di Gurren Lagann.

Che dire? Il mio pensiero personale (senza addentrarmi troppo in spoiler e tecnicismi) è che, pur con evidenti forzature e una dose eccessiva di parte romantica (anche forse dove non ce n'era bisogno), la serie in sé mi ha intrattenuto fino alla fine. Sarà che sono storicamente abituato, in questo tipo di titoli, alle continue citazioni e parti prese pari pari da altri anime, anzi mi diverte vedere se la citazione riesce bene oppure no. Ci sono sicuramente numerosi balbettii dovuti in primis a -credo- una certa voglia del regista di mettere troppa carne al fuoco, cosa -ripeto- non sempre riuscita, come si evince dal comportamento della giovane Kokoro e dai suoi tentativi di procreare. Tutta la sua storia poteva essere trattata meglio, in effetti, poiché a un certo punto la poverina pare passare da santa a una che "la dà via facile".

La parte tecnica.

Balbettii che ritroviamo in fase registica e sceneggiativa, mentre non dal punto di vista squisitamente tecnico/visivo, dove la serie è uno "spettacolone" che rallegra gli occhi. D'altra parte, il supervisore delle scene d'azione era mister Gurren Lagann, Hiroyuki Imaishi, la cui presenza è piuttosto evidente nei momenti più epici, con le sue prospettive esagerate.

Uno dei momenti più belli, esagerati ed esteticamente fantastici della serie.

 


Il character design è una garanzia con Masayoshi Tanaka, tanto che in molti hanno ritrovato tantissimo dei suoi personaggi degli anime passati in quelli di DarliFra. Presenza che dicevamo essere costante e non solo "di nome", avendo Tanaka firmato anche la personalità dei personaggi disegnati. Tantissimi i nomi importanti che hanno girato intorno alle animazioni (per lo più affidate al collaudato staff A-1) e mecha design, con l'ausilio anche di tanti giovanissimi animatori, i quali si sono affacciati per la prima volta a un lavoro su una serie importante. Senza contare anche altri studi che hanno partecipato pur se solo per una piccola parte.

Un lavoro davvero notevole che meritava il giusto comparto sonoro e in questo la giovane Asami Tachibana non è stata da meno; come anche le opening ed ending tutte ormai famosissime nei karaoke nipponici, a cominciare da "Kiss of Death" di Mika Nakashima!
Dispiace invece che nell'ottima interpretazione di tutti i doppiatori (consiglio caldamente di guardare gli special con tutte le loro interviste!) ci sia stato un cambio della guardia proprio all'ultimo, dovuto a motivi non certo felici. Il seiyuu di Goro, Yuichiro Umehara, ha dovuto cedere il posto per le ultime due puntate al collega Daiki Hamano per motivi di salute. Gli auguriamo tutto il bene e un pronto ritorno! 
 
DARLING in the FRANXX resta quindi, nel bene e nel male, sicuramente un'opera incompiuta, frutto della bulimica voglia del suo regista di mettere tanta, troppa carne al fuoco, senza forse avere le piene capacità per poterla cuocere a dovere. Non è un capolavoro, né sicuramente resterà uno spartiacque dell'animazione giapponese, eppure... Eppure questo spettacolone esagerato e stracolmo di sentimenti a me è garbato. Me lo sono gustato tutto fino alla fine, un po' come quando vai a mangiare al McDonald's e fai uno strappo alla dieta ferrea che ti sei imposto. Sono rimasto affascinato dal fluorilegio di animazioni, dalle musiche e dai momenti bellici. Non ho empatizzato certo con i protagonisti, ma questi non mi sono risultati indigesti come ad altri. 
Non lo so, voglio dare fiducia a Nishigori e al suo gruppo. Se per ora questa massa di pensatori non ha partorito un vero anime bomba, l'unione di tutte queste menti creative ha un fascino particolare. Secondo me, se le strade di Trigger e A-1 si riuniranno e faranno tesoro degli errori, ma anche del buono che c'è stato in DarliFra... allora davvero ci sarà da stropicciarsi gli occhi dalla meraviglia!!!

Ps: notare che ho citato Evangelion solo una volta... ed è pure troppo! 

PS2: Ringrazio gli staffer Metal e Lamelina per il loro prezioso aiuto e il sito FarFromAnimation per le tante chicche trovate.