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Trama & Commento: 7,5 - "Provavo una rabbia sconsolata. Eppure non riuscivo a trovare nessuno con cui prendermela. La gigantesca organizzazione. Dio, ti prego, fa che esista una gigantesca e malvagia organizzazione. Era questo il nostro desiderio ma... C'erano troppe cose brutte. Il mondo era avvolto da un'infelicità e da una tristezza complessa, disordinata, senza senso ed incomprensibile."
Apro la recensione con una citazione dal romanzo da cui l'anime è tratto e che dovrebbe riassumerne al meglio i contenuti. Non mi piace fare paragoni poiché in una recensione non dovrebbero mai esserci vincitori e perdenti, tuttavia è doveroso ammettere che, rispetto al libro, l'anime è decisamente su un altro tono, molto più buonista e corretto.
La trama racconta di Satou Tatsuhiro, un ragazzo che ha fatto la scelta di diventare un hikikomori, che vive a Tokyo completamente solo in una piccolo appartamento. Come ogni hikikomori che si rispetti, Satou passa la giornata a oziare evitando il più possibile contatti con il resto del mondo. Tuttavia l'incontro con Misaki, una ragazza che vuole aiutarlo, e la scoperta che un amico di vecchia data abita nella stanza accanto alla sua spingeranno il protagonista a tentare di uscire da questo mal di vivere nel quale si è trovato.

La trama procede a piccole saghe di 3-4 episodi che raccontano le varie avventure urbane di Satou e dei suoi nuovi compagni, anche se è sempre presente il filo conduttore di tutta la vicenda: la ricerca della fuga da parte di Satou dalla sua condizione. I colpi di scena non sono all'ordine del giorno, essendo l'anime più incentrato sulla psicologia dei personaggi, ma la narrazione è comunque scorrevole e abbastanza piacevole affrontando con leggerezza anche argomenti di un certo peso.
Facendo il parallelo con il libro, la trama è più ricca, non si riduce a un mero racconto di tipiche giornate da hikikomori, ma si arricchisce con nuovi personaggi e nuove situazioni.

Personaggi: 8,5 - La nota dolente dell'anime, rispetto al romanzo, sono proprio i personaggi. L'atmosfera che si respira in entrambi è si di disperazione, ma i drammi dei personaggi non vengono enfatizzati come allo stesso modo: mancano alcuni elementi fondamentali: una su tutti la droga. Tutti i personaggi che aiutano Satou hanno un doppio scopo, mentre nell'anime aleggia un buonismo e una correttezza che nel libro non è minimamente accennata. Lo stesso rapporto utilitaristico tra Misaki e Satou è stato accantonato così come la misoginia di Miazaki.
Considerando solo l'anime, in realtà, la caratterizzazione è superiore a molti altri prodotti ed è il maggior pregio della serie, soprattutto le allucinazione che ha Satou sono ben realizzate e interessanti.

Grafica: 7 - La grafica di "Welcome to the NHK" è media, non si distingue molto per i particolari che raramente sono presenti. La semplicità domina la scena. I design dei personaggi è improntato sul reale, in modo da far sembrare veritiera questa storia umana; è molto apprezzabile come vengono realizzati i manga e gli anime all'interno dell'anime stesso. Per il resto spesso gli interni dei luoghi o altri elementi vengono realizzati con una grafica 3D abbastanza basilare.
Musiche: 8 - La colonna sonora mi è piaciuta molto, è adatta, d'impatto, e ben utilizzata nelle varie scene. L'opening è orecchiabile e le due ending entrambe piacevoli
Animazione: 7 - L'animazione, come la grafica, è un po' carente. La serie è in realtà abbastanza statica, per cui non necessita di grandi effetti animati. Solo a volte il livello tecnico si alza percettibilmente, in scene di particolare emozione.

Tot: 7,5
"Welcome to the N.H.K." è una serie che non gode di un grande reparto tecnico, tuttavia s'impegna sul piano dei dialoghi e dei personaggi. Peccato per le divergenze che ha con il libro, che reputo superiore all'anime.