"Proprio come pensavo. Sei più carina quando ridi che quando piangi."

Chi ha più di trent'anni e forse anche qualcosa di più, non potrà non provare un brivido a sentire queste parole. Una frase tanto semplice che però è rimasta scolpita nella mente e nei cuori di molte bambine e ragazze cresciute negli anni Ottanta, quando un'opera che arrivava da un paese molto lontano sbarcò sia sui teleschermi che nelle edicole, creando un vero e proprio fenomeno pop che dura ancora oggi. Sto parlando di Candy Candy, icona di un'epoca che con le sue (dis)avventure fece sognare più di una generazione e che è tornata fra noi sotto forma di romanzo pubblicato ad opera della casa editrice Kappalab.
 

La storia narra la vita di Candice White, per tutti Candy, orfana cresciuta nell'accogliente Casa di Pony, in seguito adottata dalla facoltosa famiglia Ardlay. Andando dai primi del Novecento all’avvento della Grande Guerra, dall'America all'Inghilterra, seguiamo Candy nella sua ricerca costante della felicità attraverso la speranza e la determinazione, senza arrendersi mai.
Molti sono i personaggi che ruotano attorno alla ragazza prima e alla giovane donna poi: da Anthony, che crea per lei la rosa Dolce Candy, al tenebroso aspirante attore Terence, dall’ineffabile Albert ai generosi Stair, Archie, Annie e Patty, fino all’eccentrico e misterioso benefattore, il famoso prozio William, che la adotta senza mai palesarsi, e non ultimo il misterioso Principe della Collina, che la convince da bambina ad affrontare la vita col sorriso sulle labbra.
 

Chi di noi non vorrebbe riavere fra le mani le tavole splendidamente illustrate da Yumiko Igarashi? Purtroppo dobbiamo "accontentarci" di scovare nei mercatini qualche numero della rivista edita dalla Fabbri. Infatti da quasi trent’anni le due autrici di Candy Candy, Kyoko Mizuki, pseudonimo di Keiko Nagita (autrice del romanzo originale e sceneggiatrice del fumetto) e Yumiko Igarashi (disegnatrice) litigano per l’assegnazione dei diritti d’autore e per lo sfruttamento commerciale dell’opera.
Nel 2001 un tribunale ha assegnato i diritti d’autore di Candy Candy al 50% fra le due autrici, le quali non raggiungendo un accordo economico si rifiutano di collaborare e ciò impedisce qualsiasi riproduzione del fumetto, del cartone animato o di ogni altro media visivo collegato a Candy. Quindi? In nostro soccorso arriva la Kappalab con "Candy Candy Il Romanzo Completo" in cui ripercorriamo sotto forma appunto di romanzo tutta la storia raccontata nel manga.
 

Scritto nel 1978, Keiko Nagita l'ha rivisitato nel 2010, ottenendo così le quasi 500 pagine del romanzo finale, suddivise in tre parti, l'ultima delle quali sotto forma epistolare. Il romanzo fu pubblicato solo in Giappone fino al dicembre 2014, anno in cui è stata editata la prima edizione estera che, per espresso volere dell'autrice, è stata quella in lingua italiana.
Alla fine del 2020 è uscita poi l'edizione definitiva sempre ad opera della Kappalab, che aveva curato anche la prima. L’autrice ha concesso una prefazione esclusiva, ha collaborato attivamente con la casa editrice nel riportare i nomi di alcuni personaggi, foneticamente travisati nell'edizione televisiva italiana, alla loro versione originale e ha chiuso il volume con una postfazione in cui ci racconta il percorso dell'opera, dalla genesi di Candy Candy fino alla prima pubblicazione del romanzo fuori dai confini del Sol Levante.
 

La copertina del nuovo romanzo è opera di Leonardo Kun Usami, artista italo giapponese che ha lavorato con Makoto Shinkai e che noi di Animeclick abbiamo avuto l'onore di intervistare. Non potendo appunto usare nessun riferimento grafico che richiamasse le fattezze della protagonista, Usami si è concentrato sulle atmosfere che potessero rievocare il mood dell'opera, scegliendo quindi due elementi molto presenti nella storia, quali le rose e il cancello davanti al quale la protagonista incontra il suo primo amore.
Iniziando la lettura, quello che colpisce subito è che qui sia Candy a raccontarci in prima persona la sua avventurosa gioventù, svelando anche dettagli finora inediti della sua vita da adulta. Nelle primissime pagine infatti la troviamo a Londra, nella sua casa, in cui vive con un fantomatico "Lui", intenta a scrivere una lettera a Miss Pony. Iniziano a riaffiorare i ricordi e assieme ad essi il racconto della rocambolesca esistenza di Candice.
 

Le pagine scorrono veloci, fedelissime fin nei minimi dettagli agli avvenimenti e ai dialoghi presenti nel manga, tanto che pare di avere davanti le tavole. Le stesse emozioni provate decenni fa riaffioreranno immutate oggi: indignazione per le angherie perpetrate da Eliza e Neal, dolore per i lutti che costellano la gioventù della ragazza, batticuore all'arrivo del fascinoso Terence che con i suoi modi bruschi ma dolci al tempo stesso e le sue camicie bianche di seta aveva fatto innamorare più di una di noi. L'autrice chiude l'opera senza svelarci chi sia il "lui" con cui Candy ha raggiunto finalmente la felicità: sta ad ogni lettore decidere con chi preferisce vederla accoppiata.
 

Lo stile è molto semplice, quasi banale si potrebbe dire, ma proprio per questo estremamente efficace nel riportare in vita i disegni della Igarashi. Se all'inizio il lettore più adulto potrà forse storcere un po' il naso di fronte ad una prosa priva di grandi velleità, senza sapere bene come, ci si ritroverà però a divorare le pagine, quasi ansiosi di sapere cosa succederà, pur conoscendo bene la trama.
L'ultima parte è redatta in forma epistolare e questo permette all'autrice di condensare in duecento pagine circa una consistente porzione di storia, che va dalla partenza di Candy dall'Istituto Saint Paul a Londra fino alla scoperta della vera identità dello zio William, spingendosi ancora un po' oltre. Questo all'inizio mi è un po' dispiaciuto, essendo molto legata a diverse scene madri che avvengono proprio in questa porzione di storia.
 
"Ti prego... restiamo così...solo per un attimo ancora..."

Così condensate e sfilacciate in varie lettere temevo che perdessero il loro pathos: in parte invece mi sono dovuta ricredere. Alcuni momenti salienti, pur condensati in poche righe, faranno comunque commuovere il lettore.
Ammetto però che nonostante l'escamotage delle lettere sia davvero efficace per mantenere alta l'attenzione evitando al tempo stesso di avere un libro grande quanto un vocabolario, anche di difficile gestione nella lettura, avrei preferito maggior respiro per una storia a cui sono tanto legata.
 

L'edizione della Kappalab è buona: il formato rende piacevole e agevole la lettura e nonostante le 500 pagine, non è troppo pesante e si sfoglia facilmente. Come già detto in precedenza, la copertina è davvero notevole ed è un piacere da ammirare. Ci si imbatte in qualche refuso, ma cose di poco conto che non pregiudicano affatto la comprensione della frase.
 
Candy Candy è un pezzo della mia infanzia, uno dei tanti "traumi" a cui la mia generazione è sopravvissuta. Questo libro permette di rivivere le emozioni provate allora e ritrovarle intatte, nascoste nelle pieghe della memoria, è un piacere che si unisce ad un genuino stupore. Non sarà un capolavoro della letteratura moderna, ma è sicuramente una lettura molto piacevole e scorrevole per (ri)scoprire un'icona dei nostri tempi.