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9.0/10
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Mi sono imbattuta per puro caso nell’opening di questo anime e in un certo senso mi ha subito colpita. La realtà del riformatorio di Shonan si muove spontaneamente verso quella che è l’incredibile somiglianza nei confronti della società attuale. Il profondo senso di dolore, che sia esso fisico o morale, incarnato nell’animo di sei ragazzi condannati, in nome di quella che dovrebbe essere la giustizia, a patire le sofferenze di quel luogo dove tutto regna, fuorché la giustizia.

Non è facile recensire “Rainbow”. Si tratta di un anime che mi ha segnata dal profondo. È un concentrato di emozioni e ideali che emergono così chiaramente da farti andare il cuore in tilt, non il cervello.
La grandezza di “Rainbow” sta nell’elevata capacità da parte dei realizzatori di ergere questa serie nonostante si partisse dal presupposto che non si sarebbe trattato di una trama alquanto “leggera” e dagli sviluppi facilmente digeribili. Non solo. Dopo quello che è, purtroppo, l’evento che fa terminare la prima parte, sembra quasi inutile andare avanti, sembra che tutto finisca lì, che non ci sia più nulla da fare e verrebbe voglia di accantonare tutto. E invece no. L’anime continua e sei spronato a continuare per sapere. Ti chiedi: “E ora? Che ne sarà di loro?”. E proseguendo con gli episodi ti rendi conto che forse, purtroppo, era qualcosa di inevitabile, che doveva succedere. Ed ecco che, tra incomprensioni e divergenze, si fortifica quello che è il profondo sentimento dell’amicizia, che in questa serie spicca, riuscendo a proiettarsi perfettamente nell’animo dello spettatore, che a sua volta riesce a calarsi nei panni dei personaggi e a scorgere, attraverso i loro occhi, quella dura realtà.

Nulla è scontato: è questo l’altro punto forte di “Rainbow”. Infatti più volte capita di avere la certezza che alla fine vada tutto bene, che quel determinato personaggio riesca nel suo intento, ma non è così. E credo che “Rainbow” voglia fare proprio questo: smentire ogni possibile certezza, per rispecchiare al meglio le difficoltà riscontrabili nella vita. La vita va avanti, nonostante i numerosi insuccessi, perché non tutto va sempre come desideri. A tal proposito, è incredibile la caratterizzazione dei personaggi, che ci vengono presentati nel pieno della loro originalità, che fuoriescono dai soliti stereotipi e che finalmente sono dotati di un’anima.
Un’ottima trovata, inoltre, è stata quella di inserire una voce narrante fuori luogo che dà all’anime quel tocco poetico che non guasta affatto, catapultandoci nella psicologia dei personaggi e permettendoci di riscoprirne le tensioni che li tormentano.
E, infine, una OST che ti rimane nel cuore: pezzi che calcano alla perfezione ogni singolo evento, un ritmo eccelso che contribuisce a ergere questa serie capace di far venire i brividi.

Il massimo che ho sempre assegnato è 8, quando riconosco l’ottima realizzazione di un anime. Ma quando è anche capace di lasciarti qualcosa dentro… allora è tutta un’altra cosa. “Rainbow” fa riflettere profondamente sull’importanza di quei valori che questa incredibile serie si propone di far riconoscere ed apprezzare. Forse il motivo per cui do 9 sta proprio nel fatto che, nel momento in cui completavo un anime, il giorno dopo ero già alla ricerca di qualcos’altro. Come se, dopotutto, fossi rimasta insoddisfatta, come se mi mancasse qualcosa. Ma le riflessioni su questo anime mi hanno perseguitata per giorni e giorni. Ogni opera ha il suo insegnamento… e io riesco a coglierlo anche in quella più banale. Ma, in questo caso, ci troviamo di fronte a qualcosa di ben più serio.