Ogni leggenda ha un inizio, alcune anche una fine, ma qui ci interessa soprattutto l’inizio: non solo l’inizio dell’anime Dr. Slump & Arale, adattamento televisivo del primo manga di grande successo del mitico Akira Toriyama, ma anche di una fascia oraria potentissima, di un autentico fenomeno di costume e di una collaborazione tra due superpotenze nipponiche che continua, con grande successo, ancora oggi.
Ma partiamo dal principio…

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Siamo nel 1981, e ormai da qualche anno, il manga Dr. Slump sta avendo un successo strepitoso sulle pagine di Weekly Shonen Jump: inevitabile, dunque, che prima o poi qualcuno ci mettesse gli occhi addosso per farne un anime, ma il percorso che lo portò in tv fu lungo e assai tortuoso.
In principio ci fu Il Piccolo Bonzo: la serie, ormai in onda da diversi anni, stava perdendo popolarità e spettatori, e TV Asahi era alla ricerca di un nuovo anime per sostituirlo.
Naoko Takahashi, appena promossa al dipartimento di pianificazione di anime per Toei Animation, propose proprio Dr. Slump, ma le trattative si arenarono per via di un mancato accordo con Shueisha.

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Il grosso ostacolo che si frapponeva tra Dr. Slump e il magico mondo dell’animazione si chiamava Shigeo Nishimura, redattore capo di Weekly Shonen Jump.
Nishimura non vedeva di buon occhio gli adattamenti anime dei manga, perché temeva che, seguendo l’anime, gli spettatori avrebbero smesso di comprare il cartaceo, o che la fine dell’anime potesse comportare un grave calo di popolarità del manga stesso: questi timori sono soprattutto legati alla brutta esperienza avuta quando venne animata la serie Skyers 5, i cui contenuti differivano talmente tanto tra anime e manga da danneggiarsi a vicenda.
In Toei non si diedero, però, per vinti, perché il presidente Chiaki Amada credeva nel progetto di Naoko Takahashi e la spinse a proporlo a Fuji TV.
Shueisha resistette tenacemente alle proposte di Fuji TV per molto tempo, finché (forse anche per sfinimento), non si decise di concedere effettivamente all’emittente e a Toei di animare Dr. Slump, ma con un mantenimento totale dei diritti al mangaka originale, e la possibilità dello staff di Shueisha di mettere bocca sulle decisioni prese da Toei durante la lavorazione.
Shueisha decise quindi di affidare la supervisione dell’anime a un suo editor, e quell’editor fu Kazuhiko Torishima.

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Nato in un paesino sperduto e cresciuto a pane e romanzi occidentali, Torishima è stato un editor di Shonen Jump particolarmente noto per la sua severità: numerose le volte in cui venne preso in giro da Toriyama all’interno dei suoi fumetti, tanto da creare il personaggio del terribile dottor Mashirito.
La severità di Torishima “il cestinatore” venne messa a dura prova sin da subito: Toei propose, infatti, di cambiare il titolo dell’opera in “Arale-chan” per cavalcare la popolarità del personaggio, eliminando totalmente dal nome il Dr. Slump; si decise, infine, di trovare una giusta via di mezzo, e la serie venne ribattezzata “Dr. Slump & Arale-chan”; tuttavia, i disguidi tra Shueisha e Toei non erano ancora finiti.

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Torishima ha infatti raccontato in diverse interviste che la prima collaborazione tra Toei e Shueisha fu difficoltosa, perché spesso venivano cambiati elementi della serie senza consultare la casa editrice se non a cose fatte, con la necessità di correggere il tutto in un secondo tempo.
Un esempio lampante lo si ha nell’episodio 7, in due diversi frangenti: in una scena del manga, la studentessa Akane sta bevendo alcolici in classe, e viene severamente punita dalla sua insegnante, la signorina Midori; una minorenne che fa uso di alcol dev’essere stata indigesta agli uffici Toei, che decisero, nell’anime, di minimizzare il tutto facendole mangiare dei cioccolatini al liquore; notiamo come, nel remake di Dr. Slump del 1997, nella medesima scena la bevanda alcolica è stata mantenuta, anche nell’adattamento italiano di Mediaset: Toei si spinse, dunque, dove neanche le censure del biscione hanno mai osato andare.

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Poco più tardi, nello stesso episodio, avviene quello che potremmo definire un crimine nei confronti della serie: Arale sta correndo per la strada quando a un tratto si ferma a raccogliere qualcosa da terra, ma non è quel che pensate voi…
Al posto di quella che, nel manga, è ovviamente una cacca, tra le mani della robottina si trova infatti un serpentello arrotolato della medesima forma!
La censura della cacca in serpente prosegue anche alcuni episodi dopo, ma palesemente Torishima deve aver fatto sentire la sua voce, perché più tardi, la mitica cacca rosa fa finalmente la sua comparsa, anche se, per un periodo, a ogni sua apparizione c’è sempre qualche personaggio che si scusa con gli spettatori per aver mostrato cose così sgradevoli all’ora di cena.

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Dr. Slump & Arale andava infatti in onda dalle 19:00 alle 19:30 su Fuji TV nella stragrande maggioranza delle prefetture del Giappone, e dire che, nonostante tutte le difficoltà di lavorazione, ebbe successo di pubblico, sarebbe minimizzare largamente: la serie ebbe una media del 22,7% di share nella zona del Kanto, la media più alta nella storia degli adattamenti animati dei manga di Jump; questo portò le emittenti rivali a dover cancellare le loro serie in quella stessa fascia oraria, tra cui Astro Boy; l’episodio di maggior successo fu il numero 34 (quello con la prima apparizione di Chivil), del 16 dicembre 1981, che raggiunse uno share del 36,9%.
La serie piacque a un gran numero di persone di ogni età: il suo target primario erano gli adolescenti maschi, in quanto tratto da un manga shonen, tuttavia aveva forte presa anche sui bambini per via dei vari animaletti parlanti e della forte presenza di Arale (elementi, peraltro, che l’anime intensifica parecchio rispetto al manga) e sulle ragazze di ogni età, che facevano spesso uso di accessori legati alla serie.

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E a proposito di accessori legati alla serie: Dr. Slump & Arale fu un’autentica bomba di merchandising, con prodotti di ogni genere: si calcola che, nel 1981, ci fossero più di 700 articoli ispirati ad Arale sul mercato da 70 aziende diverse, e che il 50% delle vendite di questi articoli fosse attribuibile ai negozi di cartoleria.
Questo boom cominciò, tuttavia, ad affievolirsi intorno alla fine del 1982, cosa che causò non pochi problemi ai commercianti che continuavano a richiedere articoli sulla serie e se ne trovarono numerosissimi invenduti.
Qui in Italia, la serie debuttò con la prima cinquantina di episodi su Rete 4 nel 1983, per poi passare a rotazione nelle tv locali per diversi anni; venne, poi, recuperata da Mediaset nei primi anni 2000 sull’onda del successo di Dragon Ball, e ridoppiata per intero insieme al suo remake anni ’90.
Anche i (numerosi) film legati alla serie sono stati in gran parte doppiati in italiano, ma con uno staff ancora diverso rispetto alle due edizioni dell’anime, e pubblicati esclusivamente in videocassetta.

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Un grosso problema dell’anime furono sempre i tempi dilatati e gli eventi rielaborati e riposizionati rispetto al manga originale: un esempio colossale lo si ha col matrimonio tra Senbee e Midori, trasposto in animazione un anno e otto mesi dopo la sua realizzazione cartacea, con diverse storie “post matrimonio” adattate comunque, compreso il viaggio di nozze movimentato che venne trasformato in una semplice gita.
Questa brutta abitudine divenne particolarmente dannosa nel marzo dell’85, quando venne trasposto in animazione l’ultimo capitolo del manga e la serie venne allungata con nuove storie esclusive dell’anime per praticamente 12 mesi, cambiando anche la storica sigla d’apertura e provocando un crollo degli ascolti del 20%.
Ciononostante, l’episodio finale ottenne il 27,6% di share e un gran successo di pubblico.
Questo perché una delle politiche di Shueisha era (e forse è tutt’ora) quella di non dare l’ok alla trasposizione anime di un suo manga prima che fosse passato almeno un anno dall’inizio della sua pubblicazione su rivista, quindi, per animare il manga che avrebbe ereditato la fascia oraria di Dr. Slump & Arale (e sono sicuro che già sapete che manga fosse) fu necessario aspettare, allungare, fillerare anche quando non c’erano più buchi da riempire.

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Problemi di filler, di incomprensioni e di censure a parte, Dr. Slump & Arale sarà sempre ricordato come un anime leggendario, per i suoi successi e per la sua eredità: quella fascia oraria, infatti, le 19:00 del mercoledì, fu prospera non solo durante la sua trasmissione, ma anche per anni e anni a venire.
Finito Dr. Slump & Arale, il suo posto venne preso, naturalmente, da Dragon Ball, con conseguente enorme successo suo e delle serie Z e GT, e le opere animate di Akira Toriyama vennero accompagnate, alle 19:30, da Lamù prima e Maison Ikkoku poi, andando ad accontentare tantissimi tipi diversi di pubblico.
Concluso Dragon Ball GT, per mantenere “forte” quello che ormai era diventato “l’orario degli anime di Akira Toriyama”, si decise di realizzare un remake di Dr. Slump & Arale nel 1997, che durò più o meno un anno e mezzo.
Concluso anche il remake, Toei si trovò nella difficoltosa situazione di dover riempire un vuoto, quello delle opere di Akira Toriyama ormai animate tutte (e anche di più, vedi, appunto, Dragon Ball GT), con qualcosa che fosse all’altezza.
Dopo un mesetto di pausa, comincerà l’adattamento animato dell’opera prescelta per essere l’erede di Dragon Ball e del mondo di Akira Toriyama tutto in quella fascia oraria, dove rimarrà fino al 2001, quando verrà spostata alla domenica e gli anime abbandoneranno definitivamente quello slot.
La serie in questione, che si trovò sulle spalle il peso delle aspettative di quindici anni di successo di pubblico, si chiama One Piece.

Fonti consultate:
Turtime Machine Blog, Wikipedia jp