Da ormai tre decadi cerchiamo di formare gli appassionati di fumetto nella convinzione che anch'esso, come la musica, la pittura, la scultura, la letteratura e molti altri settori, si possa definire arte. Questo ovviamente è un passaggio quasi naturale per chi come noi legge manga da tanto tempo o appartiene a questo macro universo condito di fantasia e storie coinvolgenti ed avvincenti. Tuttavia per chi vive al fuori di questo mondo o non è cresciuto in un Paese in cui la cultura del fumetto è stata sin dalla gioventù equiparata alle arti sopraccitate, questo concetto viene a volte a mancare, cadendo nei soliti stucchevoli stereotipi che, fortunatamente negli anni, ascoltiamo sempre meno. Questo anche grazie all'informazione o alla portata che il fenomeno fumetto sta di fatto avendo negli anni, convincendo sempre più persone, anche adulte, ad avvicinarsi a queste storie. Soprattutto però è grazie agli artisti, che creano con la loro immaginazione e con la loro straordinaria inventiva racconti affascinanti. In tempi moderni, tra i tanti artisti proposti dalla varie case editrici nostrane ce ne sono alcuni che convincerebbero anche il più grande detrattore della contro teoria "fumetto = arte" e tra questi c'è sicuramente Shin'ichi Sakamoto recentemente ospite a Napoli Comicon grazie all'editore J-Pop Manga.
 

J-Pop Manga è anche la casa editrice che, sin dagli esordi, ha pubblicato in Italia le opere del maestro Sakamoto e che lo aveva ospitato anche durante il Lucca Comics and Games 2011, pubblicando in serie Masurao, The Climber, Innocent, Innocent Rouge e il più recente e ancora in corso #DRCL - Midnight ChildrenShin'ichi Sakamoto è entrato sin da subito nei cuori degli appassionati grazie alla sua enorme capacità di creare un collegamento diretto con i lettori, ottenuta attraverso le sue meravigliose e curate tavole e le sue ricercate sceneggiature, le quali conquistano e fanno riflettere coloro che vi si addentrano. 

Nato nel 1972 nella prefettura di Osaka Shin'ichi Sakamoto cresce senza aver mai letto un manga, o senza aver mai affrontato alcuna delle sue storie. Giunto all'adolescenza si imbatte in un Weekly Shōnen Jump abbandonato in un parco, il quale raffigura il personaggio di Kenshiro di Hokuto no Ken di Tetsuo Hara e Buronson. Per il giovane Shin'ichi è un colpo di fulmine. Sin da subito comincia a pensare sempre meno alla scuola in favore del disegno, sognando di lasciare Osaka per trasferirsi a Tokyo ed intraprendere la carriera di mangaka. Continuando a leggere Hokuto no Ken ed appassionandosi a Kinnikuman di Yudetamago comincia ad illustrare brevi storie, partecipando ad alcuni concorsi. Nonostante la sua totale inesperienza nel settore riesce a raggiungere le finali del suo primo concorso all'età di 16 anni e l'anno successivo viene contattato da un editor della stessa Weekly Shōnen Jump della casa editrice Shūeisha. Debutta per loro nel 1990, a 18 anni, con il suo one-shot Keith!!, con il quale vince il settantesimo Hop Step Award che gli consentirà poi di coronare il suo primo sogno, quello di trasferirsi a Tokyo. 
 


L'influenza avuta da Tetsuo Hara e Yudatemago, nonché da Kentaro Miura e Hirohiko Araki e dai loro disegni si evince sin dai suoi primi lavori del 1995, come Bloody Soldier e Mortal Commando Guy, dove i personaggi vengono rappresentati i maniera molto realistica, energici e muscolosi. A Tokyo lavora come assistente di Tatsuya Egawa e Takashi Kisaki dove per circa dieci anni affina la sua tecnica, prima di ripresentarsi al pubblico nel 2005 con Masurao, un manga che racconta le gesta di Takeshi Yamato, un robusto liceale dotato di una grande virilità. Questa è la prima opera integralmente scritta ed illustrata dal maestro pubblicata in Italia e colpisce oltre che per la sua trama molto colorata e divertente anche per i suoi disegni molto convincenti, con scene d'azione dinamiche e dettagliate. Tuttavia il mangaka non è pienamente soddisfatto e desidera creare un maggior rapporto di fiducia tra lui e i suoi lettori, vuole che le sue opere siano più realistiche e si interroga sui valori da raccontare, inizialmente convinto che forza fisica e soprattutto l'amicizia, i legami instaurati nel manga di Masurao, siano certamente importanti nella vita, ma crescendo, grazie a molte esperienze e all'aiuto della sua famiglia, comprende di come tali concetti non rispecchiano la società e non siano realistici. L'essere umano infatti tende a preoccuparsi principalmente dei proprio bisogni, in solitudine, e vorrebbe creare opere dove i lettori possano rispecchiarsi nei protagonisti principali, più forti mentalmente.
 


Sakamoto, in concomitanza con la nascita dei suoi primi due figli, si convince quindi che i valori trasmessi dagli shônen classici non sono realmente necessari per vivere, e interrogandosi su cosa sia importante nella vita, trova una risposta nella forza mentale dell'individuo e smette così di disegnare personaggi dotati di una muscolatura imponente a vantaggio di personaggi capaci di farsi valere grazie alla propria forza di volontà, capaci di crescere affrontando e superando situazioni avverse. Nasce così nel 2007 The Climber, tratto dal romanzo omonimo del 1969 scritto da Jiro Nitta che viene premiata con l'Excellent Prize per la sezione manga al Japan Media Arts Festival del 2010 e come miglior manga seinen al Prix Mangawa Awards nel 2011. In The Climber il protagonista, l'introverso Buntaro Mori, appassionato di arrampicata, porta il suo corpo e la sua mente oltre ogni confine possibile. Lo sport è solo un pretesto per l'autore per raccontarci l'introspezione del suo personaggio, in un manga adrenalinico, a volte ansiogeno o claustrofobico e che come pochi è in grado di raccontare in maniera avvincente la vita di un'alpinista e il pensiero dell'essere umano in generale. Un lavoro encomiabile che permette a Sakamoto di svoltare definitivamente la sua già di per sé soddisfacente carriera. In The Climber vi è poi un'ulteriore novità, il mangaka decide di abbandonare le onomatopee, che quasi sempre sono solite trovarsi all'interno di una narrazione a fumetti. L'autore infatti crede che non vi siano parole in grado di definire universalmente un suono, coloro che vedono un vetro rompersi possono associare a quell'immagine diversi tipi di suono. Pertanto Sakamoto vuole lasciare che sia l'immaginazione del lettore a lavorare nelle sue opere, passando ad un livello successivo, in cui ognuno può liberamente sentirsi partecipe, magari supportato da illustrazioni che, come un lampo di geniale artisticità, aiutino il lettore ad immergersi nelle tavole, come ad esempio il distaccamento di un ghiacciaio anticipato da una tavola che mostra il collasso di un edificio.
 


Arriva così l'anno 2013, dove Sakamoto consegna ai lettori forse il suo manga più artisticamente affascinante, che scrive dopo esser rimasto folgorato da Le Rose di Versailles di Riyoko Ikeda: Innocent. Quest'opera è un racconto dalla doppia faccia, dove fasti, costumi e scintillii così come tutto lo sfarzo della vita di corte francese si scontrano con la crudeltà, il sangue, il dramma e la tragedia di un giovane uomo costretto ad un lavoro truculento. L'opera infatti prende spunto dal romanzo di Masakatsu Adachi e racconta la vita del più celebre boia della storia, Charles-Henri Sanson, figura realmente esistita durante la rivoluzione francese. Anche in questo caso Sakamoto si addentra nella mente, ci mostra tavole meravigliose, oniriche e allo stesso tempo impattanti. Ad Innocent seguirà nel 2015 Innocent Rouge, con cui ottiene nel 2021 l'Excellent Prize del Japan Media Arts Festival. Con Innocent Sakamoto abbandona definitivamente il cartaceo, affidandosi completamente al digitale, supportato da validi aiutanti, ai quali fa indossare costumi di scena di fine '800, alcuni dei quali cuciti da egli stesso, e fa svolgere loro i movimenti che intende illustrare. Questo permette all'artista di analizzare ogni espressione, ogni movimento muscolare e ogni sensazione per rendere il suo manga il più realistico possibile. Un lavoro certosino, che viene ripagato dallo stupore dei lettori. L'artista dichiara più volte che il passaggio al digitale è stato un passaggio quasi naturale, visto che le attrezzature che utilizzava solitamente non erano più in produzione e, allo stesso tempo, questo gli permetteva di essere più rapido, in linea con i tempi e rispetto al cartaceo garantiva a lui e al suo staff di lavorare simultaneamente alla stessa tavola, tra chi era più indicato per le scenografie, chi più sui costumi, chi più sui volti dei personaggi. 
 

Il mangaka, ormai sulla cresta dell'onda non si concede però pause, e il ritmo categorico delle produzioni manga viene intervallato con una corsa rilassante dove l'autore spesso si concentra anch'esso sulle sue emozioni individuali. Per Sakamoto infatti la corsa è un modo quotidiano di imporsi un obiettivo, anche minimo, e di raggiungerlo con soddisfazione. Non soltanto questo, Sakamoto infatti è anche emotivamente partecipe di tutte le vittime descritte nelle sue opere, The Climber e Innocent su tutte, e per questo motivo si reca al tempio costantemente per rivolgere una preghiera alle vittime delle sue opere, che a volte appunto sono personaggi realmente esistiti. 

Come dicevamo però l'autore non si ferma e nel 2021 pubblica #DRCL - Midnight Children dove si confronta con un altro mostro sacro della letteratura e con un personaggio battuto più volte e in varie forme: Dracula di Bram Stoker. La vocazione arrivò grazie ad un incontro con Usamaru Furuya, che lo fece riflettere e gli fece tirar fuori dal cassetto un vecchio sogno che vi aveva riposto, quello di scrivere un manga horror. Decise quindi di prendere la celeberrima opera di Stoker e concentrarsi oltre che sul personaggio di Dracula anche sugli sviluppi sociali che avvennero in quegli anni con il capitalismo, come l'ampliamento dei diritti per i lavoratori e le donne, allargandosi per la prima volta anche a tematiche queer. La sua missione è infatti quella di distruggere questa immagine preconcetta del mostro di Dracula aggiornandola all'era moderna, tenendo conto, ovviamente, dell'intento dell'opera originale e sfidando sé stesso. Grazie a #DRCL - Midnight Children Sakamoto ottiene l'Eisner Award nel 2024, a consacrazione e riconoscimento della sua arte anche al di fuori del Giappone. 
 

 
Concludendo questo approfondimento su un grande artista come Shin'ichi Sakamoto, di cui avete già letto le nostre interviste, il suo Showcase con il quale ha deliziato il pubblico del Napoli Comicon 2025 e le immagini della mostra a lui dedicata, "In corpore veritas", a cura di J-Pop Manga, possiamo tornare al punto di partenza, ossia quanto affrontato nell'introduzione. È a volte difficile riuscire a spiegare con le parole perché il fumetto si debba definire oggettivamente arte. Incontrando, analizzando e studiando questo autore abbiamo capito quanto sia maniacale la sua voglia di ricercare la perfezione, nei disegni ma anche nel tentativo di consegnare ai lettori storie in cui immedesimarsi, emozionarsi e riflettere. Storie che sì, nascono da eventi, da esperienze di vita vissute in prima persona, dove lo stesso mangaka trae beneficio nella creazione di personaggi o sceneggiature, ma allo stesso tempo che necessitano di una ricerca approfondita, di minuziosi particolari e di costante studio, che Sakamoto è in grado di portare poi su carta, stupendo nella sua determinazione anche illustri colleghi come il sensei Naoki Urasawa. Tuttavia le parole non sempre sono necessarie, così come le onomatopee nei manga di Sakamoto, basterebbe infatti affidarsi semplicemente alle emozioni, come quelle che proviamo noi, guardando queste meravigliose tavole, per definire il fumetto una vera e autentica arte.