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In un puzzolente mondo di soli uomini, pieno di miniappartamenti sozzi e trasandati con personalissime collezioni di stemmi mercedes trafugati, che brillano tra le vaste macerie di prodotti alimentari preconfezionati a porzione singola e fazzoletti rinsecchiti da non meglio precisate sostanze viscose, la sagra dell'inconcludenza riesce a spiegare scientificamente la scarsa qualità del seme e quindi delle nascite.

Se un povero diavolo ha le palle fatte a pezzi, come fa a generare prole degna di rispetto ?
Ed ecco uscire dall'oscurità del profondo pozzo in cui il finale della prima serie lo aveva gettato come il rifiuto che è: Kaiji, l'eroe di tutti i bambini a letto con l'influenza, che altrimenti si divertirebbero guardando le televendite di snappy, ghiaccetto o chef Tony.

La seconda serie ci dà il bentornato con un ottimo twist di rimedi contro l'insonnia, che tuttavia a lungo andare si rivelano pericolosamente dannosi per gli individui già nevrastenici.
Però Kaiji è tornato. Anche se nessuno glielo aveva chiesto egli ha deciso di riattaccarsi le dita, ultimo baluardo del proprio divertimento da single, e ritornare alla sua vita passata; talmente bella che subire l'amputazione di un arto e di un orecchio, con inestimabile vista sulle coloratissime luci notturne della città, è infatti robetta risibile rispetto alla montagna di cadaveri ai piedi del grattacielo.

Kaiji lo scommettitore, l'irrazionale giullare, lo stoico spartano del pachinko è tornato dalle tenebre; incurante della promessa fatta all'amico scomparso nel baratro, di vegliare sulla donna amata e di utilizzare i soldi guadagnati per riscattarla dal giro di prostituzione della yakuza locale, il nostro magnanimo eroe ha visto bene di tentare la sorte che tanto nella vita lo aveva favorito; perdendo dita e soldi, ma guadagnandoci un inestimabile sacchetto di ghiaccio.
Sconosciute le condizioni dell'amato, scomparso improvvisamente dai radar della serie e dall'interesse generale degli autori, possiamo immaginare che la poveretta sia ancora 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana gambe all'aria in mezzo a un 'moeissimo' gruppo di yakuza. Tuttavia ella non può assolutamente disperare!, poiché Kaiji è tornato!

Ah, in questa stupenda, frizzante e coloratissima serie lo spettatore ha l'imbarazzo della scelta: quale episodio preferite?
Quello in cui Kaiji spreme le meningi facendo un fumo violaceo, quello in cui si avvicina alla sedia, quello in cui si siede, oppure quello a seguire in cui mette mano alla manopola, quello in cui nell'ebbrezza del momento la generosità dell'autore lascia osservare Kaiji mentre lancia non una ma ben tre, dico tre palline da pachinko?
Oppure quello seguente in cui le palline rotolano? O quello in cui una cade e le altre due rimangono appese in un climax di suspense, tra la vita e la morte, tra il passare al secondo livello del pachinko o cadere nell'oscuro baratro metallico?

Kaiji è venuto al mondo senza che nessuno lo chiedesse; nella realtà dei fatti potremmo immaginare che i suoi genitori abbiano commesso seppuku dopo avere consultato un oracolo beneaugurale alla nascita del pargolo, e che quindi il nostro eroe sia stato affidato a qualche barbone con problemi di alcolismo, che gli permetteva una volta a settimana di giocare con il proprio cane. In quei fatidici giorni in cui le cucine del ristorante cinese donavano generosamente un osso di bistecca al povero mendicante, questi, ligio all'onore del ronin, manteneva la promessa di fare giocare il figlio adottivo legandogli l'osso al collo e lasciando libero il pulcioso bastardino di dare qualche leccata.

L'anime di Kaiji è un esempio di inconcludenza che deve essere tramandato ai posteri. E quando un puzzolente NEET volesse colpevolizzare la società per la propria condizione, il povero malcapitato dovrebbe essere messo di fronte alla realtà dei fatti; alla durezza della vita, all'inconcludenza della sua esistenza. Con soli 10 episodi di Kaiji, si riuscirebbe a trasformare qualunque parassita NEET con ancora un briciolo di amor proprio in un minatore cileno.
Kaiji è il Re dei NEET, l'esempio ultimo dell'evoluzione della specie. Nessuno può eguagliare le sue gesta, né tanto meno le sue movenze camaleontiche durante i lunghi minuti di un episodio anime.
Ed è giusto che sia così. In una nazione avvelenata dai NEET, come può un anime su un rifiuto della società essere apprezzato? Ma ben venga allora la continua vessazione degli ascoltatori, l'immancabile punizione che episodio dopo episodio lascia le masochistiche masse con gli attributi appesi all'appendiabiti fino alla settimana seguente.
Il piano perfetto per liberarsi dei NEET: farli ravvedere o impedirgli di riprodursi tramite l'utilizzo di un anime con contenuti castranti.

Kaiji non è tuttavia solo nelle sue avventure; un seguito di nerboruti maschioni sono sempre presenti per aiutarlo nelle situazioni più nere. Ed è ovvio che il nostro eroe possegga un potere magnetico di socializzazione superiore a Rufy, Goku e Naruto messi assieme: un così bell'esempio di natura umana, talmente ricco di cultura, idee ed espedienti fruttiferi… che infatti è sempre indebitato fino al collo, gioca i suoi arti nelle scommesse e abbandona alle catene della prostituzione le donne amate dagli amici, tradendone le promesse fatte in punto di morte.
Ed ecco finalmente giunto un anime per persone adulte, colme di esperienza di vita e insoddisfatte della loro attuale condizione: genitori, avete un figlio NEET? Castratelo con Kaiji!