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9.0/10
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Probabilmente la migliore opera per chi voglia approcciare per la prima volta l'enorme produzione artistica di Osamu Tezuka, "La storia dei tre Adolf" rappresenta un felice punto di incontro tra produzione storica e finzione narrativa.
Al di là della parte grafica, che ai più risulterà probabilmente datata e inattuale - ma provate ad ammirare alcuni primi piani, soprattutto femminili, il vostro giudizio cambierà subitaneamente - il punto forte di quest'opera, e il marchio di fabbrica di Tezuka stesso, è rappresentato dalla verosimiglianza della sceneggiatura e dalla coerenza della trama.
"La storia dei tre Adolf" è sostanzialmente una rilettura, da parte del Dio dei Manga, della Seconda Guerra Mondiale, e in particolare dello stresso rapporto venutosi a creare, per via delle alleanze di guerra, tra Germania e Giappone.
Uno dei protagonisti, sicuramente il meno decisivo, è per intuizione il Führer del Terzo Reich tedesco Adolf Hitler. Ma Tezuka ci narra dell'esistenza, ben più decisiva ai fini della trama, di altri due individui che del Cancelliere tedesco condivisero il nome natale: rispettivamente Adolf Kamil (ragazzo dolce e sensibile, di umili origini) e Adolf Kaufman (figlio di un diplomatico tedesco convolato a nozze con una donna giapponese), entrambi residenti in Giappone.
Vi chiederete come sia possibile che due ragazzi - a inizio opera persino bambini - possano aver forgiato il destino di una guerra che ha contato oltre settanta milioni di vittime e che ha cambiato per sempre l'assetto geopolitico mondiale. La grandezza della trama tessuta da Tezuka risiede proprio nell'aver reso plausibile questo espediente.
La presenza di un numero enorme di personaggi secondari - solo di nome, l'importanza del più piccolo gesto da parte di tali figure è inimmaginabilmente autentica - peraltro ottimamente caratterizzati, la facilità con cui l'autore riesce a tracciare l'arco narrativo in molteplici spazi fisici (Germania, Polonia, Giappone sono solo alcuni tra i teatri d'azione) ricorrendo a frequenti balzi temporali, e la venerabile coerenza narrativa sono i mezzi attraverso cui l'opera rende dipendente il lettore del proprio intramontabile fascino.
Menzione d'onore per la caratterizzazione dei personaggi: dopo oltre trent'anni è impossibile trovare un degno erede dell'intensità con cui Tezuka dipinge i suoi attori (forse solo Urasawa gli si avvicina, ma da lontano). Personaggi come Toge, i due ragazzi Adolf e Lampe rimangono scolpiti nella loro veridicità e verosimigliante coerenza nell'animo del lettore, rendendo il racconto mai monotono, mai banale ma sempre accattivante e dinamico.
Lo spettacolo a cui si assiste è quello di un poderoso macchinario quasi privo di difetti che si muove con mirabile coerenza lungo spazio e tempo. Tutti, e dico tutti i pezzi di questo macchina si muovono armoniosamente fino al raggiungimento di un epilogo in sé grandioso e tragico.
Nota d'onore per l'ottima edizione in tre volumi della Hazard, dotata di cofanetto raccoglitore a un prezzo sommariamente ragionevole.
Must read per ogni lettore che si ritenga tale, opera però non destinata a tutti.
Da leggere tutto d'un fiato!