Il 10 marzo scorso, in occasione del Tokyo Anime Award Festival, si è tenuto un incontro per discutere l'impatto della digitalizzazione nel mondo dell'animazione giapponese. I protagonisti del simposio sono stati tre veterani del settore: parliamo di Toshiyuki Inoue (key animator di Maquia - When the Promised Flower Blooms e Ghost in the Shell), Kiyotaka Oshiyama (regista di Flip Flappers e direttore dell'animazione di Devilman Crybaby) e Ryo-timo (regista di Yozakura Quartet - Hana no Uta e direttore dell'animazione di Birdy the Might: Decode). 
 
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Toshiyuki Inoue lavora nel campo dell'animazione da 35 anni e fa da maestro ai giovani animatori; Oshiyama lavora regolarmente con l'animazione digitale ed è attualmente alle prese con un progetto che ha portato avanti quasi esclusivamente da solo; Ryo-timo, invece, è uno degli animatori più coinvolti nella digitalizzazione e il suo lavoro a Birdy the Might ha dato il via ad un movimento di animazione "webgen".

Il termine "animazione digitale" si riferisce all'utilizzo di tablet e computer che occorrono al processo di animazione. I tre hanno spiegato che, ora, in Giappone, nell'industria degli anime, il processo di composizione e colorazione delle figure è completamente digitale nella maggior parte dei casi. Nonostante non si tratti ancora di una linea generale condivisa da tutti, sta diventando sempre più diffusa per le storyboard e le animazioni chiave, che sono disegnate su tablet. Ciò permette di snellire il processo di produzione e di finire prima il lavoro.

Inoue si è detto a favore di questo tipo di tendenza, anche se il rischio potrebbe essere quello, ancora una volta, dello sfruttamento degli animatori, conseguente ad un salario inadeguato. Perché? È molto semplice: gli animatori sono generalmente pagati proporzionalmente ai fotogrammi elaborati o ai disegni eseguiti. La digitalizzazione di questi processi provocherebbe un inevitabile calo del lavoro dei singoli, distribuendolo ad un numero più cospicuo di persone. "Voglio che l'industria [dell'animazione] riconosca in fretta che anche il lavoro di composizione che fa un animatore digitale vale più soldi.
 
Cosa si intende per animazione digitale?

Ecco perché Ryo-timo ha suggerito che un animatore digitale  dovrebbe essere pagato in base alle ore di lavoro, e non ai disegni o fotogrammi elaborati. Tutti e tre gli ospiti hanno sentenziato che, riguardo alla paga degli animatori, devono necessariamente essere attuati cambiamenti

D'altra parte, Oshiyama ha precisato che gli strumenti digitali possono garantire un lavoro qualitativamente elevato anche ad un piccolo gruppo di animatori. Ciò si rivelerebbe rivoluzionario per l'industria in generale, dato che le case di produzione potrebbero assumere meno animatori, pagarli di più e ridurre le tempistiche. La produttività subirebbe una decisa accelerata e calerebbero i costi di produzione. "Ma non deve passare il messaggio che, solo perché ci sono meno animatori, sia giusto pagarli di meno," precisa.

L'incontro si è concluso discutendo di alcuni dei problemi che, ad oggi, la produzione animata in Giappone deve fronteggiare. Ad esempio, la scarsità di bravi animatori che trainino il lavoro nella produzione o la troppa complessità del design dei personaggi che richiede un'attenzione sempre maggiore nel processo di animazione, che necessita così di troppo tempo, specialmente se paragonata al passato. 

"Ora che i processi di animazione stanno mutando, è il momento buono, come sempre d'altronde, di rivalutare i criteri di paga degli animatori," concordano infine i tre.


Fonte consultata:
Anime News Network