Alex Ziro: Npepata ti piacerebbe fare la recensione de La Matrigna?
Npepataecozz: Scusa perché dovrei farla io? Ho appena fatto quella sugli insettoni, la prossima è in programma per il 2024.
Alex Ziro: Dai! È un titolo che si adatta perfettamente al tuo modo di scrivere.
Npepataecozz: Guarda che potrei offendermi e lanciarti una maledizione voodoo.
*Alexiel*: A proposito di voodoo... Ragazze, è stato appena annunciato un nuovo yaoi, "metti lo spillone nel bambolone". Non vedo l'ora che esca.
Alex Ziro: Ma scusa, non eri stato tu a dire che questo manhwa aveva del potenziale?
Npepataecozz: Ho letto giusto i primi due capitoli e ho detto solo che "sembrava divertente".
Alex Ziro: Completalo allora.
Npepataecozz: Leggermi altri 49 capitoli? Naaaaa, troppo sbattimento.
Arashi84: Ma che ci stai a fare su AnimeClick?
Npepataecozz: Arashi, sono già diverse volte che ti ospito nelle mie recensioni ma dici sempre la stessa cosa. Com'è che non riesco a pensare per te una battuta diversa?
Tenshi5100: Ma dai, si tratta di un fumetto erotico... l'erotismo è bello... l'erotismo è fico... l'erotismo è l'apostrofo rosa fra le parole "ti" e...
Npepataecozz: Basta! Non voglio saperlo. Tenshi, ormai sono vecchio, non duro più 49 capitoli...
*Alexiel*: E se invece recensissimo uno yaoi? Magari il nuovissimo "Sette peni in Tibet", davvero bello e profondo, con personaggi che urlano... ehm volevo dire da urlo.
Npepataecozz: Sono d'accordo con lei, meglio se vi fate lo yaoi.
Alex Ziro: No, dev'essere La Matrigna.
Npepataecozz: Ma perché scusa?
Alex Ziro: Perché quella de La Matrigna è stata la scheda AnimeClick più visitata del 2020.
Npepataecozz: Adesso capisco! E quindi se la nostra utenza è composta in prevalenza da sporcaccioni, ci devo andare di mezzo io? Assolutamente no! Non cederò mai alle logiche di un mercato corrotto, ho una dignità da difendere!
Ironic74: Npepata devi fare la recensione de La Matrigna. E alla svelta.
Npepataecozz: Certo! Per caso vuoi che faccia pure altro visto che mi trovo?
*Alexiel*: Nel caso interessi è in arrivo un'altra opera yaoi molto interessante: "Tre uomini su una gamba".

Ebbene sì, ragazzi miei: sembra proprio che La Matrigna, all'apparenza un semplice manhwa erotico, sia riuscita in breve tempo a raggiungere nel mondo una fama superiore addirittura a quella raggiunta da ZatchBell. I motivi sono due. Il primo è stato l'asfissiante bombardamento subito per mesi e mesi da parte di quei siti che promuovevano questo nuovo gioiello della letteratura contemporanea. L'immagine de La Matrigna, con la celebre frase in didascalia "mio padre non deve saperlo", andava bene su tutto, dalla politica interna allo sport, dalla cronaca nera ad AnimeClick. Il secondo motivo, come già anticipato, è legato al fatto che l'utenza di AnimeClick è piena di pervertiti. Inutile cercare di negarlo, i numeri parlano chiaro: dall'inizio dell'anno la scheda de La Matrigna ha avuto la bellezza di 219.802,5 visite (lo 0,5 è un coitus interruptus). Nello stesso periodo, invece, Demon Slayer, il fenomeno dell'anno, ha totalizzato “la miseria” di 37.238 visite. No, ma davvero, vi rendete conto di quanto siete zozzoni? Con questi numeri io cambierei del tutto l'impostazione del sito, affiderei la direzione a tenshi5100 e farei annegare il sito nell'erotismo. E giuro che sono solo voci infondate quelle secondo cui il mio sogno proibito è quello di liberarmi finalmente di Ironic74, che invece è tanto buono e mi incita a lavorare sempre meglio e soprattutto di più.

Ma passiamo all'analisi dei contenuti di questa mirabile opera. Come sempre ci tengo ad avvertirvi che questa recensione conterrà pesanti spoiler su trama e personaggi, per cui se volete guardarvelo "al buio", vi consiglio di sospendere la lettura, godervi (senza esagerare che si diventa ciechi) il manhwa, e poi tornare qui e proseguire. È inoltre sempre attivo l'indirizzo di posta elettronica nuncescassà@notmail.it a cui potrete mandare critiche e rilievi vari nel caso in cui non gradiste la presente recensione; mi raccomando scrivete in massa, la risposta è sempre garantita.
 
La Matrigna: recensione semiseria del manhwa del millennio

Cominciamo con l'introduzione dei vari personaggi. Userò i nomi con cui si sono presentati la prima volta.
 
Sung-Ho Cho. È un imprenditore di successo, ma con poca fortuna in amore. Lavoratore indefesso ma decisamente fesso sentimentalmente, appena lo vedi ti viene subito voglia di mettergli le corna.
Ha-Jeon Song. È la nuova moglie di Sung-Ho. Molto più giovane di lui e decisamente incantevole, la donna si mostra da subito poco attratta dal marito, a cui non vuole concedersi, mentre sembra essere molto più ingolosita dalle qualità nascoste del figlio di lui, Jin-Woo.
Jin-Woo. Figlio di Sung-Ho, è la persona che tutti noi vorremmo essere: capelli rossi, intelligenza inferiore a quella di un carciofo, erede di un grosso patrimonio e di una grande impresa e dotato di un totano gigante grazie al quale riuscirà ad "ottenere le attenzioni" di qualunque patata che respiri.
Joon-Ji Park. Amica di vecchia data di Jin-Woo, è ovviamente innamorata del bel carciofo ed è disposta a giocare tutte le sue carte (che poi, in realtà, è una sola) pur di diventare la sua ragazza ufficiale.
Seol-Yeon Song. È la sorella della matrigna ed è un mix di malvagità, avidità, furbizia e perseveranza. Almeno sulla carta, nella realtà si dimostrerà essere più generosa di tutte la altre.

Presentati i personaggi, passiamo ad esaminare i contenuti principali dell'opera. Più che parlare della trama in generale, ho preferito descrivere direttamente le stranezze contenute nell'opera, perché attraverso esse è possibile capire pure la storia.
 
Non discriminate le zucchine!
 
Il manhwa si apre con il trasloco di Ha-Jeon nella sua nuova casa. Mentre gli operai trasportano all'interno degli scatoloni contenenti le sue cose, capitano due piccoli incidenti: in primis, uno degli scatoloni si impiglia nel vestito di Ha-Jeon proprio ad altezza vagina, strappando il suo bel completino. La ragazza, però, ha grande rispetto per le persone che lavorano e, sebbene abbia rischiato l'amputazione di un arto, mostra di non serbare rancore per l'accaduto. Fatti altri due passi, lo stesso operaio fa cadere a terra lo stesso scatolone che questa volta si rompe, rovesciando per terra il suo contenuto; all'interno della scatola, però, c'è solo frutta e verdura. Ci si aspetterebbe che Ha-Jeon usasse la stessa cortesia mostrata in precedenza: questa compagnia di traslochi è chiaramente composta da incapaci, però è anche vero che includere nel trasloco frutta e verdura è un'idea da imbecilli. E invece no, stavolta Ha-Jeon va su tutte le furie: "I vegetali non vanno discriminati, devono essere trattati con la stessa cura adoperata per tutti gli altri oggetti!". Poi raccoglie da terra una zucchina gigante e dalla forma decisamente ambigua e comincia a "coccolarla come se fosse un bambino". Infine, sdegnata, si ritira in camera sua.
 
La Matrigna: recensione semiseria del manhwa del millennio

Jin-Woo, preoccupato per lo strano comportamento della matrigna, decide di entrare nella sua stanza. La donna, però, forse per placare la sua ira, deve aver inghiottito un flaconcino intero di sonnifero perché giace semimorta sul letto e ha un sonno così pesante al punto che se il nostro sagace protagonista avesse deciso di ballare la macarena (cosa che, in realtà, quasi fa) sulla sua schiena, lei non si sarebbe svegliata comunque. Jin-Woo, conosciuto da tutti come un ragazzo sveglio, non ci trova nulla di strano; anche col suo scarso intuito, però, non può fare a meno di notare che Ha-Jeon sta stringendo quella strana zucchina gigante tra le gambe e proprio nell'inguine, in un modo che ecciterebbe chiunque avesse la fortuna di assistere alla scena. Da buon figlio devoto cercherà di estrarre la fastidiosa cocurbitacea ma con scarso successo: la stretta della matrigna è troppo forte. Dopo aver combinato un pasticcio dopo l'altro, il ragazzo riesce nell'impresa ma improvvisamente Ha-Jeon apre le gambe e mostra al suo neo-pargoletto tutta la mercanzia. Però Jin-Woo, a questo punto della storia, è ancora un bravo ragazzo e al grido di "Viva la mamma" si limita a coprire le sue grazie con una coperta.

La mattina seguente, Ha-Jeon decide di preparare una colazione speciale proprio a base di zucchine. Jin-Woo, che ha sempre odiato questo alimento, stavolta invece decide di abbuffarsi come un maiale, in quanto nella sua mente perversa si è fatta avanti l'idea che la sua matrigna abbia usato proprio la zucchina che il giorno prima aveva tra le gambe. A sollecitare ulteriormente l'appetito di questo pervertito è anche la frase di lei, secondo cui le sue di zucchine sono così buone perché condite con la sua "salsa speciale". La storia della zucchina non finisce qua, anzi avrà un ruolo decisivo nello svolgersi degli eventi; tuttavia non posso dilungarmi ulteriormente o finirei per parlare solo di questo argomento.
 
Joon-Ji, ovvero la fidanzata ufficiale
 
Joon-Ji è un personaggio che suscita compassione poiché, nel corso della storia, ne subirà di tutti i colori. Il catalogo delle violenze sopportate da questa povera disgraziata può essere riassunto in tre punti.

1. Violenza verbale. Prendiamo ad esempio il primo appuntamento di Jin-Woo e Joon-Ji. Nell'ordine: lei si tinge i capelli e si mette un vestito cortissimo, ma lui non è contento; lei gli annuncia che sarebbero stati soli e non anche in compagnia di altri amici, ma lui non è contento; lei gli dice, con fare sensuale, che sta pensando di disegnare fumetti per adulti e lui le ride in faccia; lei gli dice di voler andare in un motel e lui non è contento. All'interno del motel questa situazione surreale continua ancora per un po', con lei che provoca e lui che si lamenta. Manca solo che lei usi la segnaletica orizzontale, come in quel famoso meme, per fargli capire cosa vuole veramente da lui; ma temo che Jin-Woo si sarebbe lamentato anche in quel caso.

2. Violenza psicologica. Torniamo al motel. Dato che Jin-Woo è un tipo sveglio, Joon-Ji deve usare una serie di sofisticati stratagemmi per farlo spogliare senza che se ne accorga. A quel punto, però, perfino lui capisce quello che sta succedendo; tuttavia non è ancora convinto che quella sia la cosa giusta da fare. Allora, per intimorirla, prima comincia a decantare le grosse dimensioni del suo amico delle parti basse e poi comincia a farlo oscillare velocemente, terrorizzandola ancora di più. Alla fine, con un poco di sforzo, i due riescono finalmente a farlo; dopo aver resistito al colosso di Rodi, lei decide di fargli la fatidica domanda:"Mi ami?". Jin-Woo, falso come Giuda, le risponde che sì, crede di amarla. Peccato che poi già il giorno dopo non si farà risentire, ma sarà sempre lei, esasperata, ad andarlo a cercare.

3. Violenza fisica. Dopo il primo rapporto Joon-Ji diventerà un vero e proprio giocattolino sessuale per Jin-Woo, che la userà in modo ignobile per soddisfare tutti i suoi desideri sessuali quando la matrigna non sarà disponibile. Arriverà fino allo stupro; ma su questo non voglio fare ironia, passo oltre.
 
La Matrigna: recensione semiseria del manhwa del millennio
 
Non c'è sesso senza contatto
 
Questa, insieme alla storia della zucchina, è forse la fesseria più grande di tutto il manhwa. La matrigna decide di dare al suo nuovo figliolo delle lezioni teoriche su come condurre in modo corretto un rapporto sessuale con la sua nuova ragazza. Prima di cominciare, però, c'è un grosso problema da risolvere: fino a che punto i due potranno spingersi? La soluzione, ancora una volta, viene trovata da Ha-Jeon: se non c'è contatto diretto, non c'è neanche peccato. In pratica, quindi, se c'è un indumento qualsiasi che copre le parti del corpo che entreranno in contatto non ci sono problemi, è solo un'esercitazione e non sesso. Maniaci che bazzicate nelle metropolitane, prendete appunti, questa per voi è una scoperta rivoluzionaria.

Ovviamente i due finiranno per fare ogni sorta di zozzeria possibile dato che, secondo questa teoria, se metti il preservativo al capitone e se lei indossa una maglietta ed un paio di calze, anche se hai 450 orgasmi di fila non c'è stata alcuna attività sessuale. Il bello è che Jin-Woo crederà davvero a questa fesseria e quindi, finita la lezione, avvertirà la necessità di sperimentare praticamente ciò che aveva imparato solo in teoria. Con chi? Ma con la povera Joon-Ji naturalmente.
 
La Matrigna: recensione semiseria del manhwa del millennio
 
Il diabolico piano di Seol-Yeon
 
Se quanto raccontato finora lo trovate nei primissimi capitoli del manhwa, per trovare questa parte, invece, bisognerà andare un po' più avanti con la storia. Sung-Ho è un uomo distrutto: non solo la moglie non vuole proprio sapere di dargli... soddisfazione ma, a sua insaputa, lei continua a trombare come una coniglia proprio col sangue del suo sangue. Proprio quando sembrava che il vecchio avesse imboccato il viale del tramonto dello staffer di AnimeClick, ecco che nella sua vita entra Seol-Yeon, una bellissima donna che sembra essere attratta da lui. L'interesse della donna, tanto per cambiare, è puramente veniale: quello che Seol-Yeon vuole, infatti, sono solamente i suoi soldi. Per ottenerli ha elaborato un piano complesso e soprattutto raffinatissimo per estorcere soldi al riccastro. Esso si può riassumere più o meno così: fare sesso con lui; arrabbiarsi per futili motivi; farsi battere forte il cuore per una frase detta da lui; rifare sesso con lui. Questo ciclo verrà ripetuto diverse volte finché, invece del vecchio, è proprio Seol-Yeon a cedere: la donna confesserà tutto a Sung-Ho e rinuncerà ai suoi loschi propositi. Donne! Lascio l'indirizzo del bar in cui potrete trovarmi nel caso in cui qualcuna voglia mettere in atto con me lo stesso piano. Successo garantito, sono un gonzo dalla testa ai piedi.
 
La Matrigna: recensione semiseria del manhwa del millennio

L'analisi semiseria de La Matrigna termina qui. A questo punto, però, devo abbandonare per un attimo le vesti del recensore irriverente e fare un analisi un po' più seria di questo manhwa, un'opera che, nonostante i difetti finora evidenziati, è riuscita a superare di parecchio le mie scarse aspettative iniziali. La trama non è sicuramente un capolavoro letterario, è piena di forzature, buchi e contraddizioni; tuttavia non posso dire di averla trovata brutta, anzi direi che è moderatamente interessante. E, secondo i miei parametri di valutazione, il fatto che un prodotto destinato al mercato dell'erotismo si faccia leggere anche perché si vuol capire come si evolverà la storia è una qualità che eleva tantissimo il valore complessivo dell'opera.

Per quanto riguarda invece la valutazione della parte "zozza", come al solito mi ritirerò in bagno e lascerò la parola al mio amico del piano di sotto. Anche la valutazione data da John Wayne è positiva: le situazioni proposte sono abbastanza eccitanti, a volte stupide ma mai volgari. Usando le parole delle mie colleghe dello staff, il tipo di erotismo proposto è molto soft: i personaggi, cioè, fanno sesso, non la terza guerra mondiale. A volte possono essere un po' rudi, ma non c'è nulla di particolarmente schifoso.
 
Mi sarebbe piaciuto chiudere questa recensione come faccio di solito, ossia usando anche i commenti dell'utenza per rafforzare il giudizio finale. Peccato che, stavolta, non è stato lasciato nemmeno un commento. 220.000 visite e zero commenti. Siete proprio una banda di anonimi zozzoni. E anche se non c'è ancora nessuna testimonianza grafica a dimostrare la mia tesi, sappiate che so benissimo qual è la domanda che voi tutti vi state ponendo in questo momento: "Jenna è stanca della sua relazione con Namjoon, eppure è ancora gelosa di lui, ma perché?"

Il manhwa de La Matrigna potete leggerlo interamente sul sito ufficiale di Toomics.