Comincia esattamente venticinque anni fa l'avventura di Mobile Suit Gundam 8th MS Team, serie OAV uscita a partire dal 25 gennaio 1996 e fino al 25 luglio 1999. Tra i tanti prodotti animati dedicati al robottone dello studio Sunrise, è una delle serie più amate dai fan e richieste dagli appassionati alle fiere in Italia, dove è ancora inedita.
 
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È l'anno 0079, quello della cosiddetta "Guerra di un anno" che tutti i cultori della serie Gundam sicuramente conoscono. Quello che molti non sanno è il conflitto fra la Federazione Terrestre e il Principato di Zeon va oltre Amuro Ray e Char Aznable, ma è una realtà intorno a cui potenzialmente si possono inventare e narrare infinite storie parallele a quella mostrata nella storica serie del 1979.
Mobile Suit Gundam: 8th MS Team è una di queste.
Ambientata fra le giungle e i villaggi del pianeta Terra, è la storia di Shiro Amada, assegnato come sottotenente dell'ottavo plotone del reggimento Kojima. Attorno a lui, i suoi sottoposti e compagni: l'intrepida Karen, che ha coraggio da vendere e s'intende di medicina; il gigantesco e burbero Sanders, combattente dalla brutta fama; l'estroverso e farfallone Eledore, autore di canzoni d'amore strappato alla fama per essere gettato in guerra; il giovanissimo Michel, che vive il suo amore a distanza col terrore di vedervi porre disgraziatamente fine da un giorno all'altro.
Compito di Shiro e compagni è tenere sotto controllo una delle basi terrestri di Zeon, dove si sta studiando una potentissima arma segreta. Shiro, tuttavia, non riesce a togliersi dalla testa la bellissima ragazza che il destino gli ha messo sulla strada prima di arrivare sulla Terra e di cui si è follemente innamorato. Lei, Aina Sahalin, è stupenda, affascinante, intrepida, nobile... ed è la sorella di Ginias, il comandante della base zeoniana che il battaglione Kojima deve tenere d'occhio!
 

8th MS Team è una produzione più moderna e, seppur con diversi punti e un'ambientazione temporale in comune, ben diversa da Mobile Suit Gundam. In primis perché qui, eccezion fatta per il primo (ambientato nello spazio) e gli ultimi episodi (dove i combattimenti fra Mobile Suit si fanno più presenti), i Gundam contano davvero poco. Per il resto, saremo immersi in uno scenario esotico che ben poco ha a che fare con la fantascienza e gli immensi cieli del cosmo della serie storica. La guerra di 8th MS Team si fa sì a bordo di robot, ma sono robot prodotti in serie e di poca importanza, usati alla stregua di carri armati qualsiasi, a cui possono anche saltar via interi pezzi che verranno poi sostituiti con modelli di fortuna di diversi tipi o colori provenienti da altri mezzi, creando così dei robot decisamente meno "plastici" e belli da vedere rispetto a quelli della serie storica ma in qualche modo più reali.
Un'ambientazione molto spartana, laddove se anche non ci fossero i robot la guerra rimarrebbe ugualmente cruda e realistica, poiché più che ad un film di fantascienza qui sembra di stare in Apocalypse Now, complice anche il look militaresco e dismesso dei protagonisti (contrapposto alle impostate divise alla Guerre Stellari dei soldati di Zeon) e la presenza di un gruppo di guerriglieri terrestri "vecchio stile" che si unirà a loro diventando parte integrante del cast e contribuendo a creare un'atmosfera da guerra del Vietnam più che da Gundam.
 
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I piloti e i militari di questa serie non hanno capacità o attitudini particolari, non sono superuomini che godono di ottima reputazione nel loro esercito, ma semplici soldati, chiamati a combattere una guerra che - giustamente - non comprendono perché decisa dalle alte sfere e non da loro. Soldati, uomini, che hanno paura, ripensamenti, provano sentimenti decisamente umani. Ognuno dei membri del plotone di Shiro ha una sua storia passata e delle sue motivazioni, una vita passata dalla quale è stato strappato trovandosi catapultato in una guerra che non è sua, costretto ad odiare quelli di Zeon che sono uomini con dei sentimenti esattamente come lui.
Di quest'ultima cosa Shiro si renderà conto, portando 8th MS Team ad un livello più alto, dal simil-film di guerra del Vietnam che sembra essere nei primi episodi.
Sarà l'amore, il sentimento purissimo e innocente che sboccerà fra Shiro e Aina, a diventare il motore della storia, dandole vigore e innalzandola nelle tematiche. È giusto uccidere degli altri uomini in nome di una guerra che ci è stata imposta e di cui non conosciamo l'origine? Si può amare qualcuno che invece ti impongono di odiare? Può l'amore superare l'odio, la vendetta, i conflitti, e trionfare sopra ogni altra cosa?
Per scoprirlo, allo spettatore non resta che partire per questo bel viaggio in un mondo che poi tanto fantascientifico non è ma che anzi è credibile e realistico quasi fosse il nostro (poiché in fondo, anche se in una realtà alternativa, lo è).
 
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8th MS Team è un'opera anni '90, e si vede. Sprizza anni '90 da tutti i pori: dallo stile di disegno garbatissimo (che strizza l'occhio a produzioni di quegli anni come Oh, mia dea e anticipa di qualche anno l'atmosfera di Cowboy Bebop, con cui condivide il character designer, Toshihiro Kawamoto), al cast di personaggi che presenta qui degli archetipi ben precisi che possiamo ritrovare in moltissime altre opere coeve o di poco successive, da Jura Tripper a Digimon; passando per l'atmosfera tropicale mista a tecnologie futuristiche, che non può non ricordarci un certo Cadillacs & Dinosaurs o un certo Metal Slug.
Il livello tecnico dell'anime è elevatissimo. La grafica è curatissima e fa un certo effetto vedere quegli stessi robot conosciuti nello stile anni '70 della prima serie che ora si affrontano in battaglie coloratissime, fluide e spettacolari. I combattimenti sono davvero una gioia per gli occhi, fluidi e ben orchestrati come sono, e riescono a interessare e a stupire.
Molto ben curato anche il doppiaggio, che schiera alcuni dei migliori seiyuu dell'epoca, come Nobuyuki Hiyama (doppiatore che solitamente non apprezzo ma che come Shiro è stato davvero convincente), Kikuko Inoue, Ichiro Nagai, Tessho Genda e Mami Koyama.
Menzione d'onore per la splendida colonna sonora interpretata dalla brava Chihiro Yonekura: canzoni orecchiabili, ora frizzanti, ora piacevolmente romantiche, ora capaci di sciogliere il cuore di chi le ascolta.
 

A onor del vero, 8th MS Team non è privo di difetti. Bisogna dire che il finale dell'opera fa un po' storcere il naso, in quanto l'undicesimo e ultimo episodio (che in realtà, complessivamente, è il dodicesimo perché dopo l'ottavo c'è un episodio "8bis", "Miller's Report", a metà fra il riassunto dei punti salienti della storia e un raccordo che spiega fatti della storia non raccontati nell'episodio 8 ma necessari a capire ciò che accade nel 9) si chiude con un finale ad effetto e molto toccante, ma un po' troppo aperto. Tutto ciò è conseguenza di uno spiacevole episodio avvenuto durante la realizzazione della serie, che ne ha compromesso il risultato finale: il regista originale della serie, Takeyuki Kanda, ha purtroppo perso la vita mentre la serie era ancora in fase di realizazione e lo staff si è dunque trovato a dover completare la vicenda sulla base dei pochi appunti da lui lasciati, e mettendoci molto del suo.
Per rimediare al finale poco soddisfacente dell'undicesima puntata, gli autori hanno realizzato un ulteriore episodio conclusivo, "Last resort", ambientato diverso tempo dopo la narrazione dei precedenti, che però offre risposta soltanto alla più scontata delle domande che lo spettatore si poneva, mentre per il resto non spiega cosa è accaduto agli altri personaggi e perde tempo nel raccontare una storia "filler" relativa a nuovi personaggi - piuttosto irritanti peraltro - di cui allo spettatore poco importa.
 
Finale a parte, 8th MS Team merita indubbiamente una visione. È una serie apparentemente più "easygoing" rispetto al suo fratellone del 1979, pur raccontando una storia ambientata nello stesso momento, ma col proseguire degli episodi si fa più interessante e avvincente, riuscendo a trattare temi molto importanti e mettendo in scena una delle storie d'amore più toccanti mai raccontate.
Il comparto tecnico di ottimo livello e l'atmosfera anni '90 che emana, oltre alla simpatia dei personaggi cui viene spontaneo affezionarsi nonostante siano in qualche modo "già visti", rendono questa serie davvero godibile. Un piacevolissimo divertissement che approfondisce sotto una nuova luce quanto visto nella serie Mobile Suit Gundam, a cui gli appassionati potranno qui divertirsi a trovare camei e citazioni, sia di personaggi (memorabile il cameo di Gihren Zabi, sempre magistralmente doppiato da Banjou Ginga, nel primo episodio) o eventi che di robot o mezzi da combattimento.
Una serie di ottimo livello, che senza dubbio merita un'occhiata, ma che, purtroppo, rimane meno nel cuore dello spettatore per via di un finale non all'altezza. Tuttavia, i suoi personaggi, le sue atmosfere e le sue musiche non si dimenticheranno così facilmente, così come il grande messaggio di speranza e di amore che vuole lanciare a chi la guarda.
Un grande inno all'amore e alla vita, anche all'interno del più insensato dei conflitti, purtroppo non perfetto ma certamente valido. Da vedere se si è apprezzata la prima serie Gundam del 1979, di cui costituisce un'interessantissima variazione sul tema.

Si ringrazia Jacopo Misté, autore del saggio Guida ai super e real robot. L'animazione robotica giapponese dal 1980 al 1999, per le informazioni.