Odio gli spokon. Ogni stagione evito attivamente di visionare l'ennesima serie sportiva uguale alle altre, con i soliti ragazzini super forti ma con mille problemi in testa.
Eppure in realtà amo gli spokon, tanto che ve ne sono almeno due che hanno un posto speciale nel mio cuore e nella mia libreria manga (Rocky Joe e Slam Dunk).
A ben vedere, ciò che mi ha fatto venire l'odio per gli spokon fu un certo Tsubasa Ōzora (al secolo Oliver Hutton), un mister perfettino che vinceva sempre e a cui riusciva tutto. Ovviamente non era certo l'unica cosa imbarazzante di Holly & Benji, ove gli stadi con partite disputate da bambini erano strapieni, con tanto di televisioni, e i giocatori segnavano con improbabili tiri della tigre o catapulte infernali; e c'era persino chi continuava a stare in campo per un'intera partita pur accusando ripetuti attacchi di cuore!
Non voglio togliere nulla ad un anime che ha fatto parte della mia infanzia, ma ecco tutto ciò che odio negli spokon: i colpi speciali e i drammi inverosimili, quelli che quando li confronto alle atmosfere realmente drammatiche di Ashita no Joe mi fanno accapponare la pelle!

Però un'occhiata almeno ai primi episodi di ogni serie non si nega mai; e poi a una serie ambientata sulle spiagge tropicali di Okinawa, e presumibilmente piena di ragazze in costume, come si fa a dire di no?

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Le protagoniste sono Haruka Ōzora (Ancora? Non sarà mica parente?), alta, estroversa e prosperosa, che si è appena trasferita sull'isola a causa del lavoro dei genitori, e sua cugina di primo grado Kanata Higa, bassa e introversa, ex giocatrice juniores di beach volley che ha però smesso di giocare sentendosi inadeguata per questo sport (be', le cose non stanno proprio così, ma su questo ci tornerò dopo perché è un punto chiave).
Durante la sua prima esplorazione delle spiagge vicino casa, Haruka incontra Narumi e Ayasa che si stanno allenando a beach volley e si unisce a loro. Narumi è in realtà l'ex partner di Kanata e, a causa di alcune frasi sbagliate, Haruka e Narumi finiscono per sfidarsi. Fiduciosa per la sua atleticità e anche per il fatto di aver giocato a pallavolo nella sua vecchia scuola, Haruka si scontra però con uno sport che si rivela del tutto diverso da quello che si aspettava: la presenza del vento, il sole accecante, il fatto di camminare sulla sabbia e di dover coprire tutto il campo in due persone, portano Haruka ad una sonora sconfitta.
Per nulla abbattuta e desiderosa di una rivincita, Haruka si fa allenare dalla cugina e ciò porterà quindi alla formazione di una nuova coppia e ad un'opportunità di rinascita per la piccola Kanata.

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Ok tutto bello, ma non si era parlato di belle ragazze in costume? Beh, ovviamente ci sono. L'anime rende sicuramente giustizia agli scenari fedelmente riprodotti delle città di Gushikawa e Uruma (così come approfondito da un nostro recente articolo) e le belle ragazze in costume non mancano, anzi si può tranquillamente affermare che in tutto l'anime pare esistano solo donne: le commesse dei negozi, i tassisti, i passanti, gli arbitri e gli spettatori delle partite: gli esseri di sesso maschile sembrano essere stati completamente banditi dall'isola! In realtà l'anime ci gioca moltissimo: ci sarebbe il nonno di Kanata che viene citato spesso, ma una volta è andato a pescare, un'altra volta si è perso e anche quando sta per essere inquadrato, la telecamera cambia scenario. Ovviamente una gag a dimostrazione di quanto anche l'anime stesso non si voglia prendere sul serio.
Tuttavia, nonostante questa abbondanza di atletiche ragazze in costume da bagno, l'anime non va mai a scadere sull'ecchi. Se è vero che a volte ci sono delle inquadrature strategiche sui costumi, è anche vero che spesso mostrano i segnali che le squadre si fanno. Segnali che a quanto pare hanno un significato universale e che si utilizzano per stabilire quale posizione andare a coprire dopo il servizio. Certo l'autore potrà anche aver strizzato l'occhio al pubblico maschile, ma di sicuro ha riportato una partita di beach volley con dovizia di particolare. Proprio la prima puntata è emblematica, con Haruka che viene utilizzata per far notare allo spettatore (inesperto come lei) le differenze sottovalutate rispetto alla pallavolo classica.

Ma allora si tratta di un anime realistico? La risposta è "". C'è un aspetto controverso e ovviamente diventa soggettivo quanto il realismo si debba comunque piegare ad esigenze di sceneggiatura. Vediamo però nel dettaglio il motivo del contendere.

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Dopo la sfida con Narumi e Ayasa, Haruka fa la conoscenza delle sorelle Emily e Claire Thomas, due studentesse americane trasferitesi in Giappone. Con loro, che per tutto l'anime saranno coprotagoniste, e con una quinta studentessa, Akari Ōshiro (il cui ruolo nell'anime è comunque molto marginale e che si limiterà a fare da manager alle due coppie), formano un club scolastico di Beach Volley. Le Thomas sono in realtà una coppia già collaudata e vincente, che gioca in tornei sin dalle elementari tutorate dalla loro madre, una giocatrice professionista di livello mondiale. Le Thomas, già vecchie rivali di Kanata, fanno amicizia anche con Haruka e decidono di allenarla ogni giorno sia per permettere alla loro vecchia amica/rivale di rientrare in gioco, sia per portare l'esuberante Haruka ad un livello competitivo. Nel finale dell'anime, le due coppie saranno costrette a sfidarsi per poter accedere al torneo nazionale.

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Ovviamente la partita finale sarà molto combattuta e dall'esito incerto fino al finale che non sveleremo. Certo tra l'inizio e la fine dell'anime viene detto che è passato un anno, ed è lecito chiedersi se sia stato sufficiente per Haruka, a cui pure non mancano atleticità e doti fisiche, per arrivare al livello delle altre tre; ma tutto sommato si può sorvolare sul tale dubbio.
La partita finale è un concentrato di forti emozioni. L'anime (pur con alti e bassi) mantiene toni leggeri e scanzonati per portare ad amare tutte e quattro le protagoniste; e anche se si possono prendere le parti di una o dell'altra coppia, non si può non simpatizzare per l'altra. Allenare le rivali per risollevarle e poi vedersi magari superare, o fallire il proprio percorso di riscatto e rinascita? Più che l'esito della partita, ciò che tiene lo spettatore incollato allo schermo è il timore per l'amicizia delle quattro, per una partita che nessuna vuole, né può permettersi di perdere. Be' posso dire che comunque il finale lascerà davvero soddisfatti, dedicando ugual spazio ai sentimenti delle vincitrici e delle sconfitte.

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Tornando al discorso del realismo e al mio amore/odio per gli spokon, va detto che spesso si tende (come è giusto che sia in una recensione) a dare molto peso agli aspetti negativi non sottolineando i tanti aspetti positivi che invece infondono all'anime molto più realismo sportivo di tanti altri titoli concorrenti. Vediamo di elencare i punti chiave che tendono a farmi mal digerire gli anime di questo tipo (la chiameremo sindrome di Holly & Benji) e applichiamoli ad Harukana Receive:

1) Gli stadi pieni, rimango perplesso, il telecronista è sempre lo stesso
La forza degli anime si sa è spesso quella di enfatizzare molto i concetti e magari non c'è neanche nulla di male in questo. Ma se ci sta che la finale del Koshien sia un evento anche mediatico, come può esserlo una partita di ragazzini?
In Harukana Receive, si parla di tornei juniores di uno sport che definire minore in Giappone è anche riduttivo vista la poca cultura giapponese per le spiagge. E in effetti è proprio così: gli spettatori sono pochini anche nella finale e, anzi, addirittura il torneo stesso che assegna un posto per il torneo nazionale vede pochissime squadre iscritte, meno di 8, tanto da poter accedere alla finale con una o due partite al massimo. Di certo non epico, ma realistico.

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2) Catapulta infernale!
Troppi anime giapponesi, specie quelli molto vecchi, ci presentavano mirabolanti colpi segreti con palle che si deformavano o che sparivano, salti sopra le traverse della porta o palloni che sfondavano i muri. In Haukana Receive si vede invece qualcosa di raro per un anime sportivo: l'errore non provocato. Anche nei momenti decisivi, anche da parte di quelle che dovrebbero essere giocatrici esperte e affermate, arriva l'errore non provocato. Non posso dire di essere un cultore del beach volley, ma capita nel tennis che anche un Federer possa sbagliare un colpo o fare un doppio fallo. In una partita lunga nessuno può essere perfetto e anche le protagoniste di Harukana Receive ce lo mostrano.

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3) Sono Julian Ross, non importa se ho 6 infarti in campo, continuerò a giocare!
Ecco il momento più temuto di tutti gli anime sportivi: il drammone! E tanto più è irrealistico e tanto più è da temersi.
Lasciamo pure da parte il povero Julian Ross, ma io proprio non ho mai capito perché Kyushi Tajima, mamma di Mila, dovesse fingersi morta per permettere alla figlia di far carriera. Ma poi era pure un personaggio pubblico, ma Mila mia, non ti è mai venuta la curiosità di sapere qualcosa di più su chi fosse tua madre?

Vi ero debitore del discorso sul ritiro di Kanata.
Nell'anime il discorso è affrontato in modo leggero (anche se non è mai lei in prima persona ad affrontarlo, ma sempre riportato): Kanata non si sentiva più all'altezza per via della sua altezza sotto la media per una giocatrice. In realtà nel manga si scopre che Kanata ha lasciato il beach volley a seguito della perdita di entrambi i genitori (tant'è che vive con i nonni): insomma laddove c'era materiale per enfatizzare quello che poteva essere un dramma reale, si è scelto di non farlo. Kanata trova una partner di cui fidarsi e che le restituisce fiducia, addirittura non c'è bisogno che lo spettatore conosca il suo passato: Kanata va avanti, riempe il vuoto e ritrova la sua passione. L'anime sceglie di rimanere fedele alla trama, ma omette di appesantire il dramma di Kanata: una scelta in senso opposta a quella ad esempio fatta da Hanebado (altro anime sportivo di questa stagione) che sceglie di enfatizzare la parte drammatica più dell'originale.

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Non voglio però creare fraintendimenti: non mi piacciono i drammi irrealistici ed esagerati non i drammi in senso assoluto. In questo caso non so quanto sia stata corretta la scelta di omettere questa parte.
Per capire meglio nel dettaglio il trauma di Kanata devo esplicitare i tagli fatti nell'anime:
Spoiler sul manga
È l'episodio 8 in particolare a tagliare completamente questa parte di storia. A capodanno Kanata porta il suo club a visitare la tomba dei suoi genitori e raccontando per la prima volta cosa è successo (nell'anime pregano e basta). Contemporaneamente Narumi, in partenza in aeroporto, esplicita con Ayasa quello che è il suo rimpianto, ovvero il non aver avuto il coraggio di affrontare Kanata alla morte dei suoi genitori, di non essere riuscita a sostenerla, incolpandosi di fatto per la sua debolezza, per aver abbandonato l'amica nel momento del bisogno. Quindi Ayasa decide di chiamare Haruka per dirle che sono in aeroporto, e da lì la storia prosegue come nell'anime. Questo mi ha fatto rivalutare parecchio sia questo episodio sia il personaggio in particolare di Narumi. Insomma Kanata corre a confortare l'amica, non è lei ad aver bisogno di aiuto perché ora grazie alla cugina ha di nuovo trovato una famiglia, ha ricominciato a vivere e a rincorrere i suoi sogni. Ma ha lasciato qualcosa ancora di incompiuto, ha lasciato l'amica a logorarsi nei suoi rimorsi. Ecco perché corre da lei, ecco perché le urla "manterrò la promessa", è Kanata che vuole liberare Narumi! L'anime rende purtroppo tutto questo assolutamente incomprensibile e sceglie di omettere del tutto la parte drammatica per mantenere un tono scanzonato e leggero. Peccato che questo porti ad un totale fraintendimento della psicologia di Kanata e Narumi e che la scena nell'anime suoni allo spettatore più o meno così:
"- manterrò la promessa!" (non con te, ma con un'altra)
"- ok" (da pensarsi con l'ormai iconica espressione di Saitama)
Un'assurdità anche considerando la sceneggiatura firmata dall'unico nome importante della produzione, ovvero Tōko Machida già sceneggiatrice di titoli come Shōwa Genroku Rakugo Shinjū o Samurai Champloo.

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Due parole sulla realizzazione tecnica. C2C è un nome relativamente nuovo nella realizzazione di anime, e il budget impiegato in questa produzione non si può dire che sia stato elevato. Trovo però che sia stato ben distribuito con qualche calo nella parte centrale (dove si è fatto ricorso un po' troppo a una CG di scarso livello), ma per fortuna si sono tenuti da parte qualche buon colpo per il finale. Buone le due sigle e l'accompagnamento musicale che risulta sobrio e mai invasivo. Ottimo anche il doppiaggio, nonostante un cast interamente di debuttanti o quasi.

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Sono stato molto combattuto nell'assegnare il voto. Più volte ho pensato che un 8 premiasse oltre i meriti di un anime che tutto sommato è abbastanza leggero, che presenta limiti tecnici evidenti e un taglio abbastanza importante. Poi però penso che spesso devo trovarmi a difendere K-on! nella mia top 10 anime insieme a Lain, Texhnolyze o Paranoia Agent, e penso che in fin dei conti Harukana Receive tra i top di stagione ci può stare senza sfigurare. Basta chiudere gli occhi e sognare le spiagge tropicali di Okinawa, una sdraio e un cocktail sotto il sole circondato da belle ragazze, leggerezza e una storia di amicizia e passione. Se vedo Steins;Gate mi aspetto una trama intricata ed enigmatica, suspance e colpi di scena; se guardo Lain mi aspetto di pensare e riflettere sul concetto di Dio e sulla socialità degli esseri umani; ma se guardo Harukana Receive mi aspetto un qualcosa che possa appagare gli occhi, farmi sognare, rilassare ed emozionarmi (e che possibilmente, visto il rischio, non vada a scadere sulla volgarità). E Harukana Receive mi ha dato esattamente ciò che mi aspettavo da questo anime, motivo per cui non posso che giudicarlo in modo positivo.
Certo è chiaro che questo anime rimarrà sempre più accattivante per un pubblico maschile, ma probabilmente è proprio il perfetto contraltare di quello che è Free! per le ragazze. Certo dovrà passarne di acqua sotto i ponti perché C2C si possa anche solo avvicinare al livello tecnico di Kyoani, ma un'opera ha anche una parte puramente emozionale, e su questo punto io credo che i due titoli possano essere in equilibrio sui piatti di una ideale bilancia che penderebbe ovviamente in base a quale sia la propria metà dell'universo.