Le Olimpiadi sembrano portare bene alla serie Hilary che ritorna sulla tv in chiaro dopo qualche tempo e per la prima in una nuova versione rimasterizzata in alta definizione. La vedremo infatti nella mattina di Italia1  dalle 8:39 in quello che, se confermato, sarà un doppio appuntamento fino al 20 agosto dove ce ne sarà uno solo.

 
 
Trama: Hikari Kamijo è una vivace studentessa con la passione per la ginnastica ritmica che si allena duramente per realizzare il suo sogno di diventare, in futuro, una campionessa olimpionica. Accanto a lei, l’ammirata senpai Hazuki Shina, posata stella del club scolastico di ginnastica ritmica e fedele amica e rivale di Hikari, sia sulla pedana sia in amore. Il cuore di entrambe, infatti, batte per il bel Takaaki Ooishi, loro compagno di scuola, amico e promettente ginnasta, che sembra essere legato sentimentalmente ad ambedue le ragazze. Il triangolo si complica con l’entrata in scena di Mao Natsukawa, compagno di scuola di Hikari e membro di una promettente rock band, che si dichiara innamorato della ragazza e disposto a farle da personale accompagnatore, realizzando in prima persona le musiche per le sue esibizioni ginniche.


Andato in onda tra il maggio e il settembre del 1986 sulle tv giapponesi, è l'adattamento del manga  di Izumi Asou, per la regia di Tomomi Mochizuki. La casa di produzione che se ne occupa è la Tatsunoko (nota per diverse serie supereroistiche o per bambini), qui in una delle sue poche incursioni nel genere shojo.
La serie vanta una buona grafica e una colonna sonora davvero molto gradevole. Così come nel manga, difatti, grande risalto è dato all’elemento musicale, che accompagna i personaggi, sia sotto forma delle splendide melodie orchestrate in sottofondo alle esibizioni ginniche delle protagoniste, sia come gli scatenati ritmi rock suonati da Mao e dalla sua band, che spesso fanno da sottofondo alle scene più romantiche o quotidiane degli episodi. Dal momento che la serie animata era entrata in produzione quando il manga era ancora nel bel mezzo del suo svolgimento, era logico supporre che ci sarebbero state diverse variazioni. Manga e anime, difatti, sono profondamente diversi, pur condividendo la stessa trama di base.
Sfortunatamente, però, la serie ottenne degli ascolti molto bassi e lo staff fu costretto a chiudere baracca prima del previsto. Soltanto 19 dei 26 episodi accordati furono effettivamente realizzati e la serie fu chiusa con un finale aperto ben poco soddisfacente, lasciando senza un adattamento animato i restanti tre quarti del manga e il loro grande carico di sfide sportive e di nuovi personaggi provenienti da tutto il mondo.
Nonostante l’insuccesso, si decise di dare un’ulteriore chance alla serie televisiva, che fu replicata una seconda volta nella seconda metà del 1988, in concomitanza con le tanto attese Olimpiadi di Seoul che avevano acceso nei cuori dei giapponesi la passione per lo sport e per la ginnastica ritmica.
E’ l’occasione, per Hikari no densetsu, di farsi notare maggiormente anche a livello internazionale, dato che proprio in questo periodo la serie comincia ad essere acquistata per la trasmissione in diversi paesi europei.
 
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Nel corso del 1988, la serie animata di Hikari no densetsu fa il giro dell’Europa, venendo programmata sulle reti televisive di diversi paesi, come ad esempio Francia, Spagna e Germania, e riscuotendo un successo ben più grande dello scarso riscontro ottenuto in patria.
Fra i vari paesi raggiunti dalla serie vi è anche l’Italia, dove il cartone animato viene trasmesso in quello stesso anno dalle reti Fininvest (oggi Mediaset).
L’edizione italiana, come da trend di quegli anni, cambia il titolo alla serie, che viene ribattezzata Hilary, come il nome dato alla protagonista (che da Hikari Kamijo diventa Hilary Kamiji).
Altri personaggi non riscontrano maggior fortuna, dato che Takaaki Ooishi diventa Willy, Hazuki Shina diventa Debby Shina e Mao Natsukawa diventa Federico. Anche alla maggior parte delle ginnaste “di sfondo”, che non hanno una parte molto attiva nella storia principale ma che partecipano alle gare e perciò vengono citate viene cambiato il nome, mantenendone però il cognome giapponese. Avremo così risultati di dubbio gusto come Sara Kido o Nicoletta Sakura.
Il doppiaggio, a dire il vero piuttosto sottotono rispetto a molte altre serie realizzate in quel periodo, schiera comunque diversi nomi importanti a dar voce ai personaggi. Nel ruolo di Hilary c’è Paola Maralli, pseudonimo della compianta Paola Tovaglia (1965 – 1994), doppiatrice, conduttrice e autrice di programmi per ragazzi, nota fra le altre cose come Kazuya/Paolo in Orange Road e Milly in Milly, un giorno dopo l’altro, per la conduzione di Ciao Ciao e per i suoi ruoli legati ai telefilm di Kiss me Licia.
Willy, Debby e Federico sono invece affidati rispettivamente a Gabriele Calindri (Satomi in Kiss me Licia, Kazuya/Kim in Touch), Patrizia Salmoiraghi (Alice in Proteggi la mia terra, Alcione in Rayearth) e Luigi Rosa (Tatsuya/Tom in Touch, Max in Mighty Max, Hyoga/Crystal in Saint Seiya). Altri celebri doppiatori coinvolti in ruoli di secondo piano sono Daniela FavaMarcella SilvestriAlessandra KarpoffGiovanni BattezzatoStefania PatrunoFranco GambaMaurizio Scattorin e Luca Semeraro.
Nonostante il cambio dei nomi, non sono state apportate censure di sorta, dato che l’ambientazione nipponica della storia è stata mantenuta.
Le due sigle giapponesi sono state eliminate e sostituite da un fortunato brano cantato da Cristina D’Avena (presente peraltro nelle compilation di Fivelandia per ben due anni di fila, il 1988 e il 1989), ma le molte canzoni originali presenti in sottofondo agli episodi e anche le stesse sigle, quando presenti dentro gli episodi, sono state mantenute, seppur ricantate in italiano con un buon risultato.

 
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Pur non diventando un grosso fenomeno mediatico come invece toccato ad altre serie del periodo, Hilary ottiene un ottimo riscontro di pubblico che garantisce alla serie diverse repliche sui vari canali Fininvest/Mediaset nel corso degli anni, una breve apparizione sotto forma di anime comics sul Corriere dei Piccoli nel corso degli anni ’80, la pubblicazione in videocassetta da parte di Yamato Video, diverse repliche televisive su svariati canali come Boing e Cooltoon (dove è attualmente replicata spesso e volentieri a partire dallo scorso anno) e, non ultima, la pubblicazione del manga, edito da Star Comics dal 2003 al 2004 col titolo La leggenda di Hikari, in sedici volumetti fedeli agli originali giapponesi.

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