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Robot che possiedono un'anima vera e propria, ricordi che svaniscono entro un preciso lasso di tempo, relazioni di qualsiasi tipo allacciate con esseri umani. Non è la prima volta che tematiche simili vengono affrontate in un anime e con tutta probabilità non sarà nemmeno l'ultima; ad ogni modo, grandissima parte di questo è "Plastic Memories".

Tsukasa Mizugaki è un neoassunto presso la sede di una delle più importanti società produttrici di un nuovo modello di androide, i giftia, decisamente affini all'uomo per tratti caratteristici e persino sentimentali. Nonostante l'invenzione si presenti come una delle più considerevoli a livello mondiale, per chiunque voglia averne a che fare è importante assumere la consapevolezza che tali esseri artificiali presentano un limite di ordine esclusivamente temporale, o quasi: l'identità degli stessi svanisce difatti a poco più di nove anni dall'attivazione del ciclo vitale. Dunque, il compito del protagonista è quello di ritirare i giftia prossimi al termine suddetto. In tutto ciò, come poteva mancare il tradizionale paradosso? Così, si decide che ad ogni impiegato umano dovrà necessariamente affiancarsi proprio un giftia, che nel caso del personaggio principale si rivelerà essere una ragazza già incrociata poco prima in un ascensore, Isla, con la quale Tsukasa inizierà perciò a intraprendere una relazione collaborativa che sarà il perno principale di tutto il racconto.

E' giusto partire proprio dall'evidentissimo punto debole dell'anime, cioè dalla parte fondamentale della storia che è ipotizzabile sin dal principio: nessun colpo di scena che possa far intendere diversamente; d'altro canto, la psicologia di tutti i personaggi viene descritta al meglio e i sentimenti subiscono un'evoluzione ben definita e coerente nel corso degli avvenimenti, anche nei cambiamenti d'idea di ognuno. Sul lato tecnico, davvero poco da dire: i disegni sono realizzati con grande cura ed è praticamente impossibile non riuscire ad apprezzarli. Non male la colonna sonora; avrei invece da ridire su un effetto audio, cioè sul rumore causato dall'esplosione dei fuochi d'artificio che nell'episodio a cui mi riferisco è più associabile a quello prodotto da un fucile a canne mozze, ma tralasciando questo anche in quest'ambito sembra tutto a posto.

Personalmente, pur prendendo a un certo tratto una via eccessivamente romantica, "Plastic Memories" mi è piaciuto e mi ha dato non pochi spunti su cui riflettere, naturalmente quasi tutti riguardanti i ricordi e in particolare l'importanza di lasciarsi trasportare dai sentimenti anche con delle conseguenze inevitabilmente negative, perché nessun danno è grave come quello che si fa quando si trattiene tutto dentro.

Quest'anime è dunque consigliabile a chiunque voglia vedere qualcosa che scateni delle piccole emozioni, senza è meglio non farsi troppe aspettative. Insomma, decisamente non un capolavoro, ma un buon prodotto.